COMINCIANO
I GUAI
Era una splendida
giornarta d'estate, il sole ricopriva la città dell'Ovest con
i suoi caldi raggi, gli uccellini cinguettavano e un piacevole
venticello scompigliava i rami degli alberi.
La Terra era proprio un
bellissimo pianeta, se lo avesse distrutto veramente, come tante
volte aveva minacciato di fare, sarebbe stato un vero peccato. Lui
aveva viaggiato tanto per lo spazio e di pianeti ne aveva visti a
centinaia, ma mai, mai nessuno di questi era incantevole come la
Terra.
Prese la lattina di birra
dal tavolino vicino alla sdraio e ne assaporò un lungo sorso,
per poi tornare a rilassarsi sotto il sole.
Ormai la pace era tornata
sulla terra da almeno dieci anni e nonostante non tralasciasse mai
gli allenamenti, lui era pur sempre un principe e non disgustava il
lusso e la comodità che offriva la Capsule Corporation. Era
tutto perfetto quando...
“Coraggio ragazzi,
l'ultimo che arriva in acqua è un rammollito!!”
Vegeta ebbe solo il tempo
di aprire gli occhi che una mandria di adolescenti prese d'assalto il
giardino di casa sua per poi avventarsi sulla grande piscina.
Il nostro saiyan era tanto
sconcertato quanto furioso da non muovere un muscolo, fatto che gli
provocò un bel bagno causato dagli spruzzi dei ragazzi che si
erano in massa tuffati in acqua.
Dopo essersi ripreso dallo
shock e senza il bisogno di chiedere spiegazioni, Vegeta aveva deciso
che la vita di quei giovani era giunta al termine, motivo per cui era
nata spontanea sul palmo della sua mano una deliziosa sfera di
energia. Era sul punto di lanciarla per avere la sua vendetta quando
un paio di morbide e candide braccia gli avvolsero il collo.
“Ti prego papà,
non uccidere i miei amici! Sono sicura che non era loro intenzione
farti questo affronto”.
“E così
questi vandali sarebbero amici tuoi? Bra, li voglio fuori da casa
mia, subito!”
“E dai, fa così
caldo oggi che mi è sembrato giusto organizzare un party in
piscina. La casa è grande e sono certa che non daranno alcun
fastidio.”
“Bra, ti ho detto di
mandarli via, è un ordine!”
“Coraggio Vegeta,
non essere così acido, sono solo ragazzi, lascia che si
divertano.” Bulma si era appena avvicinata a loro indossando
uno splendido bichini bianco e blu che le donava tantissimo.
“Non schierarti
dalla sua parte, lo sai che...” la frase del saiyan fu
interrotta da un giovane muscoloso dagli splendidi occhi verdi che si
era avvicinato a Bra.
“Ehi Bra, ma che fai
ancora qui? Manchi solo tu!” poco dopo il ragazzo si rivolse a
Bulma “Oh, buongiorno signora Brief, ma lo sa che così
non l'avevo riconosciuta, l'avevo scambiata per una compagna di
scuola”.
“Ciao Kennor, grazie
sei molto gentile”
“Non deve
ringraziarmi signora, ho detto semplicemente la verità”.
Bulma stava per continuare
la conversazione, in fondo non le era mai dispiaciuto ricevere dei
complimenti, ma lo sguardo assassino con cui il marito fissava il
giovane le fu sufficiente per mettere fine alla discussione.
“Bene ragazzi,
andate a divertirvi, non perdete tempo con noi” disse
sbrigativa Bulma, fortunatamente anche Bra aveva capito le intenzioni
omicide del padre e aveva trascinato l'amico il più lontano
possibile.
Quando i due se ne furono
andati, la scienziata si rivolse al saiyan:
“Perchè fai
quella faccia? Non sarai mica geloso?”
“Come sarebbe a dire
geloso? Perchè mai dovrei essere geloso di un poppante
rammollito come quello?” Sbraitò.
Bulma rise e
abbracciandolo gli disse:
“Tranquillo, lo sai
che per me esisti solo tu” e posò le labbra sulle sue.
Quel gesto fece calmare
l'ira funesta del saiyan che addolcito rientrò in casa, per
quel giorno aveva deciso di risparmiare quei mocciosi terrestri.
Giunse nella sua camera da
letto dove, una volta sdraiatosi sul morbido talamo nuziale, si
addormentò.
Vegeta si guardò in
torno, non si trovava sulla Terra, ma quel posto gli era comunque
familiare. Continuò a fissare l'ambiente circostante, finchè
con sorpresa si rese conto di trovarsi sul suo pianeta d'origine. Per
essere precisi si trovava sul campo d'addestramento reale.
Amari ricordi lo legavano
a quel posto, ma anche la soddisfazione del padre nel riconoscere la
forza di suo figlio. Mentre si perdeva in questi ricordi, delle voci
attirarono la sua attenzione. Si avvicinò e poco lontano vide
tre figure. Due stavano combattendo mentre una rimaneva ferma a
guardare.
Vegeta si avvicinò
e quando fu abbastanza vicino, riuscì a riconoscere la prima
persona che se ne stava immobile.
Era una bellissima donna
dai lunghi capelli neri, aveva una postura regale e uno sguardo fiero
e triste che conosceva tanto bene con il quale fissava le altre due
persone, in braccio stringeva un neonato. A Vegeta non fu difficile
riconoscere la donna e il bambino, quella era sua madre e il neonato
era lui. Il saiyan rimase a fissarla per qualche interminabile
secondo, sapeva che tra qualche anno lo avrebbe abbandonato, neppure
lei si sarebbe salvata dalla furia omicida di Freezer.
Spostò la sua
attenzione sui due che si stavano allenando.
“Forza, alzati o non
sarai mai degno del ruolo che ti spetta” disse suo padre al
ragazzino che tremante cercava di rimettersi in piedi.
Il giovane tentò di
rialzarsi per poi ricadere sfinito al suolo.
“Mi vergogno di te,
mi vergogno di...”
Vegeta si svegliò
di botto, rimase per qualche secondo sconcertato da quel sogno, poi
delle urla e una potentissima aura provenieti dall'esterno
dell'abitazione lo riportarono alla realtà.
Continua...
Lady Gaunt
|