PROLOGO 2 (DEFINITIVO)
Ciao miei amatissimi lettoriiiiiii =D la vostra Hannon, dopo
alcuni mesi di pausa, è finalmente tornata con una nuovissima
storia tutta per voi! in questo primo cap ci sarà giusto
un'introduzione delle nostre amate protagoniste giusto per darvi
un'idea! spero infinatamente che vi piaccia =) beh che dire..a voi
l'ardua sentenza! E ora...
Buona lettura a tutti!
Prologo
Doveva
dimenticarlo. Ormai nella sua vita lui non c'era più e i sei
mesi trascorsi senza di esso erano stati i peggiori che avesse mai
vissuto; lei lo amava perdutamente, ogni lacrima versata era una
particella del suo cuore distrutta.
Fissava
in maniera quasi maniacale le pochissime foto che avevano scattato
insieme e un piccolo sorrise malinconico si aprì sul suo viso
ormai solcato dalla tristezza mista alla nostalgia, non si riconosceva
nemmeno più in quell'espressione raggiante che aveva ogni
qualvolta incrociava quegli occhi scuri, così profondi e spesso
inespressivi, già, quel nero così spento, ma allo stesso
tempo penetrante, che riusciva ad incantarla ad ogni suo sguardo.
La
sensazione di malessere che l'aveva colpita il giorno in cui la
lasciò era insopportabile, ricordava nitidamente il suo pianto
disperato di fronte alla sua glaciale ed apparente indifferenza, cosa
aveva sbagliato? Perchè lui se ne era andato così senza
alcuna spiegazione? I primissimi tempi la pace con se stessa non
riusciva a araggiungerla, quel maledetto magone allo stomaco le dava
perennemente un senso di nausea irritante e la felicità che fino
a poco prima la contraddistingueva...era sparita insieme a lui.
Lei
gli aveva gridato che lo amava svisceratamente, che il suo cuore
batteva solamente per lui e che lo avrebbe seguito in qualunque parte
egli sarebbe voluto andare. No, non voleva perderlo così,
avrebbe fatto qualsiasi cosa pur di sentire ancora le sue forti braccia
avvolgerla, i suoi baci caldi ed elettrizzanti accarezzarle la lingua e
perchè no, anche quel suo perenne broncio stampato in faccia con
aria di sufficienza; ma l'unica cosa che si sentì dire di fronte
alla sua struggente disperazione fu un misero "Sakura...grazie".
Ma
grazie di cosa? Lei non gli stava regalando una scatola di
cioccolatini, ma gli stava esprimendo con tutta se stessa i sentimenti
che in quel momento stavano lacerando il suo cuore, perchè
sì, lui l'aveva brutalmente ferita, l'aveva lasciata senza un
concreto perchè e se ne stava andando mandando all'aria la loro
storia.
Mai
in vita sua odiò così tanto una parola quanto quel
"grazie" che puzzava solo di ipocrisìa e presa in giro. In un
gesto quasi convulsivo strappò quelle foto che fino a poco prima
erano attaccate alla parete vicino al suo letto e che ogni sera
osservava dilaniata dalle lacrime, non poteva continuare a distruggersi
così per un un ragazzo che magari ora si stava divertendo in
chissà quale posto e con chissà quale
ragazza...già, ragazza, l'idea di saperlo insieme ad un'altra
che non fosse lei la faceva impazzire, ma ormai non poteva farci
più niente, entrambi avevano preso strade diverse e come tali,
erano liberissimi di vivere al meglio la loro vita come più
preferivano.
Gettò
con un pizzico di fatica le fotografie nella spazzatura e strinse i
pugni lungo i fianchi come per darsi un coraggio che sentiva di non
possedere, rialzò lo sguardo decisa e più determinata che
mai, pronta a ricominciare finalmente da capo: da ora in poi Sakura
Haruno sarebbe cambiata. E non avrebbe mai più creduto a
quell'illusorio sentimento che in lei aveva portato solo sofferenza e
dolore. Adesso basta.
Odiava
in maniera quasi ossessiva quel maledetto carattere che madre natura le
aveva donato. Quella figura che ora si rifletteva nello specchio,
riusciva sempre a darle quella statica sensazione di angoscia e non
accettazione che ormai la logorava fin da da bambina, perchè non
poteva essere come tutte le altre? Perchè non poteva circondarsi
di innumerevoli amici come ogni essere umano normale? Perchè non
poteva avere un ragazzo come le sue amiche? Già, un ragazzo...si
rabbuiò al pensiero di non essere mai riuscita ad incantare
qualcuno in vita sua, di non aver mai provato l'emozione di essere
stretta nel cado abbraccio di una persona che le sussurrava tenere
parole d'amore. Sì esatto,amore, quel sentimento che lei
già dalla tenera età sognava di provare per una persona
speciale, una persona che a sua volta l'avrebbe contraccambiata,
facendola sentire una dolce principessa.
Sì,
desiderava con tutta se stessa donare a qualcuno quel grande affetto
che conservava nel cuore, ma quella stramaledetta timidezza che tanto
odiava continuava a renderle tutto sempre più difficoltoso;
ormai era chiusa in un circolo vizioso invalicabile, era una ragazza
dolce, romantica, sognatrice e avrebbe dato qualsiasi cosa pur di condividere
ciò che provava con un ragazzo, ma allo stesso tempo, non
riusciva mai a raggiungere quel successo tanto agognato a causa dell'
insicurezza che la divorava giorno dopo giorno.
Quanto
si appassionava a leggere quelle favolesche storie d'amore e
sospirava sognante ogni qualvolta si trovava a scorrere tra le righe
una scena ricca di sentimento, ma subito dopo si scuriva in viso,
sempre, perchè lei non avrebbe mai vissuto una storia come
quelle trascritte nei suoi amati libri.
Avrebbe
solo desiderato acquisire più sicurezza in se stessa, essere
espansiva e solare, gestire le situazioni che le si paravano davanti
con più decisione e coraggio. Avrebbe desiderato essere un'altra
persona.
Si
sdraiò sul letto osservando il soffitto bianco pallido e
sospirò, chissà se un giorno sarebbe riuscita a vivere
anche lei il suo sogno e a dimostrare a tutti quanto in realtà
valesse, a far vedere che era in grado di essere di più di una
semplice e timida ragazzina insicura.
Hinata
Hyuuga possedeva un'inconsapevole forza d'animo. E prima o poi avrebbe
dato pan per focaccia a tutti coloro che fin ad ora l'avevano solamente
sminuita e derisa. Anche lei avrebbe avuto il suo momento di gloria.
Non
gliene era mai importato nulla dell'amore e di tutte quelle stronzate
che quello stupidissimo sentimento si portava dietro tutte le volte. Lo
aveva sempre considerato un qualcosa che intrappolava una persona nella
sua ragnatela, per poi divorarla allo stesso modo di un ragno affamato
e lei NON era un ingenuo moscerino, lei era una farfalla che amava
volare ed incantare tutti con la sua immensa bellezza e grazia.
La
libertà che possedeva grazie alla sua condizione la appagava,
non era legata da vincoli soffocanti, ma allo stesso tempo riusciva a
soddisfare quel suo ego ghiotto di desiderio da parte degli altri,
perchè sì, la sensazione di onnipotenza che aveva quando
le mani virili degli uomini la bramavano...era impagabile.
Vari
ragazzi si erano innamorati di lei, del suo savoir faire, della sua
femminilità e soprattutto della sua esperienza sessuale ma,
puntalmente venivano tutti quanti scaricati non appena la ragazza se ne
stufava, gettandoli via alla stregua di giocattoli vecchi e noiosi. Non
le importava mai nulla di loro e degli ipotetici sentimenti che
avrebbero potuto accidentalmente provare in futuro, lei amava
divertirsi, voleva divertirsi e continuava a divertirsi; non che avesse
un cuore di ghiaccio anzi, era una ragazza fin troppo espansiva,
socievole e gentile, semplicemente non aveva alcun interesse nel
legarsi ad un ragazzo e subirsi eventuali gelosie e divieti di
libertà.
Solo
una volta in vita sua si era innamorata, aveva appena 16 anni e lui era
stato in tutti i sensi il suo primo e vero amore, allora era ancora una
ragazzina ingenua che credeva nell'esistenza del principe azzurro e
quel delizioso batticuore che la colpiva ogni volta che lo vedeva, le
aveva lasciato un ricordo dolce e in qualche modo nostalgico. Ma ormai
tutto ciò faceva parte del passato, della sua adolescenza
nemmeno del tutto superata, perchè ormai lei era un'altra
persona e anche se da un punto di vista morale ciò che faceva
poteva risultare sbagliato agli occhi degli altri, era comunque felice.
La
sicurezza che aveva di se stessa e delle sue capacità, l'aveva
portata ad essere quella che era: una ragazza che, come il battito
d'ali della farfalla che rappresentava, poteva ottenere ciò che
voleva, senza provare quella sofferenza che il mondo regalava
gratuitamente ai suoi esseri viventi; si sdraiò sul divano,
componendo il numero della sua ultima fiamma.
Ino Yamanaka era libera. E mai sarebbe caduta vittima di quella ragnatela tanto attraente quanto pericolosa. Mai.
Continua...
bene bene, eccoci qui =D cosa ne pensate di questa prima introduzione?
Spero ovviamente che vi abbia almeno incuriosito =) Cosa accadrà
dunque alle nostre ragazze? Riusciranno a mantenere i loro propositi? O
qualcosa le sconvolgerà a tal punto da mettere in dubbio tutto?
Beh..leggete, scoprite e recensiteeeee =D un bacione dalla vostra
Hannon che come sempre vi adora =D
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