Hope lives… because the
evidence never dies
Capitolo primo
Lilly entrò in ufficio, come al solito era la prima, si
sedette e rilesse un vecchio rapporto che non aveva ancora ritirato. Mezzora
dopo Stillman arrivò, la salutò e si diresse al suo ufficio, Jeffries e Vera
non tardarono come al solito stavano amichevolmente litigando, la salutarono e
continuarono a punzecchiarsi. Kat arrivò con dei caffé che distribuì a tutti.
Lilly era in ufficio già da un’ora quando infine arrivò Scotty, lei si era
alzata dalla scrivania e lui per cercarla fece scivolare lo sguardo per tutto
l’ufficio. Quando la vide le sorrise e la salutò. “Ciao Lilly, abbiamo qualcosa
di nuovo?” “No, Scotty, per ora nulla”. Non aveva finito di parlare che un
signore anziano, accompagnato da una signora più giovane, chiese del detective
Rush. Lilly sorrise a Scotty e fece cenno al poliziotto di farli entrare.
“Salve, ispettore Rush e Valens” aggiunse indicando Scotty che si era
avvicinato con un taccuino, “in cosa possiamo aiutarla?”. L’anziano signore si
presentò era Paul Fersen ed era accompagnato da Sandy Bateer la migliore amica
di sua figlia “Sono venuto per chiedere di riaprire il caso dell’omicidio di
mia figlia Mira e del suo fidanzato Jason Blass” “Ci sono degli elementi
nuovi?” chiese Scotty “No” “Allora perché?” Lilly lo guardava attentamente
“Perchè sto per morire ma prima voglio vedere l’assassino di mia figlia punito
per quello che ha fatto alla mia principessa”. I due ispettori non sapevano che
fare, non c’era proprio nessun spunto da cui partire…“Andiamo Paul questi
signori non possono aiutarci…” Sandy prese il braccio del signor Fersen e lo
aiutò ad alzarsi, fecero qualche passo verso l’uscita poi lui si voltò “Voi non
vorreste la verità?”. Scotty guardò Lilly, sapeva già che avrebbero passato le
prossime ora nel archivio, nei suoi occhi si era accesa quella luce che
conosceva molto bene, lei non sapeva proprio resistere al richiamo della
verità.
Andarono da Stillman che disse loro di dare un’occhiata al
caso per vedere se c’era qualcosa da cui partire. Il caso era dell’82 ed era
stato seguito per molto tempo, probabilmente perché il padre di Jason era un
ricco industriale con appoggi altolocati, comunque non si era giunti a nulla.
Avevano indagato sul fratello della ragazza che aveva intimato a Jason di stare
lontano dalla sorella di fronte a molti testimoni l’alibi però era solido e le
indagini si erano concentrate sui nemici del padre che in quel periodo aveva
ricevuto delle lettere minatorie, si era scoperto il mandante, un socio
cacciato, che però era stato lontano da Philadelphia per tutta la settimana e
non lo si era potuto collegare a nessun killer. Dopo quel buco nell’acqua le
indagini si erano arenate. Lilly tornò da Stillman ed insieme a Scotty gli
illustrò il caso “Sono stati trascurati dei moventi più passionali, Mira ha
ricevuto un colpo alla testa e Jason al cuore, strano no?, secondo me implica
dei sentimenti forti, sicuramente non è stato un killer di professione come si
sospettava all’epoca…” Stillman la guardò, sapeva che non si sarebbe lasciata
convincere a lasciare il caso e inoltre si poteva scoprire qualcosa di più
nella cerchia dei parenti e conoscenti così trascurata nell’82. “Bene riapriamo
l’indagine” . Uscì dall’ufficio, seguito dai due ispettori, chiamò il resto
della squadra e spiegò loro il caso poi assegnò i vari incarichi. Vera e
Jeffries andavano dal fratello della vittima Jack Fersen, Lilly e Scotty dai
genitori di Jason i signori Blass, mentre Kat sarebbe tornata dal signor Fersen
per dirgli della riapertura e chiedere ulteriori dettagli.
Vera e Jeffries trovarono Jack al lavoro.
Vera: Jack
Fersen?
Jack: Chi lo vuole?
Jeffries: Ispettori Jeffries e Vera siamo della omicidi,
vostro padre oggi è passato da noi…
Jack: Accidenti cosa volete da me?, il vecchio vuole il
colpevole dell’omicidio di Mira, io lascerei il passato in pace!
Vera: Stai dicendo che non vuoi prendere il bastardo che ha
ucciso tua sorella?
Jeffries: Non sarà perché sei stato tu?
Jack: Che idiozia! Volevo bene a mia sorella!
Vera: Ma ci risulta che hai minacciato Jason…
Jack: Quel riccone? Quando l’ho minacciato pensavo fosse un
poco di buono poi ho capito che si amavano veramente…
Vera: Allora hai qualche idea su chi possa essere stato?
Jack: No, e vi ho già detto come la penso: il passato è
passato!
Scotty e Lilly andarono dai genitori di Jason. Abitavano in
una villa fuori Philadelphia “Accidenti quanti stipendi da poliziotto ci
vorranno per comprarsi una casetta così?” Chiese Scotty sorridendo a Lilly
“Temo più dei nostri due stipendi messi insieme in una vita!”. Suonarono alla
porta, venne ad aprire una domestica “Si?” Scotty e Lilly mostrarono i
distintivi “Omicidi, vorremo parlare con i signori Blass…” “Prego entrate,
chiamo i signori, potete accomodarvi in salotto”. Scotty si tratteneva a stento
dal ridere, appena la domestica si fu allontanata guardò Lilly e disse
“Accidenti parla come nei film dell’ottocento!!!”, Lilly rise “Mi piacerebbe
vedere la faccia di Vera!” Scotty stava per rispondere quando la domestica
rientrò tutta impettita “I signori stanno scendendo, desiderate qualcosa? Tè?
Caffé?” “No grazie” rispose Lilly perché Scotty era troppo impegnato a guadare
altrove, probabilmente immaginare la faccia di Vera era stato davvero troppo. I
signori Blass arrivarono poco dopo.
Signor Blass: Scusate l’attesa, in cosa possiamo esservi
utili?
Lilly: Abbiamo riaperto l’indagine sulla morte di vostro
figlio…
Signora Blass: Dopo tutti questi anni? Abbiamo tanto
sofferto!
Scotty: Volevamo sapere se avevate dei sospetti, se in
questi anni qualcosa di nuovo vi aveva fatto riflettere sugli avvenimenti di
quei giorni…
Signor Blass: Ho subito pensato fosse legato alle lettere
che avevo ricevuto…
Lilly: lo sappiamo ma non hanno portato a niente, pensiamo a
qualcuno legato alla famiglia, che poteva avercela direttamente con vostro
figlio o con la sua fidanzata Mira, magari in quanto coppia…
A queste parole la signora Blass si agitò
Lilly: Signora, vuole dire qualcosa?
Scotty che aveva visto la reazione agì immediatamente.
Scotty: signora Blass perché non accompagna la mia collega a
vedere la camera di Jason, immagino ne avesse ancora una qui, malgrado abitasse
altrove, giusto?
Signora Blass: Si certo, prego se vuole seguirmi…
Lilly che aveva capito lo stratagemma di Scotty per
lasciarla sola con la donna si alzò e la seguì fuori dalla stanza. La signora
gli mostrò la camera, rimaneva poco da vedere ai fine dell’indagine, era ovvio
che quella stanza era stata occupata da un Jason adolescente e non dal
venticinquenne che era stato ucciso. Lilly fece un giro della stanza poi si
voltò “Cosa mi dice sul rapporto tra Jason e suo padre? Suo marito era felice
della relazione che intratteneva con Mira?”
La signora Blass si stropicciò la mani “Jason era un bravo
ragazzo, lui amava Mira, qualche giorno prima della sua morte mi ha chiesto
l’anello di famiglia, voleva sposarla.” “Non risulta nel verbale… non è stato
trovato nessun anello…” Lilly la osservò “ma non ha risposto alla domanda” “mio
marito voleva bene a Jason, però non gli avrebbe mai perdonato un matrimonio
con una figlia di un operaio… non mi guardi così erano altri tempi!” “Lei mi
sta dicendo che suo marito ha un movente?” insistette Lilly “Non è stato lui!
E’ rimasto con me tutta la sera, e poi non era venuto a sapere della volontà di
nostro figlio di sposare Mira!”.
In macchina, ritornando in centrale Lilly raccontò a Scotty
ciò che aveva saputo. “Interessante soprattutto la mancanza dell’anello e poi
l’alibi fornito dalla moglie non è così indistruttibile, dovremmo scoprire se
Jason aveva parlato al padre delle sue intenzioni” rifletté Scotty, “Già ma chi
potrebbe dircelo…”obbiettò Lilly “Mentre eri di sopra il padre mi ha parlato di
un amico intimo di Jason, un certo William Parker , potrebbe sapere qualcosa”,
“Bene e ora che ci penso anche la signora che ha accompagnato il signor Fersen
era un’amica,dovremmo parlargli”.
Arrivati in centrale trovarono i colleghi, ognuno raccontò
agli altri le informazioni ricevute. Solo Scotty e Lilly avevano ottenuto
qualcosa, Vera trovava sospetta la rassegnazione del fratello di Mira, non
sembrava affatto il tipo di persona che
potesse avere certe filosofie, era più probabile che nascondesse qualcosa, ma
era solo una sensazione, niente di più. Kat aveva trovato Paul Fersen che aveva
accolto con gioia la notizia della riapertura del caso, ma non aveva potuto
aggiungere niente alle dichiarazioni del mattino. Finiti i resoconti Lilly
riprendendo il capotto disse “Io e Scotty pensavamo di fare un salto dai due
amici della coppia Sandy Bateer e William Parker”. Stillman scosse la testa
“Non se ne parla è troppo tardi, rimandiamo tutto a domani” Lilly lo guardò di
traverso ma non replicò, non aveva tutti i torti. Scotty allora propose “Beh
capo potremmo andare da William, domani alla prim’ora, io e Lilly, mentre gli altri
potrebbero prendersi Sandy…” Stillman sorrise “Tu stai troppo con Lilly! Va
bene, però da questo William ci vanno Lilly e Kat, mentre tu vai da Sandy sono
sicura che preferisce parlare ad un bel ragazzo…” “Beh capo, allora ci potrei
andare pure io!” Jeffries sbuffò alle parole di Vera, Scotty approfittò delle
risate “Capo non è meglio se vado io con Lilly?” Stillman rispose prima a Vera
“Sono sicuro che apprezzerebbe anche te ma preferisco che tu e Jeffries
cerchiate l’anello magari è stato venduto” poi si rivolse più discretamente a
Scotty mentre i colleghi si divertivano alle spese di Vera, “Quindi Scotty ho
bisogno che tu vada da Sandy”. Lilly che non si era persa, a differenza degli
altri, la richiesta di Scotty si scoprì piacevolmente sorpresa, anche lei
preferiva lavorare con lui, avevano un affiatamento unico, sapevano
anticiparsi, spesso finivano le frasi uno dell’altro e negli interrogatori
sapevano sostenersi senza neanche guardarsi, avevano un’intesa perfetta, era
bello scoprire che anche lui capiva il loro legame. Guardò Scotty che si era
rassegnato alla decisione del capo e gli sorrise. Stillman, date le consegne,
li mandò tutti a casa.
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