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Un ritorno inaspettato
Era ancora tra le braccia di Donatello, si sentiva protetta in quell'abbraccio.
Le lacrime non erano cessate, scendevano copiose dai suoi occhi, il respiro era affannato, non riusciva a calmarsi.
La tartaruga dalla fascia viola cercava di fare tutto il possibile per calmarla ma senza risultato.
Tutto era maledettamente monotono fino a quando April non sciolse l'abbraccio per correre nuovamente in bagno.
Odiava quel maledetto senso di nausea che, purtroppo per lei sarebbe durato fino al quinto mese di gravidanza.
Quella stanza da alcune settimane era diventata indispensabile e il water il suo migliore amico.
Se almeno Casey fosse rimasto con lei, quella tortura sarebbe stata più piacevole.
"April tutto bene?" chiese Donatello preoccupato.
L'aveva seguita fermandosi dietro la porta che la ragazza si era chiusa alle spalle.
Era più di un quarto d'ora che April era dentro il bagno a vomitare, era in ansia per lei.
"Donnie aiutami" la sua voce era un flessibile sussurro; sussurro colto
al volo dalla tartaruga che si fiondò in suo soccorso.
Entrò di corsa trovando la giovane donna seduta sul pavimento
con un colorito quasi cadaverico, la testa poggiata sul bordo della
vasca da bagno e le braccia lungo il busto.
"April riesci ad alzarti?" Chiese avvicinandosi e mettendole una
mano sulla fronte per assicurarsi che non avesse la febbre.
La ragazza fece cenno di no con il capo svenendo successivamente.
Donnie la prese prima che potesse sbattere la testa, aveva sicuramente
la febbre, doveva coprirla prima che potesse prendere altro freddo.
L'aveva cercato per tutta la notte, ma di Casey non c'era traccia, era come se si fosse volatizzato nel nulla.
Doveva essere preoccupato, ma proprio non ci riusciva, la rabbia che provava dentro era troppa.
Come poteva accettare il fatto che la sua amica soffrisse per un mascalzone come Casey?
Prima la mette incinta e poi l'abbandona?
Non era una cosa accettabile, lo doveva trovare per farlo soffrire
almeno quanto April e sarebbe andato fino in capo al mondo per farlo.
Affranto e deluso aveva posato i sai nella cintura dirigendosi verso la
casa di April, in quel momento aveva bisogno del loro aiuto e lui non
si sarebbe tirato indietro.
Un uomo dalla pelle cadaverica e gli occhi neri come la pece camminava
lungo un corridoio coperto da una moquet , raggiunse un trono di
velluto rosso dove si inginocchiò.
"Missione compiuta mio signore, vedrà li distruggeremo uno ad uno e poi nessuno potrà fermarci".
Un ghigno malefico comparve sul volto della figura seduta sul trono;
"Bene, molto bene, sai già cosa fare".
Quella volta le tartarughe non l'avrebbero passata liscia, la sua
vendetta si sarebbe compiuta, e una volta eliminate avrebbe governato
l'intero universo.
Tutto intorno a lui era buio e umido, si trovava dentro una cella ma non era sicuro di ciò.
La testa doleva terribilmente, l'unica cosa che ricordava era che stava andando a casa di April e poi il buio.
I polsi incatenati erano indolenziti, se avesse avuto sotto le mani
l'autore di tutto ciò che li stava capitando, lo avrebbe ucciso
a mani nude.
Di chiedere aiuto alle tartarughe non se ne parlava, il
tartacomunicatore era stato rotto di proposito e non sapeva
in quale altro modo contattarle.
L'unica cosa da fare era aspettare che andassero a cercarlo, ma non
poteva immaginare cosa stesse succedendo, anche se il suo cuore aveva
perso un battito, segno che la sua April aveva qualcosa che non andava.
Era rientrato dalla finestra che era rimasta aperta, nel soggiorno non
vi era anima viva ed uno strano silenzio aleggiava nell'aria.
Era troppo preoccupato, che fosse successo qualcosa ad April?
I suoi sospetti si rivelarono esatti non appena vide uscire dal bagno suo fratello Donatello con la ragazza tra le braccia.
"Donnie cos'è successo?" Chiese con un nodo alla gola.
"Raph ha la febbre abbastanza alta, adesso la metto nel letto e poi ti
spiego tutto" aveva semplicemente risposto portando April nella sua
camera.
Raphael aveva tirato giù dall'armadio qualche coperta pesante,
dovevano tenere la ragazza al caldo e le coperte rosa di cotone non
erano utili allo scopo.
"Casey ti prego resta, non andartene, non lasciarmi" aveva gridato la ragazza stringendo la mano di Donatello.
"Sta delirando a causa della febbre" aveva risposto la tartaruga alla domanda muta di Raphael.
"Stai con lei Raph, io vado a cercare un termometro e qualche medicina"
disse dirigendosi verso l'armadietto delle medicine nel bagno.
Raphael guardava la sua amica, era tanto in pena per lei, li si spezzava il cuore a vederla in quelle condizioni.
Con la mano destra teneva stretta quella della ragazza, mentre con l'altra aveva cominciato ad accarezzarle la testa.
Sembrava così fragile, proprio come una bambola di porcellana,
sperava solo che si riprendesse al più presto, perchè se
lei stava male, anche il piccolo che le cresceva dentro soffriva.
Un moto di rabbia lo pervase, Casey l'avrebbe pagata cara, e se fosse
successo qualcosa ad April e al piccolo non glielo avrebbe mai
perdonato.
"No ti prego, non andare, non lasciarmi sola, ti amo Casey" aveva nuovamente gridato nel delirio della febbre.
Il respiro era affannato e faceva fatica a respirare, ma Donatello non era ancora arrivato con quella dannata medicina.
"Resisti April, tra poco Donnie sarà qui e vedrai che starai
meglio" esclamò cercando di rassicurare più se stesso che
la ragazza.
Finalmente Donatello era arrivato, teneva una siringa nella mano destra, e in quella sinistra un liquido biancastro.
"Ho trovato una pastiglia con un principio di paracentamolo, ho fatto
in modo che potesse essere liquido così lo iniettiamo
direttamente nell'endovena, dovrebbe fare molto più effetto in
questo modo" spiegò mentre preparava la dose da iniettare.
Una volta pronta la siringa, prese un batuffolo di cotone bagnandolo
con dell'alcool etilico e lo strofinò sul braccio della ragazza.
Appena l'ago bucò la sua pelle, April cominciò ad agitarsi.
"Lasciatemi stare, aiuto non voglio" gridò credendo che qualcuno le volesse fare del male.
Raphael le strinse maggiormente la mano, chissà cosa stava sognando.
"April calmati siamo Donnie e Raph, è solo un brutto sogno stai
tranquilla, non vogliamo farti del male ti stiamo aiutando a guarire".
Con le parole di Donatello sembrò calmarsi riuscendo ad aprire lentamente gli occhi.
Aveva tirato fuori la siringa e l'aveva gettata nel cestino dell'immondizia.
April si stava risvegliando lentamente mentre Raph le stringeva ancora la mano.
Di Mikey e Leo non c'era traccia, così visto che la ragazza era
in buone mani, prese il tartacomunicatore allontanandosi dalla stanza,
voleva sentire i suoi fratelli per sapere se c'erano novità.
Avevano raccontato tutto ciò che April aveva detto loro al
maestro Splinter, il topo si lisciò la barba e cominciò a
riflettere.
Sicuramente quella non era una situazione facile, e a differenza dei
suoi figli aveva capito che qualcosa non andava, era come se un grande
male avesse fatto ritorno sulla terra.
"L'unica cosa da fare in questo momento è stare vicino ad April,
andata e raggiungete i vostri fratelli, avranno sicuramente bisogno di
voi" e con ciò le due tartarughe annuirono e si allontanarono
per raggiungere i fratelli a casa della loro amica.
"State attenti figlioli" sussurrò il topo vedendo i figli
lasciare le fogne, doveva meditare perchè era sicuro che
qualcosa non andasse, era tutto troppo strano, ma purtroppo ancora non
aveva conferme anche se un piccolo tarlo si era insediato nella sua
testa.
Quando Leonardo e Michelangelo tornarono, trovarono Donatello nel
soggiorno che componeva un numero con il suo tartacomunicatore, mentre
di April non c'era traccia.
"Donnie siamo qui" esclamò Leonardo attirando l'attenzione del
fratello che mise giù il cellulare non appena lo vide.
Fece cenno a Leo di seguirlo in cucina, doveva parlare con lui in
privato non voleva che Mikey e Raph sentissero, sarebbe stata troppo
dura da digerire la verità.
Una volta arrivati in cucina si assicurò che Mikey fosse andato
in camera da Raph e successivamente si chiuse la porta alle spalle.
"Donnie mi fai preoccupare, che cos'è successo?" Ruppe il
silenzio il leader, se il fratello voleva parlare solo con lui, era
davvero qualcosa di grave.
"Si tratta di April, è svenuta un altra volta in bagno ed ha
anche la febbre, ho rassicurato Raph che con l'iniezione che le ho
fatto sarebbe guarita, ma non ne sono così sicuro, avrei bisogno
di tempo che per vedere che sia tutto nella norma" disse tutto ad un
fiato.
Leonardo chiuse gli occhi, non era facile da accettare ciò che
le stava dicendo, la loro amica aveva qualcosa che non andava e lui
aveva le mani legate.
"Che cosa posso fare?" Chiese, si sentiva inutile in quella situazione.
"Ho bisogno che tu stia qui con i ragazzi e April, in quanto a me,
preleverò un campione di sangue e andrò ada analizzarlo
nel mio laboratorio, ho paura che sia qualcosa di più grave di
una semplice febbre e dei classici malesseri dettati dalla gravidanza".
Leonardo annui a quelle parole, avrebbe fatto quello che li aveva
chiesto Donatello, sperava solo che il fratello si sbagliasse e che la
sua amica non avesse niente di grave.
"Mio signore il nostro piano sta prendendo forma, ancora un po' di
pazienza e poi potremo annientarle" disse chinandosi davanti il suo
signore.
"Molto bene Zauker, sarai ricompensato per quello che stai facendo, sei
congedato puoi andato" e detto ciò si alzò in piedi ad
ammirare la sua lucente armatura che era stata completamente
ricostruita, quella volta le tartarughe non l'avrebbero passata liscia.
Splinter aveva aperto gli occhi, sperava tanto di essersi sbagliato, ma
così non era stato, lui era tornato, Shredder era tornato e con
lui il male più assoluto.
Ciao a tutti, intanto ringrazio chi ha letto il prologo e chi ha lasciato un commento.
Sono riuscita ad aggiornare
abbastanza velocemente, ma non aspettateli così frequenti, con
due bambini il tempo da dedicare alle fic è davvero poco.
Spero di non avervi deluso con questo capitolo.
Una buona serata e alla prossima.
Princess_serenity_92
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