Dragonball NG - Il Signore della Terra

di Beatrix82
(/viewuser.php?uid=44673)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Prologo

Prologo

 

La piccola capsula spaziale stava viaggiando verso la destinazione preimpostata con i motori al massimo. Era il computer di bordo a guidarla dritta verso la meta, così da permettere al suo passeggero di godersi in pieno relax il lungo viaggio.

Si affacciò pigramente all'oblò. 

Non doveva mancare molto, ormai. Intravedeva già in lontananza, al di là di un leggero ammasso di meteoriti roteanti, un piccolo e azzurro pianetino dalle rotondità perfette e contornato da un fine strato di nubi atmosferiche.

Era quello il pianeta che, da chi aveva viaggiato a lungo nello spazio, veniva descritto come un ridente e piacevole corpo celeste della galassia dell'ovest, dove la vita scorreva tranquilla e dove gli abitanti, i cosiddetti terrestri, convivevano pressoché in pace e prosperità. 

La chiamavano Terra...

E chi non ne aveva sentito parlare...

Così piccola e sperduta... Eppure così interessante...

Aveva sentito dire che la sua popolazione era la più numerosa della galassia. Chissà come facevano, miliardi di individui quali erano, a spartirsi un territorio così piccolo...

Ma sì, si erano organizzati bene, nonostante tutto. Si erano raggruppati in quelle che chiamavano città e metropoli, dove gli abitanti traevano una sorta di vantaggio reciproco dalla propria convivenza, per aiutarsi insieme contro i mali comuni. 

Quali enormi stranezze. 

Nel suo pianeta d'origine non era mai esistita una tale filosofia. Ognuno pensava al proprio tornaconto, al proprio interesse, a crearsi i propri spazi e a difenderli dalla conquista degli altri.

Ma c'era una cosa sulla Terra che proprio la sua razza non avrebbe mai potuto concepire: sottostare ad un governo.

Mai...

Per questo i suoi simili avevano preferito partire per lo spazio e spartirsi l'universo, in modo da non dover essere governati ma poter essere loro stessi il governo.

Non era nient'altro che la legge del più forte sul più debole. Lui era quello forte... i terrestri quelli deboli...

Sorrise beffardamente.

Non avrebbe dovuto nemmeno sporcarsi le mani più di tanto, in effetti. Era venuto a conoscenza della stranissima psiche dei terrestri, così meravigliosamente influenzabile e manipolabile...

Sapeva che spesso erano bastate due stupide parole da parte di una guida o di un personaggio carismatico per abbindolare tutti quei miliardi di individui... Un gregge di pecore pronto a cadere ai piedi di chi vedono come un Dio... e che magari è solo una stupida pecora come le altre...

Stupidi, stupidi terrestri...

Ne avrebbe fatto presto il suo gregge, ne era sicuro, e sarebbe stato più facile del previsto.

Una grande occasione era alle porte, ormai, e non poteva lasciarsela scappare. I terrestri avrebbero avuto un nuovo Dio da idolatrare, senza accorgersi neanche di quanto nel frattempo potrebbero essere sfruttati... 

Schiavi consenzienti... quale dittatore desidererebbe di più? 

Chiuse gli occhi incolori, godendosi un breve sonno prima dell'atterraggio sul suo futuro regno.

 

   Continua...





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=226682