Appunti di viaggio (in metro e in tram)

di _Lethe
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appunti di viaggio

Appunti di viaggio (in metro e in tram)


Il trucco perfetto fatto da una ragazza durante il viaggio traballante del treno denota un'abilità acquisita in anni di ritardi e code infinite sui mezzi pubblici.
L'ombrello giallo di un ragazzo che legge Pasolini è rotto, una folata troppo forte forse o uno strappo di qualche ragazzo invidioso.
La stanchezza delle otto del mattino condensata tutta nel gesto di stropicciarsi gli occhi gonfi di una donna, la notte si dorme poco e ci si sveglia troppo presto.
L'amore di una madre mentre rimbocca la sciarpa al figlio piccolo che, con lo sguardo curioso di chi vede il mondo per la prima volta, osserva e saluta tutti i passeggeri del vagone, cercando di scappare dal passeggino.
Lo sguardo invidioso rivoltogli da un bambino ormai grande, tenuto sotto la mano rigida della madre che parla di scuola, voti e punizioni.
La rabbia e lo stress nelle mani di un avvocato, un notaio o un banchiere, aggrappato alla sua ventiquattrore e al suo orologio che scandisce inesorabile i minuti di ritardo che accumula.
I due amanti che si tengono per mano e si guardano negli occhi come se non esistesse altro al mondo, per loro il tempo non passa, le fermate non contano nulla, i vagoni sono pure astrazioni.

Poi c'è lei, la ragazza con il cappello rosso calato sugli occhi, che guarda tutti e non guarda nessuno, con la testa persa dietro una canzone e le guance in fiamme per il caldo della metropolitana.
Sorride ai bambini, approva il libro del ragazzo, osserva con interesse la ragazza rifarsi il trucco e sbadiglia al gesto stanco della donna. Guarda l'orologio dell'avvocato, si scopre in ritardo e scappa fuori alla fermata dell'università, lasciandosi dietro lo svolazzo della sciarpa e un profumo forte di gomma pane.

Io intanto sento freddo.



* * *

Che dire, sono anni ormai che non pubblico più niente, ma che vi devo dire, l'ispirazione è andata a farsi friggere iniziata l'università. Lo so, avrei voluto essere più costante (almeno un minimo) ma l'unica cosa che sono riuscita a creare è una sottospecie di romanzo breve che non riesco a rileggere e tante idee.. ecco, non dico che questo sia un grande ritorno sulle scene, ma è qualcosa :)

Un elenco di immagini, sensazioni, raccolte in metro la mattina presto, andando a lezione. Spero che lascino a voi qualcosa come l'hanno lasciata a me. È poco lo so, ma per me è tantissimo, rappresenta la mia speranza nel tornare a scrivere qualcosa di decente di nuovo.

Ora sto zitta dai, buona lettura!

Lethe





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