IL BOCCINO DI CIOCCOLATA
DISCLAIMER: Harry
Potter e tutti i suoi personaggi sono proprietà di JK Rowling e
di chiunque ne possieda i diritti. Questa non è una storia
scritta al fine di lucro, né intende infrangere la legge sui
diritti di autore o di copyright.
Dedocato a tutti gli appassionati della saga di Harry Potter che, come me, amano alla follia la coppia Harry-Draco...
IL BOCCINO DI CIOCCOLATA
“Sta tramando qualcosa, ne
sono sicuro!” Affermò risoluto Harry, mentre pranzava in
Sala Grande insieme ai suoi compagni di Grifondoro.
“Ormai ne ho la prova!”
Continuò, mentre i suoi occhi guardavano sospettosi verso la
tavolata Serpeverde. “Guarda Neville, l’ha fatto
ancora!”
“Ma di chi stai parlando, Harry?” Chiese l’ingenuo Grifone.
“Come di chi? Ma di Malfoy!
Cavoli, ma non hai visto? Mi stava fissando!” Rispose con una
chiara nota di eccitazione nella voce.
“Non ho più dubbi:
Malfoy, mi sta spiando!” Esclamò gongolante con negli
occhi una luce che non gli si vedeva da un po’ di tempo.
Neville sorrise di cuore nel rivedere il suo amico rianimarsi dopo settimane di completa apatia.
Settimane dove per l’appunto
un certo biondino, stranamente, aveva cominciato a comportarsi in modo
anomalo, evitando del tutto ogni tipo di confronto sia verbale, insulti
e offese, sia fisico, litigi e duelli, con Potter.
Harry all’inizio aveva
risposto a quell’ indifferenza con uguale moneta convinto
però che la bionda Serpe stesse macchinando qualche subdolo
piano, ma passato un mese e visto che nulla era cambiato, aveva
cominciato ad agitarsi e ad innervosirsi.
Non riuscendo a sopportare oltre
quella situazione e soprattutto non riuscendo a darsene una ragione
aveva cominciato a punzecchiarlo e a provocarlo in ogni modo pensabile,
ma Malfoy niente, non reagiva, abbassava lo sguardo, arrossiva e
scappava via!
Ed era quel suo arrossire che stava
facendo letteralmente perdere la testa al Golden Boy di Grifondoro, che
proprio non capiva cosa diamine era successo o che avesse mai fatto di
così grave, da far infuriare così tanto la sua
nemesi.
Perché quel rossore e quella freddezza non potevano essere altro che indice di un profondo odio.
Ed Harry, strano a dirsi, ma ci
stava davvero male, non ne comprendeva il motivo, ma sentiva forte la
mancanza di Malfoy… cioè non di Malfoy in quanto Malfoy,
ma di Malfoy in quanto possibilità di divertirsi con una bella
scazzottata, ora che il problema Voldemort era stato risolto
definitivamente.
Già, perché alla fine
del sesto anno, la guerra era terminata e lui aveva vinto liberando il
mondo magico dalla minaccia del Signore Oscuro e dei suoi Mangiamorte.
In molti lo avevano sostenuto ed
aiutato e persino la Casa di Serpeverde, guidata proprio da Malfoy, si
era schierata dalla sua parte combattendo per la Luce.
Che fosse questo il motivo? Che la
bionda Serpe si fosse pentito della sua scelta, decidendo che forse era
meglio se avesse vinto il male? Non voleva crederci, no proprio non
poteva…
“Harry, ma perché mai
Malfoy dovrebbe spiarti?” Domandò dubbioso Paciock.
“Non può essere semplicemente che Draco stesse guardando
da questa parte e che i vostri sguardi si siano incrociati
fortuitamente?”
Il giovane Potter sentì un moto di rabbia agitarsi nel petto.
La cosa assurda di tutta quella
storia era che, mentre con lui Malfoy aveva innalzato uno spesso muro
di silenzio e chiusura, con Neville il Serpeverde sembrava aver messo
le basi per una discreta amicizia, che permetteva ad entrambi di
salutarsi gioviali per i corridoi, scambiarsi pacche sulle spalle, di
chiamarsi per nome e sorridersi complici prima di un compito. E guarda
caso tutte quelle maledettissime effusioni d’affetto avvenivano
sempre e solo quando lui era presente. Il solo vederli insieme lo
mandava letteralmente in bestia e gli faceva desiderare forte di
prenderli a pugni. Sì esatto, in quei momenti, anche se poi se
ne vergognava immensamente, la tentazione era di colpire anche
Neville… soprattutto Neville.
“Non so perché Malfoy
dovrebbe spiarmi, ma è così. So che è così,
ho le prove.” Cercò di convincere l’altro ma di
fronte al suo sguardo perplesso aggiunse: “Ok, non sono vere e
proprie prove, ma come te lo spieghi che ovunque vada trovo sempre i
suoi occhi a fissarmi? E non farmi quella faccia stupita, questo
è vero. Forse non vorrà più parlarmi, ma i suoi
occhi mi seguono dappertutto e io voglio scoprire il perché e tu
mi aiuterai, vero?” Supplicò a mani giunte.
“Certo che ti aiuterò,
però se vuoi che ottenga informazioni da Draco, sappi che la
nostra amicizia non arriva a quei livelli per cui ci facciamo
confidenze sul piano personale. Se davvero stesse architettando
qualcosa nei tuoi confronti io sarei l’ultima persona a cui lo
andrebbe a dire.” Precisò Neville.
“Oh, ma non preoccuparti, ho
un piano ma te lo spiegherò più tardi quando saremo
soli.” Disse sorridendo, mentre si alzavano per lasciare la Sala
Grande e raggiungere le aule per le lezioni pomeridiane.
Prima di oltrepassare il portone
della Sala, Harry rivolse un ultimo sguardo verso la tavolata
Serpeverde e, come si aspettava, trovò due occhi color tempesta
che lo stavano osservando. Uscendo il suo sorriso aumentò
perché, si disse, presto sarebbe tornato tutto come prima e la
notte finalmente avrebbe di nuovo dormito sereno senza più
incubi, in cui un certo biondino gli sorrideva malevolo, gli voltava le
spalle e correva via da lui senza mai farsi raggiungere.
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“No, no, no e poi
no!!!” Gridò Neville attirando l’attenzione dei
pochi Grifoni che erano presenti nella Sala Comune.
“Shh! Non gridare, che se ci
sente Hermione non ci farà fare più nulla!”
Cercò di calmarlo Harry.
“Beh, se non lo farà
lei, lo farò io. Ti rendi conto di quello che mi hai
chiesto?” Chiese imbarazzato il Grifoncino.
“Beh” sbuffò il
moretto “ti ho chiesto solo un capello e che tu lo intrattenga
per un’ ora intera. Non vedo che c’è da imbarazzarsi
tanto.” Ghignò malizioso.
“La fai facile tu, eroe del
mondo magico. Io non sono coraggioso come te.” Disse tutto rosso
in viso. “Secondo te che dovrei fare? Andare da Zabini,
strappargli un capello, portartelo, poi tornare da lui e chiedergli
di… di… che cosa potrei chiedergli di fare?” Chiese
agitato e cominciando ad iperventilare il povero Paciock.
“Ehi, Nevy, calmati! Se per
te è troppo difficile troverò un altro modo, non
preoccuparti!” Provò a tranquillizzarlo con un sorriso il
giovane Potter, anche se nei suoi occhi traspariva un po’ di
delusione.
E Neville di fronte a quello sguardo triste non resistette.
“Ma-magari”
balbettò “potrei chiedergli se do-domani gli va di
anticipare la rice-cerca che ci ha dato la McGranitt per la settimana
pro-prossima e nel frattempo pro-provare a prendergli un capello se
è possi-ssibile.”
“Oh Neville, davvero lo
faresti?” Chiese Harry felice abbracciandolo di slancio.
“Grazie, grazie, grazie!”
Neville sospirò e
rafforzò la stretta di quell’ abbraccio ripetendosi che
sì, per vedere la gioia sul volto del suo migliore amico avrebbe
fatto qualsiasi cosa, anche vincere la sua immane timidezza e parlare
con il ragazzo che da sempre gli faceva battere forte il cuore.
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Caspita non ricordava che la pozione Polisucco fosse così amara, pensò disgustato il Grifondoro.
Harry si guardò nello
specchio del bagno delle ragazze del secondo piano e, invece di vedervi
riflesso il suo volto, vi trovò quello di Blaise Zabini.
“Perfetto! Neville è un grande!” Esclamò con un mega sorriso sulle labbra.
Una volta trasfigurato lo stemma di
Grifondoro in quello di Serpeverde, cambiati i colori della sua
cravatta da rosso-oro a verde-argento e datasi una sistemata cercando
di sembrare il più ordinato possibile, il moretto
controllò l’orologio e vide che aveva sprecato solo pochi
minuti, dopodichè presa la mappa dei Malandrini si
accertò di dove fosse Malfoy. A quanto sembrava stava salendo
dal quarto al quinto piano.
Eccitato come non mai Harry
uscì di corsa dal bagno e seguì il biondino
controllandone gli spostamenti sulla mappa constatando che in
realtà si stava dirigendo al settimo piano.
Ma certo come aveva fatto a non pensarci prima: la Stanza delle Necessità!
Probabilmente era proprio lì
che la bionda Serpe si nascondeva per tramare ed attuare il piano che,
oramai ne era certo, stava organizzando.
Cercando di non perdere tempo,
aumentò la velocità e non si accorse della persona che
sbucava dietro l’angolo, finendoci rovinosamente addosso e
facendola malamente cadere a terra.
“Maledetto imbecille, guarda
dove cazzo metti i piedi!” Disse una voce strascicata che il
cuore di Harry riconobbe subito. Il moretto alzò il viso e
aprì gli occhi ritrovandosi immerso in un mare di argento fuso
che erano gli occhi di Draco Malfoy. Non si era mai trovato a
così poca distanza dal suo viso, né mai aveva sentito
così forte il suo profumo o soffermatosi a riflettere su quanto
belli ed espressivi erano i suoi occhi, delicati i suoi lineamenti e
carnose ed invitanti le sue labbra. Veniva quasi voglia di bac…
Harry arrossì furiosamente nel preciso istante in cui si rese conto di cosa aveva pensato.
“Oh, ma Blaise, sei tu?” Disse Draco quando mise a fuoco la persona che lo teneva bloccato a terra.
L’altro non rispose, semplicemente rimase inebetito a guardarlo con uno strano rossore sulle guance.
“Ehi, tutto bene?” Chiese dolce il ragazzo alzando una mano per accarezzargli il volto.
Harry a quel tocco gentile chiuse
d’istinto gli occhi inebriandosi di una strana ma dolce
sensazione che mai prima aveva sentito nel cuore, cuore che batteva
all’impazzata ma che sembrò fermarsi quando, riaperti gli
occhi, trovò Malfoy che gli sorrideva.
Oh Dio ma che gli stava capitando?
Si chiese sempre più turbato il Grifondoro mentre forte sentiva
il desiderio di annullare quella poca distanza tra la sua bocca e
quella del Serpeverde.
“No, mi sa proprio che tu non
stia bene. Vuoi che ti accompagni in infermeria, Blaise?” Fece
preoccupato il biondino.
Blaise? Ah già, Harry se ne
era dimenticato. In quel momento lui aveva le sembianze di Blaise
Zabini per un motivo ben preciso e non aveva tempo da perdere, visto
che gli rimanevano meno di cinquanta minuti prima di tornare se stesso.
“No grazie, va tutto bene!
Ero solo soprappensiero, scusa se ti ho fatto cadere!” Disse
mentre imbarazzato si rimetteva in piedi e gli tendeva una mano per
rialzarsi, mano che la Serpe afferrò prontamente. Per qualche
secondo i due rimasero con le mani unite, Draco con un sopracciglio
alzato, sempre più preoccupato per lo strano atteggiamento
dell’ amico ed Harry con il cuore che sembrava scoppiargli nel
petto.
“Sei sicuro? A me non sembra proprio.”
Il moretto si riscosse e
lasciò subito, ma con un po’ di disappunto, quella mano:
stava così bene intrecciata alla sua...
“No, davvero! Non preoccuparti. Piuttosto tu dov’è che andavi tanto di fretta?”
Draco avvampò:“Beh, lo
sai, no? Te l’ho già spiegato: non posso dirtelo,
perché sono sicuro che tenterai di fermarmi e io non voglio,
ormai ho deciso!” Affermò sicuro il giovane Malfoy.
“Ma di che parli? Sarà mica qualcosa di pericoloso?” Chiese confuso il falso Blaise.
Draco lo guardò con sguardo incerto, indeciso se fidarsi o meno.
“Avanti, a me puoi dirlo.
Siamo o no amici?” Quell’ultima parola aveva il sapore
amaro della bugia, eppure mai come in quel momento Harry avrebbe tanto
desiderato che fosse vera.
“Ok!” rispose dopo un attimo di titubanza, “Però mi giuri che non farai nulla per fermarmi?”
“D’accordo te lo
prometto, ma sappi che se riterrò che le tue azioni potranno
avere gravi conseguenze sulla vita di altri, cioè sul buon nome
della nostra Casa” si corresse subito, per non insospettire la
Serpe, “farò di tutto per impedirti di andare avanti. A te
sta bene, Malfoy?”
“Figurati, allora se è
per questo non ci sono problemi, perché l’unico che
potrebbe finirci male in tutta questa storia sono unicamente io.”
Sorrise ancora, ma questa volta l’espressione che si celava
dietro quel sorriso era tanta tristezza.
Il moretto stava per replicare ma Draco lo fermò: “Ora vedrai.”
Fece comparire la porta della
Stanza delle Necessità ma prima di entrare si bloccò:
“Mi prometti anche che qualsiasi cosa vedrai non mi prenderai in
giro? Ti assicuro che per come mi sento adesso, non potrei proprio
sopportarlo.” Domandò imbarazzato e con lo sguardo basso.
Harry lo trovò dolcissimo e
si chiese chi fosse quel ragazzo tanto fragile e insicuro che aveva
davanti, così lontano dal pomposo e arrogante Malfoy che aveva
creduto di conoscere fino ad allora. Avrebbe tanto voluto abbracciarlo
e proteggerlo da qualsiasi cosa lo preoccupava ed intristiva, ma si
limitò a sorridergli come mai aveva fatto.
“Sì, fidati di me, qualsiasi cosa tu stia facendo, non mi burlerò di te. Te lo prometto.”
Draco sospirò e aprì la porta, lasciando che fosse Blaise il primo ad entrare.
Harry, che era un po’ teso
per il tentennamento e l’agitazione che traspariva dal volto di
Malfoy, rimase letteralmente scioccato da quello che vide.
Si era immaginato mille scenari su
quello che poteva esserci oltre quella porta, tra calderoni
straboccanti di venefiche pozioni a tavoli ricoperti di libri e
pergamene intrise di magia oscura, tutto aveva ipotizzato
tranne… una cucina babbana!
E sì, perché quella
che aveva davanti era senz’ ombra di dubbi una cucina super
accessoriata babbana, con tre, dei cinque fornelli, occupati a far
bollire quella che dall’odore inconfondibile sembrava…
cioccolata? E anche il lungo tavolo che era poco distante dal lato
cottura era ricoperto da barrette di cioccolata di ogni genere, da
quella bianca a quella fondente, al latte, alla nocciola, alla
gianduia, e poi c’erano le torte, i biscotti, crostate, i
soufflè, le crepes, i bigné e tanti altri tipi di dolce
tutti ripieni al cioccolato.
“Ma cosa..?” Harry, troppo sbigottito non riuscì a concludere la sua domanda.
“Beh, sei rimasto senza
parole? Sono dolci, sai? E sono anche molto buoni!” Ghignò
la bionda Serpe mentre si godeva divertito la faccia sconvolta del suo
moro amico.
“Modestamente tutto
ciò che è opera di un Malfoy non si può che
definire non meno che eccellente.” Continuò saccente
facendo intendere fiero che tutto quel ben di Dio l’aveva
cucinata lui.
“Cioè vuoi dire che tutta questa roba è opera tua?” Domandò veramente confuso il Grifondoro.
“Aha, aha, esattamente!” Rispose tronfio Draco.
“Cioè TU hai cucinato?” Harry sottolineò quel tu come se fosse una cosa impossibile.
“Ti ho detto di sì!” Cominciò ad irritarsi il biondino.
“Cioè tu
Draco-che-Merlino-me-ne-scampi-se-farò-mai-un-lavoro-da-elfo-domestico-Malfoy,
ti sei sporcato le tue belle manine per fare una torta?” Chiese
il falso Blaise scoppiando in una fragorosa risata.
“Sì, imbecille e ora smettila di ridere!” Ordinò il Serpeverde con voce strozzata e gli occhi lucidi.
Ma Harry non si avvide di nulla e
continuò a prenderlo in giro con piccole innocenti battutine il
cui intento non era affatto offendere, ma piuttosto erano il risultato
dello stupore e della meraviglia nell’ aver scoperto un aspetto
del biondino che non avrebbe mai immaginato. Purtroppo però
esagerò un tantino quando insensibile chiese:“Non è
che sono avvelenate?”
A quest’ ultima affermazione
Draco non resistette oltre e cominciò a piangere, gridandogli
con tutta l’amarezza che aveva in gola: “Vaffanculo Blaise!
Lo sapevo che non dovevo farti entrare! Sei solo un grandissimo
stronzo! E adesso vattene!”
Harry smise all’istante di ridere, rimanendo pietrificato di fronte a quelle lacrime.
Il suo Draco stava piangendo ed era tutta colpa sua.
Di slancio e senza neanche pensarci
un secondo si avvicinò al biondino e lo strinse forte a
sé chiedendo mortificato di essere perdonato.
Draco all’inizio provò
ad allontanarlo, ma più ci provava e più l’altro
intensificava la stretta ed alla fine non poté che cedere e
ricambiare indifeso quell’ abbraccio, dando sfogo ad un pianto
che portava dentro da troppo tempo.
“È che io lo amo
così tanto!” Riuscì a dire tra i singulti
nascondendo il volto nelle pieghe del suo mantello.
Il cuore si Harry si fermò. Il suo Draco era innamorato!
Oddio, non sapeva da quando
quell’ aggettivo possessivo avesse assunto un significato tanto
reale, eppure era così, il cuore glielo gridava, mentre
sanguinante, per il dolore più intenso e straziante che avesse
mai provato in vita sua, lo supplicava, lo scongiurava di non
sciogliere ma più quell’ abbraccio, perché
probabilmente quella sarebbe stata la prima ma anche l’unica
volta che avrebbe potuto stringere a sé il suo Draco, che suo
non era perché innamorato di un altro…
“Ci ho provato sai a far
finta di niente, ad ignorare questo assurdo sentimento, ma non ci
riesco!” Gridò disperato il biondino rialzando il viso e
mostrando nella profondità dei suoi occhi la medesima sofferenza
che provava il moretto.
“Io… io, non so che
fare!” Confessò mentre nuove lacrime scendevano copiose a
bagnargli le guance. “Io… io…”
“Shh!” Gli
sussurrò dolcemente Blaise, mentre delicatamente gli carezzava
il volto con tocco gentile e provava ad asciugargli le lacrime
portandole via con tanti piccoli baci sul viso arrossato.
“Non piangere, Draco. Ti
prego non farlo!” Gli chiese quasi supplice mentre posava un
ultimo bacio sulla sua fronte. “Mi fa troppo male vederti
soffrire. Piuttosto perché non ci sediamo e con calma mi spieghi
cosa centrano questa stanza piena di dolci ed il tuo pianto con il
fatto che sei… si insomma che sei…”
“Innamorato, Blaise?”
Sorrise finalmente Malfoy. “Per Merlino, non riesci neanche a
pronunciare la parola? Guarda che capita a tutti, anche a noi
Serpeverde senza cuore e, dai sospiri che fai la notte mentre pensi che
tutti gli altri stiano dormendo, mi sa proprio che anche tu ne sappia
qualcosa.” Ghignò più sereno la giovane Serpe.
“Comunque hai ragione, le lacrime non giovano alla mia infinita
bellezza!” Constatò altezzoso. “Non è che per
caso hai uno specchio, devo essere proprio un disastro!” E la
Stanza, come ascoltando il suo desiderio, fece apparire uno specchio.
Draco vi si stava dirigendo quando una mano lo fermò.
“Non serve che ti preoccupi
tanto del tuo aspetto. Ti assicuro che da quando ci conosciamo non ti
ho mai visto più bello e vero di adesso.” Rivelò
tutto rosso il falso Blaise ma con occhi sinceri.
“Sai Blaise, neanche io avevo
mai immaginato che tu potessi essere così dolce e comprensivo.
Di solito sei così serio e sostenuto e poco restio a lasciarti
andare a slanci d’affetto come un abbraccio o una carezza. Credo
proprio che se avessi conosciuto prima questo aspetto del tuo
carattere, forse adesso sarei potuto essere innamorato di te!”
Disse scoccandogli un leggero bacio sulla guancia.
“Peccato però che tu
sia arrivato troppo tardi.” Continuò mentre si voltava per
prendere un vassoio di bigné, due piattini per dolci e
altrettanti cucchiaini, senza notare lo sguardo triste e affranto di
Blaise, che con le dita sfiorava quella piccola porzione di pelle che
era stata benedetta da un suo bacio.
“Blaise, ti va di assaggiare
i bigné? Sono davvero ottimi e non perché li ho fatti
io.” Domandò imbarazzato il biondino, quando si furono
entrambi accomodati su di un divano posto dinanzi una grande finestra
che dava sul parco della scuola.
Il moretto accettò e con
cautela, quasi sospettando che fossero realmente avvelenati, fece un
piccolo assaggio restando poi del tutto meravigliato per quanto quel
dolce fosse delizioso e gustoso.
Senza neanche rendersene conto,
mangiò più della metà del vassoio sotto lo sguardo
sorpreso ma compiaciuto della bionda Serpe.
“Dio Malfoy, non ho mai
mangiato un dolce così buono in tutta la mia vita! La copertura
di cioccolata mista alla panna è di un sapore sublime, non
è che potrei avere anche un po’ di crostata, dei biscotti
e qualche pezzetto di cioccolata fondente?” Chiese mentre si
leccava le dita ricoperte di crema, in un modo che Malfoy trovò
indecente e molto eccitante. “Mmm… adoro la cioccolata
fondente!”
“Niente più?”
Fece ironica la Serpe mentre si alzava per prendere ciò che
l’amico gli aveva chiesto con sguardo adorante. “Sei sicuro
di sentirti bene? A te non piacciono i dolci benché meno la
cioccolata fondente, tu la odi! E poi è la seconda volta che mi
chiami Malfoy!” Esclamò sospettoso il Serpeverde.
“Mmm???” Chiese un
più che confuso moretto che dallo sguardo perso sembrava essersi
smarrito in un’altra dimensione. “Ti ho già detto
che ti adoro, cioè…” si corresse subito rosso in
viso “che adoro questa cioccolata? Comunque mi hai chiesto
qualcosa Draco?” Cercò di sviare.
Il biondo scosse il capo e
sorrise:“Niente, lascia perdere. Mi sa proprio che il tuo
abbuffarsi sia la compensazione per l’astinenza da sesso! Ti
capisco, sai? Io sto nella tua identica situazione.”
Asserì serafico mentre si stendeva sul divano e poggiava il capo
sulle gambe di Harry.
Potter all’inizio si
irrigidì, primo perché non sapeva dove mettere le mani e
secondo perché temeva che una certa parte anatomica del suo
corpo si risvegliasse all’improvviso e che l’altro se ne
accorgesse. Quando poi vide il biondino chiudere gli occhi con
un’ espressione angosciata e afflitta fece un gran respiro e
provò a rilassarsi, ripromettendosi con tutte le sue forze di
fare qualsiasi cosa fosse necessaria pur di rendere felice il suo
Draco…
Anche se il prezzo da pagare erano il suo cuore e la sua anima.
Senza accorgersene poggiò
una mano sul suo petto all’altezza del cuore e l’altra tra
i suoi soffici e morbidi capelli biondi ed incominciò ad
accarezzarli con dolci carezze, mentre in silenzio ascoltava il suo
racconto.
“Non so dirti esattamente
quando sia cominciata, probabilmente dalla prima volta che ci siamo
incontrati o forse da sempre, so solo che tra la guerra e la mia
educazione non ho mai dato occasione al mio cuore di esprimersi, di
raccontarmi i suoi più reconditi desideri o di indicarmi la
strada per raggiungere questo amore che portavo rinchiuso dentro di me.
Sono stato così ottuso da
convincermi di odiarlo, che tutto ciò che realmente desideravo
era la sua sofferenza, compiacendomi per ogni punizione assegnatagli a
causa mia o per ogni umiliazione che subiva con Piton a Pozioni, senza
rendermi conto che in realtà ogni mia azione subdola commessa
nei suoi confronti era una banale richiesta di attenzioni.
Eppure avrei dovuto capirlo nel
momento in cui, contrariamente a quanto i miei genitori mi avevano
obbligato a credere, ho scelto di schierarmi con Silente e combattere
per la Luce.
Mi dicevo che la mia era stata una
scelta di pura convenienza, dato che ero sicuro che Voldemort non
avrebbe mai potuto vincere contro il mio Ha… le forze del Bene,
ma non era così.
Merlino, Blaise! Non era
così! Io l’ho fatto per lui, solo per lui! E l’ho
capito solo sul campo di battaglia, quando ho creduto di perderlo.
La rivelazione è stata
così improvvisa e scioccante che per mesi non ho saputo come
reagire. Ho cercato in tutti i modi di togliermelo dalla testa, di
comportarmi in maniera differente nei suoi confronti, ma mi basta
incrociare per un attimo i suoi magnifici occhi che le già
deboli barriere, che a stento riesco ad alzare intorno al mio cuore, si
sciolgono come neve al sole.
E poi non faccio che sognarlo ogni
notte! Ciò che non avviene nella vita reale si realizza nei miei
sogni dove lui ricambia finalmente il mio amore.
Il dolore più atroce
è però il risveglio, quando l’illusione lascia il
posto ad una realtà dove per lui non sono nient’ altro che
una delle tante comparse della sua vita di eroe.”
Man mano che il racconto incalzava
il cuore di Draco batteva sempre più forte ed Harry lo sentiva
chiaramente sotto il palmo della sua mano. E quel battito echeggiava
nel petto del Grifondoro dove il suo muscolo palpitante Amore pulsava
allo stesso ritmo, perché ogni parola del biondino sembrava
avesse gettato in lui un piccolo seme che adesso sbocciava come tenue
speranza.
“Lui… lui è un
Grifondoro!” Confessò timidamente portandosi le mani a
nascondersi il volto in fiamme, non vedendo l’espressione di pura
gioia ed esultanza comparsi sul viso di Blaise.
“Non sei arrabbiato,
Blaise?” Chiese dopo qualche minuto, in cui si era aspettato la
reazione oltraggiata del compagno che però non era arrivata.
“No, non lo sono.”
Rispose con occhi schietti e sinceri e una tenerezza che
riscaldò il cuore del biondino, che invece aveva temuto un
giudizio negativo da parte dell’ unica persona che amava come un
fratello.
“Vuoi dirmi chi è Draco?” Harry domandò con voce tesa e nervosa.
Il biondino lo guardò
intensamente per qualche secondo e poi ghignando rispose:“No! A
meno che non mi dici prima tu di chi sei innamorato!”
Il Grifondoro divenne tutto rosso e
cominciò a balbettare. “Beh, io… io non… no,
insomma…”
Harry era nel panico più totale: che avrebbe dovuto dire –Sono innamorato di te, Draco!-
Finalmente, il moretto si rese conto, lo aveva ammesso a se stesso.
Era innamorato pazzamente di Draco Malfoy!
Ma non voleva dirglielo con le
sembianze di Blaise Zabini e soprattutto voleva avere prima la conferma
di essere proprio lui il Grifondoro che la Serpe amava, perché
era convinto che un suo rifiuto, il saperlo tra le braccia di un altro,
lo avrebbe reso pazzo per il dolore.
Draco, vedendo lo stato di pura
angoscia in cui sembrava essere caduto l’amico, si mise seduto e
lo abbracciò di nuovo, posando gentilmente il capo
nell’incavo del suo collo.
“Shh, Blaise! Non ti agitare,
se non sei pronto per parlarne, non ti preoccupare. Sappi solo che
qualsiasi cosa io ci sono.” Il moretto, riscaldato dal tepore del
corpo della persona di cui aveva appena scoperto essere innamorato, si
rilassò abbandonandosi affamato e disperato nell’
abbraccio dell’ Amore.
“Comunque non ti dico ancora chi è lui perché tanto lo scoprirai domani.”
“Domani? Perché che accade domani?” Chiese confuso il falso Serpeverde.
“Domani è San
Valentino, Blaise! E io ho deciso di dichiararmi. Sono settimane che ci
penso. Non resisto più ad osservarlo solo da lontano. Devo
dirglielo o credo che impazzirò.”
- Non resisto più ad
osservarlo solo da lontano.- Che aveva detto Draco? Allora amava lui
gridò di felicità dentro sé il Grifondoro. Non
c’erano dubbi, erano settimane che ovunque andasse sentiva gli
occhi del biondino seguirlo ad ogni passo. Draco, il suo Draco era
innamorato di lui!
“È da quasi un mese
che mi rinchiudo in questa stanza, perché ho pensato che se gli
avessi preparato un dolce con le mie mani, forse per lui, che mi crede
un altezzoso, arrogante e superbo presuntuoso, il mio dono avrebbe
assunto un valore più autentico.” Rivelò il
biondino con negli occhi tanta speranza.
“Quindi vuoi dirmi che tutti questi dolci sono per lui?”
“Aha, aha!”
Confermò la Serpe. “Non sapevo quale dolce gli sarebbe
piaciuto di più, ne quale fosse il suo gusto preferito di
cioccolata, quindi mentre mi adoperavo per scoprirlo, ho provato a
realizzare tutti i dolci alla cioccolata possibili, per poi scegliere
quello giusto da regalargli domani.”
“E quale hai scelto?” Domandò con aspettativa Harry.
“Giuri, non come prima
però, che se te lo faccio vedere non mi prenderai in giro se
troverai la mia idea ridicola?” Pretese deciso il biondino.
“Sì!”
Confermò Potter. “Non potrei mai ridere di qualcosa fatta
col cuore.” Sussurrò mentre gli accarezzava il viso e i
suoi occhi risplendevano di un sentimento che Draco non riuscì
ad identificare ma che lo fece tremare per la sua intensità.
Malfoy si alzò dunque e si
diresse ad una piccola dispensa, tornando poco dopo con un elegante
pacco verde. Con cautela e timore lo porse a Blaise che, impacciato e
con un mega sorriso sul volto, emozionato quasi quel regalo fosse per
lui constatò stupito Draco, lo aprì sciogliendo con
delicatezza ed una lentezza esasperante il nastro argentato.
Harry rimase come folgorato di fronte al dono meraviglioso che stringeva tremante tra le sue mani.
All’interno vi era un Boccino
di cioccolata che però al posto della sfera centrale aveva un
cuore grande come il palmo di una mano.
Quasi gli vennero le lacrime agli
occhi per la felicità: se non era chiaro così, che altre
prove ancora doveva cercare per convincersi che era proprio lui il
Grifondoro destinatario dell’Amore di Draco?
“Ti piace?” Chiese
insicuro Draco, dato che dalla strana espressione del suo amico proprio
non riusciva a decifrarne i pensieri.
“Il significato sembra
abbastanza chiaro, non credi? Beh, vorrei solo che capisse che ormai
lui ha vinto il Boccino del mio cuore e che…” Draco fece
un lungo sospiro con il volto in fiamme. “che sarà suo per
sempre.” Disse con voce sempre più fievole fino a sfiorare
il sussurro alla fine.
Harry non rispose, sembrava che
alcuna parola potesse esprimere appieno la gioia che sentiva nel cuore.
Senza riflettere, dimentico che l’altro lo credeva una persona
diversa, lentamente si accostò al suo viso e con tutta la
dolcezza, la tenerezza e la gratitudine che provava di fronte al
miracolo che era Draco Malfoy, lo baciò.
Fu un tocco leggero, un semplice
sfiorarsi di labbra che durò il tempo di un sospiro ma che fece
battere i cuori di entrambi all’ unisono.
“Blaise, io…” esternò un più che confuso Draco. “Ma cosa…?”
“Non lo so, Draco! Non
chiedermi nulla, non ho idea del perché l’abbia fatto.
L’ho fatto e basta. È che davvero non sapevo come
esprimere la mia gioia per te.”
“Gioia? Ma per cosa?”
“Draco, chiunque
riceverà questo dono domani sarà la persona più
fortunata dell’intero universo. Nessuno mai potrà
rifiutarti se ti offri a lui con tanta innocenza e col cuore tra le
mani. Non temere mai di agire col cuore perché il tuo è
così ricco e pieno d’Amore, che mi chiedo come abbia fatto
tutti questi anni ad essere così cieco e non accorgermene prima.
Sei così bello e dolce Draco, che domani il tuo Grifondoro
preferirà mangiare te, ringraziando tutti gli dei del cielo per
la fortuna di poterti anche solo sfiorare con un bacio.”
“Non scherzi, vero Blaise?
Speriamo solo che anche lui la pensi come te. Me la sto facendo
letteralmente sotto dalla paura.” Confessò imbarazzato.
“Te l’ho detto, non
temere! Fidati di me. Piuttosto fammi di nuovo quel bel sorriso che mi
piace tanto e raccontami di cosa è fatto il Boccino, che se hai
utilizzato il tipo di cioccolata che immagino, ti conviene nasconderlo
perché va a finire che al tuo bel Gifondoro non rimarranno che
le briciole.” Ghignò nel vedere la faccia imbronciata e
gli occhi minacciosi di Draco.
“Provaci, Zabini e poi ti
assicuro che domani saranno le tue le briciole che riceverà una
certa persona. Comunque il cuore è cioccolata fondente al 70% e
le ali sono sempre di cioccolata fondente ma con l’aroma di
arancia.”
“Hmm!!!” Gongolò
il falso Blaise, guarda caso proprio i due tipi di cioccolata preferiti
di un certo Harry Potter! Aveva ancora bisogno di conferme?
“Sai, è stato davvero
facile scoprire i suoi gusti.” Continuò Draco mentre
richiudeva e rimetteva a posto la scatola verde-argento. “Neville
è davvero una persona unica e speciale! Naturalmente non volevo
che capisse quali erano le mie vere intenzioni, se no addio sorpresa.
Così mi sono inventato una piccola storiella e lui, senza
minimamente sospettare cosa stavo realizzando sotto i suoi occhi tanto
gentili ed ingenui, mi ha svelato ogni suo più recondito
capriccio in quanto a dolci e cioccolata. Forse sono stato un po’
sleale con lui, ma credo che quando domani vedrà cosa ho
preparato, ne sarà felice. Tu che ne pensi, Blaise?”
Chiese il biondino voltandosi verso il moro.
Blaise era pallido come un lenzuolo, i suoi occhi erano vacui e privi di espressione e il suo corpo tremava come una foglia.
“Oddio, Blaise! Ma che
succede? Non ti senti bene?” Gridò apprensivo la Serpe
mentre gli si avvicinava e allungava le braccia per sostenerlo.
“No, non toccarmi!”
Urlò sconvolto il moretto mentre nella sua testa si ripeteva un
unico nome: ‘Neville… Neville… Neville…
Neville… Neville…’
“Questa stanza,
tu…” sussurrò straziato “ogni parola…
il Boccino a forma di cuore… le tue lacrime…”
cominciò a singhiozzare “io… io non avevo capito,
pensavo…” Harry cominciò a piangere ferito
“tutto questo… ogni stramaledetta cosa solo… solo
per Neville…” iniziò a ridere isterico
“Merlino, che idiota che sono! Come ho fatto a credere… ad
illudermi che…”
La consapevolezza, la certezza assoluta che l’oggetto del suo amore non era lui, gli aveva spezzato il cuore in frantumi.
“Draco, tu mi
odi…” e io invece ti amo! Ma non lo disse, non ne aveva la
forza, soprattutto non aveva più senso. Vide lo sguardo confuso
e incredulo di Malfoy e senza aspettare oltre, né repliche
né conferme, scappò via.
Non sentì mai le grida di
Draco che, colto alla sprovvista per quello che era appena accaduto
avanti ai suoi occhi non riuscendo a parlare subito, urlava adesso
disperato: “No, è te che amo!!! Solo te!!!”
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Harry, mentre correva nel parco
della scuola senza una meta precisa, si accorse d’esser tornato
di nuovo se stesso, anche se proprio non ricordava quando la
trasformazione era scomparsa.
Aveva pianto per ore, aveva
scalciato e urlato il suo dolore nel silenzio della Foresta Proibita,
chiedendosi com’era possibile trovare e perdere l’Amore
tutto nello stesso giorno, nel giro di una sola benedetta e al contempo
maledettissima ora.
Come aveva fatto a non capirlo
prima? A non chiedersi il perché della sua agitazione e del suo
entusiasmo ogni qualvolta incontrava Malfoy in un corridoio o per caso
incrociava il suo sguardo, dell’adrenalina che forte gli scorreva
nel sangue e gli dava la carica per dare il meglio di sé quando
se lo ritrovava accanto sulla scopa o lo fronteggiava in un duello, o
dell’infinito orgoglio e sollievo nello scoprirlo alleato di
battaglia e non nemico? Come aveva potuto convincersi in quegli ultimi
mesi che
a mancargli erano i loro scontri e
non semplicemente lui e la sua ironia? I suoi magnifici occhi argentati
e la sua soffice chioma bionda?
Perché aveva negato a se
stesso di temere che Draco lo escludesse dalla sua vita o non avesse
più bisogno di lui e poi aveva fatto l’inimmaginabile per
ottenere almeno un dei suoi ghigni sprezzanti?
Perché? Perché si era
illuso che i suoi sguardi fossero rivolti verso lui, senza capire che
le attenzioni che la bionda Serpe gli aveva precluso, erano ora
destinate unicamente a Neville?
Ci aveva riflettuto bene e ogni
dannatissima volta che aveva sentito i suoi occhi fissarlo, il suo
compagno di Casa era affianco a lui. Perché si era illuso?
La risposta ora sembrava così ovvia che ancora non riusciva a capacitarsi di tanta cecità.
Era innamorato…
Come diamine aveva fatto ad
ignorare per tutti quegli anni la voce del suo cuore che, nei suoi
sogni, gli gridava ogni volta il suo sconfinato Amore per Draco?
E ora che aveva sentito, che aveva
finalmente compreso, era troppo tardi perché il suo Draco amava
un altro, era innamorato di Neville.
E sarebbe stato il suo amico il
giorno seguente a ricevere il Boccino di cioccolata, simbolo del cuore
di Draco, a lui si sarebbero spalancate le porte del Paradiso mentre ad
Harry toccava annegare tra le atrocità ed il dolore di un Amore
non corrisposto.
Cosa avrebbe fatto nel momento in
cui l’impacciato Grifondoro si sarebbe presentato a lui con un
sorriso radioso e tra le mani un pacchetto verde col nastro argentato?
Avrebbe sorriso augurandogli di
esser felice, rilegando nel profondo del proprio cuore l’amarezza
e la gelosia? O piuttosto gli avrebbe strappato dalle mani quel dono
prezioso, rivendicandone il possesso e ribadendogli di non essere degno
di accostarsi ad una creatura bellissima e perfetta come il suo Draco?
Se ne vergognava a morte ma davvero
invidiava con tutto se stesso l’inconsapevole Neville, che presto
avrebbe provato quella felicità che il suo cuore agognava, ma
che non avrebbe mai conosciuto.
Era su questo che stava ragionando
nel buio e nel silenzio della sua stanza, quando qualcuno entrò
nel dormitorio e si accostò alle tende del suo letto, chiedendo
il permesso di aprirle per potergli parlare.
Contrariamente a quello che gli
suggeriva la ragione, e cioè di liberarsi di ogni suo problema
con una bella e veloce maledizione senza perdono, Potter permise a
Neville di accomodarsi sul suo letto.
“Tutto bene, Harry?”
Chiese apprensivo il ragazzo. “Non sei sceso a cena, è
forse successo qualcosa con Draco?”
Il Golden boy di Grifondoro si
accertò di avere la bacchetta il più lontano possibile da
sé, non voleva essere tentato a seguire determinati impulsi che
avevano come unica conseguenza un Neville steso a terra privo di vita.
“Sì figurati! Tutto ok! Ero solo un po’ stanco, tutto qui” Mentì.
“E con Draco invece? Hai
scoperto se sta veramente complottando qualcosa contro di te o contro
qualcun altro della scuola?” Domandò curioso Paciock.
Harry fece un profondo respiro. Con
tutto che gli voleva un bene dell’anima e prova ne era che ancora
respirava, se Neville non avesse immediatamente smesso di chiamare il
suo, e sottolineava suo, Draco per nome, lo avrebbe picchiato a sangue.
“Pft! Niente di ché.
Questa volta ammetto il mio errore, Malfoy non sta combinando nulla di
cui preoccuparsi!” Tranne prepararsi per dichiararti il suo Amore
nel modo più romantico e dolce possibile. Pensò
sconfortato il giovane Potter.
“Te lo dicevo, io! Draco
è davvero un ragazzo magnifico, dolce e premuroso. Ora che
è finita la guerra non ha più ragione di indossare la
maschera di presunzione e superbia che i suoi genitori avevano
fabbricato per lui. E se tu provassi a conoscerlo un po’ meglio
scopriresti che in realtà è davvero una persona molto
bella sia dentro che fuori.” Descrisse con una calda luce negli
occhi.
“E forse chissà potresti addirittura innamorartene.” Sorrise timido il Grifoncino.
Harry si sentì morire e
soprattutto avvertì un fastidioso prurito dietro le palpebre,
segnale più che esplicito che l’indomani mattina avrebbe
trovato il suo cuscino bagnato di lacrime.
“Scusami Nevy, ma sono
davvero stanco. Ti dispiace se mi metto a dormire” Chiese
cercando di chiudere al più presto quella conversazione
straziante.
“Oh no certo! Scusami tu se
ti ho disturbato! Ti lascio riposare immediatamente.” Disse
mentre si alzava. “Buonanotte Harry e dormi sereno che domani ho
la strana sensazione che ci attenda un magico San Valentino.”
Sorrise ancora. Stava per richiudere le tende quando una mano di Harry
lo bloccò. “Un ultima cosa, Neville. Qual è il tuo
gusto di cioccolata preferita?”
“Merlino! Sai che anche Draco
mi ha fatto la stessa domanda? Mi ha raccontato che stava conducendo
una ricerca per Babbanologia, anche se la cosa mi è sembrata un
po’ strana, dato che non mi sembra frequenti quel corso. Comunque
io vado matto per la cioccolata fondente e non disprezzo quella al
gusto di…” “Arancia, lo immaginavo. Sono degli
ottimi gusti, Nevy! E sì, sono sicuro anch’io che domani
sarà davvero un fantastico San Valentino” Ma non per me,
si disse ormai senza più alcuna speranza il giovane Potter.
“Ora scusa ma davvero non resisto oltre a stare con gli occhi
aperti. ‘Notte!” Concluse sbrigativo chiudendo subito le
tende, desiderando solo la solitudine e il silenzio per poter piangere
ancora.
Neville rimase perplesso per
qualche secondo davanti a quelle tende chiuse, pensando che sì
gli piaceva anche la cioccolata al gusto di arancia ma preferiva di
gran lungo quella al sapore di cocco.
Stremato e senza più forza per le troppe lacrime versate, Harry dopo un po’ si addormentò.
Sognò di volare spensierato
sulla sua scopa con accanto a sé il suo Draco, mentre accaniti
si sfidavano per rincorrere il Boccino. Avevano allungato entrambi il
braccio per afferrarlo ed ora ridevano felici mentre guardavano le loro
mani unite e strette intorno ad un Boccino a forma di cuore.
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Quel 14 Febbraio sembrava che una
strana euforia avesse contagiato tutti gli abitante della scuola di
magia e nell’aria risuonavano da ogni dove voci eccitate e
allegre risate.
Solo una persona sembrava immune a
tanta frenesia, mentre camminava guardando con distaccato disinteresse
ogni coppia che si scambiava gioiosa i regali.
“Harry? Ma cos’hai? È da quando ti sei svegliato che non dici una parola.” Chiese apprensivo Neville.
Il moretto non rispose,
semplicemente si limitò ad osservare distratto, attraverso una
delle tante finestre del lungo corridoio che portava alla Sala Grande,
il riverbero del sole che illuminava la superficie del parco imbiancato
di neve.
Non avrebbe seguito le lezioni quel
giorno, decise. C’erano due ore di Pozioni e una di Incantesimi
con i Serpeverde e davvero non se la sentiva di incontrare un certo
biondino dagli occhi d’argento. Harry era più che convinto
che non avrebbe retto a vederlo, non dopo il sogno fatto quella notte e
l’amarezza al risveglio nello scoprire che non si sarebbe mai
realizzato.
Infondo al cuore sentiva che il suo
Amore era a senso unico e che il destino non aveva pianificato alcun
disegno che prevedeva il suo futuro insieme a Draco, perché non
era a lui che il biondino aveva destinato il suo cuore, né lui
sarebbe stato colui che quel giorno avrebbe ricevuto in dono il Boccino
di cioccolata, simbolo concreto del sentimento puro e sincero che il
Serpeverde provava.
Né naturalmente avrebbe
fatto colazione, sia perché, nonostante la sera prima non avesse
cenato, non aveva affatto fame, anzi a dir la verità aveva la
nausea, sia soprattutto perché temeva l’arrivo dei gufi,
uno in particolare che avrebbe consegnato ad un sorpreso e meravigliato
Neville, un raffinato ed elegante pacco verde col nastro argentato.
“Nev…” Stava per
comunicare al compagno che non lo avrebbe seguito in Sala Grande, ma le
parole gli morirono in gola quando vide il sopraggiungere di due
Serpeverde dal lato opposto del corridoio, che sembravano dirigersi
proprio verso di loro.
Zabini stringeva in una mano una
piccola piantina di mughetto, fiore introvabile in quel periodo
dell’ anno e che se non ricordava male era il preferito di
Neville.
L’altra mano invece era
poggiata sulla spalla di Malfoy in un modo così intimo e
naturale che fece ribollire il sangue di Harry per la gelosia.
Draco quel mattino era bellissimo,
i capelli gli ricadevano armoniosi ad incorniciargli il viso tinto di
un tenue rossore, gli occhi risplendevano di una luce calda e
avvolgente e il suo delicato e tenero sorriso, così diverso
dall’abituale ghigno, sembrava donare a chi lo vedeva un senso di
pace e serenità.
Un sorriso stupendo che gli parve
il biondino aumentò a dismisura quando guardò nella loro
direzione, cioè più che nella loro, sembrava…
nella sua?
E adesso perché il suo cuore
traditore batteva così forte illudendolo che Draco stesse
guardando lui e non Neville? Non poteva essere, si stava sicuramente
sbagliando, eppure più la Serpe si avvicinava e più era
ovvio che i suoi occhi erano puntati proprio sui suoi e non su quelli
del compagno.
Probabilmente era il suo inconscio
che non accettava l’evidenza e travisava la realtà,
mostrando ai suoi occhi quello che il suo cuore desiderava accadesse
piuttosto che quello che avveniva realmente.
Harry indurì il volto:
già doveva essere proprio così e prima che l’altro
si fosse avvicinato oltre doveva andar via. Si sentiva un codardo, ma
il solo pensare a quello che in breve sarebbe accaduto in quel
corridoio tra Draco e Neville, gli faceva davvero troppo male e gli
lacerava l’ anima.
Non li voleva vedere insieme
guardarsi negli occhi come se nient’altro esistesse intorno a
loro, non voleva ascoltare le loro voci intrise di dolcezza mentre si
confessavano il profondo sentimento che provavano l’un
l’altro, non voleva sentire in fondo al cuore che non
c’erano più speranze per lui quando Neville avrebbe avuto
tra le mani il Boccino di cioccolata, voleva solo scappare il
più lontano possibile per piangere sui cocci di un Amore che non
sarebbe mai nato.
Senza pensarci oltre salutò
sbrigativamente il compagno e corse via senza mai voltarsi indietro. Se
lo avesse fatto avrebbe visto però che Draco si era fermato,
ghiacciato sul posto nel vederlo andare via, senza più neanche
l’ ombra di un sorriso sul volto deluso e gli occhi colmi di
tristezza.
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Harry si era rifugiato sugli spalti
del campo di Quiddich, un posto tranquillo dove spesso si fermava a
riflettere quando voleva restare un po’ solo.
Si era seduto raccogliendosi le
ginocchia al petto e poggiandovi poi sopra la testa, ed era rimasto
immobile a guardare per ore il cielo azzurro, perdendosi esausto in
mille pensieri.
Infine stanco si era addormentato,
ma per quanto splendesse il sole, era pur sempre una gelida giornata di
Febbraio, per cui il moretto, che era privo di mantello,
cominciò a tremare.
Aveva freddo e
nell’incoscienza del sonno cercava di riscaldarsi stringendosi
maggiormente tra le braccia. All’improvviso però,
registrò che un tenue e avvolgente calore lo aveva circondato.
Non capì come, ma quel
tepore gli attraversò le membra giungendo fino al cuore
riscaldandoglielo con dolci carezze che in realtà, il suo
subconscio gli sussurrava, qualcuno stava facendo ai suoi capelli.
Ed era come se tutto il suo corpo
fosse stato avvolto in un unico, intenso e tenero abbraccio, che aveva
l’inconfondibile profumo… del suo Draco!
Si convinse allora che doveva
essere per forza un altro bel sogno e, mentre si abbandonava senza
incertezze tra le onde tranquille del mare del suo Amore, scivolando in
un sonno sereno e profondo, sperò di non doversi mai più
svegliare.
Quando dopo una mezz’oretta
lentamente riaprì gli occhi, Harry scoprì di trovarsi
avvolto in un mantello che prima non c’era. Che qualche suo
compagno lo avesse visto dormire e lo avesse coperto per proteggerlo
dalle basse temperature invernali?
Confuso se lo passò tra le
mani alla ricerca dello stemma convinto di trovarvi un leone ruggente,
ma con grande stupore scoprì a fissarlo un serpente argentato
dalla lingua biforcuta.
‘Un mantello Serpeverde?’ Constatò sgomenta la sua mente sconvolta. Non poteva essere.
Il Grifondoro fece un profondo respiro per cercare di calmarsi ma ottenne il risultato opposto.
Quel mantello era impregnato del profumo di…
“Draco?” Quasi si
strozzò quando vide il biondino seduto accanto a lui che lo
guardava con un sopracciglio alzato e uno strano ghigno divertito sul
volto.
Allora non era stato solo un sogno…
“Potter, come mi hai chiamato?” Chiese serio la Serpe mentre un leggero rossore gli imporporava le guance.
“Col tuo nome, no?”
Rispose titubante ed imbarazzato il moretto che internamente si stava
maledicendo, ricordandosi di non avere più le sembianze di
Blaise, ma quelle di Harry Potter, colui che l’altro considerava
un nemico e non un amico. A conti fatti, non aveva alcun diritto per
chiamarlo per nome anche se, nel cantuccio più segreto del suo
cuore, avrebbe pensato all’infinito a lui come Draco e mai
più solo Malfoy.
“Ma non succederà più se non vuoi.” Dichiarò poco convinto Potter.
“Figurati. Non
c’è problema.” Fece con voce incolore la Serpe,
anche se il suo viso aveva assunto una gradazione di colore vicina al
bordeaux. “Allora anch’io posso fare lo stesso?
Ha…Harry?” Sussurrò timido il biondino che aveva
abbassato lo sguardo per l’imbarazzo.
Il cuore di Harry aveva cominciato ad agitarsi furioso nel petto.
Merlino, il suo nome non gli era
mai sembrato così bello e mai in vita sua aveva sentito
così prepotente il bisogno di baciare quelle labbra che lo
avevano pronunciato.
“Sì!” rispose piano mentre incosciamente si avvicinava sempre più alla Serpe.
I due ragazzi si ritrovarono
inspiegabilmente intrecciati a guardarsi negli occhi, Draco perso
completamente nei meravigliosi smeraldi del Grifondoro e Harry immerso
nel mare argenteo del biondo Serpeverde.
Ma il filo invisibile che sembrava
li stesse portando sempre più vicini l’uno all’altro
si spezzò non appena Draco timoroso chiese: “Perché
sei corso via stamattina? Eravamo, cioè voglio dire” si
corresse distogliendo lo sguardo, “Neville era davvero
preoccupato per te.”
Il giovane Potter chiuse gli occhi e sospirò tornando sconsolato nella sua posizione iniziale.
Doveva essere davvero un imbecille,
si disse, perché si era ancora una volta dimenticato di Neville
e soprattutto che Draco non era suo, ma del suo compagno di Casa.
Forse era meglio se Draco tornava
ad essere di nuovo Malfoy, chissà, magari avrebbe fatto meno
male e poi se l’altro avesse continuato a pensare che lui lo
odiava, probabilmente avrebbe continuato ad ignorarlo come aveva fatto
sin dall’inizio dell’ anno e sinceramente dal dolore che
sentiva, preferiva di gran lunga quello alla possibilità di
rimanergli accanto, come in quel momento, e soffrire ancora di
più per la consapevolezza che tra loro non c’era alcuna
speranza.
“Sai, oggi ha ricevuto un
regalo di san Valentino da una persona che proprio non si aspettava, ed
ora si è fidanzato.” Sorrise Draco con le gote arrossate,
mentre il volto di Harry diveniva sempre più scuro.
“Dovevi vederlo, era così emozionato. Ti ha cercato per
tutta la scuola per dirtelo, ma tu non c’eri e mi ha pregato, nel
caso ti trovassi, di non raccontarti niente, perché voleva
essere lui a farlo.”
Harry avrebbe voluto scappare
lontano, ma forse non esisteva un luogo su tutta la faccia della Terra
dove quel dolore lancinante, che sentiva al petto, non lo avrebbe
raggiunto. E poi perché il destino gli voleva così male
da permettere a Draco, proprio al suo amato Draco, di dirgli tutte
quelle parole che erano come una lama sottile che gli stavano lacerando
il cuore e l’anima?
Voleva andare lontano, lontano dal suo Amore…
“Non credi che sia davvero
meraviglioso ricevere un dono d’ Amore dall’ ultima persona
che mai avresti immaginato, scoprendo che non ti odia affatto, come hai
creduto per anni, ma che in realtà è segretamente
innamorata di te da sempre?” Continuò con il volto in
fiamme mentre impacciato sembrava stesse stringendo qualcosa in una
delle tasche del suo pantalone.
Sì che lo era, Harry avrebbe
voluto gridare fino a perdere la voce, ma dalle sue labbra non
uscì alcun suono. Ora doveva davvero lasciare immediatamente
quegli spalti, prima che amare lacrime avessero abbandonato i suoi
occhi.
“Senti, non capisco
perché mi stai raccontando tutte queste cose, né
sinceramente comprendo perché dopo tanti mesi di completa
indifferenza tu oggi mi stia rivolgendo la parola e, a dirti la
verità, neanche mi interessa.” Mentì mentre si
rialzava, facendo cadere a terra quel caldo mantello che lo aveva
riscaldato fino ad allora.
“Mi dispiace aver fatto
impensierire Neville, ma oggi volevo restare un po’ da solo,
senza persone indesiderate intorno, Malfoy!” Disse, facendo
intendere al biondino che anche lui ricadeva tra quelle persone.
Draco a quelle parole cattive alzò lo sguardo e lo guardò con occhi pieni di angoscia e tormento.
“Siamo tornati al Malfoy, Harry?” Chiese amareggiato.
“Che vuoi che ti dica. Meglio
che le cose rimangano così come sono sempre state, non credi?
Dopo tutto questo tempo non avrebbe alcun senso cambiare. In fondo
è giusto così. Io per te rimarrò sempre Potter e
tu per me sempre…sempre Malfoy.” Sussurrò con voce
incrinata per poi voltarsi e allontanarsi.
Draco era sbiancato, incredulo che
ancora una volta un maledetto fraintendimento, solo quello poteva
essere, facesse ripetere per l’ ennesima volta quell’
assurda storia che li voleva divisi.
Stava per raggiungerlo ma poi si bloccò quando vide che dopo pochi passi il moretto si era fermato.
Gli dava ancora la schiena e
notò che le sue spalle sussultavano leggermente, sembrava stesse
piangendo. Con passo leggero allora, senza che l’altro se ne
accorgesse, gli si avvicinò, però senza osare toccarlo, e
col cuore gravido di contrastanti emozioni ascoltò le sue
fievoli parole.
“Senti, volevo solo
ringraziarti per il mantello e poi…” Harry fece un
profondo respiro per impedire alle lacrime di soffocargli la voce,
“che sono davvero contento per te e Neville” altro respiro
inutile, dato che Draco, anche se non lo vedeva in faccia, aveva ormai
capito che stava piangendo, “lo so che sei tu la persona che gli
ha fatto il regalo…” sorrise amaramente tra i singulti che
proprio non riusciva più a trattenere, “e guarda, anche se
non mi crederai, voglio solo che tu sia felice.” Sospirò
per poi prendere la rincorsa e fuggire via, ma due esili braccia glielo
impedirono.
Draco lo aveva stretto forte a sé e ora piangeva con la fronte poggiata tra le sue spalle.
“E allora non te ne andare Harry! Non come ieri!” Sussurrò tra le pieghe del suo maglione.
Harry si irrigidì. “Cosa?”
“È te che amo
Harry… non Neville… solo te!” Quasi gridò
tra i singulti intensificando la stretta.
“Ieri, credevo fossi Blaise,
anche se ti comportavi in maniera così strana, così
affettuoso e tenero, con un modo di fare così diverso del mio
amico, ma esattamente come immaginavo fossi tu Harry. E poi quel bacio
e i tuoi abbracci e io… io non capivo perché ma mi
sentivo irragionevolmente attratto dall’ animo sensibile del mio
amico mentre nel mio cuore pensavo solo a te. Ma poi hai frainteso le
mie parole: in realtà volevo stuzzicare Blaise, perché
ero convinto che fosse innamorato di Neville e avevo ragione, visto che
oggi gli si è dichiarato. Eri sconvolto e mi hai detto che ti
odio e nel frattempo ti sei trasformato davanti ai miei occhi e io per
lo shock e la sorpresa non ho reagito, almeno non subito. Quando
finalmente ho realizzato, dando senso e una spiegazione a quella
sensazione di pace e conforto con cui il mio cuore era stato cullato in
quella magica e fantastica ora per la tua sola presenza, tu non
c’eri più. Eri fuggito via da me e quando ti ho visto
stamattina farlo di nuovo, ho temuto…” sussurrò tra
le lacrime “di averti perso ancor prima di aver avuto la
possibilità di confessarti il mio amore.”
Harry per tutto quel tempo era
rimasto immobile a guardare quelle bianche e delicate mani che tremanti
posavano sul suo petto e ad ascoltare emozionato, quasi come in un
sogno, le parole del suo Draco, che adesso taceva. Col cuore che
batteva a mille, il Grifondoro prese tra le sue mani quelle del
biondino e le portò alle labbra depositandovi piccoli baci,
accorgendosi con piacere, che a quel gesto la sua dolce Serpe aveva
smesso di piangere.
Lentamente si voltò e rimase
incantato a rimirare quanto bello e meraviglioso fosse il suo Draco
anche con i capelli in disordine e il viso imporporato per il pianto. E
quasi si commosse, quando constatò quanto vero e sincero era
quel sentimento che gli si leggeva negli occhi arrossati.
“Anche io ti amo, Draco!” Sussurrò con un sorriso che illuminò lo sguardo del suo amato.
Col cuore pieno di una gioia,
infinitamente più grande della pena che entrambi avevano provato
fino a qualche minuto prima, Harry e Draco si baciarono dolcemente,
esprimendo in quel primo, intenso e passionale bacio, nel contatto tra
le loro lingue e le loro anime, tutto lo sconfinato Amore che provavano
l’uno per l’altro.
Dopo un po’ si ritrovarono di
nuovo seduti sugli spalti ad abbracciarsi e a coccolarsi, avvolti
entrambi dal caldo mantello di Draco.
“Non credevo si potesse
essere così felici. E pensare che stavo per rovinare tutto con
le mie paranoie.” Mormorò il moretto mentre intervallava
con soffici carezze o lievi baci sul volto del Serpeverde, che in
cambio faceva le fusa come un gattino.
“Già, e io con le mie.
Meno male che ieri un mio carissimo amico mi ha dato il coraggio di
dichiararti finalmente il mio amore e di… o cavolo, me ne ero
quasi dimenticato!” Esclamò Draco per poi sciogliersi
dall’abbraccio di Harry e prendere qualcosa dalle tasche del suo
pantalone, che dopo un semplice “Engorgio”, il moro si
accorse essere un pacchetto verde col nastro argentato.
Con il viso rossissimo, ma non
quanto quello del Grifondoro, il biondino sussurrò:
“Harry, questo è il mio dono di San Valentino per
te.”
Harry, nonostante già
sapesse cosa si celasse dietro quel pacchetto, rimase ancora una volta
estasiato nel prendere tra le mani il Boccino di cioccolata a forma di
cuore, simbolo del loro Amore.
Mentre guardava emozionato e col
cuore pieno di gratitudine quel magnifico regalo, sentì il tocco
gentile della mano del suo Draco che gli stringeva la sua, un soffice
bacio sulla guancia e un dolcissimo: “Ti amo!” sussurrato
all’orecchio.
“Ti amo!” sospirò a sua volta prima di voltarsi e baciare quel meraviglioso dono che era Draco Malfoy.
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