La Città perduta

di Bubu20
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Emi era una bella bambina, dai capelli neri e gli occhi azzurri con qualche lentiggine che le punteggiava il viso. Era in quinta elementare, aveva dieci anni compiuti un mese prima, a maggio. A scuola quel giorno doveva fare una ricerca su Atlantis e così era andata in biblioteca. Trovati i testi aveva iniziato ad analizzarli. In un libro che aveva trovato c'era una frase in greco… cosa voleva dire? Emi non lo sapeva, ma incuriosita strappò la pagina e dopo la scuola la portò a casa. Sveva, la sorella più grande, una ragazza elegante con gli occhi colore delle castagne, aveva sedici anni e frequentava il liceo classico. Quando la sorellina le fece vedere il testo in lingua antica si incuriosì anche lei e tradusse. Il pezzo di carta diceva “Se vuoi trovare te stesso segui i tuoi nomi, loro ti porteranno a scoprire ciò che eri, che sei e che sarai. Quando le tre divine figlie del re leggeranno questo foglio, allora dovranno iniziare un viaggio. Un lungo viaggio per trovare il portale magico che le riporterà al loro passato”.
Finito di leggere, Sveva fece leggere la traduzione anche alla terza sorella. Miriam aveva tredici anni. I capelli bruni e ricci con gli occhi di un colore molto particolare. Alcuni li definivano scuri, altri verso il verde. Lei preferiva quest’opzione. Le era sempre piaciuto il verde.
Dopo aver letto decisero di capirne di più. Ma dovevano aspettare, ora c’era la scuola e non avevano tempo.




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