l'amore razionale

di Cathie
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Erano le sette e cinquantadue minuti quando Fran si presentò davanti casa di Mike.  Sapeva benissimo di essere in anticipo, quindi fece il giro dell’ isolato. Erano le otto spaccate quando il suo dito indice suonò il campanello del 27. Neanche un secondo e Mike si lanciò fuori dalla porta, come se fosse stato per ore lì dietro ad aspettare quel momento. “Ciao Fran, sei puntuale!” A dire il vero Mike avrebbe voluto risparmiarsi un commento sulla sua puntualità visto che lui non era stato da meno. “Ehm… di solito le signore si fanno aspettare…” L’argomento venne delicatamente lasciato da parte. Stranamente Mike si sentiva bene e parlava liberamente mentre Fran non osava aprir bocca, se non per rispondere a monosillabi a qualche stupida domanda di circostanza. Infondo era normale che fosse così perché durante gli anni del liceo Mike aveva cercato in tutti i modi di non pensare alla sua cotta distraendosi con altre ragazze, mentre Fran non era abituata a questo genere di cose e non si mostrva quella di sempre: era difficile per lei sorridere allegramente, lasciarsi andare e parlare spigliatamente come era solita fare con gli amici. Mentre camminavano l’aria era rilassata e nonostante le sue insicurezze Fran cercava di essere più amichevole possibile. Il ristorante era carino, lo aveva scelto lui e certo Fran non si aspettava qualcosa di strabiliante. Si sederono e diedero un’occhiata al menù.  In silenzio. Poi Mike, quasi a battuta, le chiese se voleva ordinare del vino. Fran inorridì all’idea e rispose di non amare gli alcolici, se non una birra ogni tanto. Ordinarono una semplice pizza e dopo che queste arrivarono, la conversazione prese finalmente vita. “Mangi tutta zitta.” “Come fai a parlare col boccone in bocca? Poi con tutta questa mozzarella che fila… magiare è un’impresa!” Mike rise. “Prova dai…” e Fran col boccone in bocca: “A fare cosa?” Mike rise ancora e non smisero per tutta sera. Adesso erano per la via verso casa di Fran che non era molto lontana dal centro. L’aria era fresca, era l’aria che si respira nelle sere di inizio estate,  quando tutto sembra prendere vita e fluttuare. Quella sera non solo gli insetti volavano in cielo, ma anche i suoni, gli odori e i sentimeti.




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