-“Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
A che e come concedette Amore
Che conosceste i dubbiosi disiri?”-
La mia lettura era comunque stentata, poco musicale e per nulla armoniosa. Itachi mi incoraggiò a continuare con un cenno del capo.
Lessi altre due terzine per poi fermarmi.
Il mio ‘maestrino’ sospirò appena “Cosa hai capito?”, il mio sospiro fu più pesante “Quasi nulla”, il suo movimento per spostarsi i capelli dagli occhi catturò la mia attenzione, prima che la sua voce mi svegliasse per la seconda volta.
“Nell’italiano moderno suona così: -ma dimmi: al tempo dei dolci sospiri, com’è che amore vi fece conoscere i desideri pericolosi…-”.
Dopo qualche tentativo riuscii a renderlo in inglese, cominciando a capirne il senso.
Eppure per quanto mi piacesse non riuscivo a concentrarmi.
Era mia abitudine sbirciare il viso di Itachi mentre leggevo, per provare a leggere se qualcosa non andava nella mia lettura, ma quel giorno i miei occhi indugiavano sui suoi lineamenti fin troppo volentieri. Sulla dolce linea delle labbra, il taglio degli occhi, le due linee che scendevano lungo le guance.
“Deidara…?” la voce interruppe i miei pensieri “Oggi sembri molto incerto… va tutto bene?” mi chiese avvicinandosi appena guardandomi negli occhi. ”S-Si… credo di essere solo un po’ stanco”, mi poggiò la mano su una spalla “Te la senti di continuare?” mi chiese dolcemente ma con fermezza. Arrossii appena, sentivo le mani bollenti sopra la T-shirt che avevo indosso: era piacevole.
Annuii “Si, va bene” presi un respiro tornando al testo.
-“Noi leggevamo un giorno per diletto
Di Lancillotto e come amor lo strinse:
soli eravamo e senza alcun sospetto”-
Sospirai cercando di renderlo in italiano, mentre la mia voce si perdeva nello stanzone immenso della biblioteca deserta.
La sedia di Itachi strusciò sul pavimento mentre si avvicinava a me per potermi spiegare.
-“Più fiate li occhi ci sospinse
Quella lettura, e scolorocci il viso;
ma un solo punto fu quello che ci vinse”-
Alzai di nuovo gli occhi su di lui, ricominciando a parafrasare mentre mi correggeva. Mi spostò una ciocca dagli occhi facendomi arrossire, mentre elencavo le figure retoriche.
-“quando leggemmo il disiato riso
Esser basciato da cotanto amante,
questo che mai da me fia diviso…”-
“La bocca mi basciò tutto tremante” completò Itachi, mentre con delicatezza mi sollevava il viso, poggiando dolcemente le sue labbra sulle mie, rapendomi nella loro morbidezza, soggiogandomi alla loro decisione.
Ricambiai timidamente, mentre le sue mani esploravano le mie guance, il collo, il sottile profilo della spalla, lasciando brividi lungo il braccio, fino ad appoggiarsi sulle mie.
Rabbrividii appena, aprendo le dita per intrecciarle alle sue. Nella silenziosa confessione di quello che provavo.
Nella solitudine della biblioteca solo il lieve rumore dei nostri respiri, teneva compagnia al nostro amore appena sbocciato.
-“Galeotto fu il libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante”-
Salve a tutti, non è la prima fanfic che scrivo, è la prima che ho finito, solo che mi vergogno a pubblicare le altre, ^^’’’
Questa avrei potuto continuarla ma ho preferito lasciarla così, altrimenti rovinavo il tono ovattato e delicato per il quale mi sono tanto impegnata. Spero che l’aver dato un tono letterario non abbia rovinato nulla :3 ovviamente non lo ha fatto cof cof.
Spero di non essere andata troppo OOC, Itachi n lo è più di tanto, Deidara forse è un po’ troppo tranquillo, ma essendosi trasferito non credo che sarebbe stato poi così casinaro… spero sia piaciuta a tutti, fatemi sapere con una recensione, che fanno sempre piacere