Titolo
storia: Attenti
al cane!
Autore: Malika
Pacchetto: Nettuno
(Personaggio: Goten |
Prompt: Cane)
Introduzione: Questa storia partecipa al contest
“In the future…”
indetto da kjria91.
Goten,
a causa di un cane
troppo curioso, si ritrova trasportato di circa cento anni nel futuro
alla
Città dell’Ovest; ospitato da una giovane artista
strana e solitaria, si
ritrova a cercare un modo per tornare a casa. Peccato che un cane ci
metta
sempre lo zampino!
Dalla
storia: «Mamma! Sono a casa, sono
tornato!» esclamò,
aprendo la porta.
Chichi,
dimagrita e stanca, gli corse incontro: «Oh, Goten! Il mio
bambino! Dove sei
stato? Cos’è successo?» gli chiese,
stringendolo forte a sé.
Goten
sorrise: «È una lunga storia!»
Personaggi:
Son Goten, Felicità Kuran (OC).
Rating: Verde
Generi: Avventura
Note (opzionali):
In fondo
Attenti
al cane!
Sdraiato
sulla brandina, Goten
fissava il soffitto con aria assente; gli occhi erano fermi su una
macchia di
umidità, ma non la vedeva realmente. Stava guardando
qualcosa che non era lì,
in fondo: la sua famiglia. Chissà se anche nel suo mondo era
passato quasi un
mese…
Gli
mancavano tutti, anche
Vegeta, e non credeva sarebbe mai successo; certo, Fel era
un’ottima padrona di
casa e un’ottima amica, ma non sarebbe mai stato sufficiente
a far scomparire
la nostalgia. La prima volta che l’aveva vista, dopo essere
stato trasportato
nel futuro a causa di quel dannatissimo cane e del suo giocattolo,
aveva
pensato che fosse una ragazza piuttosto strana, ma era stato lieto di
accettare
la sua ospitalità, credendo che in un paio di giorni sarebbe
tornato indietro;
per questo motivo, non si era particolarmente preoccupato dei suoi
silenzi e
dei suoi sguardi malinconici, che gli avevano fatto capire dopo un paio
di
settimane che nascondevano un segreto.
Felicità
gli aveva spiegato che,
purtroppo, il congegno che Thor aveva scambiato per un giocattolo, era
una
macchina del tempo usa e getta, ovvero poteva essere utilizzato solo
per un
massimo di due viaggi. Che erano già stati compiuti: quel
dannato cagnaccio, in
fondo, era arrivato sui Monti Paoz dal futuro! Perché
diavolo, poi, era venuto
a disturbarlo, sarebbe rimasto sempre un mistero!
«Goten?»
la voce della giovane
con cui aveva passato tutto quel tempo lo riscosse, facendolo sollevare
a
sedere.
«Si?»
La
ragazza, scostandosi la
frangia rossa dagli occhi verdi, sorrise leggermente: «Ho una
buona e un’ottima
notizia: quale vuoi sentire per prima?» chiese, camminando
fino a trovarsi in
piedi davanti al giovane.
«Uhm…
quella buona!»
«Ho
guadagnato abbastanza da
andare a comprare qualcosa di diverso dai surgelati! O da andare al
ristorante
per festeggiare l’ottima notizia! Che vuoi fare?»
«Prima
dimmi l’ottima notizia!»
ripose il Son, ora sinceramente curioso.
«Ho
trovato il modo per farti
tornare a casa!» esclamò la giovane, ampliando il
sorriso.
Il
silenzio si sparse nella
piccola stanzetta, poi Goten scattò in piedi, prendendo in
braccio la ragazza e
facendola volteggiare, ridendo: «È meraviglioso!
Non so proprio come
ringraziarti, Fel!»
Felicità
non sapeva cosa
pensare: per quanto si sarebbe dovuta aspettare uno slancio del genere
da parte
di Goten, non si aspettava la propria reazione. Perché si
sentiva arrossire?
Perché avvertiva il cuore battere più forte?
Quando l’appoggiò a terra, non
poté fare a meno di sfuggire il suo sguardo, vergognandosi
di quelle strane
sensazioni.
«Ehi,
va tutto bene?» le chiese
il giovane, notando quel suo strano atteggiamento: Fel non era una
ragazza
timida, per quanto fosse sicuramente gentile, e fino a quel momento non
l’aveva
mai vista comportarsi in quel modo.
«Sì…
sì, tutto a posto,
tranquillo!» disse la ragazza, riuscendo a trovare la forza
per guardarlo in
faccia. «Allora, andiamo a mangiare fuori per festeggiare?
Così ti spiego
tutto!» gli chiese poi, cambiando repentinamente discorso.
Goten
la fissò ancora per
qualche istante, chiedendosi cosa gli stesse nascondendo di diverso dal
solito,
dato che quell’atteggiamento non le era usuale, ma
scrollò le spalle, decidendo
di non preoccuparsene ulteriormente: «Naturalmente! Ho una
fame!»
*
* *
«Sei
sicura di quello che stiamo
facendo?» chiese il giovane Son, ancora incredulo, mentre
fissava con sguardo
leggermente tremante la sede della Capsule Corporation.
Era
naturalmente diversa dalla
casa di Bulma e Vegeta, dato che erano passati quasi
centovent’anni dal suo
tempo. Però non poteva fare a meno di sentirsi strano.
Felicità,
al suo fianco, provava
una sensazione simile ma per una ragione completamente diversa: sarebbe
entrata
in quel luogo dove avrebbe dovuto vivere sin dalla morte di sua
madre… ma non
l’avevano voluta e si era dovuta arrangiare. Poi, scura in
volto, si voltò
verso l’amico: «Sono sicurissima!»
«Ma
non sarebbe più pratico
comprare un altro marchingegno usa e getta?»
«Ti
ho già spiegato che costano
troppo!»
Goten
sbuffò, rassegnandosi a
entrare nella costruzione come un ladro, per rubare una delle quattro
macchine
del tempo di proprietà della famiglia Brief. Fortunatamente
erano solo per
tornare nel passato: Fel gli aveva garantito che l’avrebbe
riportata indietro
dopo che lui fosse tornato a casa sano e salvo.
«Spiegami:
perché ci siamo
portati dietro il cane?» chiese poi, quando questo
guaì leggermente e per l’ennesima
volta dallo zaino della ragazza.
«Non
potevo lasciarlo a casa da
solo! E ora basta domande, andiamo!» e la rossa si
avviò, alzandosi in volo
(Goten le aveva dato lezioni); in questo modo, i due evitarono
facilmente il
sistema di allarme situato sul terreno. Si diressero velocemente verso
una
finestra ancora aperta e, sempre in volo, raggiunsero il laboratorio,
chiuso da
un nuovissimo sistema di sicurezza.
«Bene,
e ora? Non abbiamo modo
di entrare!» esclamò Goten, cercando di mantenere
il volume basso.
Felicità
gli lanciò uno sguardo
ridente: «Sicuro?» gli chiese retoricamente,
staccando un capello e inserendolo
nella fessura.
La
porta si aprì con uno scatto;
«Come hai fatto?» chiese il ragazzo, incredulo.
«Segreto!
E ora sbrighiamoci,
trovale!» esclamò, atterrando. «Non aver
paura a smettere di volare, qui non ci
sono misure di sicurezza» spiegò, attirandosi un
altro sguardo stupito.
I
due si misero subito al
lavoro, mentre Thor scorrazzava in giro liberamente, annusando
dappertutto.
C’era
l’odore della sua
padroncina. Ma forse non lo era davvero, era un odore diverso,
più muschiato;
Thor fissò la porta accostata, da dove quell’odore
sembrava arrivare, poi tornò
a fissare la sua padroncina che, assieme a quello strano ragazza, aveva
cominciato a emettere versi di contentezza. Cosa sarebbe potuto
succedere se
fosse uscito per qualche momento? Nulla!
Thor
si diresse silenziosamente
verso l’uscita e, dopo un attimo di titubanza,
cominciò a seguire quell’odore
strano; non successe niente, nessun suono cominciò a essere
emesso, quindi non
capì perché la sua padroncina avesse voluto
volare fino a quel punto. Salì
delle scale e poi si spaventò, quando un terribile suono gli
perforò le
orecchie; si rannicchiò, tremante per il dolore e la paura.
Nel
laboratorio, i due ragazzi
sobbalzarono al suono della sirena e, dopo un attimo di sbigottimento,
videro
la porta aperta.
«Quel
dannatissimo cane!»
esclamò Goten, correndo fuori. «Io lo recupero, tu
attiva una di quelle cazzute
macchine!»
Qualche
secondo dopo, Felicità avvertì
lo scalpiccio di Goten e sollevò lo sguardo dallo schermo
dell’unica macchina
che sapeva utilizzare; lo vide arrivare con in braccio il cane e
immediatamente
aprì la portiera. «Sbrigati!»
«Sbrigati
tu! Sta arrivando
qualcuno! Sei sicura che questo ferrovecchio funzioni?»
chiese, leggermente
scettico osservando la ruggine che aveva preso il posto della vernice
esteriore.
Dopo
avergli lanciato uno
sguardo assassino, Felicità attivò la macchina
del tempo, tornando nel passato;
fece però in tempo a vedere Vegeta Brief stagliarsi sulla
porta con
un’espressione agghiacciante.
*
* *
Il
paesaggio cambiò dopo un paio
di minuti passati in un tunnel completamente viola.
«Arrivati
sani e salvi!» esclamò
Felicità, mentre l’alba illuminava i Monti Paoz e
casa Son. «E tu che non ti
fidavi!»
Goten
saltò a terra, mollando il
cane e ridendo festoso: «Avevi ragione tu,
perdonami!!»
Felicità
lo raggiunse,
sorridendo leggermente; le dispiaceva, le dispiaceva molto doversi
dividere da
quel ragazzo che tanto spesso, specie nell’ultimo periodo, le
aveva fatto
battere il cuore.
«Grazie…»
mormorò il giovane,
fissandola attentamente in viso.
Lei
scrollò le spalle,
afferrando il cane e rimettendolo nella macchina del tempo.
«Figurati! Te lo
dovevo! È pur sempre colpa del mio cane se sei finito nel
futuro! E poi, ho
sempre desiderato utilizzare questo gioiellino!»
Goten
sollevò un sopracciglio,
fissando nuovamente la ruggine della macchina. «Ah
sì?»
«Certo!
È pur sempre la macchina
del tempo che ha creato Bulma Brief!»
Goten
spalancò gli occhi,
guardando più intensamente il mezzo che l’aveva
riportato a casa, poi tornò a
osservare la ragazza. «È un addio, Fel?»
«Mi
sa di sì» rispose lei,
mogia. Poi si alzò in punta di piedi, lasciando un dolce
bacio sulle labbra del
ragazzo. «Addio, Goten» sussurrò sulle
sue labbra; poi salì nella macchina del
tempo e, dopo un altro cenno, tornò nel futuro.
Goten,
imbambolato da quel gesto
così dolce, non riuscì a trattenerla e
poté solo osservarla sparire nel nulla.
Rimase nella stessa posizione per qualche minuto, poi chiuse gli occhi
amareggiato, dirigendosi verso casa e ripensando a tutto quanto avevano
passato; come al solito, era stato stupido e non aveva colto i segnali.
«Mamma!
Sono a casa, sono
tornato!» esclamò, aprendo la porta.
Chichi,
dimagrita e stanca, gli
corse incontro: «Oh, Goten! Il mio bambino! Dove sei stato?
Cos’è successo?»
gli chiese, stringendolo forte a sé.
Goten
sorrise: «È una lunga
storia!»
Note
(opzionali):
Non sono per nulla sicura di questa storia.
L’idea
mi ha fulminato non
appena ho ricevuto il pacchetto, quindi ho semplicemente dovuto creare
il
personaggio femminile e poi scrivere la storia. Peccato che stia
presentando la
seconda versione e non la prima, dato che quest’ultima
sarebbe stata davvero
troppo lunga (oltre le 3 pagine) e non sarei stata nei margini; anche
con la
seconda ho sforato, ma solo di 190 parole, quindi spero vada bene.
Spero
sia corretto anche
l’utilizzo del prompt, ma non ne sono interamente certa.
Ah,
il finale è volutamente lasciato
aperto perché, chi lo sa, potrei ritrovarmi a scrivere un
possibile seguito a
questi due ladri. E naturalmente alcune cose sono lasciate senza
risposta
volutamente, come il modo in cui entrano nel laboratorio! *Sadistic
Mode On*
Solo
per gli occhi della
GiudiciA:
[...]
Infine,
un grazie alla
giudiciA e agli altri partecipanti! ^^
Giudizio
di Kirja91
Grammatica
e
lessico: 8/10.
Alcune
distrazioni/errori di punteggiatura che ti
ho segnato in rosso, inoltre hai iniziato alcune frase con le
congiunzioni, il
che è errato. Comunque nulla di grave (anche
perché non sono una maestrina e
non voglio esserlo.) Spero di non averti offesa. ^^
Originalità
e
Ambientazione: 18/20.
La
storia, devo dire, che è originale: il viaggio
nel tempo grazie ad un cagnolino che ha scambiato una macchina del
tempo in un
giocattolo è davvero singolare a mio dire (ed è
anche il motivo del premio) Non
ti ho dato più punti per l’ambientazione appena
accennata.
L’unico
punto non chiaro è questo:
“fece
però in tempo a vedere Vegeta Brief
stagliarsi sulla porta con un’espressione
agghiacciante.”
Ma
è il discendente di Vegeta e Bulma? Perché
facendo due conti il “nostro” Vegeta avrebbe quasi
200 anni, visto che è
ambientato 120 anni dopo.
Inoltre
avrei voluto sapere qualcosa di più su
questo cagnolino, oltre il fatto che è molto dolce e furbo.
^^
IC
del
personaggio: 4/5.
Goten
è IC, tranne che in questa frase:
“Rimase
nella stessa posizione per qualche
minuto, poi chiuse gli occhi amareggiato, dirigendosi verso casa e
ripensando a
tutto quanto avevano passato; come al solito, era stato stupido e non
aveva
colto i segnali.”
Goten
ci “sa fare” con le ragazze, è Gohan il
“pasticcione.” Non so se ho reso l’idea ^^
Uso
del
prompt: 10/10
Il
prompt è inserito in modo perfetto! Il cane è
stato la causa per cui Goten ha viaggiato nel tempo, inoltre
è inserito molto
bene in tutta la storia.
Originalità
Nuovo personaggio: 8.50/10
Felicità
Kuran è un personaggio interessante, hai
descritto in modo abbastanza esauriente il suo carattere e la sua
descrizione
fisica, mi ha molto incuriosito anche la sua provenienza familiare.
Gradimento
personale: 4.50/5.
Questa
storia mi è piaciuta molto (tenendo conto
anche che è la tua prima volta su questo fandom) Mi ha
incuriosito dalla prima
all’ultima riga.
Il
fatto che tu abbia lasciato un finale aperto,
mi ha fatto capire che tu voglia continuare la storia (infatti
l’hai scritto
anche tra le note) e se lo farai la leggerò
senz’altro ^^
Punteggio
totale: 53/60.
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