❝ Prologo.
Si
ergeva, da dietro la porta, una figura.
«
Avanti » gli disse il ragazzo seduto internamente alla stanza
dopo esser riuscito a scorgere la sua ombra creata da un contrasto
perfetto tra il bianco delle piastrelle ed il dolce color albicocca del
muro, un'ombra ancora aforme.
E
fu in quel momento che la porta semichiusa venne spalancata da un vento
che urlava furioso e l'oscurità che vestiva lo sconosciuto
divenne solamente un sopra abito caduto a terra.
«
Dottore » riuscì a pronunciare l'ospite. Il
presunto “ dottore ” sospirò e gli fece
cenno, con la mano, di entrare.
«
La prego, la prego non stia sull'uscio della porta » lo
esortò nuovamente mentre si alzava per chiudere la finestra
che sbatteva ancora come impazzita. Il giovane si sedette sulla solita
sedia cui pareva esserci sopra una galaverna da tanto era gelida.
Quel
giovane aveva l'aria di essere un gonzo che si era perso per strada, la
destinazione completamente sconosciuta, ma lui e lo psicologo davanti a
sé sapevano perfettamente che doveva essere in quell'esatto
posto in quell'esatta ora.
Lapalissiano,
infatti, dire che lo psicologo davanti a lui si aspettasse non solo la
sua visita, ma anche i soliti dieci minuti preparatori che servivano al
giovane per selezionare le parole giuste da usare, perché
prevaleva in lui un pressante bisogno di dover selezionare persino le
virgole.
(
« Io non la giudicherò, non dirò nulla
a nessuno di ciò che mi rivelerà » gli
aveva detto più volte, ma quelle parole scivolavano addosso
a Sehun come acqua piovana in un'afosa giornata estiva: rinfrescante,
ma solo passeggera. )
E
questo silenzio si sarebbe diluito ancora molto tra disagio e
stanchezza se non fosse che finalmente Sehun decise di parlare usando
un linguaggio ancora più muto e assassino del silenzio: una
lacrima rigò la landa per niente fertile della sua guancia e
le labbra finalmente si schiusero.
«
Dottore »
«
Non sono un dottore, Sehun. Sono uno psicologo. »
«
Io sono malato e lei può curarmi, non è forse
questo il lavoro di un dottore? Senta .. dottore, lei vorrebbe sentire
una storia? Ne ha il tempo? »
«
Il tempo, Sehun, è un problema di molti. Però io
esisto solo per ascoltarla. »
«
Senta, posso darle del “tu”? Mi sembra quasi che
siamo due estranei. »
«
In un certo senso lo siamo, Sehun. »
«
Lo so, ma io questa storia non la racconterei mai a nessuno
sconosciuto. »
Lo
psicologo condiscese proseguendo con lo scandire il tempo battendo le
dita sul tavolo, non con la grazia di un pianista sul suo strumento, ma
come chi di tempo, in realtà, ne aveva ben poco e pareva
inseguito da un cane rabbioso. Questo, allora, agitò il
giovane che cominciò il suo racconto con qualche balbettio -
che non è mai un buon inizio.
«
Dottore, lei lo sa con chi sta parlando? Perché io non lo so
più da tempo, quanto tempo? Non mi è concesso
nemmeno sapere quello. Chi sono io? Sono io o l'altro? Ma
“io” sono quello che è sempre esistito o
“io” è quello che è stato
creato col tempo? Dentro il soggetto “Sehun” vi
sono due parti non ben delineate e dentro la sua testa si è
creata l'incessante melodia di un carillon che sembra non volermi
abbandonare nemmeno nel sonno. » d'impeto la luce della
lampada si spense riposandosi per qualche attimo per poi riaccendersi.
A
volte vi è il dubbio che non sia la lampada a spegnersi, ma
i nostri occhi a chiudersi più del dovuto. Invece, Sehun,
era a conoscenza di ben due credenze popolari: la prima asseriva che la
lampada veniva, momentaneamente, oscurata dal passaggio di un fantasma.
La seconda era solo una reazione della prima: i fantasmi sono
costituiti da anime, non hanno corpo su cui attutire ogni colpo ed
è per questo che sono particolarmente sensibili. Serve
quindi, per scacciarli, dover lanciare contro loro pesanti imprecazioni.
«
Vattene. » urlò il giovane, « Non ti
voglio, mi hai solamente fatto del male » sussurrò
secondariamente stringendo i pugni e digrignando i denti.
«
Ti odio. Mi avevi promesso che mi avresti difeso, che ci saresti stato,
mi avevi promesso che il tuo lavoro non avrebbe interferito tra noi, e
invece .. e invece hai lasciato che il tuo mestiere, la tua arte ti,
mi, ci divorasse. Cosa vuoi che faccia un illusionista? Illude. E io
che ero un burattinaio mi sono lasciato imbambolare, davvero divertente
vero? Se mi senti vattene e non tornare mai più
perché io non ti desidero o forse ti desidero troppo, che
è la stessa cosa. Amami e resta o odiami ed uccidimi.
Ormai
.. io sono solo un burattino guidato da due fili, pendo dal tuo volere
e non ho volontà che mi doni autonomia. Ovidio disse
“Ti odierò se potrò o ti
amerò, mio malgrado” . »
E
Sehun cadde.
Come
corpo morto cade.
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«
E' un amore ingiusto. »
«
E' morboso. »
«
Ci soffoca, ma non ci uccide. »
«
Se ci uccidesse, » sorrise il ragazzo passandogli l'indice
sulle labbra, « non sarebbe amore. »
L'amore
prende il cuore e lo fa danzare, amore fa battere il muscolo cardiaco
senza sangue, gli fa prendere vita e lo solleva da terra come
un'arabesque che cerca il giusto equilibrio stando su uno solo dei due
arti inferiori e le braccia diventano ali inarticolate. Colora di
lavanda l'aria come lo scrittore riempie i fogli di lettere.
Angolo
retto dell'autrice:
Buuuuonasera popolazione di efp che segue le fanfiction degli exo! ( ho
cambiato nick un'altra volta. AHAHAH ; e vorrei cambiarlo ancora - ma
.. lasciamo perdere, meglio se non lo faccio o mi banneranno una volta
per tutte / w t f. ) Comunque ho cancellato "Lack" perché
non riesco a portare avanti troppe storie, ho anche "Wasabi" e "Sasso,
carta, forbice. " che devo modificare e poi concludere e questa storia
non potevo non pubblicarla, sopratutto perché è
da tantissimo che ci sto lavorando e finalmente sono arrivata ad una
trama "con le palle". Questo prologo l'ho anche pubblicata su un
profilo facebook di roleplaying, ma volevo pubblicarla qui
perché mi è particolarmente cara e .. vorrei
sapere cosa ne pensate. Se credete che debba continuarla e se pensate
che dovrei maturarla ancora un po' - anche se capisco perfettamente che
dal prologo non si capisce una mazza - e se riceverò il
silenzio più totale penso che la cancellerò per
poi modificarla per renderla ancora più appetibile. E ..
PARLO TROPPO MAMMA MIA.
Comunque questa storia la dedico a due persone in particolare:
- A MegumiRed che è la donna che davvero non mi ha mai
abbandonata in tutti questi quattro anni e che ha letto ogni mia
storia, che mi ha aiutato per questa e che ovviamente amerò
a vita, non ti ringrazierò mai abbastanza per quello che fai
per me e scusa se ti rompo sempre le balle, ma sai che non
posso stare senza te! Amor vincit omnia, no? ( FrAleChiappe forevahhhh.
)
E ho scritto più nell'angolo dell'autrice che nel prologo.
AHAHAH. Sono una pessima maionese d'autrice. ( "autrice" poi .. )
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