Notte di Zagara

di stellabrilla
(/viewuser.php?uid=40922)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Una piccola conca nascosta che termina a picco sul mare. Un salto di trenta metri come minimo, nel mare bianco di schiuma e nero di scogli.

La Valle dei Mostri la chiamano, e chi ci è stato capisce  subito il perché.

Speroni di rocce laviche antiche e corrose, scolpite in forme orribili e grottesche, sorgono dalla sabbia nera come il ferro, rovente di giorno, tiepida di notte.

Di notte, quando tutto tace ed esiste solo il rumore del mare e della luna che sorge col colore dei fiori d’arancio.

Di notte quando i sensi si acuiscono e le stelle diventano fari, e il profumo delle ginestre si somma a quello della sabbia nera e delle onde bianche e della luna di zagara e a quello di due corpi uniti.

Tutto si mescola, a far parte di un unico qualcosa.

Che esplode, poi, e da vita a nuovi mondi a nuovi colori, suoni, sensazioni…

Ma la luna poi tramonta.

I raggi del sole traditore infrangono ogni incantesimo.

I mostri tornano immobile pietra, le lucciole si spengono. 

E il tempo torna a scorrere.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=229088