Falling
for betrayal is worst.
Stava seduta
all'angolo della stanza, ormai tutti erano andati via. Aveva preso in
considerazione l'idea di sedersi al piano, ma poi avrebbe pianto e
avrebbe cercato delle scuse per l'azione del suo ex ragazzo. Lo faceva
sempre. Sebbene fossero gli altri a compiere le brutte azioni lei
lasciava che tutto le cadesse sopra, trovava scuse per addossarsi la
colpa. Non lo faceva a posta, non era vittimismo. Era semplicemente la
sua costante paura di sbagliare che la portava a fare tutto questo. E
mai, mai si era sentita così sola.
Era sola. Sola in una
stanza con delle sedie tutte in disordine. Sola in una stanza in cui,
se avesse pianto, avrebbe sentito l'eco di quelle lacrime amare e piene
di rancore verso il ragazzo a cui avrebbe dato tutto di sè,
se solo le avesse dato un po' più di tempo. Si sentiva male
e la sua testa era piena di " Cosa sarebbe successo se... ? "
Aveva passato mesi e
mesi a pensare alla sua famiglia con Jake, aveva immaginato i loro
figli con gli occhi azzurri e la pelle scura. Aveva immaginato i loro
nomi, ma poi aveva convenuto che era meglio che lei ne scegliesse uno e
il suo ragazzo l'altro, come una qualsiasi coppia avrebbe accordato e
adesso era sola.
Era come uno di quei
momenti in cui vedi tutte le avventure passate con quella persona e non
riesci a fermarle. E Marley aveva iniziato a piangere,
inconsapevolmente. Non era stata capace di respirare a fondo e cacciare
via quelle lacrime, perché la delusione che provava era
troppa. Era praticamente quello che succedeva sempre quando si trovava
a pensare al paradiso che stava vivendo col ragazzo.
Si era chiesta
più volte cosa avesse fatto per meritare così
tanto amore e alla fine, come da copione, tutto le era stato tolto.
Senza darle spiegazioni, solo un tradimento. E allora cosa avrebbe
fatto? Da dove avrebbe riniziato?
Perché
doveva riniziare, per forza. Non si sarebbe data per vinta. Non avrebbe
dato a Bree la soddisfazione di vederla a pezzi, anche se dentro lo
era. Era distrutta. Non aveva una motivazione valida per sentirsi viva
e l'aggettivo, proprio quello, al momento era il più
lontano. Tante erano le domande che albergavano nella sua testa. Ognuna
di esse riguardava Jake. Si chiedeva dove fosse e se la pensava.
Ma proprio mentre
quelle domande la sfioravano, lo vide apparire alla porta, poggiandosi
allo stipite, con espressione grave. Il suo volto era segnato e sebbene
non fossero lacrime, quello era dolore, tristezza. Quella che si poteva
vedere nello stesso viso della ragazza che lo osservava. Col cuore che
le martellava nel petto non riusciva a muovere un muscolo, non riusciva
a pensare a cosa potesse fare. Doveva lasciare la stanza ed ignorarlo,
ma non ci riusciva. L'amore della sua vita la stava guardando e non
riusciva a bearsi del suo dolore perché gliene recava solo
altro e questo faceva male il triplo. Era un labirinto senza uscita. Lo
amava. Lo amava eccome. E forse amava più Jake che se stessa.
Lui dondolò
sulle gambe, spostando lo sguardo sopra la foto di Finn appesa al muro
e le capì cosa doveva fare. Se non riusciva a parlare, forse
cantare le avrebbe fatto bene e allora gli fece un cenno col capo.
« Entra,
chiudi la porta. »
Aveva detto. Lui aveva
ascoltato quella voce che non sentiva da quasi tre giorni e aveva fatto
come gli era stato consigliato. Anche il suo cuore era spezzato. Anche
lui era deluso da una situazione che non avrebbe mai voluto ma che si
era cercato.
C'era il perdono per
gente come lui? C'era il perdono per i traditori? Si era venduto per
una botta e via. Aveva scambiato il suo epico e liceale amore per una
cheerleader, per una botta che mai, mai avrebbe portato
all'intensità che aveva con Marley. Si era seduto al suo
fianco ed era rimasto in silenzio, aveva cercato le parole da dirle e
aveva alzato lo sguardo. Gli occhi blu si scontrarono contro i castani
del ragazzo ed ogni discorso, ogni proposito d'entrambi si sciolse,
come se non fosse mai esistito.
« Prima che
tu dica una qualsiasi parola... Devo cantarti una canzone. »
Si era alzata,
lasciandolo lì. Ce l'aveva fatta. Aveva vinto lei. Aveva
parlato e si era alzata. Era una canzone a cappella, non se l'era
preparata. Ci aveva pensato in quel momento, perché era
chiaro quanto le parole fossero perfette per lei e lui, per la loro
situazione. Jake aveva annuito e aveva lasciato Marley alzarsi e
guardarsi intorno, sperando di non vedere nessuno. Che si vergognasse
di lui? Non poteva essere la stessa Marley che aveva conosciuto tempo
prima, ma lui non poteva proprio dire niente, visto che l'aveva tradita
a discapito di quanto le avesse promesso.
Marley prese un sonoro
respiro e si poggiò al piano, davanti a lui e
iniziò ad intonare quella canzone che aveva imparato nel
tempo di una settimana. Parola per parola, incisa nel suo cuore e nel
suo orgoglio. Ma soprattutto sulla sua pelle, perché quando
canzoni del genere le impari in poco tempo, esse parlano di te, di come
ti senti, di come vorresti comportarti ma non puoi e Marley, aveva
lasciato che fosse la canzone a parlare per lei.
« I remember years
ago
Someone told me I
should take
Caution when it comes
to love
I did, I did
And you were strong
and I was not
My illusion, my mistake
I was careless, I
forgot
I did
And now when all is
done
There is nothing to say
You have gone and so
effortlessly
You have won
You can go ahead tell
them
Tell them all I know
now
Shout it from the roof
tops
Write it on the sky
line
All we had is gone now
Tell them I was happy
And my heart is broken
All my scars are open
Tell them what I hoped
would be
Impossible, impossible
Impossible, impossible
»
Inutile dire quanto
quelle parole fossero pesanti per Jake, quanto gli facessero male al
cuore, quanto si sentisse toccato. Non poteva biasimarla,
però aveva sperato che tutto passasse dopo qualche giorno ed
invece il randore, il dolore e i sentimenti negativi c'erano ancora. Si
chiese se fosse possibile che un sentimento tanto grande passasse in
così poco, si chiede se Marley ancora l'amava. Non capiva
come mai questi dubbi lo attanagliassero proprio ora, dopo che il danno
era fatto e che probabilmente sarebbe stato irreparabile. Cosa avrebbe
fatto adesso, anche lui, da solo? Piangere? No, quello era troppo
semplice. Doveva vivere con le conseguenze di tutto quel male che aveva
causato. Pensava a Marley, però. A come si sentisse mentre
la gente parlava di lei in corridoio, come stesse quando Bree le
passava vicina e rideva. Era uno stupido, lo rionosceva.
« Falling out of
love is hard
Falling for betrayal
is worst
Broken trust and
broken hearts
I know, I know
Thinking all you need
is there
Building faith on love
and words
Empty promises will
wear
I know, I know.
»
E questo era il pezzo
che più Marley attendeva, quello dove si parlava di
tradimento. Dove gli diceva che sarebbe stato difficile da far paura.
Ecco. Marley non ce l'avrebbe fatta da sola. Era troppo
piccola per tutto quello, troppo inesperta. La sua pelle era candida,
non aveva cicatrici, questa era la prima e non sapeva come curarla. A
chi si sarebbe appoggiata senza sembrare troppo bisognosa? A Blaine,
forse? Lei c'era quando tutto andava a rotoli con Kurt. Lui le avrebbe
potuto insegnare come medicare quelle ferite. Tina, forse. Dopo la
rottura con Mike, era tornata in pista e nessuno, se non la stessa
asiatica, sapeva quanto ci stesse male. Chi le restava? Unique. Ma
Unique era inesperto tanto quanto lei. Il suo amore per Ryder si era
fermato in tempo. Artie e Kitty ballavano su una luna felice. C'era
solo lei, col suo dolore e un Jake che non aveva saputo aspettarla.
Si era chiesta
più e più volte cosa avesse sbagliato, si era
chiesta perché tutto quel dolore. Eppure non riusciva a
trovare una risposta. Lo meritava, forse? No, ne era sicura. Aveva
fatto tutto bene. E se lei aveva fatto tutto come Dio comandava, non
restava che dare la colpa ad una persona, la stessa persona alla quale
dedicava quella canzone e che le aveva spezzato il cuore. Jake
Puckerman, il suo sogno proibito, poi non tanto proibito. Il suo sogno
che era come una mela guasta, adesso. Lo guardò con
rammarico, le lacrime negli occhi e quella voglia di abbracciarlo che
faceva male. Si staccò dal pianoforte, si
avvicinò alla sua sedia il tanto giusto per recuperare la
borsa e lo guardò.
« Mi
dispiace, Marls. » Disse Jake, toccandole di sfuggita la mano.
« ...Anche a
me, Jake. » Aveva detto. Gli aveva voltato le spalle. Se
n'era andata. Ma non da quella relazione. Lei infondo ci sperava
ancora. Se ne stava andando per fingere che tutto era finito. Se ne
andava per far vedere che non era distrutta, ma in realtà lo
era. Molto più di quanto lei stessa sospettasse.
Marti.
Al contrario di quanto
avessi detto, ho accantonato lo scorso progetto e mi sono buttata su
una nuova os. Il che fa ridere, io mi butto sempre sulle os. Non so
cosa dire, quando scrivo la maggior parte delle cose sono personali. Io
capisco benissimo i sentimenti di Marley, mettiamola così.
Tra l'altro,
maledizione, non mi scende questa scelta del piffero di Ryan di far
tradire Jake. Che bisogno c'era? Aveva rovinato tutte le mie OTP, una
non me l'ha nemmeno mai fatta diventare canon, ( finntana/seblaine,
scegliete voi. ) perché a me, sempre questo dolore? Nulla,
io vi voglio bene voi persone che shippate Jarley. Avete tanto coraggio
a farlo.
Nulla, ho finito
AHAHAHAHA. Non so quante parole siano, ma spero sia piaciuta. Magari la
prossima volta scrivo su qualcosa di bello, eh AHAHAHA
Ps: la canzone
è Impossible - Shontelle. Ascoltatela, è bella. ♥
Pss: qualche errore
c'è sicuro, ma this is me. Non è betata, qualcosa
potrebbe esserci. ):
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