Se gli
elettrodomestici potessero parlare
Se gli elettrodomestici potessero parlare, non esisterebbero segreti.
Se avessero avuto mani e piedi, se avessero potuto muoversi
autonomamente, nessuna tragedia si sarebbe consumata in quella casa.
La cucina amava riscaldare i piatti di Lucia, amava quando le si
avvicinava, entusiasta, allacciandosi il grembiule intorno ai fianchi.
Adorava quando cantava mentre rigirava il riso perché non si
attaccasse o quando preparava le marmellate. Quando la puliva con cura
quasi maniacale e le diceva, accarezzando il piano cottura -Sei
bellissima. Sei la cosa più bella che mi potesse mai
capitare.-
Se avesse avuto occhi per piangere, la cucina l’avrebbe fatto.
Lucia era una donna forte al fianco di un uomo terribile che la
maltrattava.
Piangeva calde lacrime china su di lei, preparando pietanze squisite
che l’unica persona dalla quale avrebbe voluto essere amata
neppure si degnava di apprezzare ma, anzi, non ci trovava che difetti.
Solo scuse per alzare le mani, per scaricare frustrazioni o forse per
il semplice gusto di vedere la moglie rantolare a terra, distrutta
nella mente e nello spirito.
Lucia piangeva di nascosto, la notte, seduta al tavolo da pranzo,
guardando vecchie foto in cui lei e il suo Giovanni erano felici,
quando tutto sembrava apposto e avevano comprato casa. Era stato allora
che avevano scelto insieme quella cucina. Giovanni aveva visto gli
occhi di Lucia brillare entusiasta di fronte a quel gioiello moderno e
aveva deciso di regalargliela.
Allora sembrava tutto così diverso.
Non capiva, Lucia, cos’avesse fatto di sbagliato per
meritarsi quel trattamento.
Se avesse potuto parlare, la cucina le avrebbe detto che Giovanni era
un bastardo che non la meritava. Avrebbe insistito perché lo
piantasse in asso e se ne andasse, anche se questo significava non
poterla più sentire cantare mentre faceva la marmellata.Non
avevano figli, poteva farlo, ma Lucia era assolutamente convinta che
quella fosse una fase passeggera, che il suo Giovanni sarebbe tornato
ad essere lo stesso uomo che l’aveva fatta innamorare e
l’aveva spronata a perseguire i suoi sogni. Voleva aprire un
ristorante e faceva pratica, giorno dopo giorno, cucinando pietanze
deliziose, ma Giovanni ingoiava tutto senza degnarsi di dire neppure
grazie.
Se avesse potuto parlare, la cucina avrebbe detto agli agenti che non
era stata Lucia a causare quella perdita di gas, che era innocente.
Se avesse avuto occhi per piangere, l’avrebbe fatto. Voleva
solo liberarla di quell’uomo, ma nessuno l’aveva
capito. Lucia avrebbe trascorso almeno vent’anni in prigione.
Chissà quando avrebbero cucinato di nuovo insieme.
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