Camminava per i corridoi di Hogwarts con i libri stretti al
petto e la testa bassa, lo sguardo fisso a terra e il cuore che sembrava pesarle
come un macigno nel petto.
Aveva appena finito la lezione della professoressa McGranitt,
Trasfigurazione, la sua materia preferita: le piaceva l'idea di poter
trasformare le cose, forse perchè, se avesse potuto, avrebbe trasformato
anche se stessa.
Non aveva potuto non sentire l'ennesimo commento su di lei,
quello stesso commento che ora le rimbombava in testa: "Anche la Mezzosangue
avrebbe bisogno di una bella trasfigurazione, magari riuscirebbe
ad avere l'aspetto di una donna e non quello di un mostro!"
Mostro. Era così che la vedevano gli altri? Hermione uscì dal
castello e si diresse verso il Lago Nero, l'unico posto che le permetteva di
starsene un pò per conto suo; arrivatavi, si specchiò nell'acqua scura,
osservando la propria immagine riflessa.
Capiva perchè Malfoy l'aveva definita mostro: aveva i capelli
crespi e arruffati, i denti sporgenti, non era particolarmente alta o magra e
indossava vestiti un pò troppo larghi per lei; sì, era brutta.
Quello che non capiva, era perchè le persone dovessero accanirsi
così tanto contro di lei: la svilivano, la umilavano, la ferivano ogni giorno
con le loro parole maligne. La facevano sentire peggio di quanto lei non fosse
già, e sembravano trarre godimento dalle sue lacrime. Da dove veniva tutta
questa cattiveria?
D'accordo, era brutta. Ma aveva tante qualità che potevano
compensare la sua bruttezza: perchè a nessuno sembrava importare della sua
simpatia, della sua perspicacia, della sua intelligenza o della sua sensibilità?
Perchè il mondo sembrava rifiutarla a causa del suo aspetto?
Una lacrima solitaria bagnò la guancia della ragazza: non si era
mai preoccupata del suo aspetto, pensando che fosse ciò che hai dentro la cosa
veramente importante; i suoi genitori le avevano sempre detto che una persona
può essere perfetta fuori, ma se è vuota dentro non conoscerà mai la vera
felicità. Per Hermione era l'esatto opposto: lei era brutta fuori e bella
dentro, e pensava, ci si era cullata in questa speranza, che il mondo
se ne sarebbe accorto.
Ma sembrava che al mondo importasse soltanto come appari fuori,
e Hermione era semplicemente brutta.
Brutta. Interessante parola, questa. Cosa voleva dire
esattamente? Quando una persona poteva definirsi brutta, e quanti livelli di
bruttezza esistevano? Se lei avesse avuto, ad esempio, capelli più definiti, o
magari denti più piccoli, sarebbe ancora stata definita brutta? Era il complesso
del suo corpo a renderla brutta, o un singolo elemento?
Hermione non sapeva darsi una risposta, per quanto la
desiderasse: sconsolata, rientrò al castello, posò i suoi libri, e si avviò alla
Sala Grande per la cena.
- Hermione, ma dov'eri finita? Io e Harry ti abbiamo cercata
dopo la lezione della McGranitt, vero Harry? - disse Ron alla ragazza,
mentre l'amico annuiva.
Harry e Ron: i suoi due migliori amici. A loro non importava se
fosse brutta o meno, le volevano bene semplicemente per ciò che era.
La ragazza lanciò uno sguardo agli altri tavoli, osservando le
ragazze: la maggior parte non mangiava, oppure si serviva piccolissime porzioni
di cibo, che lasciava comunque nel piatto per metà; osservandole meglio, notò
che i loro volti erano perfettamente truccati, che i loro impeccabili vestiti
aderivano come una seconda pelle sui loro corpi, tanto che se avessero messo su
anche solo un etto si sarebbero strappati, e che ogni 30 secondi controllavano
il loro riflesso sulle posate, per assicurarsi di non avere nemmeno un capello
fuori posto. A quella vista, Hermione sorrise: e fu col
sorriso sulle labbra che consumò la sua cena, gustandosi gioiosamente ogni
portata e concedendosi addirittura due fette di dolce.
Quando il pasto ebbe termine, e la Sala Grande iniziò a
svuotarsi, una voce risuonò nell'aria.
- Mezzosangue, non pensi sarebbe meglio se ti mettessi a dieta?
Se vai avanti così finirai per doverti comprare vestiti ancora più larghi.. ma
tanto non fa differenza, rimarresti un mostro ugualmente, vero? - la derise
Pansy Parkinson.
Hermione, che solitamente ad insulti come quello abbassava la
testa e rimaneva in silenzio, questa volta alzò lo sguardo sulla
ragazza.
- Ti fa sentire più sicura? -
Pansy, che non sia aspettava quella reazione, agrottò la fronte,
confusa: da quando la Granger rispondeva alle sue provocazioni?
- Rispondi, Parkinson. Ti ho chiesto se ti fa sentire più sicura
prendermi in giro, perchè è evidente che non lo sei di tuo. - ripetè Hermione
con voce pacata.
La Serpeverde aprì la bocca per ribattere, ma la
ragazza non le diede tempo: - Mi sono chiesta spesso cosa ti spingesse a
prendermi in giro, se la tua fosse solo una voglia di divertirti
a spese mie o se invece ci fosse qualcosa di più. Beh, finalmente l'ho
capito: tu, e tutte quelle come te, prendete in giro le ragazze più
brutte perchè loro si accettano così come sono. Loro non
passeranno mai ore ed ore davanti allo specchio per essere perfette, loro non
faranno mai la fame per essere magre come uno scheletro, loro saranno
vere. Sono brutta, hai ragione. Ma se un giorno qualcuno mi amerà,
lo farà per ciò che sono dentro, non per come appaio fuori; e tu questo non lo
puoi sopportare, perchè sai che l'unico modo che hai di farti amare è essere
bella. Bene, tieniti pure la tua bellezza, se ti fa piacere: ma ricordati,
cara la mia Pansy, che la bellezza prima o poi appassisce; quello che hai
dentro, no. -
La Sala Grande aveva seguito il discorso di Hermione nel
silenzio più assoluto, e la maggior parte delle ragazze aveva abbassato lo
sguardo alle parole della grifona: aveva fatto centro.
Pansy boccheggiò alla ricerca di qualcosa da dire, di una
battuta pungente per umiliare la Mezzosangue, ma sembrava che nulla potesse
aiutarla in quel momento: la Granger l'aveva zittita.
Hermione si girò verso Draco, che la fissava come se l'avesse
vista per la prima volta.
- Sì, hai ragione tu. Sono un mostro. - gli disse, ricordandogli
le parole che lui stesso aveva pronunciato quella mattina - Ma sono vera come la
tua ragazza non sarà mai. E mi basta questo. -
Con queste parole, la ragazza si avviò verso l'uscita della
Sala; una ragazza del settimo anno di Corvonero, una di quelle "perfette",
iniziò a battere le mani verso la grifona. Uno ad uno, anche i suoi compagni di
Casa si unirono a lei, e così fecero anche gli studenti di Tassorosso e,
ovviamente, anche quelli di Grifondoro.
Quando anche Malfoy iniziò a battere le mani, Pansy si rivolse a
lui furibonda: - Ma che diavolo stai facendo?! - sibilò.
Draco sorrise: - Sarà pure brutta e Mezzosangue, Pansy.. ma
ha ragione. - commentò, mentre Hermione, con un sorriso e le lacrime agli occhi,
lasciava la Sala seguita dagli applausi dei suoi compagni di scuola. Aveva
finalmente aperto gli occhi, aveva capito quanto contasse in realtà la bellezza,
e aveva zittito la Parkison.. chissà, magari da quel giorno le cose sarebbero
cambiate, e la gente l'avrebbe guardata con occhi diversi.
Sì, era brutta: ma in quel momento, non si era mai sentita più
bella in vita sua.
Piccola one-shot sul vero
significato della bellezza. Non so se posso farmi pubblicità, ma ci provo lo
stesso: sto scrivendo un libro, e avrei bisogno della vostra collaborazione;
questo libro sarà un "Manuale di sopravvivenza per adolescenti", e tratterà
tutte quelle che sono le tematiche adolescenziali, come la bellezza, le
etichette, i primi amori.. insomma, uno sguardo sull'adolescenza da chi
adolescente ci è già stata (e non desidera tornarci! ^^) Mi piacerebbe avere i
pareri di voi ragazzi su queste tematiche, come le vivete e cosa ne pensate..
perciò, se qualcuno volesse darmi una mano (per favooooore!!), potrebbe
lasciarmi la sua mail, cosicchè io possa contattarlo per fargli delle domande?
Graaaazie!! ^^
Sperando che la shot vi sia
piaciuta, e che, magari, vi abbia fatto riflettere, attendo speranzosa i vostri
commenti!!! ^^
Alla prossima!!
^^
Xevias
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