Un-Happy
Ending
This
is the way you left me,
I'm
not pretending.
No
hope, no love, no glory,
No
Happy Ending.
This
is the way that we love,
Like
it's forever.
Then
live the rest of our life,
But
not together
(Happy
Ending, MIka)
-Dino...non
puoi più rifiutarti ormai.-
-Lo
so, Romario...lo so...-
******
Il cielo sopra Namimori splendeva terso e perfetto nella sua
immutabile bellezza.
Osservandolo il Decimo boss della famiglia Cavallone si chiese se lo
avrebbe mai più rivisto, lasciano che una punta di tristeza
andasse ad intaccargli nuovamente un cuore già troppe volte
tormentato dal dolore che la decisione presa gli avrebbe arrecato.
Non era passato da Tsuna, non aveva voluto vedere Reborn nè
salutare Yamamoto e gli altri...non era quello il motivo per cui,
ancora una volta, camminava tra i viali alberati di quella piccola
città che, negli ultimi tempi, era dventata insospettabile
palcoscenico di vicende forse troppo importanti per sembrare vere.
Distrattamente si chiese a quante battagli avessero assistito le mure
della scuola media Namimori, quanto colpi avessero subito e quante
vittorie avessero sentito festeggiare...
Sorrise pensando che anche lui era parte di quella storia;
sospirò al pensiero di doversene separare per sempre.
Superò la scuola, ignorando i cancelli spalancati, diretto
per una volta verso un luogo diverso, ma che sapeva essere forse
più speciale di quel luogo dove sembrava che il tempo avesse
l'incredibile capacità di fermarsi.
La casa di Kyouya non era poi così distante dalla scuola,
era sorprendente come nessuno degli altri membri della famiglia del
piccolo Tsuna fosse a conoscenza della sua ubicazione, ma considerando
il carattere del suo allievo prediletto non era poi così
strano...
Il luogo in cui viveva Hibari era una costruzione vecchia, ma non
decadente, dalle antiche origini e costruita seguendo metodicamente i
canoni di bellezza orientale; era un luogo dall'aspetto severo, poco
propenso ad accogliere sconosciuti e, in qualche modo, gli ricordva il
giovane dai capelli neri nel suo essere poco accomodante.
Tuttavia le porte di quella casa si erano sempre aperte per Dino e lui
non poteva che accogliere quel pensiero con un mesto sorriso, mentre
anche quel giorno il ragazzo si affacciava sull'uscio per studiarlo con
i suoi occhi freddi per qualche secondo, prima di lasciarlo entrare.
Dino fece qualche passo, riusciendo miracolosamente nell'impresa di
togliersi le scarpe senza rompersi l'osso del collo, poi
seguì il padrone di casa nella famigliare stanza che fungeva
da salotto e si accomodò sul divano che era solito occupare
ogni volta che aveva bisogno di affrontare un discorso serio con
Kyouya. E quello era una sorta di segnale.
Se Dino si sedeva lì, allora Hibari aspettava qualche
istante ad impugnare i suoi fidati tonfa per chiedergli cosa volesse e
cacciarlo violentemente e si sedeva anche lui, abbastanza distante per
non avere un contatto, ma pur sempre vicino, facendo sorridere
dolcemente il biondo ogni volta.
-Kyouya...-
Sospirò il suo nome come se fosse alla ricerca del coraggio
per dire quelle poche parole che avrebbero cambiato tutto, distrutto
tutto, ma che doveva pronunciare perchè questo era il suo
dovere.
Un dovere nei confronti della sua famiglia che, in qualche modo,
sentiva di voler compiere, ma che il suo cuore, ormai sepolto da
qualche parte sotto strati di responsabilità, si rifiutava
di accettare, urlando a squarcigola quel nome che era stato solo in
grado di sussurrare.
-Kyouya io...-
-Non dire niente, erbivoro. Lo so già.-
Hibari lo interruppe, impedendogli di uccidersi con le sue stesse
parole senza nemmeno saperlo.
Dino sospirò nuovamente, come se fosse diventato in grado di
fare solo quello, e si passò una mano sul volto stanco.
Certo. Lui sapeva.
Romario doveva averlo detto a Kusakabe e, di conseguenza, era ovvio
pensare che Hibari lo sapesse.
Oppure il ragazzo non era così sordo come voleva sembrare
alle questioni della famiglia Vongola e lo aveva scoperto da se,
ascoltando senza essere visto qualche conversazione...
Dopotutto l'annuncio del matrimonio del giovane Boss dei Cavallone era
stato accolto con un impeto di gioia da tutto il mondo mafioso, non
c'era da stupirsi che la voce fosse giunta anche ai distaccamenti
giapponesi.
-Mi dispiace...-
Fu l'unica cosa che riuscì a sussurrare, nonostante il suo
cuore in tumulto cercasse in tutti i modi di avere la meglio sulla sua
razionalità, suggerendogli di afferrare la mano di Kyouya
abbandonata a qualche centimetro dalla sua e fuggire con lui, lontano,
dove nessun dovere poteva raggiungerli, dove sarebbe stato libero di
amarlo.
Il ragazzo non disse nulla, si limitò ad abbassare lo
sguardo e a chiudere gli occhi, come se abbassando le palpebre fosse
possibile cancellare tutta quella situazone.
Il silenzio andò a posarsi come una pesante coltre di nebbia
all'interno della stanza, dividendoli nuovamente, ognuno perso nei suoi
confusi pensieri e alla ricerca di un modo per fuggire a quella
situazione che era diventata all'improvviso troppo difficile, troppo
importante, per voler tentare di districarvisi.
Cavallone sollevò lo sguardo trovando finalmente il coraggio
di guardare il volto del giovane seduto al suo fianco e, come ogni cosa
che si sta per perdere per sempre, lo trovò infinitamente
più bello di quanto lo ricordava.
-Ti amo.-
Le parole sfuggirono dalle sue labbra, ma lui non provò
nemmeno a fermarle: erano la pura e semplice verità,
nasconderla non avrebbe avuto alcun senso, non con lui.
-Sì...-
Rimase leggermente sorpreso di ricevere una risposta concreta da parte
dell'altro, generalmente, quando ancora tutto andava bene e il suo
amore poteva tranquillamente essere urlato ai quattro venti sotto al
luce del sole, Hibari si limitava a fare una specie di verso, quando
era di buon umore, o a massacrarlo di botte, prima di baciarlo.
Incapace di resistere ulteriormente, Dino allungò la mano
che fino a quel momento aveva riposato distrattamente sul divano e
andò a catturare il viso di Kyouya in un carezza che,
nuovamente con sua somma sorpresa, non venne allontanata malamente.
In un attimo si ritrovò coinvolto in un bacio che non era
sicuro di essere stato lui ad iniziare.
Le labbra di Kyouya scorrevano sulle sue leggere, quasi sfuggenti,
mentre le sue mani si ancoravano alla sua schiena, in un abbraccio che
mai, mai, si sarebbe aspettato di ricevere perchè
più di possesso, più di lotta, sapeva di un addio
che non era ancora pronto ad accettare.
Si ritrovò quindi a sciudere le labbra, invitando con la
lingua l'altro a fare lo stesso e, immediatamente, la sua richiesta fu
accolta, lasciando che il bacio si trasformasse in qualcosa di
più di una semplice carezza, perchè ognuna delle
loro carezze era sempre stata qualcosa in più.
All'imporvviso l'idea di lasciarlo gli parve ancora più
impossibile, più dolorosa, più assurda di quello
che già non stava pensando e si ritrovo a spingerlo su quel
divano di tante sere passate a snocciolare infiniti monologhi nella
sicurezza assoluta di essere comunque ascoltati, finché non
si ritrovò completamente sdraiato sul suo corpo,
stringendolo in un abbraccio possessivo che solo chi ama davvero
è in grado di dare.
-Kyouya...-
Chiamò nuovamente il suo nome con voce rotta
perchè quella era l'unica cosa che sembrava aver senso
nell'intricato disegno che si stava delineando nella sua testa.
Poi la mano di Hibari si mosse, leggera come una nuvola spostata dal
vento, e andò a posarsi delicatamente su una sua guancia,
mentre il ragazzo sotto di lui gli regalava un piccolo e raro sorriso.
-Stai piangendo, erbivoro?-
Lo prese in giro bonariamente e solo allora Dino si accorse che tutto
il dolore che stava provando si era riversato in un'unica lacria che
aveva lasciato una scia salata sul suo volto.
Non rispose, tuffandosi nuovamente su quelle labbra che lo avevano
stregato fin dalla prima volta che aveva incontrato quel ragazzino
problematico dal carattere impossibile e un incredibile propensione al
volerlo picchiare; si immerse completamente in lui, godendosi per
l'ultima volta quella vicinanza così intima che lo faceva
sentire completo, felice; si lasciò avvolgere dal corpo di
Kyouya, entrando in lui, amandolo come si può amare una sola
vola in tutta la vita, facendosi cullare dal suo profumo che sapeva di
vento sferzante e libertà.
L'odore di una nuvola.
E Hibari gli diede tutto, per una volta nella vita abbassò
completamente tutte le difese, non era più il temibile
Presidente del Comitato Disciplinare che terrorizzava gli studenti, non
era più il temibile carnivoro che anche nel mondo mafioso
avevano iniziato a temere: era solo Kyouya. Per una volta decise di
lasciarsi andare perchè sapeva non ci sarebbero
più state occasoni di poter dire a quell'irritante, stupido
e problematico erbivoro che sì, lo amava anche lui. Che era
suo e di nessun'altro, anche se da domani lui non gli sarebbe
più appartenuto.
Quando sciolsero l'abbraccio che li univa i due ragazzi si guardarono
negli occhi per un istante che parve infinito.
Un ultimo bacio, veloce e leggero, dato per non pedersi nuovamente in
quelle sensazioni, ma per sentirsi ancora uniti. Un'ultima volta.
Poi le barriere furono nuovamente erette e il pesante macigno
tornò a schiacciare il cuore di Dino.
Il dovere lo stava chiamando.
Il giovane boss se ne andò senza dire o ricevere una parola.
Non disse mai a Kyouya che anche lui stava piangendo.
*Blabla vari*
C'è poco da fare: io non riesco a staccarmi da questa
coppia....li amo troppo.
Salve gente, sono ancora qui a proporre D18 indecenti <3
Partiamo dal presupposto che lo so che l'idea non è
originale, Dino che si sposa e deve lasciare Hibari
(tiodiostuidocavalloperchè??) è abbastanza usato
per questa coppia....ma io volevo comunque scrivere qualcosa su questo
tema, ecco!
Quindi beccatevi sta cosa che, tra le altre cose, ho scritto a Lucca
(lol) in un puro momento di depressione e, giustamente, l'ho ritrovata
solo ieri XD
Tra l'altro sono entrate in fissa con la canzone di Mika che ho messo
(che poi a me nemmeno piace Mika!) e ho trovato che fosse
così awww e buuuh, quindi perfetta!
Tutto ciò non ha senso.
Ah, non vi libererete mai di me!
Baci, Seki
|