Albero delle Drabble - Whovian Edition

di Geilie
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Autore: Geilie
Fandom: Doctor Who (2005)
Personaggi: The Doctor (generico), Companion vari/e
Rating: verde; Pg
Word count: 204 (Word)
Avvertimenti: ambientazione generica, introspettiva con un filo di angst; non betata.
Disclaimer: Doctor Who non mi appartiene né mai mi apparterrà, ho idea. Mi ci diverto senza guadagnare un centesimo e questo è quanto.
Note: questa storia è un ramo dell'Albero delle Drabble piantato da Nykyo, Hikaru Ryu e Reilin su Doctor Who Italia.
*pubblicità progresso* Venite ad aggiungere rametti anche voi, fate crescere il nostro alberello! *fine pubblicità progresso*

Gli alberi delle drabble, in due parole, funzionano così: viene scritta una drabble-tronco; ispirandosi a una frase, una parola, un concetto espresso in essa, altre persone scrivono altre storie-rami, ispirandosi alle quali si scrivono altre storie e così via, di ramo in ramo, finché non ci si stufa o tutti perdono l'ispirazione. Non c'è limite al numero di rami che si possono far partire da una singola drabble e chiunque può aggiungere tutti i rami che desidera.
L'iniziativa nasce su Livejournal, dove la formazione "ad albero" è visivamente riconoscibile; affinché i nessi tra le varie storie non si perdano, dunque, lascerò di volta in volta i link alle drabble che hanno generato le mie.



1. […] tu sei la sola, tu sarai la sola. (Nykyo)


Non sono la prima…?
Tutte se lo chiedono, a un certo punto. Tutti.
Ognuno di loro crede di essere stato scelto perché è speciale, ed essere speciali, agli occhi di un umano, è sempre sinonimo di primato.
Essere i primi. Un’idea sciocca, a pensarci bene: mille anni di vagabondaggi in lungo e in largo per lo spaziotempo e nessun compagno d’avventure? Non una volta?
Sciocco, sì. Illogico. Eppure, tutte all’inizio l’hanno creduto. Tutti.
Il punto è che non hanno ragione, ma non hanno torto. Spesso è il caso che gli getta tra le braccia un nuovo amico e a volte è quello che, se non fosse uno degli esseri più razionali dell’universo, chiamerebbe forse destino. Ma lui li sceglie sempre perché sono speciali. Perché sono i primi, ciascuno a modo suo, ognuno in qualcosa di diverso: la prima a invitarlo a una cena di Natale, la prima a non pretendere niente da lui, la prima a salvarlo da un’orda inferocita di Siluriani…
Non sono la prima? No. E sì. Che importanza ha? C’è qualcosa per cui stupirsi in ognuno di loro, e tanto basta.
Non gli interessa tenere il conto dei primi. Quel che ha sempre contato, quel che sempre conterà, sono gli ultimi.





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