Nuova pagina 1
INCOGNITE E CERTEZZE
Solo una cosa vi accomuna: il punto di partenza. Fui io a
generarvi: due figli e due spade.
A ciascuno dei miei figli è toccata in eredità una spada…
niente di strano fino a questo punto: anche gli uomini fanno testamento. È come
vi ho abbinato che ha sempre suscitato dubbi, perplessità… invidia.
Se ora mi fosse concesso di poter parlare con una sola
persona del mondo dei vivi, saresti tu, figlio mio. Non perché sei un demone
completo, né perché sei il mio prediletto. Verrei da te perché credo che tu
meriteresti delle spiegazioni che nessuno mai potrà darti – a parte il tuo
cuore, il giorno in cui ti deciderai ad ascoltarlo.
Se non altro perché tu, Sesshomaru, sei stato la fonte delle
mie decisioni.
Io non conoscevo Inuyasha: lui era un’incognita. Di lui
sapevo solo che il mondo non l’avrebbe mai accettato.
Di te conoscevo ogni azione, ogni pensiero…
Quanto mi hai sempre ricordato me stesso… e posso dirti in
tutta sincerità che il giorno del nostro addio c’era solo una differenza fra
noi: i secoli in più che la mia vita poteva contare. Secoli nei quali le mie
priorità avevano subito parecchi sconvolgimenti… Secoli… una vita della quale
non ti avevo raccontato nulla perché troppo impegnato a insegnarti come
affrontare la tua. E a cercare un po’ di felicità per me – l’unica cosa che ci
resta quando la gloria e il potere smettono di soddisfare la nostra
inquietudine.
So di non aver riposto male la mia fiducia. So che, passo
dopo passo, hai fatto esattamente ciò che io mi aspettavo da te, perfino gli
errori. E tu sai quanto io sia sempre stato esigente nei tuoi confronti.
Quando penso alla creazione di Tenseiga e Tessaiga non riesco
a non stupirmi di quanti significati fossero celati in quel semplice gesto. E ho
passato questi duecento anni ad esaminarli. Se l’avessi fatto in vita mi sarei
considerato terribilmente saggio: senza saperlo avevo dato forma al Tao.
Distruzione e creazione.
Ed è strano come il binomio accompagni sempre quelle due
lame.
Quanto Inuyasha ami Tessaiga e quanto tu abbia sempre odiato
Tenseiga.
Come Inuyasha sia in parte come te – demone – così come
Tenseiga sia parte di Tessaiga.
Come Inuyasha sia in parte il tuo contrario – uomo – così
come Tenseiga possa “dar vita a cento uomini” quando Tessaiga può “uccidere
cento demoni”.
Come Tessaiga serva alla difesa, come Tenseiga serva ad
abbassarla.
Come entrambe siano unite dalla stessa origine e dallo stesso
destino: come la loro unione serva a far riunire anche voi due, cocciuti e
litigiosi fratelli.
A questo punto so che dovrei chiederti di non interrompermi,
Sesshomaru. Mi sembra quasi di vederti fremere mentre il tuo distacco si
trasforma in disprezzo… o almeno questo avrebbe fatto il Sesshomaru di duecento
anni fa.
Adesso sei cresciuto, figlio mio, ma sei ancora talmente
giovane…
Eppure, ora che ti vedo con Bakusaiga, sono sereno.
Credevi davvero che avere la spada più potente in eredità
fosse un privilegio?
Tessaiga per te è sempre stata un limite: il fatto che
l’avesse tuo fratello ti ha reso cieco – e mutilato. Se tu l’avessi avuta, se ti
fosse stato concesso di usarla, lei ti avrebbe impedito di diventare te stesso,
di vivere con le tue forze invece che con le mie. Il suo potere era talmente
grande che temevo ti saresti perso nel cercare di aumentarlo senza impiegare le
tue energie nella realizzazione del tuo potenziale e non del mio. O di quello di
una mia zanna, il che non cambia poi molto.
Ma tuo fratello non avrebbe potuto vivere senza… l’ho messo
al mondo con il doppio fardello del sangue misto e dell’illegittimità: nessuno
al mondo l’avrebbe mai difeso, né uomo né demone. Toccava a me farlo,
compensando col mio potere il suo, che da solo non sarebbe mai stato sufficiente
per permettergli di vivere senza consumare la propria anima.
E poi, sì, era anche l’unico modo che mi era venuto in mente
per proteggere sia lui che te da te stesso… adesso so che ce ne sono almeno
altri ventidue, ma allora contavo sul tuo desiderio di ottenere Tessaiga prima,
sulla barriera della stessa Tessaiga dopo e, infine – quando neppure Tessaiga
avrebbe più potuto fermarti – sulla tua comprensione. E a quel momento dovevate
arrivare vivi entrambi: non mi sarei mai perdonato di averti lasciato solo con
il rimpianto di aver ucciso tuo fratello.
E sei ancora convinto che fra le due sia Tessaiga la più
forte?
Sei sempre stato un solitario, ragazzo mio, ma ho visto come
alcune delle persone – uomini o demoni che fossero – che hanno incrociato la tua
strada abbiano deciso di seguirla, assieme a te. Di queste persone, che non ti
hanno chiesto altro che godere della tua compagnia, ti senti responsabile, dai
loro affetto nell’unico modo che conosci: combattendo per loro. Li difendi. E
anche questo ha contribuito a renderti più forte.
Credi ancora che Tenseiga sia solo in grado di ridare la vita
agli umani? O forse hai scoperto la sua capacità di creare legami?
C’è ancora una cosa che non sai di quella spada: era stata
tagliata via da Tessaiga assieme al potere della Meidou, era una lama con la
temibile capacità di comunicare con l’aldilà, in entrambe le direzioni. La sua
capacità di ridare la vita è stato il potere che io ho sviluppato, il primo che
ti è stato mostrato, l’unico che ti è rimasto. Il potere della Meidou è stato
solo tuo da sviluppare, da rifinire, da perfezionare. Anche a costo di grandi
sacrifici.
Sono stato orgoglioso di te quando te ne sei liberato.
Perché in quel momento il demone assetato di potere è
svanito. È rimasto il guerriero.
Ho avuto la conferma che avevo fatto bene a riporre in te la
mia fiducia.
Se ti conosco bene, alla fine di questo discorso, mi
accuseresti di averti usato.
Ma comprendimi, figlio mio: un uomo che sta per morire può
sperare in molte incognite, ma può affidare tutto solo alle proprie certezze.
|