prologo Aprile
Eccoci a voi con questo piccolo dono di Natale
Una mini long dal sapore diverso.
Ispirata dal film Nine Month, ma chiaramente rivisitata.
Speriamo vivamente possa allietarvi e vi attendiamo numerosi.
Fateci sapere che ne pensate
Un bacio a tutte e buona lettura
The Dragon e to Saphira
P r o l o g o
Aprile
Lo sguardo fisso, quasi imbambolata, sicuramente se mi fossi guardata allo specchio avrei visto una donna terrorizzata.
Qualsiasi altra donna avrebbe esultato, ma non io.
La gola asciutta ed il cuore che batteva all'impazzata.
Scossi il capo come a negare l'evidenza.
Mille
domande si rincorrevano nella mia testa, ma una sola sembrava
lampeggiare a caratteri cubitali : come era potuto succedere?
Scioccata guardavo quel bastoncino, esso avrebbe decretato il mio futuro.
Stare
con Draco era un crescendo di emozioni contrastanti, almeno per me, non
sempre facili da affrontare, ma stimolanti sotto alcuni punti di vista.
A volte era così criptico, che faticavo a capire con quale dei suoi alter ego avevo a che fare.
Uomo
d'affari arrivato, aveva costruito dal nulla un grande impero
finanziario, a cavallo dei due mondi, quello magico e quello babbano.
Si era per come dire modernizzato “ babbanandosi ”, sempre che questo aggettivo esistesse.
Casa nostra, anzi sua, era super tecnologica.
Guidava un auto, aveva un cellulare e conosceva google.
Chi
l'avrebbe mai detto, ma spesso dentro di noi avviene un evoluzione, un
miglioramento di se stessi, una crescita interiore, e lui quel percorso
lo stava ancora affrontando.
Solo
alcune cose non cambiano mai e quella era l'educazione o meglio quello
che avevi ricevuto da bambino, un abbraccio una carezza in poche parole
esternare l'amore.
La sua freddezza a volte mi lasciava con l'amaro in bocca.
Ma sapevo che era una maschera che indossava per non soffrire, anche se poi ero io quella che ne usciva a pezzi.
Solo fra le lenzuola sembrava accendersi di una passione travolgente.
I
suoi amici storici erano anche i miei, mentre i miei erano i suoi, in
una sorta di patto fra noi. Certo ai tempi della scuola nessuno di noi
avrebbe immaginato che saremmo finiti insieme. Il nostro rapporto era
cresciuto nel tempo, non era perfetto, ma eravamo felici.
Nascosi la prova ed
uscendo dal bagno decisi che per ora non avrei affrontato la cosa,
almeno finché non ne fossi stata certa. Speravo con tutte le mie
forze in un errore, di certo non eravamo pronti ad una simile
eventualità.
Presi
al volo la giacca e mi fiondai fuori casa, ero in ritardo e quella
mattina avevo un incontro importante al ministero. Camminando per le
strade mi resi conto che al momento della nascita di mio figlio
sarebbero state addobbate per il Natale. Deglutii, lottando per non
pensare, rigettando l'idea della maternità, dovevo concentrarmi
sul lavoro per ora. Buttando una occhiata all'orologio da polso, mi
resi conto di essere in un pazzesco ritardo.
Mi
sarei scusata, magari mentendo, anche se non era da me, ma non ero
pronta a raccontare al mondo il mio "segreto", specie se riguardava me
e Draco.
Tutto
era filato liscio, nessuno si era accorto del mio ritardo, o se lo
avevano fatto, fecero finta di nulla. Non era da me, ma può
capitare a tutti una mancanza di puntualità. Quindi nessuno ci
trovò nulla di strano.
Nella
pausa pranzo contattai via camino Baston, era medimago al SanMungo, e
gli chiesi una visita urgente. Prima di affrontare il drago volevo un
parere specialistico, una data precisa, ma forse dentro di me speravo
ancora in un errore, in fondo poteva anche essere.
Lui gentilmente acconsentì, e chiaramente mi assicurò sulla privacy del risultato qualunque esso fosse.
Mi sentii stupida, io che avevo affrontato il vero pericolo, avevo paura di dire all'uomo che amavo, forse sono incinta.
Già
mi immaginavo i suoi occhi argentei che si assottigliavano, lo vedevo
puntare il dito, sentivo la porta sbattere, ed infine il mio cuore
andare in frantumi.
Per la prima volta persi la mia logicità, e lasciai la mente libera di vagare, di trovare soluzioni che non vedevo.
Quando uscii dal suo studio, non ero più agitata come quando ero entrata, ma sconvolta.
Tremavo come una fronda in mezzo ad un uragano.
Da
lì a otto mesi sarei diventata madre, ma lo scoglio più
grande era il padre di mio figlio. Lui sarebbe stato pronto? La
verità era che temevo la sua reazione.
Mentre mi facevo tutti i miei film mentali, il patronus del suddetto, ma ignaro padre, mi apparve davanti e mi parlò
-
Stasera ho organizzato una cena con relativo poker, ho già dato
disposizioni a Miles. Volevo solo avvertirti, magari passa a comprare
quel vino babbano che tanto ti piace, ci vediamo a casa. -
Perfetto, come sempre era lui a decidere per entrambi. Aveva la mania del controllo, lo scettro del potere doveva rimanere saldo nelle sue mani, in varie occasioni questo suo modo di essere mi era pesato.
Ma
in quel momento meglio così, almeno non avrei dovuto affrontare
il dilemma se parlargli o meno, oppure attendere e stare a vedere.
Per
una volta mi comportavo da serpe, aggiravo l'ostacolo, non volevo
affrontare il problema, avevo troppa paura che il mio castello
crollasse, avevo paura di ammettere che avrei potuto perderlo.
Lo
amavo, anche se non ero mai riuscita a dirglielo, sempre per lo stesso
motivo. Lui nascondeva i suoi timori emotivi molto bene, ma io
conoscevo il mio pollo, proprio per questo evitavo di metterlo sotto
pressione. Ma questa situazione era diversa, stavolta non avevo scelta.
Stavo solo temporeggiando, ma sapevo che non avrei potuto farlo ancora
a lungo.
Draco per quanto pragmatico e logico, sotto quella crosta da duro era un uomo complicato, almeno emotivamente.
Alla morte di suo padre, non aveva versato una lacrima.
Si era chiuso in un mutismo per giorni, e quando ne era riemerso, sembrava che una spugna avesse cancellato tutto.
Non l'aveva mai più nominato, come se non fosse mai esistito.
Se in quel momento il padre fosse stato lì, sicuramente avrebbe avuto il suo bel da dire per un nipote mezzosangue.
Ma lui non c'era, ed io almeno di questo non dovevo preoccuparmi.
Nonostante questo però, non riuscivo ad affrontare la situazione con il coraggio che di solito mi contraddistingueva.
Troppo sola, troppo spaurita.
Si,
avevo i miei amici di sempre, ma loro non avrebbero ragionato con il
mio animo che si stava torturando, avrebbero solo analizzato il
problema e consigliato, quello che in fondo sapevo di dover fare.
Una
volta giunta a casa porsi le bottiglie di vino a Miles che come sempre
mi venne incontro premuroso, gli sorrisi e mi diressi in quella che era
la nostra camera da letto.
Qui vidi Draco uscire dal bagno con indosso una esigua spugna intorno alla vita.
Lo osservai forse troppo. L'attrazione che provavo per lui era palese.
-
Ehi, guarda che così mi consumi, e poi non voglio fare tardi, se
continui a fissarmi così, quando arriveranno i nostri ospiti
potrebbero trovarci in una situazione piccante.
- Ammiccò, interpretando correttamente il mio sguardo. Merlino,
lo amavo così tanto, non potevo pensare di perderlo.
Feci un sorriso di circostanza, che apparve come una smorfia, tanto che lui si accigliò e mi chiese
- Tutto bene Hermione? Qualche problema? -
Il
mio cuore perse un battito, non ero brava a mentire e, mordendomi il
labbro mentre scomparivo veloce nel bagno, cercai di recuperare.
- Si, si .. Tutto bene, nessun problema, sono solo un po' stanca. -
Lo sentii rispondere
- Potevi dirmelo, avrei rimandato la cena. -
Dentro di me un tumulto, poi continuò con tono preoccupato
-
In effetti ho notato che da qualche giorno hai delle occhiaie profonde
e sei un po' pallida, magari sarebbe utile ti facessi vedere. -
Per poco non m strozzai con la mia stessa saliva.
" Si era accorto? E da quando era così attento, che sospettasse qualcosa? "
Mentre rieccomi sintonizzata sul canale della Granger picture, sentii delle voci provenire da basso, sicuramente gli ospiti erano arrivati.
Sfoderai il mio sorriso e li raggiunsi..
Indossai una maschera, ma avevo cuore e mente in tumulto.
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