Non
andartene, ti prego...
A quanto pare, anche i Dragon Slayer si ammalavano. Per quanto Natsu
fosse vitale… no, vitale è un eufemismo.
Scatenato è il termine giusto. Per quanto fosse scatenato,
neppure Natsu poteva sottrarsi alle malattie.
Purtroppo era stato così sciocco da fregarsene altamente
dell’influenza.
Già, così sciocco…
Lucy non riusciva a non sentirsi in colpa.
In fondo, era in parte colpa sua se l’altro versava in quelle
condizioni.
Gli tolse il panno dalla fronte, letteralmente asciutto e lo immerse
nel catino colmo d’acqua. Dopo averlo strizzato un poco,
glielo posò nuovamente sulla fronte bollente. La febbre non
accennava a scendere.
-Possiamo solo aspettare.- le aveva detto Porlyusica consengnandole un
pacchetto contenente delle erbe medicinali. La maga iniziava a pensare
che nonostante tutto non fossero servite a nulla e Wendy era in
missione con Erza. Purtroppo non poteva fare nulla per lui, eccetto
stargli a fianco e sperare che si riprendesse.
-Perché?- gli chiese. -Perché hai continuato se
stavi male?
Lui non rispose che con un gemito strozzato, prigioniero di qualche
incubo terrificante. Ogni tanto chiamava Igneel, lo cercava
disperatamente nei suoi sogni, allungando debolmente le sue mani nel
vuoto.
Lucy sospirò, sconsolata.
Se solo lei gli avesse raccontato subito del suo manoscritto, lui non
sarebbe corso a cercare di recuperarlo in lungo e in largo pur di farsi
perdonare. E poi, una volta fatta pace, incurante di quanto fosse
debole per l’infruttuosa ricerca, si era messo in testa di
aiutarla a vendere tutte le copie del suo libro e, cascasse il mondo,
c’era riuscito.
Sotto la pioggia, sotto il sole, sfidando il vento e le intemperie,
quando si metteva in testa una cosa, Natsu Dragoneel la portava a
termine. Era rimasto a gridare in quella bancarella come un
pescivendolo finché anche l’ultimo volume rilegato
non era stato acquistato.
Ed eccolo lì, ko, a tremare di freddo nonostante il suo
corpo bruciasse come il fuoco.
Happy stava in un angolino, anche lui si era preso una brutta
influenza, ma con un poco di latte e delle medicine, si era sentito
subito un po’ meglio. Dormiva come un angioletto accoccolato
in una coperta sopra il letto di Lucy, accanto al suo compagno.
-Igneel!- gemette il Dragon Slayer, agitandosi -Ti prego… ti
prego, non andartene… resta con me… -
-Natsu… - lo chiamò Lucy -Natsu, sono
Lucy… - lo chiamò lei.
-Igneel… - lui aprì un poco gli occhi e la
guardò, ma non la riconobbe. Cercò nuovamente il
corpo enorme del genitore, come un bambino piccolo in preda allo
sconforto e, quando la trovò, strinse forte la mano intorno
alla sua zampa.
-Igneel… -
-Sono qui, Natsu.- sussurrò Lucy con le lacrime agli occhi,
stringendogli la mano.
-Non andartene, ti prego… - bisbigliò lui, con un
filo di voce.
-Non lo farò.- rispose la ragazza stringendo quella mano
rovente con ancora più forza, aggrappandosi a essa come se
bastasse semplicemente stringerla fra le sue per permettere alla febbre
di scendere. Per fare guarire Natsu, rivederlo correre e urlare qua e
là, distruggendo mezzo mondo con quel suo sorrisino malefico
dipinto in volto.
-Anche tu… ti prego, non lasciarmi… -
Non avrebbe saputo dire se l’avesse immaginato o meno, ma gli
parve di sentire, fra i suoi singhiozzi disperati e il respiro
affannato di lui, un debole “Lucy…”
appena soffiato.
Se fino a quel momento non era riuscita a celare le lacrime, a quel
punto la maga scoppiò in un pianto dirotto, affondando il
capo sul piumone, senza mai lasciargli la mano. Rimase in quella
posizione per molto tempo, prima di accorgersi che la temperatura era
in parte scesa.
O forse era lei ad essersi abituata al calore? Incoraggiata da quel
piccolo miglioramento, Lucy riprese a bagnare la fronte di Natsu.
Gli rimase accanto tutta la notte e tutta la mattina
dell’indomani, finché, spossata, non perse i
sensi. Nonostante fosse ancora aggrappata saldamente alla mano di
Natsu, nonostante inconsciamente non volle saperne di lasciare la
presa, non si accorse di alcune dita delicate che le scostarono i
capelli dagli occhi.
-Grazie, Lucy…- mormorò debolmente Natsu, per poi
carezzarle il viso.
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