Paranormal Supermarket Activity.

di Mick_ioamoikiwi
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ATTO VII



«Silvia, rimembri ancora quel tempo della tua vita mortale,
quando beltà splendea negli occhi tuoi ridenti e fuggitivi,
e tu, lieta e pensosa, il limitare di gioventù salivi?
»

 
Eccolo lì, Giacomino per gli amici Jack, dai folti capelli castani e i biondi brufoli: un ragazzotto di provincia con una particolare attenzione per il teatro e la poesia, che comunque non abbandonò gli studi ma che, anzi, si laureò alla veneranda età di 5½ anni.
Eccolo recitare appresso al balcone della sua amata la voce del suo amore per quell'ignobile bimbaminchia: Silvia. moglie di Manson e pupilla di papa Finotto I.
«Minchia zio, aòòò cioèèè cos'è stu burdello?»
disse la nostra beniamina.
«Menghie amò, chi è stu rotto 'n gulo?»
chiese invece Manson.
«Oh mio dolce amore, chi è costui? Chi osa profanare il tuo tempio verginello?»
 
chiese il dolce Giacomino con il volto illuminato dai punti neri e dal monociglio.
 
«Scioè Jack, è Marilyn, Marino! L'er mejo del casino!»
 
Ed ecco che uscì: Marino (our love Manson), dalla unta chioma corvina e dal cerone bianco sbavato con le mutandine degli orsetti del cuore che s'appoggiava con estrema noncalanche alla ringhiera del balcone.
 
«Tu quoque, Marino, fili mi!»
 
«Menghie Pà, non m'avesti dato abbbbbastanza cash pe' la plei steshion e io di casa me ne andai»
 
«Amor per nulla amato, amor perdona, com'hai osato menarmi via la dolce Silvia mia?!»

poetizzò sconvolto Jack.
Un suono demoniaco squarciò l'aria, distruggendo l'atmosfera che s'era venuta a crearsi: Silvia rideva, o per meglio dire ragliava.
 
«Y soy la Contessa Guadalupe Silvia Busso Manson Argote De Velocipaperis
e poxo avere tutti li amanti del nustro mundo»

 
Silvia, in effetti, possedeva un harem di uomini che contava quindiciotto esemplari diversi di uomo, dall'homo sapiens all'homo erectus (chi vuole intendere in tenda, tutti gli altri a casa).
 
«Mia musa, sciogli i tuoi capelli e scendi da me, voleremo sopra mondi sconosciuti cullati dal soave sono delle tue gracidazioni»
 
disse Jack, stracotto di Silvia e con gli occhi a cuoricino.
 
«Ma io mi voglio strombazzare Marylin!!»
si impose lei.
«Svolazza via Pà, nun te vole nessuno»

Il tizio zebrato, Leopardi, se andò deluso in una boutique di pellicce, ne comprò una e uscì esclamando "le vacche cavalcano".
Tutti si girarono stupiti e lui si scusò dicendo
«Volevo farti un regalino»
 
Mentre si dirigeva di nuovo sotto il balcone della coppietta, Leopardino vide una donzelletta che veniva dalla Campania, con un mazzolino di peperoncini verdi in mano. Se ne innamorò subito, e subito cominciò a cantare

«Tanto gentile e tanto onesta pare la donna mia quand'ella altrui saluta...»

Lei si girò e con gran stupore Leopardino inorridì.

«Dante? COSA DIAVOLO CI FAI QUI??? Non eri in vacanza?»

«Giacomuccio uccio uccio, si hai perfettamente ragione, ma sono tornato prima, perchè era un vero inferno: il battello di Caronte era stracolmo di diavolacci che nemmeno il tratto bologna-venezia è così ad agosto...poi tra i balneanti del Flegetonte che urlavano e imprecavano...guarda sono dovuto tornare indietro»

«E il duca?»

«Non è nè morto nè vivo, sta nel limbo...»

«Vabbuoooo io me ne vo, Silvia mia m'aspetta»
«JAAAAAAAAAAAACK»
urlò Silvia
«CON DANTE MI TRADISCI??? ANVEDI QUESTO...MO' TE SISTEMO IO»

Prese un lancia-razzi e lo puntò su questo povero cristo che partì alla velocità della luce.
Marilyn, annoiato, uscì in balcone.
«Non è romantico, caro?»
disse Silvia sognante.
«NO»
rispuose Manson.







 
Spazio Autrici.
UDITE UDITE!!!
Rieccoci dopo un anno (oh fly, sono solo cinque mesi) di assenza :3
Non siamo cambiate per niente, tranne per il fatto che siamo solo più rincoglionite mentre Fià è più scorbutica ♥
E ciao.
Au revoir notre amis.
Fiammetta, Lucrezia, Michela e Silvia.




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