The Fiction We Live
[SasuSaku]
You might be just what I need
No I would not change a thing
Been dreaming of this so long
But we only exist in this song
The thing is, I'm not worth the sorrow
And if you come and meet me tomorrow
I will hold you down, fold you in
Deep, deep, deep in the fiction we live
I break in two over you
I break in two
And if a piece of you dies
Autumn, I will bring you back to life
Of course I see you
I do.
Potresti essere quello di cui ho bisogno
No, non cambierei nulla
L' ho sognato troppo a lungo
Ma esistiamo solo tra le righe di questa canzone
Il fatto è che io non valgo il dolore
Ma se verrai a trovarmi domani
Ti terrò stretta, ti
abbraccerò
Nelle profondità, nelle profondità,
nelle profondità della finzione in cui viviamo
Mi spezzerei in due su di te
Mi spezzerei in due
e se una parte di te morisse
in autunno ti riporterei in vita
Certo che ti vedo ti vedo...
[From Autumn to Ashes - The Fiction We
Live]
C’è
il sangue, ci sono le grida, le urla e una ragazza dai capelli chiari ferma nel mezzo del tumulto. Immobile e calma nel caos, ben
fissata sul suo obbiettivo, la sua figura è una nota
stonata nel fremente insieme. È lucida e apparentemente calma, quasi si trovasse in una dimensione parallela. Ogni cosa la rende
estranea a quel luogo, tranne il suo sguardo.
I
suoi occhi verdi esplorano febbrili il campo di battaglia, alla ricerca di
qualcosa, o di qualcuno. Con una mano si tiene pronta a lanciare uno shuriken contro qualche avversario improvviso, mentre con
l’altra cerca di porre rimedio alla profonda ferita che ha nel fianco.
Il
taglio le fa male, brucia inverosimilmente, ma una kunoichi
del suo livello è addestrata a sopportare il dolore e presto, ne è certa, riuscirà a concentrare abbastanza chakra per poterlo rimarginare. Ma
non ora.
Ora
è troppo impegnata nella sua ricerca, ogni fibra del suo
essere cerca di protrarsi verso l’altro, come per avere una visuale più
ampia.
Dov’è Sasuke?
Si chiede continuamente.
È
proprio lui la causa di quest’incessante battaglia,
che ha tinto la notte del colore del sangue.
Lei
non lo vuole trovare per battersi con lui, né per supplicarlo di ritirarsi.
Vuole soltanto parlargli, come non faceva da tempo.
Vuole
rivedere il suo volto e fingere, anche solo per un istante, che la distruzione
di tutto ciò che ha di più caro non stia avvenendo per
mano sua. Che i migliori ninja di
Konoha non stiano morendo per colpa sua. Che la
sua vita non stia andando in pezzi per lui.
Lo
vede, poco distante dal cuore dello scontro. Avrebbe dovuto aspettarselo.
Lui
è freddo e calcolatore, preferisce far avanzare dei sacrificabili pedoni, prima
di fare la prima mossa.
Lui
è il re e può fare qualsiasi movimento, ma vuole attendere. Aspetta che accada
qualcosa degno della sua attenzione, qualcosa che esuli da quella sanguinosa
monotonia.
Scacco matto?
Sakura gli si avvicina scavalcando i cadaveri, cercando di ignorare
la persistente puzza di morte che la pioggia non riesce a cancellare.
Il
temporale rende i contorni delle figure più sfocati, i colori più tenui e i
rumori più ovattati, ma quello no.
Niente riesce a cancellare quell’odore pungente e
nauseante che dopo ogni scontro si ritrova tra i capelli e nelle pieghe dei
vestiti.
L’acqua
non riesce a toglierlo, né lo fa il sapone o qualunque altra cosa. Lui rimane
radicato nella memoria, attaccandosi ostinatamente ad ogni oggetto, ad ogni ricordo.
Nonostante
tutto cerca di trascurarlo, mentre fissa i suoi occhi
verdi in quelli scuri di lui, quasi volesse trafiggerlo.
Vuole
essere certa che lui la veda, e che capisca.
E Sakura ottiene sempre quello che
vuole.
Ora
l’attenzione di Sasuke è
catalizzata su di lei, il suo sguardo è come rapito dalla sua immagine e
dai suoi movimenti.
È
come se il tempo si fosse fermato.
Il re ha deciso di fare la sua
prima mossa.
-
Cosa vuoi? - le chiede sgarbatamente, quando gli è
abbastanza vicina per udirlo.
-
Parlare. Vuoi negarmi anche questo? -
Lei
risponde in modo altrettanto spavaldo, rinunciando a curare il lungo taglio che
le percorre il fianco.
-
Benché io ti lasci parlare, non significa necessariamente che io sia interessato a quello che dici. Lo capisci questo, vero?
- Domanda,
socchiudendo gli occhi, rendendoli sottili e taglienti come lame.
-
Lo capisco - dice con voce convinta, seppur ansante - Lo
capisco forse anche meglio di te, Sasuke -
Non sono una bambina.
-
Probabilmente non sei più la sciocca ragazzina che faceva parte del team 7 -
ragiona il ragazzo moro, più rivolto a se stesso che alla sua interlocutrice,
portandosi una mano alle labbra in gesto meditabondo - Credo proprio che ti ascolterò -
Sakura è infastidita. Vuole l’attenzione che merita, ma non vuole
perdere il suo contegno.
-
Credi di sapere sempre tutto, vero? - chiede lei, velenosa.
Lui è il re. Lui può
permetterselo.
-
Io non so tutto - ammette, abbozzando un vago sorriso sulle labbra sottili - semplicemente la
maggior parte delle cose è come io immagino che sia. Il mondo è un luogo troppo
prevedibile per me -
Lui è il re. Lui può
permetterselo.
-
Allora sono costretta a datti una brutta notizia: ti sbagli. Pensi che io si cambiata, e
io stessa vorrei che fosse così - la kunoichi si
blocca un attimo, cercando di prendere fiato e forze. Rischia di svenire da un
momento all’altro, ma continua a parlare, imperterrita - Io sono sempre io, e
ciò che provo non può cambiare -
-
Dunque sei venuta fin qui solo per supplicare una
ritirata? Per dichiararti totalmente innamorata di me, sperando in una mia
conversione? - la
deride sprezzante, quasi si trovasse di fronte ad una mocciosa piena
d’illusioni.
La
ragazza stringe i denti e si morde la lingua. Forse per sopportare il dolore,
forse per impedirsi si insultarlo con parole pesanti.
-
No, ho semplicemente detto che i miei sentimenti sono
rimasti immutati - risponde, dopo aver taciuto per qualche istante - Qualunque
cosa tu possa fare, Sasuke, io ti amerò. Sarà così
per sempre, e non ho intenzione di permettere che i
miei sentimenti verso di te interferiscano con la fedeltà verso il mio
villaggio. Ora voglio parlarti in quanto Sakura, non
in qualità di Kunoichi di Konoha e allieva del quinto
Hokage.-
Lo
sguardo fiero e il mento alto, lei non vuole perdere,
nonostante la loro non sia una battaglia.
-
Come immaginavo - ed ecco apparire nuovamente sulle sue
labbra quell’odioso sorriso di scherno - Sto
per ricevere una seconda dichiarazione d’amore? -
-
Dichiarazione d’amore? Sei troppo ottimista - urla Sakura, sovrastando il fragore del temporale - Questa è una
dichiarazione d’odio -
-
Peccato - dice lui, alzando le spalle - Io lo accetterei, il tuo amore. Solo
non ora. -
-
C-come? - chiede la kunoichi,
stupita sconvolta da quella rivelazione.
-
La verità è che il nostro tempo è sbagliato, troppe guerre hanno invaso ed
invaderanno le nostre vite
-
Ha
ragione, anche lei è costretta ad ammetterlo, solo non vuole dargliela vinta.
Non vuole che sia lui ad avere l’ultima parola.
-
Ora sei tu che vaneggi. -
-
…o tu che non accetti la realtà? L’esistenza di un legame
tra lui è soltanto ipotetica. Una vita cosparsa da se e supposizioni non è tale. È
fragile ed inconsistente -
Ora
lo sguardo di Sasuke è più serio, quasi malinconico.
-
…a me sarebbe bastata. Io mi sarei accontentata! - esclama Sakura,
ancora una volta. Anche mentre le dice, è convinta che
siano solo stupidaggini. Allora perché la sua voce è rotta dal pianto? - Mi
sarebbe bastato vivere di illusioni con te, piuttosto
che di certezze in solitudine -
-
Allora aspettami - dice, mentre sul suo volto non c’è più
ombra del sorriso distaccato e ironico - aspettami fino alla fine -
-
Non posso fare altro che attendere? -
-
Sì. Verrà l’autunno e tutto questo cesserà -
-
…spero solo di sopravvivere alla finzione in cui viviamo -
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Ehm…
cosa posso dire?
Sasuke e Sakura non mi stanno simpatici,
quindi perché scrivo FF su di loro?
Questi
sono i veri misteri della vita.
Mala
Mela
P.s.: Lo so, Sasuke è OOC, infatti l’ho segnalato
>__< Dannato Uchiha!