Quando meno te l'aspetti

di _Agata_
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Guglielmo quasi non ci credeva. Lo aveva baciato... un bacio vero, profondo, non un bacio rubato o imposto. Era abituato ad avere tutto quel che gli piaceva e tutti quelli che sceglieva; ma non ad avere ciò che voleva davvero. E Alessandro ricadeva proprio in questa categoria. Seppe che avrebbe lottato per non perderlo, come non aveva mai fatto. Seppe che si sarebbe esposto, messo in gioco. Seppe che si sarebbe dato senza riserve. Anche se era pericoloso; anche se poteva ferirlo.

Si alzò, senza smettere di baciarlo, e tirò in piedi il professore. Fece aderire il proprio corpo al suo. Gli sfilò la giacca, finì di slacciare la camicia. Guidò le mani di Alessandro alla propria, e mentre l'altro l'apriva a sua volta, riprese a carezzarlo. Fra i capelli, sul viso, sul collo, sulle spalle. Lo voleva; lo voleva subito. Le camicie di entrambi caddero a terra. Le sue mani scesero sui fianchi, sul sedere. Lo strinse. Pelle contro pelle, labbra contro labbra. Sentiva le loro eccitazioni premere l'una sull'altra attraverso la barriera dei vestiti. Lo sospinse verso il tavolo in fondo alla sala; lo fece distendere, si adagiò sopra di lui. Le scarpe erano già sparite, in qualche istante non meglio precisato dei minuti precedenti. Ancora baci, carezze, fremiti, sospiri. Le mani alla cintura. Alessandro si irrigidì solo un istante, poi lo strinse più forte.

Lontano, come da un altro luogo, Giordano Bruno parlava, inascoltato.





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