Dopo un dannato
sogno che ho fatto, e in attesa di tatuarmi il tanto amato heartagram
sul polso, ecco qui che è uscita questa shot, vagamente lemon,
che non ha ne capo ne coda, ma è solo una saziarsi delle mie
fantasie per il bel cantante. Spero vi piaccia.
Un grazie speciale
a:
Lampo:
che mi è sempre vicina, che è la miglior nipote che io
possa avere, che è pazza come, che non riesce a cantare in
finlandese e mi asseconda in ogni pazzia, grazie di esistere lamps
Mora, Lalli, Ale, e
tutta la combriccola himmica: per avermi fatto passare uno dei
weekend più divertenti degli ultim anni, grazieee
ragazzeeeeeeeeee
“No
one could save me but you”
(I'm in love with
you)but You are my heaven tonight (I'm in love with you) You
are my heaven tonight
Trying to find the heart you hide
Trying to find the heart you hide in vain Oh in vain And
you're my haven in life And you're my haven in death, Baby Life
and Death my Darling
(Heaven Tonight)
Raakel tirò
fuori il cellulare incastrato sotto migliaia di foglietti e cartacce
varie e compose il numero che le aveva dato suo fratello. Da quando
Ville aveva deciso di cambiare casa si era sempre dimenticata di
farsi dare il numero della torre, ringraziò il cielo di averlo
chiesto, altrimenti ora sarebbe da sola, senza alcuna idea di come
raggiungere Valo Manor.
“Ville, sono
Raakel, devo prendere la roba per Mikko”
...
“Si beh se
trovavo la torre di certo non ti chiamavo”
...
“Sono in mezzo
a una foresta, non so darti punti di riferimento”
...
“Sentì
fai come non detto, lo troverò”
Se poteva esserci un
uomo pigro, decisamente sconclusionato, ma troppo bello per essere
trattato male, quello era Ville Valo.
Raakel, odiava
quando suo fratello la mandava a fare commissioni per lui, con la
scusa che il tour lo distruggeva e che era stanco. E odiava ancora di
più essere mandata da Ville. Oltre a essere una pazzo furioso
ogni volta che la guardava con quegli occhi verdi, le faceva
puntualmente dimenticare come si chiamasse e cosa era andata a fare
li.
Ma quella volta era
pronta fisicamente e mentalmente a non farsi incantare dal suo
sguardo. Doveva portargli della roba che il frontman aveva lasciato
nella borsa di suo fratello e poi se ne sarebbe tornata per la sua
strada.
Ce la poteva fare.
Dopo due ore a
girare il parco di Munkinniemi trovò finalmente la famigerata
torre dove il cantante viveva. Solo lui poteva aver trovato quel
posto dove vivere borbottò tra se e se.
Trovatasi davanti
alla porta, le venne incontro un Ville euforico, con la consueta
sigaretta in bocca e uno sguardo da cagnolino felice.
“Ahhh ce l'hai
fatta Raaki, stavo già disperando e Migè mi ha chiamato
3 volte per assicurarsi della tua salute”
“Mio fratello
è un idiota, prima mi manda in questa landa sperduta e poi si
preoccupa”
Ville scoppiò
in una risata come solo lui sapeva fare e se la trascinò
dentro stringendola a se.
“E' tanto che
non ci vediamo eh Raaki?”
“Non mi
chiamare Raaki, non sono mica il tuo cane”
“Sempre la
solita noto...”
“Ville, io non
cambio mai, fattene una ragione”
“Prima o poi
me la farò...prima o poi mi rassegnerò a non poterti
avere ai miei piedi” annunciò ridendo.
“Per quello
hai le tue fan, io cerco di tenervi a tutti con i piedi ben piantati
per terra”
“E ci riesci
benissimo”
Mentre Ville
sfogliava le cose che Raakel gli aveva portato, sgraziatamente
buttato sul divano, lei vagava per la casa mettendo a posto tutto
quello che trovava, e impicciandosi anche un po' degli affari suoi
In realtà
stava cercando il rarissimo, anzi il fantomatico primo demo degli
HIM, di cui esisteva una sola copia, gelosamente custodita da Ville
chissà dove in quella enorme casa.
Dopo un paio di
minuti di ricerca decise che tanto valeva andarglielo a chiedere
personalmente. Con due occhi dolci l'avrebbe convinto almeno a
farglielo vedere.
Scese di corsa le
scale che portavano al salottino, per poi fermarsi improvvisamente
senza fiato trovandosi davanti una scena da infarto. Ville aveva ben
deciso che faceva troppo caldo, e si era beatamente tolto la
maglietta rimanendo con solo addosso i consumatissimi jeans neri e il
suo rosario che non toglieva mai.
Raakel, abituata
sicuramente più di molte altre alla presenza del darkman, non
riuscì comunque a trattenere il cuore. Era sdraiato sul
divano, con in mano un libro, le dita che giocavano con i capelli e
la bocca che si muoveva velocemente sussurrando chissà quale
canzone.
Era una visione
infernale nella sua perfezione.
Ville alzò
gli occhi. Si accorse dello shock della ragazza di fronte a lui, e
sorrise, col suo più bel sorriso sghembo, perfettamente
consapevole dell'effetto che aveva su di lei. Si guardarono per un
minuto intero, finché lui non torno a leggere, continuando a
sorridere.
Ville- Raakel 1-0
“Lo sai che
sei...niente, non ci sono parole per descriverti” gli disse,
cercando di suonare seria, ma una nota di delirio le sfuggì.
Lui fece finta di
non sentire, continuando a leggere e canticchiare.
Raakel gli lanciò
uno sguardo inferocito. Ma lui, imperterrito, non schiodava gli occhi
dal libro.
“Senti, mio
bel vampiro della scandinavia, mentre fai il figo su quel divano
perché non mi dici dov'è il vostro primo demo?”
buttò li la domanda con timore, aspettandosi una risposta
negativa.
“Penso sia lì
insieme al resto degli album” le disse lui con calma. Come se
nulla fosse. Sfiorandole leggermente il corpo con i suoi magnetici
occhi.
Raakel non si lasciò
sfuggire l'occasione e velocemente si mise a frugare tra le migliaia
di cd che Ville aveva collezionato durante gli anni.
L'intera discografia
dei Black Sabbath. Tutti i più famosi dischi heavy metal della
storia. Qualche album reggae, su cui Raak storse sonoramente il naso
facendo gesti di disprezzo. Poi girando il volto vide finalmente
quello che stava cercando, la discografia dei Sua Infernale Maestà.
Lei dal suo metro e
60 di misera altezza non aveva alcuna speranza di raggiungere lo
scaffale più altro della libreria. Ma piuttosto che chiedere a
Ville, che senza problemi ce l'avrebbe fatta ,preferì
allungare braccia e gambe il più possibile, senza ovviamente
alcun successo.
Proprio mentre stava
per rinunciare. Percependo un acuto dolore ai legamenti sentì
un corpo bollente dietro al suo, e una bocca avvicinarsi al suo
orecchio. Non l'aveva sentito arrivare, si era mosso come un felino,
per insinuarsi senza farsi scoprire dietro d lei. Una mano le stava
sfiorando leggermente il braccio, salendo lentamente verso l'alto,
fino a intrecciarsi alle sue stesse mani che ancora cercavano di
raggiungere i cd.
Rimasero immobili in
quella posizione per qualche secondo. Assaporando entrambi la
reciproca presenza.
“Finalmente ti
ho presa”
Raakel venne colpita
da un fremito di eccitazione che la percorse per intero. Erano anni
che segretamente sognava il suo tocco sulla sua pelle. Che immaginava
cosa significasse essere sfiorate da Ville Valo. Aveva cercato sempre
di immaginarlo come un fratello. Ma stava accadendo ora dentro di
lei, dimostrava che era difficile, anzi impossibile, consideralo come
tale.
“Era ora che
ti decidessi” gli sussurrò, cercando di tenere ferma la
voce, che insieme al resto del suo corpo stava impazzendo sotto le
carezze del cantante.
Per tutta risposta,
lui le avvicinò le labbra alla guancia, dandole un casto
bacio, per poi passare alla tempia, dove prima di baciarla le sfiorò
i capelli con un soffio, facendola rabbrividire.
Improvvisamente le
afferrò i fianchi e la girò verso di se, tenendola
stretta contro la libreria. Le prese mano destra e scosto le maniche
dalla maglia nera che indossava. Si portò il braccio alle
labbra. Facendolo curvare lentamente per poter raggiungere il
tatuaggio che aveva all'interno. Un piccolo heartagram circondato da
rovi rossi. Glielo aveva disegnato lui. Prima che il resto del mondo
iniziasse a tatuarselo, e l'aveva accompagnata a farlo, tenendole la
mano, mentre il tatuatore le disegnava sul braccio un pezzo di lui.
Ora con la lingua,
bollente e veloce stava ripercorrendo quelle sottili linee di
inchiostro, sorreggendola con un braccio e stridendola sempre più
a se.
Raakel, stretta a
lui, si trovò con la faccia seppellita di fronte al suo cuore,
e baciò il punto dove ogni cosa proveniva, dove ogni parola
che tanto la faceva emozionare nasceva.
Ville a sua volta fu
percorso da un tremito e smise di tormentarle il polso, per dedicarsi
a sfilarle la sottile maglia, che comunque ormai era solo un
intralcio tra i loro corpi.
Una volta liberatosi
di indumenti inutili, con la mano scese in basso, fino a toccare un
luogo dove pochissimi uomini, che lui aveva odiato con tutto il
cuore, erano arrivati. E iniziò a giocare con lei, prima
lentamente e poi improvvisamente con più velocità.
Lasciandola completamente stordita.
In un secondo di
relativa calma, Raakel prese il gioco sotto controllo, insinuò
la mano tra i fianchi di Ville, e si preparò a fargli subire
la stessa tortura che lui aveva fatto passare a lei. Strappandogli
urla che rivaleggiavano con i sospiri strozzati che lei tanto amava
sentire.
“Tu mi vuoi
morto, Raaki”
“L'hai capito
solo ora?” gli chiese.
“Purtroppo si,
se l'avessi capito prima, ora saresti mia, completamente”
“Mi dispiace
deludere le tue aspettative ma sono tua da parecchio ormai...”
Ville non le fece
finire la frase, la prese in braccio e la trascinò di peso sul
divano. Sembrava così magro ma aveva una forza spaventosa
nelle braccia. In pochi secondi si ritrovò sotto di lui,
completamente in balia di ogni sua fantasia segreta.
“Rimani ferma”
le disse con la sua voce vellutata, a un centimetro dalla sua pancia
nuda.
Raakel anche
volendolo, non sarebbe riuscita a muoversi. Gli occhi, la bocca, la
voce tutto di lui la ipnotizzava in maniera tale, che avrebbe potuto
farle qualsiasi cosa volesse.
Aspettava, che lui
le facesse qualsiasi cosa gli passasse per la testa.
Si ritrasse poco da
lei e inumidendosi un dito iniziò a tracciare sulla sua pelle
nuda, incomprensibili parole, arrivando a lasciare una scia umida su
tutto il suo corpo.
Stava scrivendo su
di lei una canzone. La stava marchiando per sempre con le sue parole
misteriose.
Senza preavviso
iniziò a seguire la scia lasciata con la mano, usando la
lingua, procurandole un urlo che risuonò nell'intero salone.
Lei gli afferrò i magnifici capelli castani, e se lo trascinò
verso di se, sentendolo ridere, quella sua risata celestiale,
profonda e cosi' strana, da provocarle brividi ogni volta che la
ascoltava.
“Ville Valo,
sarai la mia rovina, lo sai vero?”
Lui le prese il
volto tra le mani, e la fissò con gli occhi che lanciavano
scintille.
“Lo so, mia
cara, non aspettavo altro da anni”
Con uno scatto
repentino si alzò, sfilandosi quella parte di vestiario che
ancora si frapponeva tra loro due, e si insinuò tra le gambe
di Raakel, entrando in lei senza aspettare, senza preavviso, senza
gentilezza. Esattamente come lei voleva.
Si mossero al ritmo
dei loro cuori, mentre lui spingeva sempre di più, fino a
farla raggiungere il limite. Insieme franarono esausti e abbracciati
sul divano di pelle bianca, caldo come i loro corpi.
Stretti l'uno
all'altro si addormentarono.
Quando Raakel apri
gli occhi, non capì dove si trovava. Ne perché con
quella luce accecante si trovasse in un letto sconosciuto, avvolta da
soffici coperte nere. Ma quando sentì una mano sfiorarle i
capelli si ricordò improvvisamente tutto. Era andata a letto
con Ville, il migliore amico di suo fratello. Migliaia di pensieri le
affollarono la mente. Mikko sarebbe impazzito, probabilmente di
gioia, la stampa si sarebbe scatenata contro di lei, le sarebbero
fischiate le orecchie a vita per le maledizioni della fan.
Ville se la trascinò
in braccio.
“Raaki
smettila di farti pippe mentali, ti prego”
“Come
diamine...?” gli disse sconvolta.
“Ti conosco e
conosco tuo fratello meglio di me stesso, so come fate quando
qualcosa vi preoccupa” le poggiò una mano sul fianco,
facendola aderire meglio al suo corpo.
“Ma Ville,
succederà un casino, già immagino la stampa in delirio,
e le tue fan che mi vogliono morta”
“Vedo che non
ti sei alquanto preoccupata del fatto che potesse essere un avventura
di una notte” le disse ridendo e sfiorandole giocosamente il
seno.
“Ville.
Hermanni. Valo” disse scandendo le parole e sedendosi su di
lui, spingendolo in basso con le mani “ora che sei mio, di
certo non ti lascio andare così facilmente, per quanto ti odi,
per quanto tu sia un presuntuoso bastardo e una vanitoso, ora ti
tengo in pugno. Devo solo trovare un modo per far funzionare tutto.”
Detto questo, si
alzò in piedi, senza preoccuparsi di vestirsi o coprirsi, e
afferrò il telefonino di Ville.
“Mikko”
disse.
...
“Si sono da
Ville, si sto bene, si è tutto a posto. No, non ho resistito
alle sue avance”
...
Dall'altro capo del
telefono arrivò un urlo micidiale.
Ville si lasciò
scivolare di nuovo sul letto e incrociando le braccia dietro la
schiena. Si godette la scena di Raakel, la sua piccoletta, che
iniziava a riempirgli la vita.
Che il delirio abbia
inizio.
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