You're my reason to be.

di MartyR5er
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You're my reason to be.
 


Il rumore della pallina rossa che facevo rimbalzare sulla parete di fronte a me era l'unica cosa che spezzava quel profondo silenzio che avvolgeva la mia cella. Guardavo il sole che entrava da quella finestra,se si può definire così un buco nel muro con le sbarre. Quella fioca luce attirava la mia attenzione. Stranamente le mie due coinquiline non parlavano, tutto taceva. Dopo un anno passato con loro due in quella piccola cella grigia, li conoscevo fin troppo bene, e non era da loro fare così tanto silenzio. Mi guardai in torno, per trovare qualcosa di interessante con cui parlare per far finire quel silenzio inquietante. Ma cosa potevo trovare di così interessante in una cella vuota? Mi avvicinai a Samantha e a Genna... 
<Ragazze...> dissi io.
<Cosa vuoi? Liss non puoi fare finta che non sia successo niente. Tu adesso te ne andrai a vivere in una casa bellissima, e calda, con due persone che ti vorranno bene e ti offriranno tutto il loro amore, e noi? Noi staremo qui a congelarci il sedere in questa sottospecie di cella, sole e senza nessuno che ci aiuti.> mi disse aspramente lei.
<Samantha la colpa non è mia, loro hanno scelto me…e comunque non mi importa della casa, o delle persone. Io userò la mia libertà solo per aiutare Jude. 
> cercai di spiegarle.
<Cosa?Ma sei pazza? Tu sei in libertà vigilata, e la usi per rapire un ragazzino?
<Quel ragazzino è mio fratello. E’ l'unica cosa che mi rimane della mia vera famiglia. E non voglio rapirlo,voglio solo salvarlo da quel pazzo che lo usa come se fosse uno schiavo e lo picchia.> 
<Ti rendi conto che se fai qualcosa di sbagliato, anche la più piccola, ti risbattono dentro?!>
<
Si,lo so. Ma è un rischio che devo correre.>
<Se fossi in te non sprecherei quest'opportunità.>disse sottovoce.
Suonò la campana della mensa, tutte le porte si aprirono. Samantha e Genna si diressero verso l'entrata della cella,ma prima di andare quest’ultima si avvicinò a me e mi sussurrò che sarebbe stato meglio se io non fossi scesa a mangiare. 
Mi fidavo di Genna e segui il suo consiglio, presi il borsone che mi diedero e gli infilai dentro gli unici vestiti che avevo. Con la coda dell'occhio notai che qualcuno era fermo all'ingrasso della stanza. Mi girai per vedere chi fosse,erano due ragazze dall'aria minacciosa che si avvicinarono a me e mi dissero che avevano sentito dire in giro che io sarei uscita l'indomani. Non riuscivo a parlare dalla paura, cosi una di loro mi disse che se non avessi risposto mi avrebbero picchiata. Stavo per rispondere quando mi diede un pugno sul labbro. Caddi per terra, una di loro mi teneva ferma mentre l'altra continuava a colpirmi ripetutamente. Una guardia entrò nella cella e allontano le due ragazze, non so cosa successe dopo, mi svegliai dolorante in infermeria.
L'infermiera si avvicinò a me e mi disse: 
<Tranquilla. Quelle ragazze ti hanno picchiata solo per gelosia, solo perchè uscirai da questo riformatorio prima di loro. Ma non è colpa tua. Non preoccupartiripetè.
Avevo una ferita sul labbro inferiore. Cercai di sedermi per stare più comoda, ma all’improvviso sentii una fitta sul fianco. 
Infermiera
<Aspetta, ti aiuto. Hai un’ ematoma sul fianco, e qualche livido e graffio. Ecco, poggiati sul cuscino.>
Dopo qualche minuto, che passò ad esaminare i miei lividi, farfugliò:
<Vieni,ti accompagno alla cella.>
Mi alzai lentamente e mi diressi verso la porta.Entrai dentro la cella, mi sdraiai sul letto e mi addormentai.
L'indomani mattina mi alzai dall'letto ancora dolorante per i lividi e mi guardai allo specchio. Mi faceva male ovunque. 
Il labbro e il fianco erano i più doloranti.
Ripensai a quando venivo picchiata dal mio patrigno, ed ero sempre più decisa a portare Jude fuori da quella casa. 
Una guardia si avvicinò alla cella e aprì la porta
 mi disse. 
Presi il borsone che avevo preparato e scesi in cortile, dove trovai la direttrice che parlava con quelli che dovevano essere i miei nuovi genitori. 
Sembravano delle persone gentili.
L'uomo aveva i capelli brizzolati, magro e alto. 
La donna aveva i capelli biondi e corti, era di corporatura media ed era alta. 
La direttrice mi fece segno di avvicinarmi e poi disse:
<Alison, questa è la famiglia che ti ha preso in affidamento.>
<Piacere,mi chiamo Anne e lui è mio marito Jake! 
> disse la donna avvicinandosi a me.
<
Piacere,mi chiamo Alison, ma tutti mi chiamano Liss! > risposi io, il labbro dolorante mi rendeva dificile parlare.

< Allora, sei pronta per andare nella tua nuova casa?> disse Jake avvicinandosi.
Presi un respiro profondo e poi dissi <Si!.>







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What up??
Ciao cari lettori, questa è la prima FanFiction che scrivo quindi se trovate errori capitemi!!!
spero che sarete in tanti a leggere la mia storia, e spero che vi piaccia
lasciatemi tante belle recensioni (anche brutte se volete) e fatemi sapere cosa ne pensate.
Se volete dei chiarimenti o non capite qualcosa chiedete pure.
Bacini.
CIAO!!!



 




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