Kaze
no machi he
Arrivo
“[…] potrebbe essere un ricordo del tuo corpo. Ci
sono due tipi di ricordi…i ricordi del cuore ed i ricordi
del corpo. Il cuore è molto importante, ma anche il corpo lo
è. Nei momenti in cui il cuore può dimenticare,
il corpo ricorderà. […] anche se hai dimenticato
a causa della perdita delle piume, il tuo corpo probabilmente ha
ricordato.”
Soel Mokona
“Hime”
chiamò il ragazzo, mentre accorreva con un libro in mano
“Vi sentite bene?”
“Oh…Hai.
Non preoccuparti. Stavo pensando ad una cosa. Tutto bene”.
Il ragazzo strinse le labbra, leggermente preoccupato, prima di
asserire con la testa e ritornare alla lettura. Mentre si dirigeva al
proprio scaffale, percepì lo sguardo penetrante della
principessa sulla nuca, e ciò lo indusse ad arrossire. In
quel mentre arrivò saltellando un esserino con l’
aspetto di una polpetta bianca e un orecchino rubino. Guardò
Shaoran sorridendo birichino e poi cinguettò con la sua voce
sottile ed acuta:
“Shaoran è tutto rosso! Shaoran è tutto
rosso!” iniziò a saltellare contento, ripetendo le
stesse parole con un’ ossessione tipica dei bambini piccoli.
Il ragazzo bofonchiò qualcosa d’ indistinguibile,
abbassando gli occhi. Fu salvato dall’ arrivo di un alto uomo
nero, dagli occhi rosso sangue e l’ espressione imbronciata.
Palesemente irritato da tutto quel frastuono, si rivolse con malagrazia
alla polpetta bianca, in verità un batuffolo magico dal pelo
come la neve di nome Soel Mokona.
“Chiudi il becco Mokona. Stai disturbando tutti” e
detto questo l’ afferrò ed iniziò a
tirarle le guanciotte rotonde, come soleva fare dall’ inizio
del loro viaggio. Era l’ unico modo per tener zitta Mokona.
In quel mentre intervenne un uomo alto, dalla carnagione delicata, i
capelli biondi e gli occhi zaffiro tipici delle regioni del nord. Con
un sorriso beffardo iniziò a cantilenare:
“Kuro - bau, non essere sempre così scorbutico con
la nostra mascotte!”
La risposta non tardò ad arrivare.
“Non chiamarmi Kuro-bau!” tirò fuori la
sua katana ed iniziò a rincorrere Fay - san per tutta la
biblioteca, e intanto il sornione personaggio rideva come un matto,
saltellando qua e là, una perfetta imitazione a carattere
umano di Mokona. Forse per questo si capivano così tanto.
Shaoran e Sakura sorrisero dolcemente. Ormai erano abituati a quel
buffo conflitto tra Kurogane e Fay. All’ improvviso i due
giovani sentirono dietro di loro un colpo di tosse per nulla
rassicurante, e dal tono severo. Si girarono. Davanti a loro stava una
donna alta, con i capelli neri, e un vestito molto curato.
“Faccio parte dello staff bibliotecario. E vi prego
gentilmente di andarvene. La biblioteca è un luogo di
silenzio, e voi state disturbando e deturpando questa quiete. Mentre
uscite, riponete quella katana, per favore.” Aggiunse
sorridendo in direzione di Kurogane - san.
Questi bofonchiò qualcosa e, spada in spalla,
uscì, seguito a ruota dai giocosi Fay e Mokona e i due
ragazzi.
“Kuro - pippi! Ci hai fatto sbattere fuori dalla biblioteca!
Ti sei comportato in maniera molto maleducata, sai?”
scherzò come al solito Fay – san, cosciente di
star giocando con il fuoco. Kurogane lo fulminò con lo
sguardo ma avanzò, imperterrito. Sakura intanto si guardava
intorno affascinata, perlopiù incredula, di fronte al
paesaggio cittadino che le si prospettava dinanzi. Cascate di ogni
sorta riempivano l’ orizzonte, e vicino ad ognuna di esse,
quasi come fosse utilizzata a scopo personale, si edificava una casetta
piccola, in mattoni rossi e mura ocra. Ogni cascata si esauriva in
piccoli torrenti, i quali divergevano tutti in un unico, grande ed
impetuoso fiume, che avvertiva la propria presenza roboando tra gli
argini. Ogni casa o spiazzo di terra era collegato tra loro da un
ponte, e l’ illusione era quella di un intero regno
sull’ acqua. Eppure, la grande umidità ed il sole
caldo a picco sulle loro teste avevano favorito la crescita di una
flora ampia e variegata, con alberi altissimi quasi a voler sfidare il
cielo, un sottobosco ricco e colorato, ed un profumo di fiori che
permaeva l’ aria. Ad un tratto la testa di Sakura
iniziò a girare, e si ritrovò sballottata qua e
là. Un vento prorompente li investì, e Mokona
dovette nascondersi sotto l’ ampia manica di Kurogane - san
per non essere sbalzata via. Shaoran strinse forte a sé la
principessa, aggrappandosi ad un ramo basso. Improvvisa come era
comparsa, la tromba d’ aria sparì.
“Ma cosa diavolo…” sbottò
Kurogane, tenuto al terreno dalla punta acuminata della sua spada, che
aveva saldamente piantato al suolo in un attimo di lucidità.
“Fay!” esclamò Mokona, mentre indicava
spaventata qualcosa con la zampina bianca.
Il mago sorrideva estatico da sopra un alto ramo, gli occhi un
po’ strabici.
“Puuu! Credo di essere troppo leggero…”
e detta questa emerita verità, roteò gli occhi e
svenne.
Kurogane si portò una mano al viso, disperato per la
deficienza irrimediabile del mago. Sakura e Shaoran ridevano di gusto,
mentre Mokona saltellava allegramente per quel attimo in più
di piccola gioia. Recuperato il compagno, decisero il da farsi. Ormai
mezzogiorno era passato da un po’, e la fame si impadroniva
delle loro menti stanche. Così, ad unanimità, si
avviarono verso una locanda, e dopo aver vinto tutto il denaro
possibile (ben due tavoli furono spogliati degli averi dei propri
occupanti) si apprestarono ad ingozzarsi di buono e sano cibo. Dopo il
lauto pasto, mentre Fay e Sakura si cambiavano degli abiti da viaggio
ed indossavano quelli tipici del regno, Shaoran, presa tra le mani
Mokona, le chiese serio:
“Percepisci qualche fluttuazione della piuma?”
La piccola si concentrò, per poi affermare:
“Si, è qualcosa ma debole…sembra quasi
protetta da un’ altra forza magica, potente. Oserei dire di
un mago”
Kurogane e Shaoran si scambiarono un’ occhiata perplessa: da
quanto avevano capito, nel regno erano presenti molti maghi capaci, la
magia diffusa in modo più o meno omogeneo.
“Mokona è triste…mi
dispiace…ma posso dirvi…che la fluttuazione
proviene da est”
Automaticamente, l’ uomo e il ragazzo si voltarono verso la
finestra alla loro sinistra, intenti ad osservare il paesaggio. Dopo
qualche minuto di silenzio contemplativo, Kurogane pronunciò:
“Quindi la nostra prossima tappa è l’
est…dove sorge il Sole”
To be
continued…
Questo era il primo capitolo della mia prima fanfiction su TRC, Kaze no machi he,
La città del vento, nome di una famosa canzone di Tsubasa
cantata da Keiko. Quella che dal regno di Outo in poi viene messa
così spesso, per intenderci. Per ora i nostri eroi sono solo
atterrati nel nuovo paese, la parte migliore deve ancora venire,
naturalmente! Non credo saranno molti capitoli, anche perché
una buona parte ne ho già scritti, anche se li devo
revisionare completamente. Spero che per ora il piccolo assaggio vi sia
gradito, commentate!
Angelica Eragon1001
Aggiornamento: questa storia è ufficialmente INCOMPIUTA. Si ferma qui, non l'aggiornerò più salvo circostanze particolari (ovvero non si sa mai nella vita). Non la cancello definitivamente solo perchè fa comunque parte della mia produzione. Ringrazio infinitamente coloro che hanno commentato questo capitolo. Ciao Ciao e leggete altre mie storie! ^^
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