Come anticipato nell’ultimo capitolo di ‘Waiting for you’,
ecco un’altra delle fic lasciate ad ammuffire nel pc.
Questa è una breve shot prequel,
quindi è pre-serie rispetto al telefilm, e si colloca
poco dopo la morte di Ygraine.
Storia
dedicata ai preziosi, pazzi lettori, che mi seguono in ogni follia (detto con
tanto amoreh!)
Anche se qui non c’è merthur, spero possa piacervi
ugualmente.
<>O<>O<>
Brotherhood
by elyxyz
È nato da un mese.
Il principino, l’erede al trono tanto atteso, di cui tutti
parlano e che nessuno ha ancora visto. Che
lei non ha visto.
Morgana raccoglie con le manine paffute la gonna della sua
camiciola da notte e si fa coraggio mentre avanza coi
piedini scalzi nel freddo pavimento di pietra. I corridoi del palazzo sono bui e
pieni di spifferi, spettrali in un gioco di rientranze e zone d’ombra. Un
brivido di paura la fa tremare, ma la sua cocciutaggine – la curiosità – è troppo forte.
A volte lo sente
piangere.
Il principino, l’erede al trono tanto atteso, di cui tutti
parlano e che nessuno ha ancora visto. Che
lei non ha visto.
La sua balia le ha detto che il piccolo è fragile e va tenuto
al sicuro, che va protetto, che il mondo non è pronto ad
incontrarlo.
Ma quello che si bisbiglia nelle
cucine è che re Uther è impazzito dal dolore per la
morte di Lady Ygraine e che questo figlio non lo vuol
vedere, perché è la sua dannazione.
Morgana sa che la dannazione è brutta come le fiamme
dell’inferno… come può essere quel bimbo
piccolo una dannazione?
È nato così brutto,
lui?
Un rumore improvviso la fa sussultare, e sente dei passi in
avvicinamento. Non è come il gioco che fa di solito – quando si nasconde dalla sua balia per dispetto – ma Morgana sa che
deve eclissarsi anche adesso, o sarà scoperta. E saranno guai.
Sgambetta veloce dietro un arazzo e trattiene il fiato,
mentre due guardie di pattuglia proseguono il loro giro d’ispezione.
Poi rilascia un gran sospirone, mettendo una mano sul
cuoricino che batte impazzito, e avanza veloce verso la sua meta.
A quest’ora si sono già
tutti ritirati per la notte, il castello è deserto. Nessuno se ne accorgerà, se
sbircia solo un po’, si convince, con tutta la fermezza delle sue sei
primavere. Un’occhiata veloce e poi
correrà a letto di nuovo.
Quando arriva davanti agli appartamenti dell’erede, però, la
sua fiducia vacilla.
E se venisse scoperta? Quale punizione la colpirà?
D’istinto pensa a re Uther,
l’imponente monarca che regna su Camelot,
di cui lei ha tanta soggezione. È sempre stato un uomo intimorente con tutti.
Morgana ricorda con precisione che, al loro primo incontro,
lei era scoppiata a piangere, spaventata, rannicchiandosi fra le gonne di sua
madre.
Uther aveva riso della sua
infantile paura.
Eppure, più di una volta, l’ha presa in braccio e l’ha
tenuta sulle sue ginocchia, stemperando l’aria austera con un sorriso
accondiscendente.
Ora, dicono, quell’uomo non c’è più.
Morgana ha udito le sue urla feroci riecheggiare per il
palazzo, le sue promesse di vendetta, la sua ira, il suo cieco dolore. Il suo lutto infinito.
Anche suo padre, Gorlois, ha
perduto l’amata moglie, ma Morgana ricorda solo i suoi
lunghi silenzi e le giornate in cui la stringeva fra le braccia per ore e ore,
accarezzandole i capelli neri così simili a quelli di sua madre, Vivienne. Era Morgana quella che piangeva, perché non
capiva come mai la sua mamma non c’era più, da un giorno all’altro… non c’era più.
Anche Uther l’aveva abbracciata,
trovandola singhiozzante, dopo il funerale.
Era un uomo burbero, ma buono. Un re giusto.
E ora?
…anche lui non c’era
più?
Morgana appoggia le manine sul pesante legno e ingoia la sua
paura. È qui. Non tornerà indietro. Non
dopo aver rischiato tanto.
È pronta persino a sfidare l’ira di Uther.
Ma lei deve sapere. Perché ha fatto un sogno.
Uno strano sogno su questo bimbo, che nella sua mente chiama già fratellino.
Il principino, l’erede al trono tanto atteso, di cui tutti
parlano e che nessuno ha ancora visto. Che
lei non ha visto.
C’è quiete oltre la soglia, mentre spinge il battente e la
porta cigola piano, forse la balia dell’erede dorme, come lei si è immaginata.
Morgana sgattaiola dentro, in punta di piedini, avvolta dal
buio e dal silenzio quasi opprimente.
Eppure, superata l’anticamera, v’è una tenue luce che
rischiara la stanza.
La bimba si fa coraggio e prosegue, incerta.
Le sue paure si materializzano nel momento in cui vede Uther Pendragon, rivolto di
schiena, mentre osserva la luna piena fuori dalla finestra e borbotta sottovoce
qualcosa che da lì lei non sa cogliere.
C’è però un gorgoglio di risposta ed è allora che Morgana si
lascia scappare un piccolo squittio che la fa scoprire.
Uther si gira di scatto, in
allerta, pronto forse ad uccidere chi osa
intromettersi, solo per vedere che è lei.
E tutto si placa.
Dopo un istante infinito, in cui la osserva per capire se la
piccina sia reale o solo una visione, è francamente sorpreso di trovarla al suo
cospetto.
“Morgana… cosa ci fai qui?” le domanda, senza astio né ira.
Ma Morgana è imbambolata a fissare
il piccolo fagotto che si muove tra le braccia del re.
“Morgana?” insiste lui, col tono esigente di chi non è
abituato a ripetere gli ordini.
Il suo corpo di bambina vibra, in
risposta, mentre le mani stringono la camiciola per farsi forza.
“Volevo vederlo…” ammette, esitante, in un filo di voce che rimbomba
nel silenzio della notte.
“Ah…” Uther è sinceramente
stupito. “Vieni, dunque. Avvicinati”, la sollecita, chinandosi
egli stesso perché il neonato possa essere alla sua altezza.
Morgana sente qualcosa stringerle la pancia, una cosa che
non capisce, ma non è come quando Gaius deve darle quella pozione vomitosa per
farla stare meglio. È un mal di pancia
diverso.
E di colpo è lì, davanti al principino, all’erede al trono
tanto atteso, di cui tutti parlano e che nessuno ha ancora visto. Ma che lei ora
vede.
È piccolo, piccolo davvero –
come ha detto la sua balia –, e ha una testolina piena di riccioli biondi che
Morgana accarezza prima ancora di accorgersene.
Quando lo fa, ritira la manina di scatto, temendo di venir rimproverata, ma quando alza gli occhioni
sul re, il viso del suo tutore è benevolo, anche se infinitamente triste.
Pur nell’ingenuità delle sue sei primavere, lei può vedere
quanto siano scure le occhiaie, il volto scavato e sofferente. Seppur a suo
modo, lei riconosce
quello strazio.
“Vuoi tenerlo?” si sente chiedere, e annuisce prima ancora
di saperlo.
Il neonato pesa molto più di quello che credeva, le fasce lo
stringono, ma le sue manine si muovono a scatti, facendola divertire, fino a quando
il piccino, con un moto improvviso, non le afferra una ciocca dei lunghi
capelli e la tira con insospettabile forza, facendola guaire.
Uther sbuffa, liberandola da quel
giogo, riappropriandosi del figlio, mentre il principino continua a fissarla
con gli occhietti spalancati e curiosi, gorgogliando verso di lei.
“Potrò vederlo ancora?” domanda, incerta, sentendo il calore
mancare fra le sue piccole braccia.
“Certo che potrai”, decreta il re, raddrizzandosi in tutta
la sua regale maestà. “Crescerete insieme”.
“Insieme?” ripete, sorpresa.
“Sarai come una sorella maggiore”, dichiara il sovrano,
quasi legiferando. “Baderai a lui?”
“Ruberà le mie bambole?” chiede lei, spontaneamente
preoccupata.
Morgana vede le labbra chiuse di Uther
tremare appena, nell’ombra di un sorriso.
“Certo che no!” sbotta poi, l’indignazione che cela il
divertimento. “Avrà una spada virile con cui giocare!”
Morgana pare pensarci su.
“E un cavaliere di pezza?”
Il re sembra soppesare il suo suggerimento.
“E un cavaliere di pezza”, concede infine, strappandole un
sorriso sdentato.
“Affare fatto!” esclama, solenne, allungando una manina – come
ha visto fare ai cavalieri per accettare un’alleanza – afferrando i ditini
minuscoli. “Oh! Ma non siamo stati convenientemente
presentati!” ricorda poi, rammentando le espressioni della sua nutrice davanti
ai reali. “Io sono Morgana…”
“Lady Morgana”, la
corregge Uther, prima di sollevare il figlio e di
ostentarlo. “Questi è l’erede al trono dei Pendragon.
Ti presento il principe Arthur, tuo fratello”.
In quel momento, Arthur lancia un gridolino acuto e gioioso.
E Morgana ne è convinta. Il
patto è siglato.
-
Fine -
Disclaimers: I personaggi, citati in questo racconto, non
sono miei; appartengono agli aventi diritto e, nel fruire di
essi, non vi è alcuna forma di lucro da parte mia.
Ringraziamenti:
Alla mia kohai che subisce le mie paranoie. X°D
A Laura, per il suo entusiasmo! <3
Note: Ho un debole per i
neonati e i bambini piccoli, lo sapete.
Finora ho postato troppe poche
storie su questo e dovrò rimediare!
Questa fic
è incentrata sul mio headcanon. Come ho detto più
volte nelle mie storie, io sono convinta che Morgana sia più vecchia di Arthur,
anche se non si sa esattamente di quanto. (Qui ho scelto 6
anni, di solito mi piace pensare che siano 4).
Questa mia convinzione nasce dalle
affermazioni dette nel telefilm da Uther. Lui dice a Nimueh che Ygraine era la sua
anima, il suo cuore. L’unica donna che abbia mai amato e non aveva senso, per
lui, mentire in quel frangente.
Successivamente,
nella puntata del Troll, lui confessa a Catrina di non
esser stato con nessuna donna dopo sua moglie, di esserle stato fedele per
tutti quegli anni dopo la sua morte.
Quindi,
per me, Uther e Vivienne
hanno concepito Morgana prima del matrimonio di Uther
con Ygraine. Mi rifiuto di credere che lui l’abbia tradita.
Ho cercato di rendere Uther in bilico tra ciò che era e come lo conosceremo più
avanti.
In questo momento estremamente buio della sua vita, cerca e offre conforto ai
suoi figli.
Mi piacerebbe sapere se lo
considerate IC.
Avviso di servizio
(per chi segue le altre mie storie):
Waiting for you cap. 5 è stato
aggiornato pochi giorni fa.
Linette cap. 82 arriverà
fra breve, ma sono indecisa se usarla come prossimo aggiornamento o dare la
precedenza alla raccolta comica su Arthur e le tecnologie spoiler!post5x13.
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elyxyz