Essere sola. La mia
paura, il mio terrore…la mia realtà.
È
sconvolgente capire quanto al mondo si è piccoli e
insignificanti, quanto il nostro mondo sembri così grande e
ampio, mentre è
solo una piccolissima parte di un universo infinito. E tu piccolo
granello di
sabbia, in un deserto, ti senti forte e al sicuro, finche il filo su
cui hai
sempre camminato si spezza e precipiti nel vuoto. In caduta libera,
senza rete,
senza sostegni…senza appigli.
Le persone che ti
vogliono bene cercano di prenderti per
mano e aiutarti a risalire, ti ripetono che ti sono vicine e tu, tu
sorridi e
anche se all’inizio sei titubante e ti sembra difficile, poi
torni quello di
sempre…o almeno credi di essere tornato quello di sempre.
Non ti accorgi che
una parte di te è ancora lì, che precipita
inesorabilmente verso il nulla, ma
tutti sono concentrati sulla tua copia “normale”
che ha preso il tuo posto, e
nessuno si accorge che tu sei lì. Lì da solo.
Molti dicono che
quando tocchi il fondo, non puoi fare altro
che risalire…ma se il fondo non c’è?
Se non esiste un
punto che possa prendere il nome di “Fine”?
Bhè, se
non esiste non ti resta nulla da fare…devi
continuare a cadere, sperando che un giorno qualcuno, qualcuno che
davvero
tiene a te riesca a notare che quello non sei tu, che tu sei
lì e aspetti la
sua mano…la mano che può salvarti.
Frammento tratto dal
diario di Taylor Mckessie
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