Va bene, titolo e citazione sono di ispirazione Musesca xD
però assicuro che nella fic loro non c'entrano niente,
è solo lo strascico dell'idea originale in cui i personaggi
non erano loro ma Matt e Bri <3 (si chiama "riciclaggio"
=____=)...
E questa è la mia prima Frerard! Perché sono i
migliori *____*
Si, ok, Gerry e il Frenchio non sono miei, so che hanno le consorti -.-
e quindi suppongo che una cosa simile fra loro non ci sia mai stata xD
soldi? Se prendessi 1 centesimo per ogni ficcy che scrivo...O.o
vabbè...
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"I wanted freedom but I'm restricted,
I've tried to give you up, but I'm addicted"
Muse-Time Is Running Out
Me
ne sto qui in piedi appoggiato ad una transenna, mentre intorno a me
c'è caos e agitazione, eccitazione. Tutti mi corrono intorno
e vedo le
loro sagome sfocate passarmi davanti e solleticare il campo visivo
periferico ma per me sono solo macchie colorate che sfrecciano, non
hanno forma né importanza, il mio cervello ha deciso di
crashare e
bloccarsi su un punto fisso davanti a me. Vengo scosso da qualcuno che,
suscitando la mia irritazione, mi urla nelle orecchie:
-Ehi, Gee! Ti
sei incantato?!-, strilla Ray nella sua agitazione pre-concerto, e
anche se non vorrei esco dal mio mondo e torno sul pianeta Terra, cosa
che mi spaventa, perché questo pianeta è abitato
anche da un'altra
persona, qualcuno che fino a poco tempo fa avrei ucciso per tenermi
stretto e ora vorrei non vedere mai più.
Frank arriva trotterellando
ma esita vedendomi e impallidisce, perché non riesco a non
guardarlo
con astio, con un dolore infinito...anche gli altri sembrano percepire
la tensione che si è installata fra noi due,
perché Mikey e Bob
prendono Frank e cominciano a scherzare con lui, mentre Ray mi fa
girare verso il pubblico e mi dice:
-Gee...ora è QUESTO che conta, chiaro?
E
mi molla una pacca sulla spalla, io annuisco sorridendo e mi fermo ad
osservare inosservato tutta quella marea di gente accorsa da
chissà
quali luoghi per vederci suonare, per emozionarsi con noi, e riesco
persino a dimenticarmi di Frank.
Dopo un pò ci arriva il segnale che
dobbiamo uscire sul palco, e mi faccio avanti dopo gli altri, facendo
in modo di essere l'ultimo ad essere inondato dalle luci calde dei
riflettori e a sentire le urla che si levano istantaneamente appena
appare il primo di noi.
Quando fai un concerto e sei quello sul
palco il tuo cervello reagisce in modo strano: dovresti ricordare tutto
in ogni particolare, almeno secondo logica, e invece quando canto io
è
come se fossi un altro e non fossi qui, mi dimentico di chi sono, le
parole arrivano automaticamente alla bocca come se nessuna sinapsi
fosse coinvolta nella loro elaborazione e il pubblico è
l'unica cosa
che conta, proprio come diceva Ray. Così il concerto arriva
al termine
e pure io sono sorpreso di quanto poco è durato, ma
è una sensazione
che provo sempre...ricordo poche cose dell'ora e mezza appena
trascorsa, e cazzo quanto mi irrita constatare che riguardano quasi
tutte Frank. Frank che si butta a terra scalciando e suonando, Frank
che strilla nel microfono...Frank che mi guarda per un lungo istante,
facendo sobbalzare il mio cuore nel petto così forte che la
cassa
toracica sembra troppo piccola per contenerlo. E perché sto
ripensando
a questo?
Io devo dimenticarlo.
Devo dimenticare i pomeriggi passati con lui.
Devo dimenticare i baci, le carezze, gli scherzi, le risate.
Devo dimenticare le notti passate con lui.
Devo dimenticare che gli ho detto "ti amo".
Mentre penso questo non mi accorgo di uno sguardo puntato sulla mia
nuca, ma finalmente sento un formicolio e mi volto.
Lui
è lì, che mi fissa inondato dall'ultimo
riflettore ancora acceso, e poi
si avvicina a me con un timido sorriso. Il piercing scintilla per un
momento e porta i miei occhi sulle sue labbra, anche se mi ero
ripromesso di non guardarle mai più...però non
posso evitarlo, a quanto
pare il mio auto-controllo deve ancora rifarsi vivo dopo la botta di
adrenalina dell'esibizione.
-Beh...come sempre hai spaccato, Gee-, dice più per spezzare
questo silenzio che per altro.
-Si...grazie-.
Dio,
vorrei avere la parlantina sciolta ora, e invece mi trovo impantanato
in una delle conversazioni più imbarazzanti della mia vita,
sentendo il
cuore cominciare a battere più forte e le farfalle nella
pancia.
Pure
lui rimane in silenzio senza sapere cosa dire, io sto per girare i
tacchi quando lui mi chiama con una voce flebile che mi piace poco:
-Gee...ascolta...credo che sia stato un errore-.
Un errore? Davvero? Ti sei reso conto che mollarmi è stata
una delle cose peggiori che probabilmente hai fatto in vita tua?
-Cosa?
-Ecco...io
pensavo di avere le idee chiare, di non provare più niente
per te...e
invece stasera vedendoti cantare...non so, ti ho guardato e tu mi hai
guardato e mi sono sentito male...
Oddio.
-Beh, penso che tu non abbia nemmeno la più vaga idea di
quanto male sono stato IO, Frank...
E tutta questa freddezza da dove sbuca fuori?!
-No, non lo so...è solo che adesso...sento la mancanza di te!
Oh,
no, non mi arrendo così, non esiste proprio! Nemmeno se tu
ti avvicini
pericolosamente al mio viso e se c'è solo una spanna a
separare quelle
tue labbra alle mie, Frank...perché non è
così semplice, non basta dire
"ok, adesso ti rivoglio"...mi hai buttato via, hai strappato il mio
cuore dal petto e adesso non puoi pretendere di rimetterlo in quella
voragine nera come se non l'avessi mai fatto!
Però i miei occhi non
possono ancora evitare di ispezionarti, di perquisire ogni particolare
del tuo corpo e del tuo viso e le mie dita si muovono da sole...ma non
era il cervello a dover comandare al corpo di muoversi?
Perché non
riesco ad evitarlo?
Sento i polpastrelli posarsi timidamente sulle
tue guance morbide e accaldate, seguiti dalle dita e poi dal palmo, e
vedo la tua espressione convertirsi dalla tensione allo stupore.
-Anch'io
sento la tua mancanza...Frank-, mi ritrovo a sussurrare...ovviamente
senza averna la consapevolezza. Ma sant'Iddio, perché sto
facendo
quello che non voglio?
Perché sono uno schiavo. Sono schiavo di
tutte queste sensazioni, ne sono dipendente, vivo ancora di tutto
questo anche se non dovrei! Avevo deciso di prendere in mano la mia
vita e di non farmi più distruggere da una storia che era
nata per
errore e si stava trasformando in una tortura, ma a quanto pare Dio, se
esiste, non mi ha fornito di un istinto di autoconservazione, la
voragine nera sta richiamando qualcosa che non esiste più.
E quasi
senza rendermene conto trovo le mie labbra unite alle sue, che si
muovono e che giocano con le sue senza il mio permesso, la parte
cosciente di Gerard Way si è arresa agli istinti e ora non
le resta
altro che rimanere a guardare una catastrofe in atto.
Sento le sue
dita percorrere il profilo del mio viso e poi cambiare rotta e
scivolare sul mio collo seguendo il percorso delle vene e lasciando una
scia di brividi dietro di loro. Sembra che mi stia squartando vivo, e
in effetti è così, perché Gerard ora
è diviso in due, una parte che
vuole Frank e una che vuole liberarsene. Quest'ultima per un momento
vince e io mi separo da quelle labbra aspettando il contropiede
dell'altra parte, che infatti torna a farsi sentire e voglio di nuovo
il sapore di quella bocca.
-No.
Lo dico cercando di suonare
autoritario e faccio un balzello indietro perché non voglio
ricaderci,
non ancora, e mi preparo a rovesciargli contro tutto il mio odio,
perché è il momento
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Ce la farò a tenerli separati? Ghghghgh...
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