They call it "Stockolm Syndrome" cap.1
CAPITOLO UNO/PROLOGO
"Da quel giorno sarebbe cambiato tutto."
Kassidy's pov
Mi guardai allo specchio, sistemandomi i capelli.
Non
era facile convivere con quel mostro di mio fratello. Ogni mattina mi
faceva dannare, e mio papà lo difendeva costantemente. Quando non era a
lavoro, certo. La vita mi aveva condannata in una casa che equivaleva alla
Casa Bianca, con un padre chirurgo di fama internazionale, una madre in
giro per il mondo a fare la manager per chi sa quale persona famosa, un
fratello più piccolo e una sorella più grande, entrambi odiosi. La mia
vita era odiosa. Tutto era odioso. Con soli diciassette anni sulle
spalle ero decisa a voler abbandonare Londra, diretta verso la
California. Avevo sempre adorato la California, da quando ci andai in
vancanza da piccola e visitammo Sacramento. Ero stanca. Ero stanca di
tutta quella merda costosa che mi circondava. Ero stanca delle
camicette firmate sempre ben stirate, ero stanca dei capelli sempre
raccolti un uno stupido chignon, ero stanca delle belle parole, ero
stanca dei voti sempre alti a scuola, ero stanca delle persone che mi
guardavano dall'alto al basso. Mi tagliavo, in passato. Non sapevo come
scappare da tutto, così mi chiudevo in bagno assicurandomi della
presenza di una lametta. In qualche modo dovevo sentirmi viva. Avevo
smesso solo quando avevo quasi rischiato la morte e mia sorella mi
aveva soccorsa. Ma avevo ancora le cicatrici, le avevo tutte, non avevo
mai avuto una mano leggera.
Mi guardai di nuovo, facevo pena.
Mi
schiarii la voce, sempre decisa. Diedi un'occhiata alle cicatrici sui
polsi, non volevano andarsene. Sarebbe stata una delle tante giornate
passate a far nulla. Scuola, casa. E basta, la mia vita era finita
lì.
Mio fratello Ronnie andava a scuola con l'accompagnatore di famiglia,
il signor Robin. Mia sorella Stella veniva accompagnata da quel
rompicoglioni del suo ragazzo, Ryan. Quando potevo io prendevo
l'autobus, al contrario dovevo salire in macchina del signor
Robin. Quella mattina potevo prendere l'autobus, e dimenticarmi per un
po' della vita fatta di finti amici che vivevo. Io, Kassidy Parker, non
avevo aspettative dalla vita. Sapevo che sarebbe stata sempr lineare,
monotona. E nessuno avrebbe potuto cambiarla.
Harry's pov
Parcheggiai davanti ad una casa enorme. Non avevo mai visto una casa del genere.
Io e Louis ci guardammo intorno,
levando le chiavi dal quadro della macchina, assicurandoci che non ci
fosse nessuno. Nessuno, tranne lei.
Stando ai nostri calcoli, il
maggiordomo era partito dieci minuti prima e la ragazza che avrebbe
dovuto essere la sorella della nostra vittima non era tornata a casa
quella notte, quindi aveva presumibilmente dormito da qualcuno. Ma poco
importava, non eravamo lì per lei. Sbuffai, era un colpo grosso
quella ragazza. Ogni schifoso giorno mi ripetevo cosa ci facevo in
mezzo a quella situazione. I miei genitori mi avevano abbandonato
quando ero bambino e un uomo di nome Igor mi aveva portato via dalla
strada, aprendomi la porta nella sua famiglia. Famiglia, se così
si può chiamare. Non aveva figli, solo altri tre bambini che
come me non avevano un posto dove stare. Io avevo dieci anni. Nel giro
di pochi giorni strinsi amicizia con Louis, di un anno in più di
me. Successivamente con Zayn, anche lui più grande. Liam invece
aveva la mia età. Avevamo passato tanti giorni insieme,
crescendo come una famiglia. Dopo un anno di noi quattro arrivò
l'ultimo "fratello": Niall. E così si chiuse il nostro gruppo.
Eravamo cinque ragazzi che si trovavano nel posto sbagliato al momento
sbagliato. Eravamo una famiglia, e Igor per anni era stato un buon
padre, ma all'alba dei nostri quindici anni ci aveva indirizzati sulla
cattiva strada: alcool, risse, droga, furti, rapimenti. E quella
mattina di dicembre mi trovavo davanti a quell'enorme casa, con un
fazzoletto imbevuto di cloroformio tra le mani, pronto ad aggredire la
ragazza che da lì a poco sarebbe uscita dalla porta della villa.
Da quel giorno sarebbe cambiato tutto. Mettendo piede fuori da quella
macchina avrei già commesso uno sbaglio, proseguendo poi con
l'addormentare quella ragazza, arrivando poi a sequestrarla. Forse era
una delle poche volte, ma avevo paura.
Buonsalveeee :D
E' la matta che scrive questo scempio (?) che scrive ;)
Spero vi piaccia, io ci metto il cuore <3
Ale xx
|