Nda
– Salve! Questa fic è arrivata seconda su quattro al
contest indetto sul forum di questo sito, quindi ne vado molto fiera!
A quanto pare è piaciuto 'l'utilizzo di un lessico ricercato',
e questo mi riempie ancora più di gioia: significa che
qualcuno ogni tanto se ne accorge T.T!!
Ah,
ho messo 'Spoiler!' perché, credo, qualcuno che ancora non ha
letto gli ultimi capitoli pubblicati su internet potrebbe intuire
qualcosa... potrei anche sbagliarmi, ma per precauzione...
Beh,
mi auguro che piaccia anche a voi. Buona lettura^^
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Da
qualche tempo, ormai, la gente ha smesso di credere alle favole.
Tuttavia, c'è sempre chi sogna il principe azzurro, che
accorre in aiuto della bella principessa, e un lieto fine che dona un
po' di speranza prima di addormentarsi...
Una
luna quasi piena illuminava le strade del villaggio. Un palazzo
brillava di luce chiara, e il vetro di una finestra creava riflessi
che si disperdevano nell'aria.
La
giovane Tsunade guardava il cielo, e sognava. Sognava di poter
proteggere il villaggio, di essere d'aiuto nelle missioni che ninja
troppo inesperti avevano il compito di svolgere. Sognava di rivedere
suo fratello, di essere riuscita a salvarlo da quell'assurdità
che era la morte in guerra. Al contempo, tuttavia, nella sua mente
cominciava a formarsi uno strano pensiero, un dubbio che mai si era
posta e che certamente non avrebbe rivelato ad anima alcuna.
Era
così giusto, così moralmente lodabile inviare delle
persone in guerra, anche sapendo che il rischio di morirvi si
presentava incredibilmente elevato?
Forse
non era sempre stato il motto del villaggio il rispetto verso le
persone?
Stava
mettendo in discussione la società in cui viveva, ma questo
non le faceva poi tanta paura: ormai per lei era quasi naturale
pensarlo.
Le
sue parole erano impregnate a tal punto di questo giudizio che, allo
stesso modo, anche i sogni ne erano influenzati.
Da
quasi un anno non sperava più in un principe azzurro...
Così
trascorse il suo ventesimo compleanno, in mezzo alla strada, pensando
a questo, con un pacchetto in mano: il regalo dell'unica persona che
avesse un posto speciale nel suo cuore, tale da consentirle di
dimenticare ogni sua angosciante preoccupazione. Era certa che questa
persona sarebbe stata perfetta per lei, dandole ciò di cui
aveva bisogno: un motivo per continuare a riporre speranza nei propri
sogni.
Da
quasi un anno pensava di aver trovato il suo principe azzurro.
Non
tutti gli esseri umani leggono le favole. E se anche così non
fosse, nulla vieterebbe loro di non crederci. Qualcuno, invece, sogna
ogni notte ciò che più ardentemente desidera,
addormentandosi con un tenero sorriso vincitore sulle labbra.
Forse
verrebbe da chiedersi quale sia la differenza...
Orochimaru
aveva sempre detestato le notti serene. Amava ciò che è
imprevisto, che colpisce senza preavviso e causa disagio; un
temporale poteva conciliargli il sonno, ma con la luna aveva quasi
difficoltà ad addormentarsi.
In
questi casi, ormai da anni, era solito trascorrere il tempo a letto,
sdraiato; pensava a molte cose, a ciò che più gli
faceva piacere. Quando non c'era la luna, il riflettere prendeva il
posto di una lenta e dolce nenia.
Sorrideva,
immaginandosi invidiato dall'intero villaggio, i complimenti dei
maestri, la proposta alla nomina di Hokage e il suo netto rifiuto, in
una dimostrazione quanto mai evidente di superiorità nei
confronti di chi lo circondava. Così finalmente si
addormentava e i sogni prendevano pian piano spazio nella sua mente.
La sua espressione si rilassava e, sul suo viso, gli angoli della
bocca si incurvavano in un leggero sorriso compiaciuto, segno che
quella notte aveva ottenuto, anche se per pochi istanti, ciò
che voleva.
Felice
non per i suoi desideri, quanto più per la realizzazione delle
sue ambizioni.
Talvolta
qualcuno può cercare di realizzare i propri desideri, per
rimanerne poi tristemente deluso; però riprova, testardo e
determinato, finché non ottiene ciò che vuole o non si
rende infine conto di aver sempre creduto in qualcosa di impossibile.
Allora
i sogni si trasformano in speranze, ma queste, si sa, sono sovente
sinonimo di illusione...
Alcuni
alberi delimitavano una stradina del villaggio, illuminata la notte
da una forte luce bianca. Dietro uno di questi un ragazzo coi capelli
bianchi rimaneva nascosto, come se non volesse rischiare di essere
visto da qualcuno; osservava una ragazza della sua età, molto
bella, che attraversava la sua stessa strada con aria pensierosa,
lievemente triste, portando in mano un piccolo pacchetto col nastro
rosso.
Non
riusciva più a capire se quella sensazione di bruciore, di
fastidio in una zona imprecisata del suo petto potesse essere
considerata rabbia, o tristezza, oppure semplice rassegnazione.
Quando la prima volta l'aveva sognata, si era detto che quello era un
chiaro segno del destino, che, con certezza assoluta, si sarebbe
avverato nel migliore dei modi; perciò lui, forte di una tale
sicurezza, aveva cercato di realizzare quel sogno, finendo però
per comprenderne i difficili ostacoli.
Da
quel momento, più che di sogni, aveva vissuto di speranze,
guardando a quella bella ragazza come a qualcosa di molto lontano,
che non voleva avere a che fare con lui. Lei ormai aparteneva ad un
altro, che probabilmente era più adatto di lui ad una persona
all'apparenza così forte, ma con un'anima che sempre più
facilmente si lasciava prendere dallo sconforto.
Eppure
si era illuso di poter essere lui il suo principe azzurro...
Lei
era bella, forte, intelligente e scontrosa; i suoi sogni divennero
incubi, ma ben presto il suo principe azzurro sarebbe venuto a
cercarla, per riportare così i pensieri di un tempo.
Lui
pagò a caro prezzo le sue ambizioni, poiché queste non
erano altro che mere illusioni, scambiate erroneamente per sogni e
desideri realizzabili.
Lui
credette per tutta la vita di essersi sempre illuso, e non poté
mai rendersi conto che, alla fine, quella bella ragazza aveva davvero
trovato il suo principe azzurro.
Tre
ninja.
Tre
compagni.
Tre
nemici.
Ognuno
di loro aveva dei sogni, nei quali ripose la propria intera
esistenza, ma nessuno, per tutta la vita, poté vederli
realizzati.
Nessuna
favola ebbe il lieto fine.
FINE
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