Riflettere la propria immagine dentro una tazza di té

di ToraStrife
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Le mille e uno zen.
Pescare


Un maestro di Aikido e un filosofo erano seduti in riva ad un ruscello, ognuno con una canna, ma non accesa per bearsi di nefasti fumi.
Semplicemente erano canne per pescare. Un po' per guadagnarsi quel pesce quotidiano che avrebbe permesso loro di tirare avanti ancora qualche giorno.

- C'è crisi. - Commentò il maestro, in una frase fatta per sottolineare la carestia che aveva colpito il villaggio. - E c'è chi se ne approfitta. Proprio ieri ho sentito dell'arresto di un manigoldo che si arricchiva truffando la povera gente. Ma la cosa incredibile sono le bugie e le promesse che costui raccontava, e la gente ci cascava lo stesso.

- Perché la cosa ti sorprende? - Chiese il filosofo, accarezzandosi la barba.

- Perché soprattutto, in tempi di crisi, la gente dovrebbe essere più furba e prudente, non il contrario. Soprattutto se si tratta di investire soldi.

- La gente è anche più disperata. - Commentò il filosofo. Poi indicò il fiume, anch'esso vittima della siccità.

Era quasi del tutto prosciugato. In poche, raccolte pozzanghere, si agitavano branchi di pesci.

- Quando non c'è abbondanza d'acqua, è più facile che i pesci abbocchino. Quando scarseggiano viveri e soldi, è più facile che la gente abbocchi.

- E perché da noi non abboccano? - Chiese il maestro di Aikido, guardando la sua lenza perennemente vuota.

- Perché noi siamo troppo onesti. - Concluse il filosofo, abbandonandosi alla quotidiana pennichella.





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