Succede poco dopo
Natale, un mese esatto prima del suo compleanno. È come
un'improvvisa certezza, per Rin, chiara come non ne ha mai avute, ma
pensandoci sembra così ovvio che non sa come abbia fatto a non
rendersene conto prima.
Ai sta passeggiando
con le dita sul suo petto, scivolando con i polpastrelli sulla pelle
quando deve seguire uno dei suo muscoli.
È domenica
mattina, il dormitorio è silenzioso e Rin sta pensando troppo.
Presto entrerà al terzo anno. Gli sembra passato un attimo da
quando è entrato alla Samezuka, da quando tutto sembra andare
meglio, ancora meno.
Ci pensa troppo
spesso e nei momenti meno opportuni, negli ultimi tempi, in quei
momenti che dovrebbe trascorrere a contemplare quel ragazzo che ha
tra le braccia, ad esempio.
Torna a guardarlo,
la mente lontana, ancora, ferma al momento in cui lascerà
quella camera, in cui finiranno per separarsi.
No, non conta
lasciarsi anche lui alle spalle, non quando basta il modo in cui lo
guarda, ammirato e colmo di un sentimento facilmente definibile come
amore, per mandare fuori controllo il battito del cuore.
Apre la bocca solo
per chiamarlo, dire il suo nome, quelle due lettere che, per qualche
folle coincidenza, scivolano tra le labbra come il più banale
di quello che in inglese sarebbe un word of endearment,
una parola tenera riservata soltanto a coloro che sono speciali per
qualcuno.
“Ai.”
Aiichirou
solleva il viso, i suoi capelli solitamente così in ordine che
formano una specie di nuvola sopra alla sua testa, rendendolo buffo.
Scoppia
a ridere, il kohai, una mano davanti alla bocca come per trattenersi
e lo guarda ancora, ridendo più forte.
“I
tuoi capelli sono buffi, Rin!” esclama, causando nell'altro un
moto di stizza per l'imbarazzo. Era la sua battuta, quella, non vuole
immaginarsi con i capelli buffi.
Ma
dura soltanto un momento. Perché l'espressione di Ai mentre
ride, con quell'improbabile nuvola sulla testa, lo fa sorridere a
propria volta, spingendoli la guancia con l'indice e borbottando una
protesta a cui non crede già in partenza.
Il
ragazzo si riavvicina comunque e Rin ne approfitta per mordergli
quella stessa guancia tonda.
È
allora che se ne rende conto.
Non
importa se saranno separati per un anno intero, se smetteranno di
vedersi appena svegli e se non ci saranno più film stupidi da
vedere sul suo computer, sdraiati sotto le coperte. È solo un
anno.
“Che
cosa c'è?” domanda Ai, prendendogli le mani scivolando
palmo a palmo, per poi intrecciare le dita con le sue con
naturalezza.
“I love
you.” gli risponde, con una sincerità che non
potrebbe permettersi, parlandogli giapponese.
È solo un
anno.
Dopo quell'anno, si
assicurerà di averlo sempre accanto e di non perdersi mai
quell'espressione stupita e luminosa che c'è sul viso di
Aiichiro quando gli fa capire che è importante.
Succede dopo Natale,
un mese esatto prima del compleanno di Rin: si rende conto di amarlo
e che lo vuole accanto per sempre.
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