falso perbenismo

di linea_carmensita94
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Falso Perbenismo
 

                                                              QUINTA CLASSIFICATA AL CONTEST  DEGLI SCARTI.
 



Sono le 16:00 e i piccoli della Scuola Materna di C. S. si preparano per andare a casa.  I genitori sono di fronte al cancello aperto  e aspettano i loro pargoletti: padri rispettabili in giacca e cravatta oppure uomini in camicia e jeans,  in entrambi i casi, in minoranza rispetto alle madri, ben curate con vestiti fioriti o magliette comode con jeans oppure pantacollant per chi piace ostentare!  Ecco a voi, la rappresentazione dei classici genitori italiani. Ma c’è un signore che suscita lo sdegno e il disgusto dei presenti, il signor Tony Loquace: un uomo alto, sui trentacinque anni  con lunghi capelli neri voluminosi, T- shirt dei Black Sabbath, jeans, anfibi neri e un tatuaggio della moglie, nuda avvolta da un velo nel seno e nelle parti intime,  sul  braccio sinistro. Tony aspetta la sua bambina mentre i padri lo guardano disgustati e le madri mormorano tra di loro. Ma nessuno di quei ciarlatani di uomini osa sputare in faccia a Tony il proprio pensiero sulla sua persona in quanto il volto squadrato e lo sguardo opaco e incavato di Tony, suscitano timore; inoltre Tony ha praticato pugilato in passato, perciò sa il fatto suo!
I bambini escono e la piccola Cristina corre dal padre tutta contenta.
<  Babbo, Babbo, guarda!  > Urla Cristina al padre tirando fuori un disegno dal suo zainetto.
<  è la tua chitarra.  >  Continua Cristina.
<  Chicca, è bellissima!  >  Dice Tony, prendendo in braccio la piccola.
<  Vuoi andare al parco?  >  Chiede Tony, conoscendo già la risposta del suo dolce tesoro dai lunghi capelli neri lisci, dal viso tondo e dagli occhi grandi color verde.
<  Sì!!!  >
Anche altre mamme portano i figli al parco ma Tony è il solo padre che gioca al parco con sua figlia e non solo! Ogni pomeriggio, Tony gioca con Cristina e i suoi amichetti, incuriositi dalla suo aspetto.
<  Signor Tony, perché i suoi capelli sono così lunghi?  >  Chiede Luca, uno di loro.
<  Perché non voglio tagliarmeli. Mi piacciono i capelli lunghi.  >   Risponde Tony con disinvoltura.
Tra le madri presenti al parco non mancano mai tre donne, tali signore Roberta, Patrizia e Maria Pia,  che preferiscono sparlare degli altri sedute sulla panchina piuttosto che giocare con i propri figli.
<  Si vede che non ha avuto un padre severo!  Ma avete sentito come si vanta con i bambini dei suoi capelli?  >   Commenta la Signora Maria Pia con aria disgustata.
<  Mia cara, hai perfettamente ragione!  >  Dice la Signora Roberta.
<  Non che la moglie sia meglio! A vederla, sembra una poco di buono. Ho sentito dire dalla Sandra che a sedici anni, quella è scappata di casa.  >  Bisbiglia la Signora Patrizia alle amiche.
<  Anche io lo sapevo. Ma non solo, era incinta!  > Rincara la Signora Roberta.
<  Di suo marito?  >  Chiede la Signora Patrizia.
<  Ma no!!  Era incinta di un torinese. Quando ha saputo che era incinta, è sparito. Lei perse il bambino poco dopo.  > Continua a raccontare la Signora Roberta.
<  Meglio così! Vi immaginate ad avere una madre in quella maniera che va in giro vestita come una ragazzina? Se penso che  ha anche due figli piccoli oltre alla bambina … Mamma mia!!  >  Commenta la Signora Patrizia.
<  Io nella macelleria di Loquace non ci sono mai andata. Sicuramente, la sua carne sarà piena di capelli. Bleah!!  >  Continua, senza dare freno alla sua lingua biforcuta!

 
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Nel tardo pomeriggio, genitori e figli lasciano il parco giochi per tornare a casa.  Marinella, la moglie di Tony, è a casa con i figli più piccoli. Qualche mese prima, ha dato alla luce il piccolo Gianni e perciò è a casa con il congedo per maternità.  E poi c’è quella piccola peste di Riccardo che ha solo un anno ma non sta fermo un minuto, lasciando per tutta la casa una marea di giocattoli  buttati per terra. Marinella sta allattando il piccolo Gianni quando Tony e Cristina entrano in casa.
<  Ciao, Mamma!  >  Dice Cristina salutando la madre.
<  Ciao, tesoro. Hai fatto la brava?  >  Chiede Marinella, dando un bacio alla piccola senza staccare Gianni dalla mammella.
<  Sì, Mamma.  > Risponde Cristina, lasciando il suo zainetto sul tavolo della sala.
Tony da un bacio a Marinella e Riccardo lascia perdere i suoi giochi e corre dal padre a stringere la sua gamba. Tony lo brande in braccio e lo stringe a se.
<  Ma quanto mangia questo bambino!  >  Commenta Tony solleticando il pancino del bambino.
<  Da qualcuno avrà preso.  >  Commenta Marinella. Tony sorride e mette giù Riccardo, il quale va a giocare con Cristina.  Tony si siede nel divano accanto alla moglie ma non è affatto tranquillo.
<  Che succede?  Ti vedo serio?  >  Chiede Marinella.
<  Niente, amore. È stata una giornata stancante … e poi sono stato appresso a Cristina e ai suoi amici!  >  Risponde Tony. Marinella sorride, ignara del fatto che suo marito ha sentito le altri madri sparlare di lui, di lei , del loro modo di crescere i bambini e della gravidanza adolescenziale  di Marinella. Come può Tony dire alla moglie che quelle tre arpie sparlavano del frutto di quella violenza che ella ha subito da ragazza.  Ma Marinella conosce bene il suo uomo e sa che non gliela racconta giusta.
<  Domani vado io a prendere Cristina a scuola.  >  Dice Marinella.
<  Per me, non è un problema.  Mi fa piacere passare del tempo con mia figlia.  >  Dice Tony, cercando  di farle cambiare idea.
<  Non voglio che Cristina diventi gelosa dei suoi fratellini.  Domani ci penso io, tranquillo.  >  Insiste Marinella.
Tony guarda il volto delicato e pallido di sua moglie, così bello e solare anche di fronte alle avversità. Guarda il piccolo Gianni poppare avidamente dalla mammella  e guarda anche Riccardo correre dalla cucina alla sala, senza poter fare a meno di notare quanto i maschietti di casa assomigliano alla madre:  gli stessi capelli castani lisci e gli stessi occhi verdi. Loro sono la sua forza per affrontare ogni giorno la stupidità della gente  che crede di sapere tutto ma in realtà non sa proprio niente!

 
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Il giorno dopo, nel pomeriggio, i genitori attendono i loro figli fuori dall’asilo.  C’è anche Marinella, la quale indossa un paio di pantaloni di pelle nera, una camicia bianca larga e un paio di stivali. Ha portato con se anche Gianni e Riccardo.  I bambini escono e Cristina corre dalla madre e dai fratellini.
<  Ciao, Mamma.   >  La saluta Cristina.
<  Ciao, tesoro.  >  La saluta Marinella a sua volta, dandole un bacio sulla fronte.
<  Mamma, andiamo al parco? Ci sono anche Luca e Giada.  >  Chiede Cristina guardando la madre con supplica.
<  Certo!  Però solo per un  ora. Andiamo a prendere Babbo a lavoro.  >
Detto ciò, la famiglia si reca al parco e Cristina si unisce ai suoi amici portando con sé anche Riccardo e tutti giocano insieme mentre Marinella la guarda dalla panchina nella quale è seduta. È un po’ stanca perché Gianni la notte dorme poco.  Nella panchina vicino alla sua, c’è il solito gruppetto pronto a sparlare come al solito.
<  Guardate, oggi c’è la Signora Loquace!  >  Commenta la Signora Maria Pia con sarcasmo.
<  Una madre che va in giro vestita in quel modo. Che mondo!  >  Commenta la Signora Patrizia.
<  Il marito non le dice niente, ma si può!  >  Continua la Signora Roberta.
<  E perché dovrebbe? Anche lui è sciagurato!  >  Le risponde la Signora Patrizia.
Le tre donne sono così prese dai loro giudizi personali da non far casa a Marinella di fronte a loro con Roberto, il figlio della Signora Roberta.
<  Se voi branco di galline non foste sempre  impegnate a sparlare della gente, vi sareste accorte che uno dei vostri figli stava per prendere in mano una siringa!!!  >  Urla Marinella guardandole con schifo. Le tre si voltano verso Marinella, la quale ha ancora la siringa in mano.
<  Roberto!  >   Lo richiama la madre.
<  Dovreste vergognarvi!  Cristina, Riccardo, andiamo a casa!  > Dice  Marinella richiamando i propri figli. Una volta andati via, le tre donne danno sfogo alla loro rabbia.
<  Ma chi si crede di essere?!  >  Sbraita la Signora Maria Pia.
<  Questa situazione è andata troppo oltre!  Dobbiamo parlare con le maestre!  >

 
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È sera.  Tony rientra a casa e sente la sua dolce metà borbottare insulti mentre prepara la cena.
<  Pettegole, trippone, vecchie, travestiti!  >  Continua Marinella senza ritegno. Marinella è fatta così, non ha peli sulla lingua.
<  Hey, che succede?  >  Chiede Tony, salutando con un bacio Marinella.
<  Oh, ciao. Non ti ho sentito rientrare …  >  Dice Marinella, mortificata.
<  Con chi sei arrabbiata?  >   Insiste Tony, guardando sua moglie negli occhi.
<  Con il trio dell’Ave Maria!  > 
<  Perché? Cosa hanno fatto?  > 
<   Le solite sparlate …  > Dice Marinella, tagliando corto.
<  Capisco.   >  Tony è amareggiato per ciò che è successo a Marinella.
<  Mentre erano impegnate a sparlare di noi, io impedivo al piccolo Roberto di pungersi con una siringa che aveva trovato per terra!!  >  Spiega Marinella con rabbia.
<   Ti capisco, ma lasciagli parlare! Tanto, cosa potranno mai farci?  >  Chiede Tony, cercando di sdrammatizzare.
<  Non ne ho idea. So solo che sono degli squallidi che non sanno guardare oltre il loro naso!  > Dice Marinella, rassegnata.
<  Lasciali perdere … non vale la pena di arrabbiarsi per gente che predica bene e razzola male.  >  Tony vuole tranquillizzare la moglie e cercare di trasmetterle sicurezza.
<  Sai sempre cosa dire nel momento giusto.  >  Risponde Marinella, abbracciando suo marito.

 
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Il giorno seguente, come sempre alla solita ora , i genitori attendono i loro figli fuori dall’asilo.
Oggi è Tony che aspetta Cristina, sempre guardato male dagli altri genitori! I bambini escono e tutti quanti se ne vanno, tranne Tony, il quale viene fermato da una delle maestre.
< Signor Loquace, vorrei scambiare qualche parola con lei, le dispiace? Può lasciare Cristina con Celeste, non si preoccupi. >  Chiede la Maestra Carla.
 < Certo! perché no? > Risponde Tony con curiosità. Prima di seguire la Maestra Carla, Tony lascia la bambina con la bidella, una signora napoletana robusta sui cinquanta anni.
<  Buon pomeriggio. Posso lasciarvi Cristina solo per qualche minuto? Devo parlare con la maestra in privato.  > Chiede Tony con garbo alla bidella, alle prese con le foglie secche sperse nel cortile. Essendo di origini meridionali, Tony si è sempre rivolto a Celeste usando il “ voi “ come forma di rispetto.
<  Me lo chiedete pure? Nun ci song problèm. Voi site sempe statò accussì gentìl cu me, a differènz e’ chistu brancò e’ cafonì!  Restà cu me, Cristì! Papà mo’ ritornà, deve parlàr cu a’ maestrà.  >
Cristina, a furia di sentirla parlare in dialetto ogni giorno, ha imparato a capire Celeste.
<  Ok. A dopo, Babbo!  >
Tony segue la maestra, la quale, lo conduce nella classe di Cristina. La Maestra Carla si siede dietro alla cattedra e invita Tony a sedersi nella sedia di fronte alla cattedra. Prima di iniziare, la maestra fa un sospiro e toglie i suoi occhiali da vista.
< Signor Loquace, mi dispiace dover dire che lei e sua moglie siete divenuti soggetti di lamentele che ci sono arrivate in questi giorni. >
< Che genere di lamentele? Non capisco ... > Chiede Tony preoccupato.
< Molti genitori si sono lamentati della vostra ... persona, ritenuta poco decorosa. Inoltre, alcuni genitori non accettano che lei si 'vanti' con i loro figli del suo stile di vita ... > Dice la maestra a Tony con tono pacato. Tony, dal canto suo, cerca di mantenere la calma.
< Come se non bastasse, alcune mamme ci hanno parlato di una discussione con sua moglie e ... >
Tony non vuole sentire altro e interrompe bruscamente la Maestra Carla.
< Mi scusi se  interrompo il suo discorso ma lei mi ha intrattenuto qui solo per questo? Per dei capricci da parte di alcuni genitori che passano tutto il giorno a sparlare degli altri invece di preoccuparsi di se stessi e dei loro figli?!  Ogni giorno porto mia figlia al parco giochi e i genitori che giocano con i figli sono veramente pochi e per questo tanti bambini, amici di Cristina, vengono da me ... Inoltre quelle 'signore' che l’hanno disturbata solo per sparlare di mia moglie, molto probabilmente non le avranno riferito che Marinella si era accorta che Roberto, il figlio di una di loro, stava per prendere in mano una siringa mentre la sua cara mamma dava della puttana a mia moglie solo perché ha avuto una gravidanza a sedici anni finita con un aborto spontaneo, senza sapere che quella gravidanza fu il frutto di una violenza sessuale!! >  Conclude Tony alzando la voce.
La Maestra Carla lo osserva con stupore e Tony, rendendosi conto di aver perso la calma, cerca di calmarsi.
< Perdoni il mio sfogo, non è da me perdere il controllo in questo modo. Ma non accetto queste provocazioni! Porto i capelli lunghi, mi piace la musica metal e non vado in giro vestito in giacca e cravatta ma questo non significa che io sia un pessimo padre. Amo i miei figli e ogni giorno gli sto vicino e gli dimostro il mio affetto ... come fa anche Marinella che ha dovuto sopportare il dolore di perdere un figlio a sedici anni; persino oggi che ha messo al mondo tre splendidi bambini, ancora pensa con dolore a quel bambino che non è mai nato ma nonostante questo è ancora una donna piena di amore. Sono fiero di dire che sono suo marito da dodici anni. Questo è tutto ciò che ho da dire, quindi adesso me ne vado. >
 Tony sta per andare via ma la Maestra Carla conclude il colloquio dicendo:
< Sono spiacente di averla trattenuta qui per niente ... Anche io sono un genitore e la capisco. Questo, ahimè, è un paese di provincia! >
Tony guarda la maestra con un aspetto più rilassato.
< Lo so bene, ma non me ne curo. Non sa idea quanto botte ho preso da mio padre, da ragazzo, perché volevo essere ciò che sono oggi. Lui era un carabiniere, un uomo vecchio stile! Ho combattuto una vita contro i pregiudizi perché voglio che anche i miei figli siano sempre liberi di esprimere se stessi anche nelle piccole cose come la pettinatura o i vestiti; questa è l’educazione con la quale io e Marinella vogliamo crescerli. Comunque accetto le sue scuse. A domani.  >
Tony esce dall'asilo, fiero di se. Si dirige verso il cancello dove ad attenderlo c’è Cristina in compagnia della bidella.
<  Grazie, Signora Celeste. A domani.  > La saluta Tony.
<  Arrivederci, Signò! Ciao, piccirilla.  > Ricambia la bidella, salutando anche Cristina.
<  Ciao, Celeste!  >  La saluta Cristina prendendo la mano del padre.
I due si dirigono verso il parco e la bambina, con grande curiosità, chiede al padre:
< Babbo, cosa ti ha detto la Maestra Carla? >
Tony prende in braccio la sua piccola e la stringe a se.
< Mi ha detto che sei brava e che ti comporti sempre bene! >  Le dice con profondo amore paterno.



                                                                                                                   
FINE




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