BOX
HUMAN
CAPITOLO
9
CHI
HA DETTO VARIA?
“VOOOOOOI!
Bastardo di un Boss! Siamo sotto attacco e tu resti qui in
panciolle?!”
Squalo
entrò di volata nella stanza, salvo trovare il proprio Boss
addormentato placidamente – e scompostamente come al suo
solito –
sul trono, con in viso un'espressione riassumibile in “Osa
svegliarmi e te la faccio pagare”, segno
che di quell'attacco, o presunto tale, a lui non importava poi
granché.
Quando
accadevano cose del genere, a Squalo saltavano sempre i nervi.
Un
conto era attaccare loro per primi, come Squadra Assassina
Indipendente non si facevano poi molte remore su chi attaccavano e
come lo attaccavano, ma un'altra era subire passivamente
un'aggressione; e lui, il Varia della Pioggia - che a malapena
sopportava di essere passivo sotto le lenzuola - non era molto
propenso a lasciar le cose così.
“VOOOOOOOO!
Me la pagherai!” ringhiò lui, voltandosi verso la
porta – era
consapevole che Xanxus non sarebbe stato disponibile - “Se ti
ritrovi un petardo sotto il culo, non verrò ad
aiutarti!” gridò
esasperato.
Mentre
usciva, venne colpito alla testa dall'ennesimo bicchiere di tequila
ma era troppo furioso anche solo per incazzarsi ancora e quindi,
borbottando, era uscito in corridoio coi capelli grondanti di
liquore, i pugni stretti e la faccia livida: prima le loro Box che
sparivano nel nulla come neve al sole, poi i mocciosi in Giappone che
piagnucolavano per lo stesso motivo, una decisa ripassata ai loro
nemici che aveva ringalluzzito un poco il morale generale e ora
quell'attacco strano.
Perché
era proprio strano il fatto che, all'improvviso, tutti gli allarmi
del loro Quartier Generale avessero preso a suonare come forsennati
–
e con tutti, intendeva proprio tutti, anche quelli delle singole
stanze private – e che fossero state rilevate svariate Fiamme
lungo tutto il perimetro.
I
loro sottoposti erano stati mandati avanti ma praticamente nessuno
aveva ancora fatto rapporto e forse non ne erano neppure in grado:
“Smidollati!” sbottò mentre correva
verso il portone principale,
“Farsi ammazzare in questa maniera!”.
“SQU-CHAN!”
Lussuria
lo accolse gioviale in tenuta da combattimento – con lui
c'era Levi
– e con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia:
“Finalmente possiamo divertirci un po'.”
flautò lui, “Era una
mattinata proprio noiosa!”.
Levi
guardò impaziente alle spalle di Squalo, il quale lo
colpì con un
pugno sul fianco: “Il Boss Bastardo non ha intenzione di
muovere il
suo culo, è inutile che lo aspetti.”
brontolò ancora irato.
“Se
ne occuperà il sottoscritto allora,
uishishishishi.” Belphegor
sbucò da dietro la schiena di Lussuria giocherellando con la
propria
tiara: “In effetti potrei anche sterminare tutti i nemici con
una
mano sola.”.
“VOOOOOOOI!
Non dire minchiate Belphegor!” lo rimproverò
Squalo: “E vedi di
seguire i miei ordini oppure ammazzo te la prossima volta!”.
“Susu,
Squ-chan, calmati oppure ti si alza la pressione.” sorrise
Lussuria, evitando agilmente uno dei coltelli di Bel lanciato
distrattamente contro Squalo mentre lui si trovava casualmente sulla
sua traiettoria.
All'improvviso,
il boato di un'esplosione estremamente vicina e il rinculo di aria
calda li colpì mozzandogli il fiato: il gruppo venne
sbalzato via e
solo con una buona dose di agilità e prontezza di riflessi
tre di
loro su quattro riuscirono a non sbattere rovinosamente a terra.
Il
quarto era un Varia del Fulmine che si rialzò visibilmente
incazzato
e impolverato.
“Non
fate mosse inconsulte.”.
La
voce profonda di Mammon precedette il suo arrivo fluttuando sulla
testa di Bel.
“Dove
cazzo eri?!” gridò Squalo.
“A
sbrigare delle faccende. Reborn mi ha comunicato che le Box del
Decimo e dei suoi sono tornate in una nuova veste e questo attacco
improvviso potrebbe essere collegato.”.
Mentre
Levi, imprecando, si rialzava e tutto attorno a loro si udivano
grida, strepiti e ordini, per un attimo il tempo sembrò
fermarsi per
i Varia.
“Cosa
vuol dire che “sono tornate in una nuova
veste”?” chiese Bel.
“Vuol
dire, principe cretino, che ci siamo fatti a piedi mezza penisola per
tornare qui e vederci accogliere così non è stato
piacevole.”
Sette
erano gli esseri umani comparsi nel baluginio delle Fiamme che li
avevano ammantati, probabili responsabili di quel casino e di
quell'attacco.
Sette
tizi che quasi sicuramente avevano desiderio di morire lì,
ragionò
Squalo, che si posizionò in guardia, pronto all'attacco.
“Cosa
ti ho detto?” la voce di Mammon lo raggiunse poco prima del
calcio
del piccolo Arcobaleno: “Non fate mosse
inconsulte.”.
“VOOOOOOOOI!
Sono intrusi, Mammon! Non fare il codardo!”
strillò la Pioggia.
“Bester,
cazzo! Te l'avevo detto che ci saremmo messi nei casini!”
“Avresti
preferito restare in quel buco di paesello puzzolente
anziché
tornare a casa?!”
“Shishishi,
però sarebbe stato meglio annunciarci.”
“Non
abbiamo neppure fatto fuori nessuno dei vostri, dovrebbero darmi un
premio per la pazienza! Erano irritanti da star male e avrei voluto
rifarmi gli zoccoli su di loro!”
“Kuuuuuuuuuu,
smettetela di litigare, dobbiamo chiarire questo equivoco!”
“Pennuto,
TACI!”
Il
battibecco generale durò una manciata di minuti, minuti
durante i
quali i Varia erano rimasti basiti dalla situazione e conclusosi
perché quella che pareva essere l'unica donna del gruppo
aveva
emanato delle purissime Fiamme del Fulmine attaccando i propri
compagni e lasciandoli a terra frastornati.
Soddisfatta,
lei mosse un passo in avanti, squadrò il piazzale con
espressione
truce e poi i suoi occhi s'incantarono su Levi.
Di
botto, il suo sguardo assassino divenne miele ed ella si
lanciò in
braccio al massiccio uomo: “Levi-tesoro!”
strillò istericamente,
cingendogli il collo con le braccia sottili, “Mi sei mancato
tantissimo!”.
Le
piccole scintille che ancora le percorrevano i capelli lunghi e color
petrolio colpivano ritmicamente Levi, che ricambiò
goffamente
l'abbraccio, incerto su cosa fare.
“Livya...
Dannata...” rantolò qualcuno dei suoi compagni
ancora sotto i
postumi della violenta scossa, qualcuno con lunghi capelli bianchi e
con l'espressione truce alla Squalo; quest'ultimo lo fissava con la
bocca semi-aperta per lo stupore, al punto che il suo presunto
gemello perduto, sogghignando, lo apostrofò con un poco
gentile
“chiudi la bocca o ti entrano dentro le mosche”
prima di
rialzarsi e salire con gli anfibi sporchi sul corpo semi-privo di
sensi di un altro con corti capelli bianchi e una coroncina che si
spezzò senza pietà come un rametto secco.
“Alo!
Ti sembra il modo?!” gridò la ragazza, balzando
giù dalle braccia
di Levi: “Mink ci teneva a quella sua coroncina,
perché gliela hai
rotta?! Se poi piange, Bester s'incazza con te! Sai che non gli piace
quando maltratti il piccolo!”.
Un
secondo dopo, il grido assordante di un bambino che faceva i capricci
perforò le orecchie di tutti i presenti mentre il ragazzino
– non
poteva essere più grande di Belphegor stesso – che
era stato
calpestato, veniva prontamente abbracciato da un altro tizio, con una
lunga e vaporosa chioma biondo cenere dalle vivaci méches
blu
elettrico.
“Vogliamo
calmarci tutti?” chiese un altro di loro, biondo, vestito con
quella che pareva una divisa scolastica all'inglese completa di
blazer, che emanava tranquille Fiamme della Pioggia.
Tutto
il risentimento e la rabbia, da ambo le parti, svanirono come se non
ci fossero mai stati.
“Voi
chi siete?” domandò infine Squalo con voce
sbalordita.
“Signore,
il mio nome è Alo e loro sono i miei compagni. Siamo le
vostre
Box.”.
Un
attimo di silenzio e poi...
“Ci
state prendendo per il culo, vero?”.
§§§
Xanxus
venne svegliato poco gentilmente da qualcuno che gli era balzato
addosso con impeto, mandandolo a ruzzolare a terra giù dal
trono;
spalancati gli occhi, la prima cosa che vide fu una folta
capigliatura bianca striata di lucido nero ebano e un sorriso
completo di canini sporgenti come quelli di un felino.
“BOSS!”
gridò il singolare aggressore: “Sono
così felice di vederla!”
aggiunse, accoccolandosi sulla sua pancia.
Invece
di scacciarlo via in malo modo e magari anche riempirlo di botte fino
a fargli passare la voglia di fare certe cose, Xanxus restò
qualche
secondo con la mano alzata poi la riabbassò e
ricambiò l'abbraccio
meccanicamente.
Emanava
Fiamme del Cielo e Fiamme della Tempesta, non poteva essere un caso,
e anche lui che sul fronte intellettuale non dimostrava essere
estremamente sagace, aveva capito che qualcosa che non andava c'era.
“Bester
è così felice di vederla!”.
Bester...?
Bester
come la sua...?
Bester...?!
“Boss,
sono io! Posso assicurarglielo! Ecco, si sdrai sul mio fianco. Non
sarà comodo come quando avevo il pelo ma...”
Il
Capo dei Varia scattò e i ruoli si invertirono, Bester venne
placcato con le spalle a terra e Xanxus sopra di lui con gli occhi
pieni di furia.
“Dove
cazzo siete stati?!” ringhiò.
“Oh
beh... Prima ci hanno rubati...” iniziò la Ligre,
sbadigliando:
“Poi ci siamo ritrovati umani e nudi in un laboratorio.
C'erano
anche degli altri oltre a noi; ci conosciamo tra di noi Box e posso
giuuurare che fossero le Box della Decima, il piccolo Natsu
è stato
modellato su di me, è come se fosse il mio piccolo e tenero
fratellino. Ma loro dormivano e comunque non sono rimasti molto con
noi.”.
Bester
era spaventato.
Certo,
non come quando si era ritrovato improvvisamente un ibrido
perchè
ehi, il suo Boss era stato abbastanza ubriaco da immettere entrambe
le sue fiamme nella Box al punto da cambiare la sua struttura fisica
ma poco ci mancava.
Il
piccolo recinto confinante col loro, che fino a poco prima aveva
tenuto in animazione sospesa i corpicini di Natsu e dei suoi adesso
era vuoto, i suoi compagni erano privi di sensi e lui era l'unico che
poteva eventualmente combattere per difendere sé stesso, Alo
e gli
altri, Scuderia e Alfin compresi, i quali erano abbandonati a pochi
passi da loro nella zona di contenimento che era stata approntata
apposta per evitare che potessero usare le Fiamme.
Aveva
un mal di testa fotonico e tanta voglia di azzannare qualcuno alla
gola.
Ricordava
a malapena il momento in cui si era risvegliato per la prima volta:
braccia e gambe al posto delle sue quattro zampe, un freddo insolito
data la mancanza del proprio folto pelo e soprattutto la
possibilità
di parlare, da subito sfruttata per insultare e bestemmiare alla
ricerca di qualcuno abbastanza stupido da dargli retta ed incauto da
liberarlo.
Ma
nessuno si era scomodato, oggi così come allora.
Ora
era veramente solo e sfiduciato.
“Poi
siamo riusciti a liberarci, non so come, e abbiamo raso al suolo
tutto. Saresti stato fiero di noi! Anche quel ronzino e il pesce ci
sono stati d'aiuto.” precisò Bester.
Senza
dire nulla, Xanxus si alzò, dirigendosi verso l'elegante
armadietto
dei liquori: ignorò i bicchieri e strappò coi
denti il tappo del
whisky inglese stravecchio che serbava per le grandi occasioni.
La
bottiglia si svuotò per metà e il liquido
gorgogliò lungo
l'esofago fino allo stomaco in una manciata di secondi netta.
§§§
Quando
Bester guidò Xanxus fuori dalla stanza verso la sala
principale
della base, il Boss dei Varia sembrava parecchio di cattivo umore.
Ambedue
giunti lì, e trovati i rispettivi compagni, più
Scuderia ed Alfin
che restavano in un angolo, vennero accolti da grida e strepiti degni
di una stalla, con Mink e Bel che si adoperavano a fare i peggio
scherzi ai danni di Alo e del suo padrone.
“Alzate
il culo.” intervenne Xanxus.
“Dobbiamo
andare.” soggiunse Bester.
“VOOOOOOOOI!
E dove dovremmo andare?!”
Padrone
e Box si scambiarono un'occhiata, poi...
“Prima
dai Cavallone a riportare il ronzino e poi a cercare quelli del CEDEF
per il pesce.” ribattè Bester.
“IO
NON SONO UN PESCE!” gridò Alfin esasperato.
“Come
no?” rise Belphegor, mentre giocherellava a mettere la
propria
tiara in testa ad un allegrissimo Mink: “Hai la
pinna!”
“Non
ho finito.” Xanxus era estremamente livido in viso e pronto
ad
esplodere: “Dobbiamo poi andare in Giappone. Ordini del
Nono.”.
“Che
bello! Andiamo a salutare Tsu-chan?” chiese Lussuria.
NOTE
DEL LEMURE
Capitolo
breve rispetto agli altri ma so che in molti attendevano questo
incontro – e ancora non avete visto nulla – mentre
per le
disavventure di Tsuna e compagni più le Box dovrete
aspettare ancora
un pochino ino.
Soprattutto
so che volete sapere che regalino sia stato fatto
ad Hibari e
da chi.
Il
10 arriverà il più presto possibile.
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