Capitolo 1
Molti mesi
erano passati dal giorno della prima “riunione” dei
Maestri della Luce e
altrettanti erano passati dal momento in cui i sei ragazzi erano
diventati
famosi. E ben presto, i sei Guerrieri si erano resi conto della
difficoltà di
gestire tutta quella fama. Girare per le strade della città
o anche semplicemente
andare a scuola era diventato un’impresa. Finiva sempre che
sbucava fuori
qualche ragazzo che chiedeva loro l’autografo o qualche
giornalista che
insisteva per fare loro l’ennesima intervista. I loro volti
erano anche apparsi
su numerose riviste ed erano stati scritti decine di articoli. Erano
diventati
delle star, ma, allo stesso tempo questo aveva reso più
difficile
l’organizzazione di altri momenti tra loro.
Ognuno di loro
aveva reagito in modo diverso: tra tutti, Mai sembrava
all’apparenza quella che
aveva metabolizzato meglio l’inaspettato ed enorme successo,
forse grazie al
fatto che era già stata famosa. Che fosse vero o no, era
quella che meno
sembrava essere stata destabilizzata dal tutto: andava a scuola,
gestiva “Parole Violette”,
trovava sempre il
tempo per chiamarli o organizzare pomeriggi da passare tutti insieme e
aveva
ripreso a seguire il corso di arti marziali che aveva già
frequentato negli
anni passati. Molte volte gli altri Maestri della Luce si erano chiesti
come
facesse. Il tutto accompagnato da una nuova pettinatura: al posto dei
codini,
Mai lasciava quasi sempre i capelli sciolti, capelli che aveva
cominciato a far
crescere. Infatti le ciocche più lunghe avevano
già superato le spalle e la
ragazza, seppur non avesse detto a nessuno il motivo, non sembrava per
nulla
intenzionata a tagliarli.
Dan, invece,
era quello che aveva accolto più positivamente il successo:
rimpiangeva un po’
la vita di prima, ma era più che mai convinto che sarebbe
stato utile per la
loro causa. Non sempre era riuscito a gestire il tutto, con vari
ritardi che
Mai puntualmente gli aveva rinfacciato. Dall’altro lato,
però, Dan era riuscito
ad insegnare alla sorella Hinata come si giocava a Battle Spirits,
evitando
altri pomeriggi in cui la piccola lo obbligava a giocare alle bambole
con lui.
E, per il resto, Dan era rimasto Dan, come era rimasta tale la sua
più grande
passione: Battle Spirits. Infatti, partecipava ad ogni torneo possibile
e non
perdeva attimo per sfidare gli altri Maestri della Luce. La maggior
parte delle
volte, però, il suo sfidante era Yuuki, che non si tirava
mai indietro, anzi: i
due sembravano aver tutta l’intenzione di non far finire mai
la serie di sfide
e rivincite iniziata in quel giorno di settembre.
E il Guerriero
Bianco come aveva preso il successo? Tra tutti, forse, era quello che
gli era
rimasto più indifferente. Ma, allo stesso tempo, era quello
più determinato ad
affiancare Dan nelle varie interviste con i giornalisti: entrambi
pronti a
difendere a spada tratta Gran RoRo e, principalmente Yuuki,
l’onore di Kajitsu.
Quello che, però, sollevava gli altri era il fatto che Yuuki
stesse cercando di
ricostruirsi una vita, nonostante tutto e nonostante un velo di
malinconia non
abbandonasse mai il suo sguardo. Ma a questo, ogni volta che potevano,
ponevano
a rimedio gli altri, organizzando varie uscite collettive. E poi
c’erano,
appunto, i duelli con Dan: ormai, tutti gli altri, avevano rinunciato a
tenere
il conto delle sfide reciproche che i due Maestri della Luce si erano
lanciati.
Clarky
continuava la ricerca della sua anima gemella. Nonostante storcesse il
naso
ogni volta che i gruppi di ragazze gli venivano incontro, aveva preso
filosoficamente la cosa: chi poteva dire che tra quelle ragazze non si
celasse
anche la sua? E così sorrideva ogni volta, sospirando
tristemente poi, quando
vedeva che neanche quella volta l’aveva incontrata. Per il
resto, Clarky aveva
accettato di buon grado le difficoltà del successo,
dopotutto, come diceva lui,
que cera cera: c’est la vie.
C’erano
poi i pomeriggi trascorsi con il fratello Andrew che, come Kaoru la
sorella di
Mai, qualche volta si era anche unito alle uscite dei Maestri della
Luce: con
le immancabili “dimostrazioni” di Andrew su come si
conquistasse una ragazza...
Hideto aveva
ripreso la sua collezione di carte e gli altri Maestri della Luce
dubitavano ci
fosse qualcuno con una raccolta più completa della sua.
Anche se ogni tanto,
bonariamente, gli altri gli dicevano che avevano paura che lui di notte
venisse
a rubare le loro carte X-Rare. Accanto a questo, Hideto aveva molta
più fiducia
in sé ed era molto più sicuro. Il fatto che quei
quattro bulli non lo
prendessero più di mira era stata la ciliegina. Anche se,
poi, Hideto non aveva
avuto nessuna intenzione di approfondire la sua amicizia con loro. Gli
bastavano i Maestri della Luce. E poi passava un sacco di tempo anche
con il
nonno che, nonostante l’età, ogni tanto gli
chiedeva di fare una sfida con lui.
E poi
c’era
Kenzo. Il piccolo del gruppo aveva dimostrato una volta di
più le grandi
capacità del suo cervello. Oltre ad essere il migliore della
sua scuola, gli
era stata anche offerta la possibilità di partecipare ad una
sorta di
“tirocinio” nelle principali equipe di scienziati
del paese… cosa che lo aveva
mandato in visibilio. Ma, nonostante questo, cercava di esserci sempre
agli
incontri con gli altri. Anche i rapporti in famiglia erano migliorati e
Kenzo
stava lentamente riscoprendo il rapporto con la madre, che era sempre
stata
troppo impegnata per dedicare molto tempo a lui. Non che le cose
fossero andate
sempre al meglio, ma Kenzo era più che mai deciso a
riprendersi i propri
genitori: alla faccia di banche e politici.
E
così era
arrivato Natale, che i sei Maestri della Luce erano riusciti a passare
tutti
insieme, anche se la cosa aveva suscitato più di una
difficoltà. Ma, alla fine,
grazie anche alla collaborazione dei coniugi Hyoudo, erano riusciti a
passare una
giornata memorabile con anche le loro famiglie. Il Natale
più bello che
avessero passato tutti loro. Molto confusionario, ma bellissimo. Hinata
era
riuscita a sfinire tutti, ma alla fine era crollata addormentata sotto
l’albero
sognando i regali della mattina dopo. Mai aveva dribblato con grande
nonchalance qualsiasi cosa che potesse ricordare anche vagamente il
vischio,
soprattutto quando nelle vicinanze c’era un certo Maestro
della Luce dai
capelli rossi. Hideto e Kenzo si erano sfidati a qualsiasi videogioco
immaginabile. Clarky aveva animato la festa con i suoi trucchi (anche
se ogni volta
guardava tristemente lo stesso vischio che Mai evitava). Dan e Yuuki,
che era
stato preso in simpatia dalla famiglia Bashin, avevano fatto il loro
ennesimo
duello, sordi agli sbuffi esasperati degli altri Maestri della Luce. E
infine,
Kaoru e Andrew si erano conosciuti un po’ meglio.
Poi era
arrivato Capodanno, trascorso anche quello nel confusionario e allegro
clima
creato dalle cinque famiglie dei Maestri della Luce. Ed era
così iniziato un
nuovo anno, il 2009. Anno che si prospettava come il precedente, se non
meglio:
perché era quello il primo anno che vedeva
dall’inizio la loro amicizia. Finì
l’inverno e iniziò la primavera. E tutti insieme
festeggiarono la fioritura dei
ciliegi. In quell’occasione, Clarky e Mai, i cui capelli
viola avevano ormai raggiunto
le scapole, avevano affermato (ridacchiando e beccandosi le occhiate
omicide
dei rispettivi fratelli) che c’era qualcuno che passava, da
qualche mese, un
po’ troppo tempo insieme.
Nel frattempo,
un altro anno scolastico stava per finire. E per questo, un pomeriggio
di
maggio, i sei Maestri della Luce organizzarono un’uscita
insieme. Era stata
Mai, come tante volte, a proporlo con la motivazione che dovevano
festeggiare
l’imminente fine della scuola. Alla fine delle lezioni,
perciò, i sei ragazzi
si diedero appuntamento vicino all’edifico dove, circa un
anno prima, c’era
stato il Torneo di carte che aveva dato il via alla loro avventura. Una
volta
arrivati tutti, con Dan che era riuscito ad arrivare puntuale e non
aveva dato
a Mai la possibilità di rimproverarlo, i sei ragazzi si
diressero verso una
gelateria. La prima meta del pomeriggio.
Perché
i sei
ragazzi erano pieni di progetti, incuranti dei giornalisti e dei fan
che li
assediavano. E anche quel giorno, seduti al tavolino della gelateria,
iniziarono
a discutere del progetto che più premeva loro:
l’organizzazione dell’estate. La
loro idea era riuscire a pianificare una vacanza da passare tutti
insieme, come
minimo una settimana. Era per questo che, ogni volta che potevano,
discutevano
su quale sarebbe potuto essere la meta ideale: mare o montagna? Non
riuscivano
mai a decidersi, continuando a trovare pro e contro per entrambe le
destinazioni.
Mai
sbuffò. “Ma
perché non andiamo in entrambi i posti?”
Clarky sorrise
divertito. “Mai, non sappiamo neanche se riusciremo a
convincere le nostre
famiglie per una settimana…”
Dan si
inserì
nel discorso. “Ma perché ci dovrebbero essere
problemi? Siamo stati per mesi a
Gran RoRo e non ci è successo nulla… cosa
dovrebbe succederci in una settimana
di vacanza?”
Mai si
voltò
verso di lui ironica. “Vorrei ricordarti che non siamo
propriamente andati a
Gran RoRo con il permesso dei nostri genitori.”
Kenzo
leccò il
suo gelato pensieroso. “Cerchiamo di vedere la cosa
obbiettivamente. Yuuki sarà
maggiorenne quest’estate… e poi nel caso possiamo
trovare qualcuno che ci
accompagni.”
Clarky
ridacchiò
voltandosi verso Mai. “Io avrei una mezza idea. Mai, sei
d’accordo anche tu che
se invitiamo Andrew e Kaoru loro non dicono di no?”
Mai
scoppiò a
ridere. “Ci metto una mano sul fuoco!”
Hideto, che
fino a quel momento si era dedicato a gustarsi il gelato e a sistemare
nell’album una nuova carta, alzò lo sguardo e
guardò i due scuotendo la testa.
“Siete
peggio
di due vecchie pettegole!”
Mai
alzò le
spalle ridendo. “Perché? Stiamo loro dando una
mano!”
Clarky
annuì
sorridendo. “Già, diamo loro la
possibilità di stare insieme… dovrebbero solo
ringraziarci!”
Kenzo, come
Hideto, scosse la testa rassegnato. “Vorrei vedervi se
fossero loro ad
organizzarvi il matrimonio!”
Clarky lo
guardò sbuffando. “Guarda che mio fratello mi
chiede da quando ho cominciato ad
andare all’asilo se ho incontrato la mia anima
gemella!”
Dan
spostò lo
sguardo su ciascuno degli altri, perplesso. Continuava a chiedersi come
fossero
riusciti a passare dall’organizzazione della vacanza alle
chiacchiere sulla
possibile storia tra i fratelli di Mai e Clarky.
“Ragazzi…
ma
non eravamo venuti qui per parlare d’altro? Che cosa vi
interessa della
possibile storia d’amore tra Kaoru e Andrew?”
Mai si
voltò
verso di lui, fissandolo per qualche istante. Poi si voltò
stizzita.
“Lo
sappiamo
Dan, che tu di queste cose non capisci un’acca… ma
non esiste solo Battle
Spirits!”
Dan
fissò
sbalordito la reazione di Mai, voltandosi verso Yuuki, seduto accanto a
lui.
“Ma
che ho
detto?”
Yuuki stava
per
dirgli qualcosa, quando la sua attenzione venne attirata dal movimento
di
qualcuno dall’altra parte della strada. Qualcuno che altri
non era che un
gruppo di giornalisti. Prevedibili come sempre. Il ragazzo si
voltò verso gli
altri.
“Abbiamo
visite.”
A quelle
parole, tutti si voltarono e quasi tutti sbuffarono: i giornalisti
sapevano
essere veramente irritanti. Ma ancora non si erano stufati di
intervistarli?
Continuavano a chiedere loro le stesse cose: mica potevano cambiare
risposte
solo per farli contenti... I sei Maestri della Luce finirono
velocemente quel
che rimaneva dei loro gelati e si alzarono: la miglior difesa era
l’attacco.
Mai parlò per tutti.
“Rispondiamo
alle loro domande il più velocemente possibile,
così sono contenti e se ne
vanno… poi troviamo un altro posto dove poter parlare in
pace!”
Gli altri
annuirono e uscirono dal gruppo di tavolini della gelateria. Non fecero
neanche
pochi passi che vennero raggiunti dal gruppetto di giornalisti: quattro
microfoni,
quattro telecamere e due macchine fotografiche vennero puntati verso di
loro.
Non restava che far buon viso a cattivo gioco. Nella speranza che se ne
andassero presto.
“Maestri
della
Luce, possiamo farvi qualche domanda?”
“Come
gestite
la vostra vita da star?”
Mai li
guardò
sorridendo sarcastica. “Come la scorsa settimana, direi.
Però potreste anche
trovare domande un po’ più originali!”
I giornalisti
non sembrarono prestare molta attenzione all’accusa di
monotonia. E subito
un’altra domanda venne rivolta ai sei ragazzi.
“Siete
contenti
di essere tornati sulla Terra o dopo tutti questi mesi sentite
nostalgia per il
Mondo Altrove?”
“Ci
tornereste?”
A quelle
domande fu Dan il primo a rispondere con entusiasmo. “Certo
che ci piacerebbe
tornare a Gran RoRo. Qui ci sono tutte le nostre famiglie e i nostri
amici,
però Gran RoRo ci manca. Però sappiamo che un
giorno Magisa riaprirà i
portali!”
Kenzo
annuì.
“Certo, come ha detto Magisa: quando in entrambi i mondi si
supererà la paura
iniziale… i due mondi verranno riuniti!”
Un altro
giornalista si fece avanti. “Questo non potrebbe comportare
dei pericoli alla
Terra? Gli abitanti del Mondo Altrove possiedono dei poteri con cui
potrebbero
cercare di dominare la Terra…”
Yuuki li
fissò
ironico. “A parte il fatto che sono stati gli esseri umani a
dominare Gran
RoRo… se si riuscirà a creare un rapporto di
collaborazione, non ci sarà nessun
pericolo. Per nessuno.”
Clarky
annuì
sorridente. “Dopotutto siamo tutti popoli
civili…”
“Non
vi siete
mai pentiti delle scelte che avete fatto?”
Quella domanda
prese alla sprovvista tutti e sei i ragazzi che si voltarono perplessi
verso il
giornalista che aveva fatto la domanda. Come potevano essere pentiti di
essere
diventati Maestri della Luce o di essere stati pronti a fare qualsiasi
cosa per
salvare la Terra e Gran RoRo? Dan fu il primo ad esprimere i dubbi di
tutti.
“Pentirci?
Perché? Abbiamo salvato Gran RoRo e la Terra dal Re del
Mondo Altrove…”
Il giornalista
non sembrava aver intenzione di desistere. “Il Re del Mondo
Altrove aveva
promesso alla Terra il Sistema dei Nuclei.”
La giornalista
accanto a lui annuì. “Esatto. E aveva mostrato
allo stesso presidente le grandi
potenzialità e i vantaggi di quel potere… lui
stesso lo ha affermato in
un’intervista dopo la vostra vittoria.”
Kenzo
cercò di
parlare poco convinto. “Si, ma…”
Il primo
giornalista riprese la parola. “Perché avete
deciso di togliere alla Terra
questa opportunità?”
Mai lo
guardò
infastidita. “Ma siete sordi? I due mondi non erano ancora
pronti per
convivere!”
Il giornalista
non badò al tono battagliero del Guerriero Viola.
“Ci sarebbero potuto essere
altre alternative… e simili decisioni sarebbero state
più adeguatamente
discusse in altre sedi, come l’ONU. Non da un gruppo di
ragazzi.”
Clarky li
guardò scioccato. “Ci state accusando di aver
preso una decisione
superficiale?”
Il giornalista
li guardò tranquillamente. “Sto solo dicendo che
forse le cose sono successe un
po’ troppo in fretta… visto che siete stati voi,
degli essere umani, a liberare
Gran RoRo, avreste potuto chiedere questo favore al Mondo
Altrove.”
Yuuki
fissò il
giornalista con uno sguardo indecifrabile.
“Dopo
tutto
quello che gli esseri umani avevano fatto al Mondo Altrove,
l’umanità non aveva
nessun diritto di chiedere favori. E in ogni caso il Sistema dei Nuclei
avrebbero
comunque potuto non funzionare senza il Nucleo Progenitore.”
I Maestri
della
Luce erano rimasti allibiti di fronte a quelle domande. Speravano che
le loro
risposte avessero convinto quei giornalisti. Ma subito si resero conto
che non
ci erano riusciti.
“Dunque
non vi
sentite in colpa di aver impedito una risoluzione dei problemi
ambientali e
sociali della Terra? Voi in ogni caso avete guadagnato il
successo…”
I sei ragazzi
sgranarono gli occhi: stavano accusando loro di essere la causa dei
problemi
della Terra? Kenzo insorse fissandoli arrabbiato.
“Ehi,
non
potete dare a noi la colpa! Il Sistema dei Nuclei non può
cambiare le persone!
E non ci interessava di certo la fama!”
Il giornalista
li guardò per nulla convinto. “Sì, ma
voi…”
Mai
puntò le
braccia ai fianchi fissando il gruppo di giornalisti con sguardo deciso.
“Signori,
penso
che le vostre domande terminino qui. Se non avete meglio da fare,
girate al
largo e andate ad importunare qualcun altro!”
Clarky
annuì.
“Sì ragazzi, andiamocene.”
Kenzo, Hideto
e
Yuuki annuirono subito. Dan non sembrava molto convinto di andarsene,
ma Mai lo
prese per un braccio cominciando a strattonarlo. I Maestri della Luce
cominciarono ad allontanarsi. Mai fumava dalla rabbia e
incrociò le braccia
indignata.
“Ma
come si
permettono!”
Hideto si
voltò
verso gli altri stupito. “Chissà perché
ci hanno fatto tutte quelle domande!”
Mai
sbuffò.
“Perché secondo te? Perché ci sono
giornalisti che si divertono a tirare fuori
scandali e idiozie del genere!”
Clarky
annuì
scuotendo la testa. “Probabilmente è come dici
tu…”
Dan li
guardò
poco convinto. “Se rimanevamo, potevamo spiegargli come
è la verità!”
Kenzo scosse
la
testa. “Gente simile non ascolta.”
I giornalisti,
e soprattutto il primo che aveva cominciato a fare quel genere di
domande, non
sembravano però voler demordere. Dovevano aver fiutato un
argomento
interessante.
“Maestri
della
Luce, aspettate! Rispondete ancora a qualche altra domanda!”
Il giornalista
di prima accelerò per raggiungerli e arrivò a
pochi passi da loro.
“Come
potete
essere sicuri delle scelte che avete fatto? E come potete essere certi
che gli
abitanti del Mondo Altrove non potrebbero in nessun modo essere un
pericolo?”
I sei Maestri
della Luce si fermarono tornando a voltarsi. Dan fece un passo avanti
guardando
deciso il giornalista.
“Gran
RoRo non
è un luogo pericoloso! Quante volte dovremo
ripeterlo?”
Il giornalista
non sembrò neanche ascoltarli. “Molte cose possono
apparire in modo diverso,
quando le si conoscono meglio…”
Dan li
guardò
indispettito. “Appunto! E non ci siamo vissuti mesi a Gran
RoRo!”
Prima che
potesse avvicinarsi di più al giornalista, la mano di Yuuki
si posò sulla sua
spalla, fermandolo. Dan si voltò verso di lui.
“Dan
lascia
stare. È inutile.”
Mai
annuì
fulminando i giornalisti con lo sguardo. “Giusto,
andiamocene!”
I Maestri
della
Luce stavano per voltarsi di nuovo, quando il giornalista spinse avanti
di
nuovo il microfono, tirando fuori un argomento che non avrebbe mai
dovuto
tirare fuori.
“Come
giustificate allora la vostra affermazione che Kajitsu Momose non era
un
pericolo? I fatti hanno dimostrato il contrario!”
Yuuki si
immobilizzò. Dan e gli altri si voltarono, fissando stufi il
gruppo di
giornalisti. Questa volta fu Clarky a parlare.
“Abbiamo
già
detto che era stata tutta una messa in scena del Re del Mondo
Altrove!”
Il giornalista
rimase muto un attimo, poi una luce indecifrabile brillò nel
suo sguardo.
“Anche
ciò che
successe dodici anni fa in casa Momose?”
Yuuki a quelle
parole si irrigidì. Gli altri Maestri della Luce sgranarono
gli occhi scioccati:
come aveva fatto quel giornalista a scoprire quella storia?
L’uomo proseguì
imperterrito.
“Secondo
la
documentazione, nel 1997 la casa venne semi distrutta da
un’esplosione. Vennero
coinvolti e persero la vita i vostri genitori, Guerriero Bianco, e
anche alcuni
agenti di polizia. Secondo il rapporto la causa
dell’esplosione è stata
attribuita ad un corto circuito. Strano che però siano
sopravvissuti solo due
bambini…”
Mai fece un
passo avanti, indignata dal tono del giornalista. Sembrava godesse dei
particolari di quella storia.
“Che
cosa vuole
insinuare?”
Dan la
affiancò, più che mai deciso a difendere
l’amico. “Che cosa c’entra questa
storia?”
L’uomo
non
prestò loro attenzione e voltò lo sguardo verso
Yuuki che, ancora immobile,
teneva lo sguardo basso.
“Abbiamo
tutti
visto i poteri di cui era dotata Kajitsu Momose. E se li ha sempre
posseduti, una
bambina di pochi anni potrebbe anche aver perso il
controllo…”
Clarky
affiancò
a sua volta Dan e Mai. “Dovreste vergognarvi di parlare
così di lei!”
Il giornalista
ignorò le sue parole. “Ho fatto delle ricerche a
tal proposito. E ho scoperto
che il giorno dell’esplosione Kajitsu Momose doveva essere
portata in una
clinica specialistica, per scoprire le cause dei strani poteri che
possedeva.
Strano che proprio quel giorno sia avvenuta
l’esplosione… e strano che proprio
quel giorno lei e voi, Guerriero Bianco, siate scomparsi. Non lo
ritenete una
prova più che sufficiente della perico…”
Il
giornalista,
però, non riuscì a finire di parlare. Yuuki,
infatti, era scattato avanti senza
preavviso e lo aveva colpito in pieno viso con un pugno. Gli altri
Maestri della
Luce e gli altri giornalisti sgranarono gli occhi dalla sorpresa e,
questi ultimi,
furono rapidi a inquadrare tutta la scena con le telecamere.
Il
giornalista,
a cui era caduto il microfono, si rialzò tenendosi una mano
sul mento e si
vedeva che era rimasta spiazzato anche lui dalla reazione di Yuuki.
Mentre si
stava per rimettere in piedi, il Guerriero Bianco lo afferrò
per il bavero
della camicia sollevandolo a una decina di centimetri dal viso. I loro
occhi si
incrociarono e il giornalista faticò a reprimere un brivido
di paura. Gli occhi
di Yuuki erano diventati di ghiaccio. Vi si leggeva rabbia, odio, anche
frustrazione. I muscoli delle braccia erano tesi e i tratti del viso
erano
duri, vibranti di collera, le mani stringevano con forza il colletto
della
camicia dell’uomo. Il giornalista deglutì.
“Non
ti
permettere… non ti permettere mai più di parlare
di lei in questo modo…”
Yuuki faceva
paura e anche gli altri giornalisti reputarono più sicuro
non avvicinarsi
troppo. Alcune persone che camminavano lungo la strada si fermarono
guardando
la scena stupiti e incuriositi. I Maestri della Luce, a pochi passi da
Yuuki,
erano ancora immobili, colti alla sprovvista da ciò che era
successo. Non
avevano mai visto Yuuki pervaso da una simile rabbia. Non avevano mai
visto nei
suoi occhi quello sguardo glaciale. Quando però si resero
conto della rabbia di
Yuuki, Mai si portò una mano al viso sgranando gli occhi.
Kenzo e Hideto si
guardarono stupiti. Dan e Clarky raggiunsero Yuuki. I due ragazzi non
sapevano
se Yuuki potesse usare i poteri che aveva mostrato di possedere a Gran
RoRo o
se potesse far apparire la sua spada, dato che i portali con Gran RoRo
erano
chiusi. Ma era molto meglio, soprattutto per il giornalista, non
scoprirlo.
A fatica, Dan
e
Clarky riuscirono a separare Yuuki dal giornalista che
arretrò con gli occhi
sbarrati e senza avere la forza di parlare. Decisamente non sapeva
quanto oltre
si era spinto.
Il Guerriero
Rosso e il Guerriero Giallo tenevano Yuuki per le braccia,
nell’eventualità che
potesse cercare di colpire di nuovo il giornalista. Non che
difendessero
l’uomo, che se lo era cercato, ma era meglio non peggiorare
ancora la
situazione. Yuuki, però, non sembrava voler attaccare di
nuovo il giornalista.
Clarky e Dan non dovevano neanche sforzarsi per tenerlo fermo. Il
Guerriero
Bianco sembrava aver ripreso il controllo di sé, ma
riuscivano a sentire i suoi
muscoli fremere ancora di rabbia. E il suo sguardo, il suo sguardo era
ancora
gelido e furioso. Yuuki respirava lentamente, quasi cercasse di
controllarsi.
Nessuno dei giornalisti aveva ancora detto nulla, limitandosi a filmare
tutto.
Uno dei fotografi si avvicinò al giornalista che continuava
a passarsi una mano
sul guancia.
Lentamente,
Mai
si avvicinò a Dan, Yuuki e Clarky e posò una mano
sulla spalla di Dan. Sembrava
tranquilla, ma si leggeva nei suoi occhi tutta la sua ansia. Ansia e
preoccupazione che era nello sguardo di tutti.
“Meglio
che
andiamo…”
Nessuno degli
altri Maestri della Luce replicò. Lo stesso Yuuki fu il
primo. Liberatosi lentamente
dalla presa di Dan e Clarky, il ragazzo si era voltato e aveva
cominciato ad
allontanarsi senza dire una parola. Uno dopo l’altro, tutti i
restanti Maestri
della Luce lo seguirono. Nessuno dei giornalisti cercò,
quella volta, di
convincerli a rispondere ad altre domande. Mentre i sei ragazzi si
allontanavano, cominciò alle loro spalle un brusio di voci
che stupite si
domandavano e spiegavano che cosa era successo.
Dopo quello
che
era successo, nessuno dei Maestri della Luce aveva più il
buonumore di mezz’ora
prima. E i progetti dell’estate erano caduti nel
dimenticatoio. Senza dirsi
nulla, andarono alla metropolitana e si fermarono in attesa del treno.
Per
tutta l’attesa nessuno spicciò parola. Yuuki
sfuggiva i loro sguardi e gli
altri, del resto, perdevano la forza di parlare non appena incrociavano
gli
occhi ancora sgranati e preoccupati degli altri. Non riuscivano ancora
a
credere a che cosa era successo. In tutti quei mesi non era mai
accaduto niente
di simile. Per la prima volta ebbero paura del loro successo. Ebbero
paura
della loro fama e si resero conto di non esseri in grado di affrontarlo
come le
battagli di Gran RoRo. Per la prima volta, una strana inquietudine li
pervase.
Kenzo continuava a fissarsi la punta delle scarpe, Hideto aveva
iniziato a
mordersi le unghie delle mani, Clarky teneva lo sguardo basso e le mani
in
tasca, Mai continuava a giocherellare nervosamente con una ciocca di
capelli e
Dan continuava ad alternare lo sguardo da uno all’altro.
Yuuki era immobile e
fissava il tunnel della galleria.
Sempre in
silenzio, il gruppo salì sulla metropolitana. Si sedettero
tutti, tranne Yuuki
che non aveva ancora aperto bocca dopo quello che era successo. Gli
altri si
guardarono senza saper cosa fare: erano sconsolati per quello che era
successo
a Yuuki. Sapevano del profondo legame che li aveva uniti e sapevano
quanto
ancora, in fondo, Yuuki soffrisse per la perdita di Kajitsu.
Sinceramente,
ciascuno di loro avrebbe picchiato quel giornalista.
La situazione
non era cambiata quando scesero alla solita fermata. Tutte le volte,
dopo
quelle uscite, andavano a casa di Yuuki dove potevano stare ancora un
po’
insieme senza la presenza di genitori o fratelli più o meno
curiosi. Di solito,
percorrevano quella strada ridendo e chiacchierando sereni di quello
che era
successo loro nei giorni in cui non si erano visti oppure facendo
progetti.
Quel giorno, invece, percorsero la strada che li separava
dall’appartamento di
Yuuki in silenzio, ciascuno sprofondato nei propri pensieri.
Più di una volta,
si chiesero se Yuuki forse non avrebbe preferito che loro non
venissero. Ma non
se la sentivano di lasciarlo solo.
Arrivati al
condominio pochi minuti dopo, Yuuki si diresse senza una parola verso
le scale,
nonostante l’appartamento che la direttrice
dell’orfanotrofio gli aveva
prestato fosse al quarto piano. Nessuno, però, disse nulla o
protestò e
seguirono lentamente Yuuki. Tutta quella situazione era irreale,
assurda.
Sarebbe stato bello svegliarsi e accorgersi che era stato solo un
sogno. Ma non
lo era.
I cinque
ragazzi finirono le ultime scale nel momento in cui Yuuki apriva la
porta. Per
un attimo temettero che il Guerriero Bianco li chiudesse fuori. Non lo
avrebbero neanche rimproverato. Era più che legittimo che
volesse stare solo.
Ma non lo fece. Dopo essere entrato, Yuuki lasciò la porta
aperta e gli altri
furono almeno un po’ sollevati.
Quando
entrarono, videro Yuuki sul balcone e decisero perciò di non
disturbarlo. La
cosa migliore era che si calmasse. Per questo motivo, Mai si diresse
subito
verso la cucina. Gli altri quattro ragazzi si sedettero nel salotto,
lanciando
ogni tanto uno sguardo verso la cucina e verso il balcone. Un paio di
minuti
dopo, si sentì il fischio del tè, Dan si
alzò e andò in cucina. Lì vide Mai che
stava versando il tè nelle tazzine. Lentamente la
affiancò.
“Tutto
bene?
Serve una mano?”
Mai lo
guardò e
annuì. Sembrava che entrambi non parlassero da una vita.
“Perfettamente.
Questa domanda dovresti farla a Yuuki. Però, sì
mi servirebbe una mano.
Grazie.”
Dan
aiutò Mai a
portare di là il vassoio con il tè e un pacco di
biscotti trovati nella
dispensa. Quando arrivarono nel salotto, trovarono il televisore
accesso.
Proprio in quel momento, stava venendo trasmesso l’istante in
cui Yuuki colpiva
il giornalista. Mai, senza esitazione, posò il vassoio e
andò a spegnere il
televisore.
“Credo
che
abbiamo già visto…”
In quel
momento
sentirono la porta del balcone aprirsi. Tutti i Maestri della Luce si
voltarono
di scatto verso quella direzione. Yuuki entrò lentamente. La
rabbia sembrava
averlo abbandonato, ma nel suo sguardo non c’era
più la serenità dei mesi
precedenti. Quando Yuuki si sedette, anche Mai e Dan lo fecero. Per
lunghi
minuti nessuno disse nulla. Poi, fu proprio Yuuki a parlare per primo,
abbozzando un sorriso.
“Credo
di aver
esagerato…”
Non sapevano
il
perché, ma tutti gli altri Maestri della Luce sorrisero di
sollievo. Quasi che
avessero sollevato loro un peso. Mai scosse la testa e mosse una mano.
“Sciocchezze.
Io avrei fatto di peggio!”
Yuuki
alzò lo
sguardo e sorrise. Anche gli altri sorrisero. Clarky annuì
ridendo.
“Hai
ragione
Mai! Quel giornalista se l’è proprio
cercata!”
Kenzo rise.
“Avete visto la faccia che ha fatto? Probabilmente temeva che
Yuuki lo facesse
fuori!”
Clarky
annuì
divertito. “Beh, lo avevo creduto anche io… Yuuki,
non ti avevo mai visto
così!”
Dan si
voltò
sorridendo verso Yuuki. “Mi sa che quel giornalista non
farà mai più domande
simili in futuro…”
Una risata
liberatoria pervase tutti i Maestri della Luce (anche se Yuuki si
limitò a
sorridere). Per fortuna tutto sembrava essersi normalizzato e il peggio
di
quell’episodio spiacevole lasciato alle spalle. Uno dopo
l’altro presero il
proprio tè cominciando a berlo accompagnato dai biscotti.
Finalmente il clima
tra di loro era tornato a distendersi. Dopo qualche minuto, Hideto
guardò perplesso
i propri amici.
“Però…
mi
chiedo una cosa. Perché ha tirato fuori quel
discorso?”
Kenzo
annuì
abbassando la mano che teneva il biscotto che aveva appena morso.
“Già…
vi siete
accorti che facevano di tutto per farci innervosire?”
Dan
annuì
infastidito. “Continuava a ripetere che Gran RoRo
è pericoloso e che noi
abbiamo combattuto per interesse!”
Mai
sbuffò.
“Penso che per certa gente sia genetico… si
divertono a tirare fuori qualsiasi
assurdità pur di creare qualche scoop!”
Clarky si
posò
al divano alzando le spalle. “Probabilmente è un
episodio così… come ha detto
Mai, certi giornalisti di fanno venire spesso questi grilli per la
testa!”
Hideto
scoppiò
di nuovo a ridere. “Sì, però questa
volta i grilli sono stati colpiti in
pieno!”
Di nuovo
scoppiarono a ridere. Il buonumore era tornato. Sì, doveva
per forza essere un
episodio isolato. Bisognava imparare a convincerci quando si era
famosi. Non
dovevano preoccuparsi. Piano piano, i sei ragazzi tornarono a parlare
dei loro
progetti continuando a discutere sulla meta delle loro vacanze.
Quell’episodio
sarebbe presto stato dimenticato e nessun gli avrebbe più
accusati di aver
accresciuto i problemi della Terra. Erano tornati a ridere e ad essere
i
Maestri della Luce. Mai aveva ripreso a rimbeccare Dan per il fatto che
pensava
solo a Battle Spirits, Kenzo, Hideto e Clarky a discutere animatamente
sul
fatto che fosse meglio il mare o la montagna e Yuuki era tornato il
controllato
e serio Guerriero Bianco che avevano conosciuto. Nessuno di loro
pensava più a
quello che era successo poche ore prima.
Ma i Maestri
della Luce non sapevano che un’ombra si stava avvicinando
loro, mentre ignari
ridevano e discutevano delle loro vacanze. Ombre di cui quello che era
successo
era solo l’inizio.
Salve a tutti!
^-^ Rieccomi qui con l’inizio
di un nuovo episodio… e come annunciato cominciano i
problemi. ;) Come pianificato
dal Governo Invisibile, i Maestri della Luce si sono goduti la loro
fama (ho
descritto velocemente i mesi di passaggio, ho ritenuto che avrebbe
fatto solo
perdere tempo… anche se non ho potuto non farmi coinvolgere
un po’ dall’imminente
Natale e descrivere vagamente
come lo
hanno passato. Chissà magari il prossimo Natale
farò una OS natalizia… ^-^). Ma
ride bene chi ride ultimo… e i giornalisti hanno cominciato
ad insinuare dubbi
su di loro (dubbi che presto, come sappiamo, diventeranno accuse). Che
ne
pensate? Aspetto le vostre recensioni! ^-^
Siamo al primo
capitolo, quindi penso
sia meglio non dilungarmi troppo… e quindi passo subito alle
anticipazioni del
PROSSIMO CAPITOLO: i Maestri della Luce, mentre le accuse contro di
loro
crescono, dovranno affrontare le loro famiglie. Che cosa
succederà?
Detto questo, vi
do appuntamento alla
prossima settimana. :) Uno per tutti e tutti per
uno. XD
Hikari/D’Artagnan
P.S: ricordo come sempre
che questa storia è frutto del lavoro mio (scrittura) e di
mio fratello (duelli)... e ovviamente le trame le abbiamo pensate
insieme. ^-^
P.P.S: ho fatto richiesta
di aggiungere come personaggio Clarky! ^-^
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