Ciao!
Ehm... sì lo so che sono passati secoli da quando ho
iniziato questa fiction...ehm...beh, come si dice, meglio tardi che
mai...??
Ringrazio tantissimo chi ha recensito!!! (oOFirelFlyOo, adrienne
riordan, Francesca Akira89, renachan)
A dire il vero l'abbozzo di questo capitolo l'ho scritto pochi giorni
dopo aver scritto l'inizio...ma per vari motivi non l'ho mai completato
fino a stasera... fondamentalmente, mi è venuto uno schifo,
ma davvero non ne potevo più di averlo lì
incompleto, così almeno posso andare avanti con la storia!
Doveva essere un capitolo un po' più movimentato, invece
anche questo contiene riflessioni e spiegazioni... che barba.
(Comunque, i prossimi capitoli per lo più sono
già scritti... quindi in futuro dovrei aggiornare
più velocemente...)
Premesso ciò, buona lettura... spero non vi annoierete
troppo >____<
All'ombra
del castello del cielo
Capitolo II
Kurogane era stufo della piega che avevano preso gli eventi. Beninteso,
non che gli importasse molto del fatto che il mago se ne stesse
perennemente chiuso in casa. Non usciva se non per le compere e per
combattere, la notte.
Le sopracciglia del ninja si corrugarono pericolosamente…
era arrabbiato col mago, tanto per cambiare.
Ma che cosa credeva?! Non era divertente nemmeno per lui stare in quel
paese sconosciuto.
Anche se… doveva ammettere che non gli dispiaceva il compito
che era stato assegnato loro… del resto, lui era un
guerriero ninja, ed era stato addestrato fin da piccolo al
combattimento. Il fatto che stessero combattendo una battaglia che con
loro non aveva nulla a che fare… beh, che potevano
farci? Erano arrivati in questo mondo e in qualche modo dovevano pure
sopravvivere, no?
Quando li avevano arruolati, anzi, si era esaltato all’idea
di tornare sul campo di battaglia…beh, pensò
mentre il cipiglio che già regnava sul suo volto si incupiva
improvvisamente, l’esaltazione era anche passata in fretta
non appena si era ricordato di quel piccolo particolare che era la
maledizione gentilmente lanciatagli da Tomoyo.
“Se ucciderai
qualcuno senza un motivo, la tua forza
diminuirà…”
La katana vorticò nell’aria, selvaggia eppure
precisa. Come poteva astenersi dall’uccidere i nemici? La
guerra è guerra, e chi non uccide viene ucciso. Questa
è la regola… e poi, “senza
motivo” che cosa diamine voleva dire….?!?!
La lama fendeva l’aria furiosamente, e il sudore imperlava il
viso del ninja. Il sole del mezzogiorno estivo batteva senza
pietà sulla radura dove si stava allenando, ma non era il
calore a fargli aggrottare la fronte.
Diamine, se qualcuno cerca di uccidermi, ammazzarlo per salvarmi la
vita a me pare un motivo più che valido! Pensò.
In battaglia, faceva di tutto per arrecare meno danni possibile ai suoi
avversari. Cercava sempre di non colpirli in punti vitali, di ferirli
soltanto – insomma, quel tanto che serviva a metterli fuori
combattimento per un po’. Davvero, cercava di non ucciderli.
Ma non credeva che tutti quelli colpiti dalla sua lama fossero
sopravvissuti.
Non contava il fatto di non averli uccisi sul momento. Quanti di loro
erano morti dissanguati perché non erano stati soccorsi in
tempo? Quanti erano morti perché le loro ferite si erano
infettate?
La katana tornò con un sibilo nel suo fodero. In ogni caso,
la sua forza non sembrava essere diminuita, in quei mesi.
Beh… tanto meglio. E comunque, non era una sorpresa il fatto
che Tomoyo usasse delle parole apparentemente semplici, ma che in
realtà nascondevano un significato ulteriore.
La principessa Tomoyo… maledizione! Lui avrebbe dovuto
essere al castello Shirasagi, in quel momento, a proteggerla, invece
che perdere tempo a viaggiare per le dimensioni…
Anche se quella ragazza era abbastanza forte per proteggersi da sola.
Si rassettò i vestiti scuri che portava e si deterse il
sudore dalla fronte. Cominciava ad avvertire un certo
appetito… avrebbe decisamente gradito un bel pranzetto, a
quel punto… beh, sempre che quell’altro non si
fosse addormentato un’altra volta usando il davanzale della
finestra come cuscino. Che idiota!
Mentre stava per avviarsi sul sentiero che riportava verso la
città, udì un fruscio alle sue spalle.
Un fruscio prodotto da qualcosa di grosso e decisamente non-umano che
tentava di muoversi furtivamente dietro di lui… ma non
c’era speranza di sorprendere così Kurogane. Non
per un oni,
almeno.
Si voltò e sguainò di nuovo la katana, mentre un
sorriso di sfida si faceva largo sul suo volto. Il vero allenamento
cominciava adesso…
L’oni saltò fuori da dietro un cespuglio. Aveva
occhi neri come il carbone, piccoli e sfavillanti di
malvagità, infossati tra le scaglie iridescenti che
ricoprivano il suo muso da rettile. Sembrava una grossa lucertola, con
zampe corte e grosse… beh, una lucertola molto
grossa…
Kurogane sapeva di non doversi far ingannare dall’aspetto
goffo della bestia, perché era molto più agile e
veloce di quanto non sembrasse. E i suoi artigli erano taglienti quasi
quanto la lama della Sohi. Quasi.
Il ninja si scagliò contro il nemico non appena questo
uscì dai cespugli, e la lama della katana si
abbatté sull’oni senza tanti complimenti. Era
arrabbiato, quel giorno. E avere qualcosa su cui sfogarsi non poteva
essere che un bene. Il mostro tentò invano di
contrattaccare, ma l’acciaio della lama si fece largo tra le
scaglie dure come se fossero di burro.
Le foglie del sottobosco crepitarono sotto un’improvvisa
pioggia di sangue.
L’oni stridette di dolore, scagliandosi con tutte le forze
contro il ninja, che si spostò velocemente, evitando
l’attacco.
Kurogane odiava gli oni. Gli oni che gli avevano portato via il padre.
Aveva sempre combattuto quei mostri, così mutevoli nelle
forme – ma mai negli intenti malvagi.
Forse era per questo che, in fondo, non gli dispiaceva la gente di
Yama… anche loro erano costretti a vedersela continuamente
con questi mostri *, come a Nihon.
Gli artigli dell’oni cozzarono contro la Sohi, mentre
Kurogane parava l’attacco, emettendo un rumore sordo.
…era stato contento di poterli combattere ad Oto, anche se
non si trattava altro che di creazioni virtuali… ed era
doppiamente felice di poterli combattere qui, dove erano di carne e
sangue.
La katana saettò e si conficcò profondamente
nella zampa anteriore del mostro; Kurogane la ritirò e
l’oni, sbilanciato, cadde in avanti.
Un solo affondo, e la lama penetrò in silenzio nel collo
della creatura, facendone scaturire un fiotto rosso che
allagò l’erba intorno ai piedi del ninja. Questo
lasciò che il sangue gli lambisse le suole dei pesanti
stivali che calzava. Un oni in meno.
Ciò non cambiava il fatto che quella volta, a Nihon, non
aveva potuto fare nulla. Perché non era forte
abbastanza… Ora poteva uccidere senza fatica gli oni come
quello. Ma a che serviva? Perché lo faceva? …per
il solo gusto di farlo?
Il vero significato della forza… una volta suo padre gli
aveva detto qual era. Non si poteva essere forti tanto per esserlo.
Occorreva avere un obbiettivo da perseguire, qualcosa da proteggere.
…lui proteggeva Tomoyo e il suo castello… ma
c’era davvero bisogno di lui, lì?
Perché, di punto in bianco, la principessa lo aveva mandato
a spasso per le dimensioni?
Forse, era per salvarlo di nuovo…? Stava tornando ad essere
quel mostro che aveva rischiato di diventare anni prima…?
“Io voglio
diventare ancora più forte, il più forte di
tutti! Ecco perché combatto!”
Era il ninja più forte del giappone... sarebbe stato
intrigante partire ed attraversare le dimensioni per affrontare nemici
sempre più potenti… eppure no, non poteva
affrontare ed uccidere nessuno per il gusto di farlo. Doveva stare
attento.
“Non mi
importa di chi muore e di chi sopravvive!”
Beh… di chi avrebbe dovuto importargli, adesso? La sua
famiglia non c’era più. Tomoyo e gli
altri… al momento, erano irraggiungibili. Il ragazzo e
l’altra principessa, poi, erano con la polpettina, ancora nel
mondo di Shura… ugualmente fuori dalla sua portata.
Si avviò verso casa, mentre il suo stomaco gli faceva
presente con insistenza che era ora di pranzo.
E no, non gli importava del mago imbecille.
Qual mago gli faceva una gran rabbia perché non sembrava
conoscere la speranza.
“Ho aspettato
a lungo che qualcuno mi portasse via…”
In effetti, quello che più faceva innervosire Kurogane era
che non poteva fare a meno di chiedersi se, alla fine, qualcuno fosse
arrivato…
Anche il ninja aveva conosciuto la disperazione. Era stato sul punto di
cadere in un baratro senza fondo, aveva rischiato di
impazzire… ma qualcuno era arrivato a salvarlo. Una voce
gentile, una mano che si era protesa verso di lui in quel buio. Che gli
aveva impedito di diventare un mostro.
Il mago gli faceva rabbia perché stava ancora aspettando di
essere salvato. Forse gli faceva rabbia perché gli ricordava
quello che aveva rischiato di diventare.
“Se proprio ci
tiene tanto ad andarsene via, può sempre farlo da
sola!”
“Tu
probabilmente faresti così, Kurotan…”
In realtà, il ninja sapeva bene che quel giorno lui non ce
l’avrebbe fatta da solo.
…c’erano cose che non si potevano fare, contando
unicamente sulle proprie forze…?
>>> <<<
Fay si accorse che Kurogane lo stava guardando. Le pupille color
sangue fisse nelle sue, uno sguardo determinato e tenace. Ma
questa volta, c’era qualcosa oltre alla severità
in quello sguardo. Fay si chiese se davvero il ninja potesse essere preoccupato.
Come sempre, fece ciò che aveva imparato a Celes. Sorrise.
Quel sorriso che sapeva riscaldare il cuore di Ashura-o. Quel sorriso
che avrebbe dovuto essere una magia infallibile per confortare gli
altri… e per farsi scudo dal dolore.
Ma l’unico effetto che ottenne fu di far aggrottare
ulteriormente le sopracciglia dell’altro. Il suo sguardo si
fece più severo… e più preoccupato.
Perché mai la magia di Fay non funzionava, con lui?
Chinò in fretta la testa e si mise a mangiare. Non
tornò a sollevare la testa se non quando ebbe vuotato il
piatto. Pensava che se lo avesse fatto, vedere quegli occhi rossi fissi
su di lui gli avrebbe fatto andare di traverso il pranzo.
--- to be continued ---
*= in RG Veda in effetti il Clan degli Yasha è impegnato a
difendere i confini del regno celeste da questi mostri…
Ho pensato che, visto che a Shura c’è il palazzo
dell’Imperatore celeste, anche Yama avrebbe potuto
rispecchiare un po’ quello che c’era in RG
Veda..ovvero la presenza di questi demoni.
In realtà, ho ripreso solo lo spunto, anche
perché comunque in RG Veda non si spiega approfonditamente
la loro natura e hanno un ruolo tutto sommato marginale nella
storia… sì, insomma, mi sto inventando tutto di
sana pianta…
Volevo fare qualcosa di più splatter nella parte del
combattimento (fondamentalmente per vendicarmi della distruzione
mentale a cui l'Okawa sottopone il mio cervello).. ma io sono negata
per le scene d'azione... Al prossimo capitolo! (che giuro è
già bell'e scritto)
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