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(My
Immortal Life – Mia vita immortale {Chicago 1918 – Forks 2005}
[Certo, ho
sempre saputo di essere immortale, ma non avrei mai immaginato di avere tanto da
raccontare!
Mi ripeto
sempre che la mia esistenza abbia iniziato a poter essere chiamata tale quando
ho conosciuto Bella, ma in realtà, so che non è così. Tutto ha avuto inizio da
quel morso di un secolo fa…]
Prefazione:
(Non è ‘’necessario’’ leggerla per chi volesse passare direttamente al
vero inizio della storia, è solo una breve ‘’presentazione’’ al capitolo, una
flash che introduce il capitolo sei.)
Il sangue
degli umani canta per noi,
e risuona
più melodioso del suon di campane in paradiso.
Non
possiamo far altro che, con un movimento fulmineo,
afferrarle
e prenderlo come dono.
Perché,
forse, è stato creato per noi;
per
alleviare, ma allo stesso tormentare,
quella che
noi chiamiamo esistenza.
Perché tra
vivere ed esistere la differenza è immensa,
eterna
quanto la pena a noi inflitta.
*Disperazione; voglia di sangue*
Avevo
deciso di non voler ascoltare la risposta di Carlisle,
ne
tanto meno la paura e la confusione di Esme.
Così
uscii silenziosamente dal salotto, per rifugiarmi nella mia camera.
Mi
lavai in qualche secondo e mi rivestii con altrettanta velocità.
Passando per la grande finestra scappai da casa mia, per rifugiarmi nel bosco.
Decisi
di andare a caccia anche se non era necessario. Ero ripugnato da quell’idea,
ma
infondo, non c’era altro con cui intrattenersi.
Eppure
era un gesto molto egoista, sacrificare la vita di qualcuno –anche se animale-
per un
mio capriccio.
Sapevo d’essere creatura terrificante, ma non per colei che chiamiamo natura
vampira.
In
vita, o mia vita umana, fui sempre viziato peggio d’un re.
Al
solo schiocco di mie dita il mondo poteva esser accasciato in atroci sofferente
ai miei piedi,
inermi alla potenza dei Masen.
Da
bambino, con mente e corpo infantili, fui stupido.
Chiedevo ogni minimo giocattolo che suscitasse interesse, o anche solo che
apparisse bello e degno d’esser toccato da me. Non fu sempre così.
Quando
crebbi perdetti questo vizio-oscurato in parte dalla sete di gloria-.
I miei
genitori ne furono estremamente contenti, erano persone di buon cuore, e non
amavano infierire su altri. Ma io per loro valevo abbastanza da poter sorvolare
su questo ed esaudire ogni mia richiesta.
Continuai a ricordare il mio passato per un po’, camminando normalmente.
La
corsa l’avrei riservata a dopo. Mentre passavo per un prato fiorito, percepii un
odore.
Sangue;
ma non animale, sangue umano. Un odore terribilmente invitate.
Non
ragionai neppure e con uno scatto m’avvicinai al luogo da dove giungeva quell’odore
sublime. Vidi una bambina a raccogliere fiori, aveva sui cinque anni.
Cercai
di ragionare, di pensare che quella piccola creatura bionda–ramata aveva un
nome,
una
famiglia e degli amici. Non era semplice nutrimento; era una persona.
Qualcosa di cui io non volevo nutrirmi.
Dannazione, sì che lo volevo! Eccome se desideravo cibarmi del suo dolce nettare
scarlatto.
Strinsi
i denti e pensai a Carlisle, a come mi aveva accolto. Lo stesso modo in cui
avrebbe accolto la povera Esme, ormai senza famiglia. Senza suo figlio, come
avevo letto nei suoi pensieri.
Persino
da qui, concentrandomi, avrei potuto sentire i pensieri di ambedue.
La
ragazzina iniziò a canticchiare, ma poi, in un’ istante di goffaggine, cadde. Si
fece male al ginocchio, che iniziò a sanguinare lievemente. Lei, preda di una
leggera sofferenza, pianse qualche lacrima e invocò la mamma.
Morsi
la corteccia dell’albero dietro cui ero nascosto per la disperazione e smisi di
respirare.
Se
prima la tentazione era grande, ora era immensa, irresistibile.
-Tanya!
Tanya! Dove sei piccola?- riecheggiò la voce gentile e preoccupata di una donna.
-Sono
qui, mamma! Sono qui!- rispose la bambina al richiamo. Si chiamava Tanya e
cercai di tenerlo a mente; era qualcuno, non qualcosa. Non era il mio pranzo.
La
bambina corse verso la madre, abbracciandole le gambe. Fui preso da un sospiro;
io non
ricordavo neppure cosa volesse dire averla, una mamma. Mi strinsi con forza ad
un albero, come nel folle tentativo d’incatenarmi ad esso. Rischiai di
sradicarlo.
Fortunatamente bimba e madre se ne andarono, dirette per chissà dove.
Quando
la loro scia diminuì, m’accasciai inerme sul terriccio. Disperato.
Il
sangue umano mi tentava, mi richiamava con la sua voce sublime che m’implorava
di nutrirmi con esso. Sospirai. Ma poi mi ripresi; una strana luce s’accese nei
miei occhi.
Perché
dovevo sacrificarmi io per gli umani? Questo non andava bene…
Si
sarebbero sacrificati loro al mio volere, alla mia sete. Presi una decisione;
mi
sarei nutrito di loro. Oh sì, il loro sangue sarebbe stato mio.
Un Edward malvagio mi piace più di quanto sia lecito *_*
I
prossimi capitoli saranno veramente duri da scrivere… Dovrò descrivere gli anni
bui del nostro vampiro.
Cercherò di scrivere dei capitoli più lunghi, ve lo prometto! :D
Ringraziamenti;
Hele91; Ti ringrazio tantissimo, sia per i complimenti che per aver aggiunto
la FF ai preferiti.
Patience90; Grazie della segnalazione e della recensione Ninny. Comunque non
è vero, io non sono nemmeno una scrittrice, mi diletto solo nel scrivere bozze
^.^ Un bacione cosmico.
PenPen; Grazie enormemente, moltiplicato ai secoli di Carlisle ed elevato
per gli anni di Ed xD.
Red Robin; Sono felice di questo fatto ^^ Però posso farti una domanda? Come
mai questa avversione per Bella? xD
_Nefer_; Grazie mille Oly, i tuoi pareri sono per me indispensabili! Un kiss
(p.s. la cosa non mi sorprende xD)
Iside5; Sono contentissima del fatto che ti piaccia. Spero che anche questo
non ti abbia delusa, anche se non è proprio un’immagine dolce.
redRon; Grazie di cuore Reth, le tue recensioni regalano sempre uno
splendido sorriso.
Ti abbraccio anche io ^__^
Whattina; Ti ringrazio per i complimenti ^.^ E anche per il tempo che hai
sprecato per lasciarmi questo commento, mi ha fatto veramente piacere. Sono
felice che tu abbia superato il tuo momento buio ^^ Come vedi Edward sta invece
per iniziarlo, il suo XD Un kiss!
Ora, vi scongiuro… Recensione?
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