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Harry infila le chiavi nella
toppa, tre giri a destra, una spallata e un'immensa voragine gli si
apre davanti. Harry lo sa che ogni volta che torna a casa, affronta le
tenebre tutte in una volta. Lo sa, lo sa bene che a un metro da lui ci
sono le sue Jeffrey
Campbell e il tavolo spigoloso di vetro. Sa che il divano è
lì, ai piedi della grande finestra di vetro, e sa che Fay
è ancora lì, con la felpa che le ha regalato
Louis per il compleanno e con la pelle bianca come fosse morta.
Ed Harry non accende la luce, procede senza esitazioni, getta le chiavi
della macchina sul tavolo, si toglie le scarpe senza neanche
slacciarle, si siede sul bordo del divano, attento a non svegliarla, e
si infila sotto la coperta di pile.
Chiude gli occhi e scarica. Scarica perché la vita
è un fascio di nervi, tante, mille, troppe persone inutili
che ti riempiono il cervello di cazzate. Scarica perché la
ama e non vuole rischiare di stringerla troppo, mentre l'abbraccia.
Harry ama la pelle di porcellana di Fay da sei infiniti anni e a sa
bene che le sue mani sono le più belle del mondo. Harry non
riesce ad immaginare neanche per scherzo di stringere un altro corpo,
di baciare altre labbra.
Questo perché Fay è speciale. Fay ti entra nelle
ossa e non riesci più a sfuggirle, Fay la capisce soltanto
Harry e Fay vuole essere amata solo da Harry.
Apre gli occhi di colpo, poggia la mano grande e ormai calda sul suo
petto e conta i suoi respiri regolari; trentasette e mezzo prima di
girarsi sul fianco e fasciare il busto di Harry con entrambe le braccia.
Harry non si muove, trattiene il fiato tanto che quasi gli scoppiano le
vene e le bacia la fronte: sono sempre giornate pesanti per Fay,
sono sempre giornate pesanti per Harry.
Harry
sente ancora l'adrenalina del concerto a Wembley addosso ma
è triste perché sa che Fay non ha neanche pensato
ad accendere la televisione per guardarlo. E' triste perché
sa che quindi Fay non ha né visto né sentito la
canzone che le ha dedicato davanti a tutti e perché non ha
notato il suo sorriso grande.
Le poggia una mano sul ventre, stringendola ancor di più e
facendo aderire perfettamente il suo corpo contro il proprio e
respirando il suo profumo di vaniglia, Chesterfield e pretzel.
A volte si sente in colpa, Harry. Si sente in colpa perché
Fay è sempre sola e Fay fa sempre le valigie alle due di
notte perché "devi stare con me e non fare inutili
concerti". D'altronde, però, Harry non può non
cantare, perché cantando sfoga tutta la rabbia repressa;
cantando spacca la porta del loro appartamento a pugni e trattiene Fay
per un braccio quando tenta di prendere l'ascensore di nascosto.
Louis e Zayn gli hanno detto già un paio di volte di
staccarsi da lei, ma - e devono credergli perché
è sul serio così - Harry non ci riesce e non ci
riuscirà mai. Tutti credono che Fay gli faccia del male
inutile e che si stia autodistruggendo con la sua sola presenza in
casa, ma loro due, loro che si amano, si rispettano e a volte fanno
l'amore fino a farsi male, sanno perfettamente che non è
così.
Fay non è in grado di ferire Harry anche se tutti i giorni
tira un bicchiere fuori dalla finestra e pesta i piedi sulla moquette
perché la testa e la gelosia le dicono così.
Le luci dell'albero di Natale del soggiorno si accendono ad
intermittenza ed Harry le guarda e pensa a quanto Dicembre sia inutile
e freddo senza i biscotti di nonna Mary e senza le risate di Gemma e
senza Anne che fa lo zabaione.
Poi però gira lo sguardo, e le ciglia lunghe di Fay, le sue
labbra piene e le sue guance di porcellana lo costringono a rimangiarsi
tutto ciò che ha pensato e a maledirsi ripetutamente.
Fay è il suo tesoro e non può pensare di avere
qualcosa di meglio di lei. Fay è la sua piccola gioia da
tenere nascosta, Fay è il suo rifugio quando il mondo
crolla, e anche se Fay odia la vita di Harry, anche lei non
può stare senza lui.
Anche se odia il citofono che suona ogni secondo, le mille lettere
nella cassetta e le minacce che riceva giornalmente.
Anche se odia quando qualcuno gli si avvicina più del dovuto
o va in discoteca senza di lei perché vuole divertirsi e lei
non glielo permette.
Anche se odia le loro discussioni quotidiane, le urla di Harry, il
volume alto della televisione e il rumore asfissiante del silenzio.
Fay lo ama maledettamente nonostante i suoi mille difetti. Lo ama
perché la sera, nel loro letto ad una piazza e mezza - a
posta per stare più stretti - lui le canta la sua canzone
preferita e le accarezza la testa come se fosse la sua bambina.
Ed in effetti è un po' così, perché
sono cresciuti insieme e perché si sono graffiati e leccati
le ferite insieme, come se fossero stati creati per stare l'uno accanto
all'altra.
«Com'è
andata?» chiede la mora, passando le dita gelate sulla barba
incolta di Harry. Sa che lei odia quando la lascia crescere. Sbuffa ma
decide di non dirgli niente perché sono miracolosamente
calmi e perché non c'è niente di più
bello.
«Non
hai neanche acceso la televisione, vero?» sospira lui,
baciandole la fronte e cercando di mascherare la sua evidente
delusione: tutto quello che Harry fa è in funzione di Fay,
la sua voce, i suoi movimenti. Tutto è per Fay.
«So
come canti, non ho bisogno di vederti ogni volta» dice Fay
con un filo di voce «dovresti
saperlo» conclude, serrando le palpebre e aspettando la
tempesta.
«E
tu dovresti sapere che ti amo e che ci tengo».
Harry è calmo, parla piano, non gesticola ma la tiene
stretta a sé e le fa percepire il suo calore, per riscaldare
la sua pelle diafana e fredda come il ghiaccio. Ha ancora la felpa di
Louis addosso ma niente come il suo corpo è in grado di
darle calore.
«Anch'io
ti amo, Harry» risponde, tracciando una linea immaginaria sul
torace coperto del ragazzo. Ha solo una maglietta bianca addosso e lo
stringe perché a freddo e ha la pelle d'oca sulle braccia.
«Non
lo dimostri»
Harry è triste perché è sempre la
stessa storia: è sempre uguale quando la Land
Rover si ferma sotto l'appartamento a Primrose Hill dopo un
concerto importante. E' consapevole del fatto che Fay odi la sua vita
da cantante, e che ogni volta rischia di spaccare la televisione per la
sua assurda gelosia, ma è così e le cose non
cambiano.
«Ti
prego, non litighiamo, non oggi» supplica lei, trattenendo un
singhiozzo e cercando la sua mano. Prende la coperta di pile e copre
entrambi, perché insieme si sta meglio e perché
vuole che siano loro, solo loro, senza pensieri.
Harry
annuisce, le bacia le labbra delicatamente sa che niente cambia.
Harry ci prova a non pensarci, si distrae con il sapore di Fay e con le
sue parole di miele ma se guarda in fondo al suo cuore, lo sente, lo
sente bene che c'è qualcosa che non va.
Buongiorno a tutte ragazze!
Oggi non sono andata a scuola e ho finalmente potuto continuare e
finire questa oneshot che avevo in testa da un paio di giorni. Anche
questa, per me, è molto importante. In realtà non
so perché il mio umore - che non è neanche tanto
scuro - si tramuti in queste fan fiction depresse, ma spero con tutto
il cuore che non vi dispiaccia.
Adoro Fay ed
Harry anche se il loro è uno dei rapporti più
complicati di cui io abbia mai scritto. Sicuramente non avrete capito
qualcosa quindi magari lo spiego in breve: si amano alla follia da sei
anni, da prima che Harry diventasse famoso, e Fay è talmente
gelosa che litigano ogni giorno perché vuole che lui viva
solo per lei e smetta di fare musica. So che è una cosa un
po' egoistica, ma mi ha ispirata questa situazione e ho scritto.
Vi mando un
bacio,
Ari
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