FT PROLOGO
Salve a tutti! Questa
è la
mia prima ffc in questo fandom, spero che non sia un disastro! L'ho
scritta subito dopo il ritorno dei nostri eroi dal salto temporale dei
7 anni, per cui gli eventi avvenuti in seguito (di cui sono venuta a
conoscenza solo dopo) verranno leggermente alterati ai fini della
trama. Le parole d'ordine saranno botte, un pizzico di dark, botte, un
pochino di romanticismo, e tante, tante botte!
Per gli/le amanti dell'azione, troverete pane per i vostri denti u_u
Il titolo, per chi non sapesse il francese (come me, ho chiesto ad
un'amica di tradurmelo :') ) dovrebbe significare 'Le Luci di
Amelìe', e il significato figurato, bhe, lo capirete
leggendo la storia ;)
Per ora questo è il prologo, fatemi
sapere cosa ne pensate ed eventuali correzioni da fare :D
Les
Lumieres d'Amelìe
-Chapter First: Prologue
Buio.
Tutto
era buio.
E
silenzio. C'erano solo buio e silenzio.
Poi
arrivò
il dolore, lento e lacerante. Così seppe di avere un corpo,
dei
polmoni che bruciavano ad ogni respiro, la testa che sembrava
esplodere, il cuore battere frenetico, gli arti percorsi da spasmi.
Sentì
la
Magia scorrerle nelle vene, fondersi con ogni parte del suo essere, la
mente colma di parole e immagini che per lei non avevano alcun senso.
Urlò.
Una voce femminile
imprecò.
"Non ce la
farà"
"Si invece, non
è come gli altri. Deve farcela." le rispose una voce
maschile.
"Abbiamo
sbagliato qualcosa...L'impianto è troppo potente, la sta
uccidendo."
"Abbiamo seguito ogni
passaggio alla lettera. DEVE funzionare. "
Un altro urlo.
L'uomo
imprecò, il volto
semi-coperto dall'oscurità. L'unica fonte di luce era il
cerchio
magico nero-violaceo che ruotava sotto il lettino dove era distesa la
figura che gemeva. La donna sospirò. Bagnò una
pezza e la
poggiò sulla fronte bollente della figura. Per un attimo,
solo
per un attimo, provò pena per quella ragazza. Non avrebbe
mai e
poi mai voluto essere nei suoi panni. Ma passò subito.
"Se muore anche lei, il Capo ci ammazza sul serio stavolta" Disse mesta
al suo compagno, che annuì grave.
Nel buio, si delineò qualcosa che dapprima non
riuscì a riconoscere.
Solo dopo capì che era un volto, seguito poi dal resto del
corpo, fino a prendere sembianza femminili: pelle pallida, occhi color
tempesta, capelli lunghissimi e color del grano.
Sembrava risplendere di luce propria.
Fu presa dal panico.
Chi sei?!
Chiese.
La figura non rispose. Solo un sorriso dolcissimo si allargò
sul
suo volto. Lentamente, la figura alzò il braccio fino a
toccare
la guancia della ragazza, che fremette a quel contatto.
Si staccò subito dopo, e tra le mani della figura silenziosa
comparve uno specchio rettangolare.
Questa sono io? chiese
nuovamente, mentre lo specchio le restituiva un volto identico a quello
della figura silenziosa; Le uniche differenze erano i capelli rossi e
gli occhi color verde prato.
Quella annuì. Poi , di colpo, la figura silenziosa la
abbracciò di slancio.
A quel punto arrivò la Luce.
Il
battito ed il respiro si regolarizzarono, il dolore si
affievolì, riprese lentamente il controllo di quello che
ormai
era il suo corpo. Tutto ciò che si era affollato nella sua
mente
iniziò ad andare al suo posto.
"Ce l'ha fatta! Ce l'abbiamo fatta!" esultarono i due, animati da una
gioia folle. Che si sciolse come neve al sole.
La ragazza spalancò gli occhi, illuminati di luce propria e
privi di pupilla. I sigilli impressi a fuoco sulla sua pelle si
illuminarono prepotentemente. Dei lacci di luce pura comparvero dal
nulla. Si avvinghiarono alle cinghie, bruciandole come acido.
Si
sedette e si mise in piedi, barcollando. All'improvviso, un gigantesco
cerchio magico apparì sotto ai suoi piedi.
I
due, sconvolti ed in preda al panico, cercarono di produrre un qualche
scudo magico, ma fu tutto inutile.
Quel giorno, ad uscire
da una sconosciuta gilda oscura ormai ridotta in
macerie rese infuocate dai raggi del tramonto, fu solo una ragazza dai
lunghi capelli rossi che sfumavano fino a diventare biondi.
Gli occhi, uno color
tempesta e l'altro di un verde chiarissimo,
rimasero per un attimo rimasero accecati dalla luce.
Mosse qualche passo
barcollando, poi svenne.
***
10 Anni dopo, Città
di Magnolia.
Uff, finalmente sono
arrivata!
Pensò. Osservò la gioiosa cittadina che si
stendeva sotto
la collina su cui si trovava, circondata da una fitta e verde
boscaglia,
che le mise allegria.
Con curiosità notò che una grandissima folla di
accalcava
nella piazza centrale, ed era così rumorosa che riusciva a
sentirla fino a lì!
La scena le strappò un sorriso, e finalmente si
incamminò
veloce per il sentiero mattonato su cui i suoi stivaletti di cuoio
marrone ticchettavano.
In pochi minuti era ai bordi della calca, il rumore era assordante. Si
ritrovò a fare slalom fra tantissime persone che ridevano,
gridavano o piangevano di gioia, andando a destra e a manca senza una
destinazione precisa. Senza sapere come, si ritrovò
contagiata
da tutta quella gioia.
Vorrei solo capire cosa
diamine sta succedendo! Pensò, mentre cercava
di avvicinarsi alla calca, ma non c'era niente da fare, non vedeva
assolutamente nulla.
Sbuffando si allontanò, cercando un posto in cui fosse
più facile scorgere la fonte di quel gran chiasso tra le
cinque
viottole che contornavano la piazza, ma niente: quel bagno di folla
pareva infinita!
Nel suo vagare guardando a destra e a sinistra, scorse una figura che,
al contrario di tutti gli altri, era ferma in mezzo alla via, a testa
bassa.
Sembrava un ragazzino, all'incirca sui tredici anni, dai capelli
così neri da avere riflessi bluastri. Teneva la testa china,
i
pugni serrati.
Subito la ragazza si avvicinò, mettendogli una mano sulla
spalla.
-Tutto bene?- chiese, un po' titubante. Il ragazzino alzò la
testa, le spalle che gli tremavano nel tentativo di trattenere i
singhiozzi .
-Sono tornati... Natsu, Erza, tutti... Sono tornati, sono tornati!-
Disse, con la voce rotta dalla commozione.
-Romeo! Vieni sbrigati! Stanno tornando alla Gilda!- Urlò
una voce maschile.
-Arrivo papà!-
Il ragazzino corse subito via, senza curarsi di lei.
Era ora! pensò la ragazza Ce ne hanno messo di tempo!
Con un bel sorriso sulle labbra, girò i tacchi e si
incamminò.
Devo trovare una locanda...
Passeggiò con calma, osservando la pittoresca cittadina ora
che
tutti erano in piazza e le vie mattonate erano vuote e silenziose. Poco
dopo,
l'insegna di un piccolo hotel catturò la sua attenzione.
Entrò, facendo tintinnare un campanello attaccato alla
porta,
ma come aveva immaginato, il locale era completamente vuoto.
Era
un luogo molto grazioso: i muri erano coperti da una vernice
color
pastello, e varie piante ornavano la stanza.
Sorrise, per niente turbata dalla mancanza del personale e si sedette
su una sedia di legno scuro li vicino. Sospirando, rovistò
nella
bisaccia di cuoio che aveva sempre a tracolla, estraendo una lunga
custodia.
La aprì lentamente, e ne trasse un flauto traverso argentato
che
portava i segni di un lungo utilizzo. Iniziò ad intonare una
melodia dolce e soffusa, come una ninnananna.
Le sembrò di avere appena iniziato a suonare, quando,
più
o meno un'ora dopo, un uomo anziano e panciuto seguito da quella che
probabilmente era sua moglie, la riscosse mettendole una mano sulla
spalla.
Ormai era arrivato il tramonto.
-E' davvero molto brava, signorina, davvero molto brava.- disse la
donna applaudendo piano.
-Grazie! - rispose la ragazza, riponendo con cura lo strumento.
-Perdoni la maleducazione, siamo i padroni dell'hotel ma siamo accorsi
in piazza insieme a tutta la città!
-Non si preoccupi, immaginavo.- Disse la ragazza alzandosi. -La
città era in subbuglio. -
-Già! Deve sapere che sette anni fa, i
più valenti
maghi della Gilda di Fairy Tail erano scomparsi nel nulla, dopo essere
partiti per non so cosa su un'isola lontana... Tutto ciò che
so
è che li dove sono andati c'è stata una grande
battaglia,
e loro non sono più tornati...
-Li credevamo morti...
-Da allora, la gilda è caduta in rovina, ma sono sicuro che
ora che sono tornati, faranno faville!
-Oh caro, hai visto come sono cresciuti?! Sembravano così
piccoli quando sono partiti, ora invece sono così grandi...
-Già... Ma andiamo cara, non tediamo la fanciulla con questi
racconti! Di sicuro viene da un viaggio, sarà stanca!
-Davvero signore, non si preoccupi! E' vero, non vengo da queste parti,
ma pensavo di non trattenermi a lungo... giusto una o due notti- disse
la ragazza sorridendo.
-Ma certo cara- disse la signora -Vorresti fermarti a cena? Non abbiamo
altri clienti, quest'oggi...-
-Molto volentieri!-
La serata passò velocemente, tra le chiacchiere dei due
anziani
ed uno spezzatino di manzo assurdamente buono. Il giorno dopo, il sole
la trovò sveglia. La ragazza indossò velocemente
degli
shorts di jeans, una canottiera bianca che lasciava scoperta la
schiena e i tatuaggi sulle braccia, una giacca di pelle marrone e si
infilò gli stivaletti
in cuoio. Afferrò la bisaccia e si catapultò
fuori.
Era presto, ma le vie della città erano comunque gremite,
forse
ancora sulla scia dell'euforia del giorno prima. L'aria frizzante la
rendeva euforica.
Senza rendersene conto, si ritrovò davanti alla sua
destinazione.
Finalmente Pensò, alla fine ce l'ho fatta!
Fissò la gigantesca insegna con la fata lo sguardo pieno di
determinazione.
Spinse con forza la solida porta di legno, e fu travolta da
una fiammata che la lasciò sbigottita e bruciacchiata.
Il casino assordante che fino ad un momento prima regnava sovrano
incontrastato, tacque all'istante.
-NATSU! BRUTTO IDIOTA, VEDI DI DARTI UNA REGOLATA! GUARDA CHE COSA HAI
COMBINATO!-
-Ma Lucy! Ora che sono a casa sono tutto un fuocoo!- Urlò il
ragazzo euforico, sparando una fiammata che quasi investì la
ragazza bionda.
-Raffredda i bollenti spiriti, deficiente!- gli
gridò un ragazzo dai capelli neri che... Era in mutande!
Inutile dire chi fosse e la rissa che scoppiò neanche un
secondo
dopo.
Ma che diavolo...
pensò la rossa
In che posto sono finita?!
Facendo lo slalom tra martelli di ghiaccio, pugni infuocati e
ogni oggetto lanciabile, una ragazza dai capelli lunghi e bianchissimi
la afferrò per un braccio e la tirò dentro.
Ripercorrendo
la strada a ritroso, finalmente arrivarono al bancone.
-Ma fanno sempre così?!- chiese la rossa, a metà
tra il divertito e lo scandalizzato.
-Eh già... ma sono la mia famiglia!- rispose l'altra
sorridendo.
-Molto piacere, io sono Mirajane! - disse tendendo la mano - Tu?- La
rossa sorrise.
-Piacere mio! Io mi chiamo Amelìe, ma potete chiamarmi Amy-
rispose stringendo la mano con decisione. -E vorrei unirmi a Fairy
Tail!-
Mirajane sorrise raggiante. -Ma è meraviglioso! - Disse,
battendo le mani. Amelìe sorrise di rimando, emozionata come
non
mai.
Mira scomparve sotto il bancone per ricomparire subito dopo con un
timbro in mano. -Questo è il timbro con il marchio della
gilda!
dove vuoi farlo?-
Amy con una mossa agile si sedette sul bancone di legno. Si tolse la
giacca di pelle e legò velocemente i capelli carminio in uno
chingnon.
-Sulla schiena- Disse con un sorriso un po' mesto -Vedi un po' dove
trovi posto- concluse sghignazzando, ma senza che il sorriso le
arrivasse gli occhi.
Ma che diavolo-?!
Mirajane era esterrefatta. Aprì un paio di volte la bocca
per dire qualcosa, ma la richiuse subito dopo.
La schiena di Amelìe era coperta di cicatrici.
-Ehm... dietro la spalla va bene? Effettivamente non c'è
molto
spazio...- disse, un po' preoccupata di essere inopportuna.
Amelìe scoppiò a ridere.
-Ahaha! Si, hai ragione! Dietro la spalla va benissimo, grazie!-
Sollevata, Mirajane premette il timbro sulla spalla destra, e quando lo
tolse, il marchio di Fairy Tail color bianco latte era impresso sulla
pelle della rossa.
-Perfetto! Ora fai ufficialmente parte della Gilda! Congratulazioni!-
Amelìe sentì le lacrime di commozione pungerle
gli occhi.
Ce l'ho fatta davvero...
Una lacrima solitaria le scivolò sulla guancia.
-Ehi, pel di carota! Cos'è quel muso lungo?! Niente lacrime
qui
a Fairy Tail!- Disse una donna dai capelli marroni che aveva assistito
a tutta la scena dallo sgabello accanto, che con un ghigno gliela
asciugò.
-RAGAZZII- urlò, così forte che Gray si
bloccò con
il pugno diretto sul muso di Elfman a mezz'aria, Gajeel si
pietrificò mentre cercava di scrollarsi Natsu che gli
mordeva la
testa di dosso, e gli altri membri della gilda furono costretti a
girarsi.
-CHE DIAVOLO VUOI CANA?! NON VEDI CHE SONO OCCUPATI A DARCELE DI SANTA
RAGIONE COME I VERI UOMINI?!- urlò Elfman
-Tsè, DEFICIENTE!- urlò di rimando la donna,
schiantando
un'intera botte di vino in fronte all'uomo. Poi mise le mani a coppa
intorno alla bocca e urlò -NUOVA ARRIVATAA!-
All'improvviso, l'intera folla si rese conto della presenza di
Amelìe, che si sentì tutti gli occhi puntati
addosso.
-Ehm... Piacere! Io sono Amel- -
Neanche il tempo di finire la frase, si ritrovò sommersa da
abbracci, pacche (devastanti) sulle spalle e strette di
mano.
-Tu! Io sono Natsu Dragneel! E ti sfido! - disse un tipo strano dagli
stranissimi capelli rosa.
-Natsu, datti una calmata!- disse quella che Amelìe aveva
identificato come Lucy Heartphilia -E' appena entrata nella gilda
cavolo!-
Ma la ragazza le mise una mano sulla spalla - Accetto volentieri!-
disse sorridendo radiosa - Cercherò di non farti troppo
male!-
concluse, scrocchiandosi le nocche.
-Una nuova rivale! SONO TUTTO UN FUOCOO!- gridò Natsu
battagliero, correndo fuori,
Correndo e ridendo insieme, Amelìe lo seguì a
ruota,
mentre i suoi nuovi compagni stavano già formando un cerchio
intorno a lei e Natsu.
Sentì l'adrenalina scorrerle in corpo, il cuore pompare il
sangue sempre più veloce. Sorrise, richiamando la magia che
le
scorreva nelle vene.
Il tifo la assordava, caricandola di energia, vedeva i sorrisi
incoraggianti dei suoi nuovi compagni che la incitavano.
I giorni bui non erano mai abbastanza lontani, ma ora, con loro, poteva
tentare di ricominciare.
Qualche ora prima, in un luogo sconosciuto, non poi
così tanto lontano da li.
Zeref camminava lentamente tra le macerie ancora fumanti.
Un piccolo demone corse da lui, riportandogli in breve il resoconto
della battaglia.
-La
città
è completamente distrutta mio signore, tutti i maghi
annientati.
Tutti coloro che non adoperano la magia sono stati trasferiti nella sua
tenda come ci ha ordinato. Abbiamo subito alcune perdite. La difesa
è stata strenua. -
Il ragazzo dagli occhi rossi annuì, abbastanza soddisfatto.
Ormai aveva perso il conto delle città che aveva assediato e
distrutto.
I maghi spesso tentavano di difendere se stessi e gli altri, ma
potevano davvero poco contro la sua orda di demoni.
Io farò terminare quest'epoca. Annienterò
l'umanità e poi annienterò me stesso,
affinché il
ciclo della vita possa ricominciare e l'ordine sia ristabilito.
Costi quel che costi.
Un'onda di energia nera venne liberata all'improvviso dal
suo
corpo, riducendo un paio di demoni incauti in un mucchietto di ossa e
pelle avvizzita.
-Torno nella mia tenda - disse Zeref al demone rossiccio che stava
raccogliendo i corpi dei compagni. - E non voglio essere disturbato.-
Senza aspettare una risposta, girò i tacchi e se ne
andò, totalmente indifferente.
Attraversò velocemente la cittadina ed entrò in
una tenda
perfettamente mimetizzata con la boscaglia che la circondava.
La tenda era davvero molto ampia. Al centro del padiglione vi erano
circa una quindicina di persone coperti di lievi ferite, con mani e
piedi legati.
Appena il mago oscuro entrò, tutti si zittirono, in preda al
terrore.
Un cerchio magico apparve sotto i piedi di Zeref, e immediatamente
anche sotto i prigionieri, che presi dal panico, iniziarono ad urlare.
Il mago intonò una fitta litania, e l'incantesimo
cominciò.
Lentamente, tra grida di terrore e spavento, nacque una nuova schiera
di demoni.
Cantuccetto dell'autrice!
Bene, ecco a voi il prologo! spero non sia una schifezza completa :')
Nel prossimo capitolo vedremo la prima scazzottata!
Allora, ditemi un po': come vi pare il personaggio di
Amelìe? Ho
cercato di non farla troppo dark, dandole comunque un carattere solare
e scherzoso. Che ne dite?
Fatemelo sapere con una recensione, mi raccomando!
Al prossimo capitolo,
Kamelye
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