Kili E
Tauriel
Capitolo
1: Elfi, Nani E Ragni
Tutto è silenzioso.
Stiamo
correndo alla ricerca di quelle creature mostruose. Legolas
è accanto a me e come al solito cerca di battermi in
velocità....è una battaglia persa!
Sa
che sono più veloce di lui ma non vuole ammetterlo e tutte
le volte che lo batto si inventa una scusa.
Siamo
grandi amici da quando suo padre, re Thranduil, mi ha preso con se
curandomi e accudendomi come se fossi sua figlia.
Legolas
prova qualcosa per me, lo so.
Dei
rumori interrompono i miei pensieri, sono lontani ma so da dove
provengono.
Acceleriamo.
Versi
acuti, fastidiosi, rumore di spade. Urla.
Ci
avviciniamo sempre più.
Finalmente
li vediamo. Neri, grossi e disgustosi: Ragni.
Prendo
l'arco e scocco la prima feccia, colpisco una di quelle creature che
cade a terra morta.
Ci
sono ragnatele dappertutto.
Abbatto
altri due ragni e finalmente vedo le sfortunate
creature cadute nella trappola dei ragni.
Nani.
Vive
un'antica rivalità tra Elfi e Nani di cui non so bene
l'origine.
Io
personalmente ne sono indifferente. Non odio i nani e tantomeno li amo.
Per
me quell'antica rivalità non conta niente.
Sono
bassi, rozzi e non molto belli. Hanno barbe lunghe e berretti dai
diversi colori. Sono 13, pieni di ragnatele e affaticati.
Cercano di respingere i ragni ma quelle disgustose creature li
assalgono continuamente.
Tre,
quattro, cinque, sei, sette....abbatto altri ragni le cui carcasse si
uniscono a quelli abbattuto da Legolas e i nostri Elfi compagni.
Otto,
nove, dieci, undici...devo ucciderne più di Legolas,
facciamo sempre a gara, ma in questo caso Legolas vince sempre!
Poco
a poco i ragni diminuiscono.
Ne
vedo uno arrampicarsi tra gli alberi per scappare ma lo
raggiungo subito e lo uccido con un'altra delle mie frecce.
Mentre
estraggo la freccia dalla carcassa sento un urlo provenire dietro di me.
Vedo
un enorme ragno sopra a un corpo agitato che cerca di divincolarsi
dalla presa ferrea del ragno.
Con
l'arco lancio la freccia appena estratta che colpisce in pieno la
schiena del ragno, ma non basta.
Allora estraggo il pugnale e lo colpisco nuovamente sulla schiena.
Il mostro si agita e emette versi di dolore, muore.
Sotto
di lui c'è un giovane nano, non proprio brutto che mi guarda
stupito.
Il
suo sguardo mi mette a disagio e così mi volto di scatto.
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