thank god i have you

di njslaugh
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A JJ non era mai piaciuto il natale. Era la festa in cui tutti erano felici e festeggiavano con i propri familiari ma lei ormai non ne aveva più. Era una ragazza di 16 anni. Viveva a Brooklyn ed andava al liceo. Non era una cheer leader anche se per il suo corpo avrebbe potuto esserlo senza nessun problema. Piaceva molto hai ragazzi. Forse era per i capelli mossi neri che si sposavano perfettamente con gli occhioni azzurri e le labbra carnose. Lavorava in un bar con l’amica Taylor. Si erano conosciute proprio lì e poi avevano scoperto di essere nella stessa scuola anche se non nelle stesse classi. Sembrava avere una vita perfetta tranne per il fatto che la madre, Kate, era un’alcolista dalla morte del padre, un militare deceduto 7 anni prima a causa di un agguato fatale per lui ed altri 7 uomini che lo seguivano. Era stata affidata alla zia materna, Beth, che non era come la madre, era molto peggio. Quando era sobria Kate era dolce e comprensiva, la madre che tutti vorrebbero, che scherza ed è pronta ad aiutare i propri figli quando ne hanno bisogno. Quando vedeva una bottiglia di liquore però la dolce Kate si trasformava in una donna senza sentimenti, pronta ad alzare le mani ad ogni minimo capriccio. Jade non sopportava più questa situazione ed in preda ad un crollo emotivo aveva chiamato gli assistenti sociali e quando se n’era pentita, era troppo tardi. Beth era la solita zitella incapace di badare a se stessa, figuriamoci ad un’adolescente. Non l’aiutava nei compiti e, se aveva un problema, fingeva di ascoltarla ma alla fine non capiva niente e continuava ad accarezzare il suo gatto persiano. L’unica ancora a cui aggrapparsi era Kyle, il suo ragazzo.
 
‘Kyle vieni subito qui, ti prego. Ho bisogno di te’ gli aveva scritto
‘5 minuti ed arrivo JJ’ gli rispose il ragazzo pochi istanti dopo.  Una volta arrivato si limitò ad abbracciarla e baciarla. Kyle era nato 1 mese prima di JJ, il 6 gennaio. Era alto circa 1 e 80. Magro e muscoloso. Giocava nella squadra di basket del liceo. Aveva la pelle scusa come i capelli. I suoi occhi ricordavano una giornata in un prato verde. Aveva le labbra carnose e morbide. Si erano conosciuti all’asilo per la prima volta, poi le loro strade si divisero e quando si rincontrarono al liceo, a mala pena ricordavano di essersi già visti ma l’amore non tardò a sbocciare.
‘posso sedermi?’ le aveva chiesto indicandole il posto libero di fianco a lei nell’ora di chimica
‘certo’ rispose sorridente e da lì iniziarono a diventare amici, poi migliori amici e poi fidanzati. Ormai stavano insieme da 1 anno e mezzo circa.
 
  Quando smise di singhiozzare e piangere, Kyle le chiese preoccupato ‘che è successo? Che ha fatto ora Beth?’
‘niente, come sempre, è questo il problema! La giornata è andata malissimo e cosa trovo a casa a consolarmi? Una tizia che accarezza un gatto e non mi chiede neanche perché sto piangendo, e piangevo davvero forte. Credo che anche il gatto se n’è accorto!’ ricominciò a piangere e strinse il suo ragazzo ancora più forte. Sulla spalla destra della sua maglia bianca c’erano residui di mascara  e matita lasciati da JJ
‘JJ lo sai, casa mia è casa tua. Mia sorella è a LA per un po’ di tempo e camera sua è tutta per te se vieni. Non farti pregare e vieni da me. non puoi restare con quella donna’ Kyle odiava Beth forse più di quando facesse JJ. Dalla prima volta in cui l’aveva vista l’era sembrata insopportabile ed apatica. Nonostante tentasse di essere gentile e garbato, dopo qualche giorno capì che era inutile. Era un pezzo di ghiaccio che anche con il caldo più insopportabile, rimaneva congelato.Non era affatto una brutta donna. Era sulla quarantina. Capelli biondo cenere con qualche ciocca nera, occhi verdi che ti ghiacciavano le vene, alta circa 1 e 60. Vedeva come gli uomini la guardavano per strada. Piaceva a molti uomini ma nessuno chiese mai un secondo appuntamento.
‘grazie Kyle. Ci penserò. Non stupirti se domani mi trovi davanti casa tua con delle valigie’ sorrise ma lui non ricambiò
‘voglio portare la felicità nella tua vita JJ Smith, e lo farò a tutti i costi’ l’abbracciò forte e restarono in silenzio per qualche minuto
‘andiamo a prendere un gelato. Non voglio più stare in casa’ si alzò in fretta dal letto, prese le chiavi e si diresse verso la porta, seguita da Kyle che spense la luce su quella stanza tanto spaziosa quanto vuota. C’era una scrivania di fianco alla porta, un letto a due piazze accanto alla finestra, le mura bianche con solo qualche foto appese qua e là, un armadio di legno di fronte al letto con di fianco 3 mensole con dei libri scolastici e non ed infine un comodino bianco al lato del letto su cui posare cellulare e libro prima di dormire.

*****

‘non ci credo Kyle. 4 gusti su un cono? Ma.. come fai a mangiarlo? È più grande della tua faccia’ JJ guardò il ragazzo con disgusto e stima ‘per di più gusti strani. Non provare a baciarmi finchè non hai lavato i denti dopo eh?’ rise
‘ma andiamo.. limone, cioccolata fondente, vaniglia e nocciola sono buonissimi insieme’ si avvicinò ridendo ma allo stesso tempo serio
‘se non ci fosse il limone sarebbe anche… decente dai’ si allontanò ‘la prossima volta prendine uno normale come il mio, nocciola e vaniglia. Ma che dico? Fa quello che ti pare’ rise e lo baciò. il ragazzo ricambiò e si incamminarono mano nella mano verso l’uscita della gelateria. Erano circa le 7 di sera e la luna brillava. La sua luce e quella delle stelle si confondeva con le lucine degli addobbi natalizi della città. Era il 17 dicembre. Mancava poco all’arrivo di Babbo Natale in città. Si sentiva la felicità nell’aria. I bambini che imbucavano le lettere dirette al polo nord, altri che giocavano con la neve e creavano pupazzi di neve con i genitori. Lei questa felicità non la sentiva. le mancava la madre, il padre, tutto della sua vecchia vita, finita all’età di 9 anni, con la morte dell’unico uomo che ha amato più di Kyle. Si ricordava di quando era una di quei bambini che saltellavano e correvano per imbucare le lettere e si lanciavano palle di neve con i fratelli e amici, di quando una piccola lei addobbava l’albero di natale mentre la mamma giovane e felice preparava la cioccolata calda, di quando la mattina del 25 dicembre per colazione preparava i pancake ed i muffin ed insieme scartavano i regali.
‘andiamo via Kyle. Questa felicità mi ha un po’ rotto’ svoltarono in un vicolo buio e si diressero verso un parco che costeggiarono fino ad arrivare a casa di JJ
‘grazie di tutto amore. Ci sentiamo dopo. Ti amo’ lo baciò la ragazza
‘ricorda che mi casa es tu casa ok? ci sentiamo piccola’ la guardò dritta negli occhi poi si staccò ed andò via. lei lo vide incamminarsi ed allontanarsi sempre di più da lei. Lo fissò fino a quando non fu così lontano da sparire, prese le chiavi ed aprì la porta di casa. A JJ non era mai piaciuto il natale. Era la festa in cui tutti erano felici e festeggiavano con i propri familiari ma lei ormai non ne aveva più. Era una ragazza di 16 anni. Viveva a Brooklyn ed andava al liceo. Non era una cheer leader anche se per il suo corpo avrebbe potuto esserlo senza nessun problema. Piaceva molto hai ragazzi. Forse era per i capelli mossi neri che si sposavano perfettamente con gli occhioni azzurri e le labbra carnose. Lavorava in un bar con l’amica Taylor. Si erano conosciute proprio lì e poi avevano scoperto di essere nella stessa scuola anche se non nelle stesse classi. Sembrava avere una vita perfetta tranne per il fatto che la madre, Kate, era un’alcolista dalla morte del padre, un militare deceduto 7 anni prima a causa di un agguato fatale per lui ed altri 7 uomini che lo seguivano. Era stata affidata alla zia materna, Beth, che non era come la madre, era molto peggio. Quando era sobria Kate era dolce e comprensiva, la madre che tutti vorrebbero, che scherza ed è pronta ad aiutare i propri figli quando ne hanno bisogno. Quando vedeva una bottiglia di liquore però la dolce Kate si trasformava in una donna senza sentimenti, pronta ad alzare le mani ad ogni minimo capriccio. Jade non sopportava più questa situazione ed in preda ad un crollo emotivo aveva chiamato gli assistenti sociali e quando se n’era pentita, era troppo tardi. Beth era la solita zitella incapace di badare a se stessa, figuriamoci ad un’adolescente. Non l’aiutava nei compiti e, se aveva un problema, fingeva di ascoltarla ma alla fine non capiva niente e continuava ad accarezzare il suo gatto persiano. L’unica ancora a cui aggrapparsi era Kyle, il suo ragazzo.
 
‘Kyle vieni subito qui, ti prego. Ho bisogno di te’ gli aveva scritto
‘5 minuti ed arrivo JJ’ gli rispose il ragazzo pochi istanti dopo.  Una volta arrivato si limitò ad abbracciarla e baciarla. Kyle era nato 1 mese prima di JJ, il 6 gennaio. Era alto circa 1 e 80. Magro e muscoloso. Giocava nella squadra di basket del liceo. Aveva la pelle scusa come i capelli. I suoi occhi ricordavano una giornata in un prato verde. Aveva le labbra carnose e morbide. Si erano conosciuti all’asilo per la prima volta, poi le loro strade si divisero e quando si rincontrarono al liceo, a mala pena ricordavano di essersi già visti ma l’amore non tardò a sbocciare.
‘posso sedermi?’ le aveva chiesto indicandole il posto libero di fianco a lei nell’ora di chimica
‘certo’ rispose sorridente e da lì iniziarono a diventare amici, poi migliori amici e poi fidanzati. Ormai stavano insieme da 1 anno e mezzo circa.
 
  Quando smise di singhiozzare e piangere, Kyle le chiese preoccupato ‘che è successo? Che ha fatto ora Beth?’
‘niente, come sempre, è questo il problema! La giornata è andata malissimo e cosa trovo a casa a consolarmi? Una tizia che accarezza un gatto e non mi chiede neanche perché sto piangendo, e piangevo davvero forte. Credo che anche il gatto se n’è accorto!’ ricominciò a piangere e strinse il suo ragazzo ancora più forte. Sulla spalla destra della sua maglia bianca c’erano residui di mascara  e matita lasciati da JJ
‘JJ lo sai, casa mia è casa tua. Mia sorella è a LA per un po’ di tempo e camera sua è tutta per te se vieni. Non farti pregare e vieni da me. non puoi restare con quella donna’ Kyle odiava Beth forse più di quando facesse JJ. Dalla prima volta in cui l’aveva vista l’era sembrata insopportabile ed apatica. Nonostante tentasse di essere gentile e garbato, dopo qualche giorno capì che era inutile. Era un pezzo di ghiaccio che anche con il caldo più insopportabile, rimaneva congelato.Non era affatto una brutta donna. Era sulla quarantina. Capelli biondo cenere con qualche ciocca nera, occhi verdi che ti ghiacciavano le vene, alta circa 1 e 60. Vedeva come gli uomini la guardavano per strada. Piaceva a molti uomini ma nessuno chiese mai un secondo appuntamento.
‘grazie Kyle. Ci penserò. Non stupirti se domani mi trovi davanti casa tua con delle valigie’ sorrise ma lui non ricambiò
‘voglio portare la felicità nella tua vita JJ Smith, e lo farò a tutti i costi’ l’abbracciò forte e restarono in silenzio per qualche minuto
‘andiamo a prendere un gelato. Non voglio più stare in casa’ si alzò in fretta dal letto, prese le chiavi e si diresse verso la porta, seguita da Kyle che spense la luce su quella stanza tanto spaziosa quanto vuota. C’era una scrivania di fianco alla porta, un letto a due piazze accanto alla finestra, le mura bianche con solo qualche foto appese qua e là, un armadio di legno di fronte al letto con di fianco 3 mensole con dei libri scolastici e non ed infine un comodino bianco al lato del letto su cui posare cellulare e libro prima di dormire.

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‘non ci credo Kyle. 4 gusti su un cono? Ma.. come fai a mangiarlo? È più grande della tua faccia’ JJ guardò il ragazzo con disgusto e stima ‘per di più gusti strani. Non provare a baciarmi finchè non hai lavato i denti dopo eh?’ rise
‘ma andiamo.. limone, cioccolata fondente, vaniglia e nocciola sono buonissimi insieme’ si avvicinò ridendo ma allo stesso tempo serio
‘se non ci fosse il limone sarebbe anche… decente dai’ si allontanò ‘la prossima volta prendine uno normale come il mio, nocciola e vaniglia. Ma che dico? Fa quello che ti pare’ rise e lo baciò. il ragazzo ricambiò e si incamminarono mano nella mano verso l’uscita della gelateria. Erano circa le 7 di sera e la luna brillava. La sua luce e quella delle stelle si confondeva con le lucine degli addobbi natalizi della città. Era il 17 dicembre. Mancava poco all’arrivo di Babbo Natale in città. Si sentiva la felicità nell’aria. I bambini che imbucavano le lettere dirette al polo nord, altri che giocavano con la neve e creavano pupazzi di neve con i genitori. Lei questa felicità non la sentiva. le mancava la madre, il padre, tutto della sua vecchia vita, finita all’età di 9 anni, con la morte dell’unico uomo che ha amato più di Kyle. Si ricordava di quando era una di quei bambini che saltellavano e correvano per imbucare le lettere e si lanciavano palle di neve con i fratelli e amici, di quando una piccola lei addobbava l’albero di natale mentre la mamma giovane e felice preparava la cioccolata calda, di quando la mattina del 25 dicembre per colazione preparava i pancake ed i muffin ed insieme scartavano i regali.
‘andiamo via Kyle. Questa felicità mi ha un po’ rotto’ svoltarono in un vicolo buio e si diressero verso un parco che costeggiarono fino ad arrivare a casa di JJ
‘grazie di tutto amore. Ci sentiamo dopo. Ti amo’ lo baciò la ragazza
‘ricorda che mi casa es tu casa ok? ci sentiamo piccola’ la guardò dritta negli occhi poi si staccò ed andò via. lei lo vide incamminarsi ed allontanarsi sempre di più da lei. Lo fissò fino a quando non fu così lontano da sparire, prese le chiavi ed aprì la porta di casa. 




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SPAZIO AUTRICE:
ciao a tutti. mi chiamo Flavia e questa è la prima FF che pubblico anche se non è una FF dato che i personaggi sono inventati.. comunque in quanto prima 'esperienza' mi farebbe davvero tanto piacere sapere che ne pensate. critiche e non. sono qui per imparare. sentitevi liberi di linkarmi delle vostre storie. mi farebbe piacere leggerle e ricambiare. grazie se leggete e recensite. un bacio :) 




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