Titolo:
Convergenza
Autore:
Liberty89
Genere:
Generale
Rating: Verde
Personaggi:
Jessie (Sclero di una notte di mezza estate), Jessie (Equilibrio),
Riku, Sora, Re Topolino
Avvertimenti:
One-shot, Spin-Off della fic “Le Fiamme del Tramonto”,
Cross-Over con la fic “Equilibrio”
di darkroxas92.
Note dell'autrice:
Salve cari~ Dunque, accorgersi durante il postaggio (?) che una fic
è senza titolo è abbastanza, come dire, preoccupante.
Specialmente se consideriamo che la suddetta fic è pronta da
più di un anno -ma mi dicono che poteva andare peggio,
quindi siamo a cavallo. Fortunatamente ho raggiunto
l’illuminazione prima del prossimo cataclisma universale ed
eccoci qua ù.ù Cos’è questa
fic? È uno Spin-Off nato grazie a darkroxas92 e
all’onore che mi ha fatto nell’inserire la mia
Jessie nella sua fic. Inizialmente doveva incastrarsi con gli
avvenimenti di “Le Fiamme del Tramonto”, poi
però le cose si sono evolute in maniera tale che non
c’è stato più spazio per queste due
misere paginette, quindi ho deciso di postarle a parte. Ma ho
chiacchierato anche troppo, quindi vi lascio augurandovi una buona
lettura :3
Disclaimer: I personaggi di questa
fic, tranne Jessie, non mi appartengono. La fic non è stata
scritta a scopo di lucro.
Convergenza
Passò le dita della mancina sulla candida benda che le
proteggeva gli occhi e sospirò, lasciando che la mano
ricadesse sul lenzuolo. Stavano viaggiando da un paio d’ore
ormai, in attesa del ritorno di Axel, e da quando erano ripartiti dalla
Terra del passato, Riku le era sempre stato accanto, vigilando sulle
sue condizioni fisiche, ma soprattutto psicologiche. Perché
ora che i suoi occhi non potevano vedere, l’Emissario era
sempre in agguato nella sua mente in cui si proiettava solo il buio, e
per il suo cuore era pericoloso. Dopo molti sforzi e grazie alla
presenza del suo compagno, era riuscita a raggiungere una buona
stabilità, così lo aveva convinto che poteva
andare a riposare senza timore di lasciarla sola. Di certo, tutto
voleva, meno che il ragazzo dai capelli argentei si sfinisse a causa
sua.
Un nuovo sospiro sfuggì alle sue labbra e si
abbandonò totalmente contro i cuscini che le reggevano la
schiena, tenendo il capo rivolto verso qualcosa che non poteva vedere.
Orientarsi in quelle condizioni era difficile, così
cercò di fare affidamento alla sua memoria. Qualcosa,
però, la distrasse dal suo esercizio, facendola tornare a
sedersi.
Una presenza strana, sconosciuta e familiare al contempo.
Avvertì un soffio di vento sul viso, seguito immediatamente
da un rumore di passi e un respiro trattenuto, come di stupore.
-Chi c’è?- domandò tranquilla, non
avvertendo ostilità da chiunque avesse di fronte. -Non aver
paura.-
-Io…- mormorò titubante la voce dal timbro
femminile, che le parve di aver già sentito. -Mi chiamo
Jessie… Io… sono te.-
-Scusa?- chiese incredula, dopo qualche istante di silenzio. -Come
sarebbe a dire che sei me?- continuò confusa.
-È difficile da spiegare…- riprese
l’altra.
-Non c’è fretta.- la rassicurò. -Sento
che oltre alla voce abbiamo ben altro in comune… Ora avverto
con chiarezza la fiamma che ti brucia dentro, ma anche se è
così simile alla mia da sembrare identica, la percepisco
diversa… Da dove vieni?-
-Non sapendo dove mi trovo, non so dire di preciso da dove vengo, ma
tenterò.- iniziò. -Grazie al potere del custode
dell’Equilibrio e a quello di una custode della Luce, sono
riuscita a entrare nel mio cuore per affrontare la mia parte
oscura…- proseguì. -Dentro di me si stava
scatenando il caos e ho dovuto scontrarmi con lei per capire chi delle
due fosse la più forte…-
-Però?- intuì la custode dagli occhi bendati.
-Però, la mia controparte ha trovato un modo per ottenere un
corpo a sé stante. Dopo che il nostro scontro è
terminato, lei è fuggita e io ho cercato un modo per uscire
dal mio cuore.- spiegò, alzando lo sguardo sulla ragazza
seduta nel letto. -Una luce rossa come il fuoco mi ha guidata e mi sono
ritrovata qui.-
Dal buio dei suoi occhi chiusi, Jessie comprese la differenza tra le
loro fiamme e sorrise amaramente.
-Ho capito. Quindi ora, il tuo cuore è libero
dall’Oscurità, giusto?-
-Esatto. Il tuo invece?-
La keyblader rise appena. -Se osservi attentamente, puoi vederlo da te:
il mio cuore sta cedendo all’Oscurità e non so per
quanto resisterà ancora. Ora che i miei occhi sono chiusi e
il nemico ne approfitta per attaccarmi con i miei ricordi
più dolorosi.- disse. -Adesso ho capito in cosa siamo
così diverse, anche se siamo la stessa persona.-
La nuova giunta si concentrò e cercò di sondare
il terreno in cui albergava quell’animo in apparenza
tranquillo come le acque di un lago, che da tempo non viene mosso dalla
furia degli elementi. Ciò che vide però la
lasciò interdetta.
-Così tanta Oscurità…
com’è possibile che si sia evoluta in questo
modo?- domandò impaurita.
-Evidentemente, anche se siamo la stessa persona, abbiamo avuto due
vite differenti e il nostro destino è mutato di
conseguenza.- rispose, allungando la mano destra per invitare la
ragazza ad avvicinarsi.
Senza attendere una richiesta verbale e priva di ogni timore,
l’altra Jessie sedette accanto alla prima, che
posò le mani sul viso. -Come mai porti gli occhiali? La tua
vista non è migliorata con i poteri del keyblade?-
-Ci vedo meglio, ma purtroppo non posso farne a meno.-
asserì con un sorriso. -E tu? Cosa ti è successo
agli occhi?-
-Sono rimasta ferita in battaglia. Se fossi stata più forte,
non sarebbe accaduto.- spiegò con amarezza. -Prima di questo
però, avevo già smesso di usare gli occhiali
perché grazie al keyblade vedevo perfettamente.-
-Un impiccio in meno.-
-Vero. Che effetto fa essere di fronte a se stessi e vedersi ridotti ad
una schifezza?- domandò con una piccola risata.
-Beh, di certo è bizzarro!- esclamò. -Ma fa
riflettere… il destino è veramente volubile.
Chissà se potrà cambiare anche per i miei
compagni.-
La keyblader con la benda stava per rispondere, ma si bloccò
quando udì un rumore di passi provenire
dall’esterno della sua cabina. -Sembra che finalmente ti
abbiano notata.-
-Jessie!- urlò l’argenteo, aprendo la porta ed
entrando, seguito a ruota dal sovrano del Castello Disney e dal Maestro
del keyblade.
I tre si immobilizzarono come delle statue di cera, cadendo in un
religioso e teso silenzio. Osservarono con curiosità e
diffidenza quella giovane che appariva identica alla loro compagna,
chiedendosi chi fosse e da dove fosse uscita.
-Riku calmati, sto bene.-
-Lei chi è?- chiese con fare guardingo, senza distogliere lo
sguardo dalla ragazza con gli occhiali.
-È la me stessa di un altro universo, credo…-
suppose. -Ha senso come teoria?- fece poi, rivolgendosi
all’altra.
-Penso di sì.- rispose. -E così, tu sei il Riku
che gira da queste parti, mentre lui è Sora.-
continuò, guardando il castano. -Siete simili a quelli che
conosco io, ma siete molto differenti… specialmente Riku.-
-Tu non puoi essere Jessie!- esplose all’improvviso il
custode dell’Alba. -Non avverto Oscurità in te e
poi i tuoi occhi sono rossi! Allontanati da lei!- urlò,
brandendo la propria arma.
-Cosa? Rossi?- domandò spaventata, cercando di
indietreggiare ma senza successo, poiché l’altra
l’aveva presa per mano.
-Riku, ti ho detto di calmarti.- riprese la giovane seduta tra le
coperte. -Non percepisci la sua Oscurità, semplicemente
perché non ce l’ha più. Lei
è diversa da me e, forse, è anche meglio di me.-
ammise, gettando una nuova ondata di confusione negli amici. -Ha avuto
il coraggio di affrontare la sua parte oscura, io invece non ne sono
capace.-
-Non ha più Oscurità?- domandò Sora.
-Ma questo significa che…-
-Che il suo cuore è puro e pieno di Luce.- intervenne
Topolino.
-Già…- sospirò la custode dalle iridi
scarlatte. -Anche se ora la mia parte oscura è a piede
libero.-
Sobbalzò quando avvertì l’aumento della
stretta sulla sua mano. -Sono sicura che avrai la meglio su di lei
quando vi incontrerete.- affermò la keyblader dagli occhi
bendati.
-Come fai a dirlo?- chiese l’altra, sorpresa.
-Sei più forte di quanto credi e non dimenticare che dentro
di te hai una fiamma inesauribile.- rispose con un sorriso.
-Anche prima hai parlato di una fiamma…
cos’è?-
-Guarda all’interno di te stessa, cerca il luogo in cui si
rifugia il fuoco del Tramonto e capirai.-
-Ci proverò!- esclamò Jessie, stringendo a sua
volta la mano della sua gemella. -Anche tu però, non
arrenderti, c’è della Luce in te. È
piccola, ma è pur sempre Luce.- affermò decisa.
-Io…- mormorò l’altra, abbassando il
viso per rialzarlo quando avvertì qualcuno avvicinarsi e
sedersi accanto a lei.
-Spero che almeno a te stessa darai retta.- disse il custode
dell’Alba, finalmente tranquillo, passandole un braccio
intorno alle spalle.
-E’ difficile… soprattutto ora, ma
tenterò.- concesse alla fine.
-Benissimo!- fece l’altra. -Abbiamo entrambe degli ottimi
amici, cerchiamo di non deluderli!-
All’improvviso, sulla parete opposta al letto, si
aprì una specie di squarcio luminoso dai bordi bluastri,
alto come una persona di media statura. La luce al suo interno
vorticava su se stessa e ben presto, generò una leggera
corrente d’aria che con la sua lieve forza cercava di
trascinare ogni cosa al suo interno.
La custode con gli occhiali osservò attentamente quel varco
ed emise un piccolo sbuffo. -Sembra che sia ora di tornare indietro.-
annunciò, riposando il proprio sguardo sui due ragazzi
davanti a lei.
Ora comprendeva le visioni che la sua parte oscura le aveva mostrato e
capiva il perché l’avessero fatta soffrire in quel
modo, soprattutto l’ultima. La sua gemella nascondeva un
potere terribile, ne aveva timore e per questo necessitava di qualcuno
accanto che la sostenesse. Chi delle due fosse la meno sfortunata, era
difficile dirlo.
-Riku, non lasciarla mai. Jessie ha bisogno di te.- iniziò.
-Da me le cose non sono andate come per voi, io non ho nessuno
così legato a me, però ho dei compagni su cui
potrò contare e che a loro volta potranno fare affidamento
su di me durante la guerra che mi attende.- proseguì,
alzandosi e dirigendosi verso la spaccatura che l’avrebbe
ricondotta da dov’era venuta. -All’inizio non avevo
capito perché sono arrivata qui, ma ora lo so. Grazie
Jessie.- concluse, girandosi un’ultima volta per chinare il
capo.
-Grazie a te e buona fortuna.- rispose l’altra custode,
sentendo la sua gemella compiere dei nuovi passi.
-Buona fortuna a voi!- esclamò, prima di saltare dentro il
varco, che si richiuse immediatamente senza lasciare traccia del suo
passaggio.
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