Nuova
coscienza di sé
Era sempre
stato un maggiordomo impeccabile, ed altrettanto impeccabile aveva
rivestito il ruolo di segretario.
Cresciuto nel regime di terrore e
sottomissione inflittogli da Belladore de Lanchale, Alexis aveva
vissuto i primi anni e la sua infanzia come strumento di piacere e di
divertimento della cortigiana più famosa, potente e
pericolosa della Vecchia Capitale.
Ne aveva bevuto il sangue, ottenendo
così parte dell'immortalità dei redivivi, e la
loro eterna bellezza. Nel suo corpo da diciassettenne, Alexis, aveva
preso parte ai più tremendi delitti ed aveva tenuto dentro
di sé i più oscuri segreti della sua padrona.
Fino a che, Belladore de Lanchale, non
aveva trovato la morte per mano del principe di sangue Axel Vandemberg.
Solo allora era stato libero da quel
clima di sottomissione che per oltre cinquantanni era stato la sua
normalità. Ospitato nella Reggenza di Aldenor, sotto l'ala
protettrice dei redivivi di stirpe Blackmore, aveva iniziato una nuova
vita, scoprendo quasi come un bambino le piccole gioie di un mondo a
colori, e non rosso come il sangue, il solo colore che aveva conosciuto
negli anni di prigionia con Lady de Lanchale, così la
chiamava e così Belladore si faceva chiamare.
Aveva ascoltato, chiuso nei suoi
alloggi, le risate allegre di Julian Lord e Jordan Vandemberg, unite a
quelle della principessa Sophia. Alexis non conosceva veramente il
significato del divertimento e dell'amicizia, mai ci si era soffermato.
Una volta si ritrovò a ridere
sommessamente, dopo aver assistito quasi per caso ad un tiro mancino
rivolto logicamente a Sophia. Aveva taciuto quasi all'istante, mentre
avvertiva nelle orecchie il suono basso e vibrato della sua voce.
E sentiva all'interno del petto e nei
meandri della sua mente una sensazione di piacevole calore,
sconosciuta. Intuì fosse quello il divertimento, la
spensieratezza dei giovani, e lui che giovane non era mai stato fu
quasi sconvolto di poterla realmente percepire.
Lasciava la mente libera di correre, una
volta ogni tanto, mentre si beava dei raggi del sole nel grande e
sontuoso cortile della Reggenza, sistemando con cura quei fiori che
ornavano le aiuole.
Avvertiva sulla pelle il calore del
giorno e la frescura del vento che soffiava leggero in quelle giornate
estive. Aveva scoperto di amare la sensazione che la carezza del vento
gli procurava.
Avvertiva il profumo dei fiori, intenso
ed avvolgente nella calura del giardino. Aveva scoperto nuovi odori,
abitando e prestando i propri servizi alla Reggenza. Aveva scoperto di
amare il profumo del bucato appena lavato, così come l'odore
pungente degli agrumi maturi in inverno, quando troneggiavano al centro
della tavola imbandita per la giovane Sophia.
Aveva scoperto anche una strana ed
immotivata passione per i tortini di mele. Nessuno gli aveva mai
concesso di mangiare qualcosa di così delizioso; soltanto
quando si ritrovò inevitabilmente bloccato in un'animata
discussione tra Julian e Sophia, che stavano bisticciando su cosa fosse
più buono tra i tortini di mele e le crostate alle more,
aveva avuto modo di assaggiare entrambi i dolcetti. Aveva iniziato
dalla crostata, su invito quasi urlato di Sophia. Erano sì
buone, con il loro sapore intenso, ma quando Julian, dal canto suo, lo
aveva obbligato a provare anche i tortini alle mele, Alexis se ne era
innamorato.
Il sapore delicato delle mele, la
consistenza pastosa sulla lingua, lo avevano letteralmente fatto
innamorare, anche se Alexis, di cosa significasse innamorarsi non aveva
ben chiaro il significato.
Si era congedato dai due ragazzi con una
delle sue migliori riverenze, accompagnato dalle urla dei due giovani
che ancora, nonostante il suo parere, continuavano imperterriti
quell'assurda discussione.
Aveva avuto modo, abitando con i
Blackmore, di intuire anche il significato della parola amicizia, e di
tutto ciò che l'amicizia comportasse nella vita di qualcuno.
Una volta si era ritrovato intento a
conversare, inizialmente per cortesia verso gli ospite, con il giovane
Julian, in attesa dell'arrivo di Sophia in Reggenza. Si era ritrovato
ad ascoltare con forse più interesse di quanto si sarebbe
aspettato le parole del giovane studente, le sue lamentele su quanto i
Blackmore tenessero Sophia sotto chiave, e su come avrebbero dovuto
fidarsi di lui, che mai l'avrebbe cacciata in guai mortali.
Probabilmente non era vero, ed Alexis,
trasportato dalla situazione sconosciuta e piacevole, lo aveva fatto
notare con le labbra leggermente curvate all'insù. Quando
poi si era accorto del sopracciglio inarcato di Julian si era
affrettato a chiedere scusa al ragazzo, ma Julian era scoppiato a
ridere, ed Alexis nuovamente si era ritrovato a sorridere leggermente.
Ed era proprio grazie a quei brevi
momenti di tranquillità che, si era detto, forse avrebbe
potuto apprezzare maggiormente ciò che la vita aveva da
offrire.
Note dell'autore
Ehm, niente. Veloce, rapido, indolore.
Mi rendo conto che potrebbe risultare caotico e sconclusionato, ma
è stata una mia scelta renderlo così. Flusso di
coscienza, corrente di pensieri senza un vero e proprio scopo, ho messo
per iscritto una specie di zapping tra ricordi e pensieri che tra loro
non hanno nessun vincolo o riferimento temporale diretto.
Spero vi piaccia.
Hymn
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