Speranza: ultima a morire

di Sherlock Holmes
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Era… davvero così?
 
Il mio unico amore era… morto, assassinato da James Moriarty. Ed il professore aveva poi gettato il suo corpo esanime nel Tamigi.
 
Sì. Così era andata.
Era questa la teoria che si adattava ai fatti.
Ed io avevo agito da folle.
Perché altro non ero se non un stupido innamorato. Un innamorato che, per orgoglio, non aveva mai detto alla sua musa quanto la amava.
 
Mi passai una mano sugli occhi, per cercare disperatamente di arginare quell’unica lacrima che spingeva per uscire.
Inspirai profondamente, per poi sciogliere l’abbraccio fraterno di Watson.
Serrai, per un istante, le mie mani sulle sue braccia, in un muto ringraziamento per il suo spontaneo gesto; da vero amico.
Il dottore annuì, capendo.
Spostai lo sguardo sul… cadavere di Irene, steso sul mio letto.
 
Dovevo dirglielo. Anche se, ormai, non poteva più sentirmi…
Mi accostai, così, a lei, chinandomi per raggiungere le sue livide labbra.
Mi fermai ad un nulla dalla sua bocca, per sussurrarle, a voce rotta, un timido ma sentito: - Ti amo.-
La baciai, lasciando scivolare libera sulla mia guancia quella stramaledetta lacrima, che cadde, bagnando il viso di Irene indurito dalla morte.
 
Fu proprio in quell’istante che… notai un lieve, appena accennato movimento alle dita della mia amata Irene; di colei che era stata dichiarata passata a miglior vita…
Il mio cuore balzò nel petto.
 
Primo passo verso la follia o… meravigliosa realtà?




Note dell'Autrice: Quest'ultimo capitolo è il mio augurio di buone feste a tutti coloro che leggono e seguono le mie fic.
Grazie a tutti!




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