Madameicrack
Non ho
nulla da dire perché non c'è modo di giustificare
questa cosa. E' un nonsense sullo stile di Maccio Capatonda,
uomo
avvisato mezzo salvato. Please don't flame <3
Anzi,
una cosa la dico: la narrazione è diretta da parte di un
narratore onniscente - fate finta che io vi stia raccontando
una fiaba,
okay? A
mille ce n'è nel mio cuore di fiabe tralala...
E'
sempre stato il mio sogno usare questo stile di scrittura, come se
raccontassi io una storia ( tranquilli, senza intermezzi
autore/personaggi, io sto proprio dialogando con VOI ) e...
beh, questo è solo un esperimento e spero che comunque
vi piaccia. Dato che oggi è il compleanno di
Madara, prendetelo come se fosse uno di quei regalo-scherzo che
andavano tanto di moda quando io ero più
giovincella, quelle enormi scatole regalo che ti facevano pensare di
aver ricevuto chissà cosa e poi... lol, ti trovavi
una collanina incastrata a matrioska dopo dodici o tredici pacchi pieni
di carta.
Auguuuuri
Madara!
Non
guarderete mai, mai più le fiabe allo stesso modo, giuro,
come io non guardo più gli alberi allo stesso modo. E non
leggerete mai più una fanfiction in vita vostra dopo questo.
E
io non mi farò più vedere.
DOVUTE
PRECISAZIONI:
Nella
fiction ci sono tante, tante cazzate, ma per aiutarvi a
comprendere al meglio il testo, sempre che sia possibile, vi metto
qualche piccola noticina pre-fiction di alcuni particolari:
" Kill
yer parents, burn their bodies - bury the ashes, find out what you want":
E' una canzone che esiste davvero. Il pezzetto vuol dire: uccidi i tuoi
familiari, brucia i loro corpo, spargi le ceneri, trova quello che vuoi.
Tu
al massimo puoi essere il braccio
violento della legge [...] Bisogna sempre stare in guardia,
c'è
una jungla là fuori: classiche
frasi da poliziotto
inglese od americano, non a caso Tobirama intima a Madara di non
parlare come uno stereotipo. Gli Uchiha, come spero
ricorderete,
erano la polizia di Konoha.
Ditemi
se secondo voi è meglio mettere l'avviso OOC!
Ovviamente
i personaggi non sono miei e le citazioni non sono mie. La storyline
però lo è, purtroppo, è questo che mi
preoccupa.
L'immagine che vedete è (c) di quell'artista fantasmagorica
che è Lily.
Angolino scemo (o prequel idiota) :
{
C'era una volta un tizio, che potete chiamare Uchiha Madar...
" SOMMO Uchiha Madara!" Urla una voce fuoriosa da dietro le
quinte.
.... oh, Gesù. Non si interrompe il narratore nella prima
frase della storia! Ehi, non... non ti azzardare ad
attivare lo Shari...
Rumori di sottofondo. Il
Narratore riprende a narrare con voce pacifica, un po' zen.
C'era una volta una creatura meravigliosa che onorava la terra col suo
passaggio, illuminava la notte -
cioè, no, oscurava
la notte con
i suoi splendidi capelli neri riflessati di blu...
( aspetta, ma
si tratta di tinta, o mio signore orgasmico? No? Se se.)
... e che passsava le sue giornate torturando i suoi nemici con curate
visioni traumatiche o li bruciava a morte con deliziose fiamme nere.
Il Narratore si riprende dal genjustu. Il Signore Orgasmico
è troppo impegnato a lisciare il pelo per attivarlo.
Un attimo, quello è Itachi. La leggiadra creatura che
onorava la terra eccetera.
Ora, narriamo davvero.
Feel like a Disney princess.
C'era
una volta (c'era per la terza volta) una specie di tizio
indecente, senza arte né parte, che bruciava a morte i suoi
nemici e li traumatizzava a vita con strane visioni di torture
prolungate per settantatré ore: probabilmente gli faceva
vedere
tutte le registrazioni dello show di Marzullo, o un video di Youtube
con dieci minuti di Silente che chiede ad Harry Potter se ama Hermione.
Questo
tizio si chiamava Mada... il SOMMO Madara.
Madara
viveva in un castello al limite di una città chiamata
Konoha, con suo fratello minore che era segretamente invidioso della
sua bellezza; per questo, il povero SOMMO Madara era sottoposto a
denigrazioni di ogni genere da parte del'... er, denigratorio
fratello...
"
Oh, Madara, sei così figo! Quanto vorrei essere come te!
Nessuno potrà mai
arrivare..."
...
Izuna,
lo sapevi che nella storyline ufficiale Madara ti strappa gli
occhi dal cranio mentre sei amorevolmente chino al suo capezzale? Oh,
non lo sapevi?
Che peccato. Ora lo
sai, spero che questo ti aiuti a
calarti nella parte.
Come
dicevamo, Izuna insultava ogni giorno Madara: ".... Er....
Madara, i tuoi capelli sono... uh, opachi. E sei anche ingrassato...?"
...
che vi dicevo? Denigrazioni di ogni genere.
Madara,
che era il Principe sventurato dello sventurato regno della Sventura
(ovvero Konoha), aveva una serie
infinita di indeducibili qualità; tra queste rientrava la
sua
bellezza, la sua gentilezza, e la sua fantastica passione per gli
squartamenti, un po' come Turandot. Sognava da tempo l'arrivo di
un'anima gemella alla sua,
che amasse torturare la gente tanto quanto l'amava lui, che uccidesse i
suoi avversari senza nemmeno toccarli come faceva lui, e che fosse
possibilmente una gran bella... donna.
Ma
a Konoha le donne non corrispondevano esattamente ai suoi standard:
o troppo buone, o troppo bionde (Madara odiava il biondo, era un figlio
della notte lui!), o troppo
inorridite quando lui regalava loro, con tutto il suo savoir-faire, il
cuore ancora pulsante dell'ultimo nemico che aveva ucciso.
Oh,
che
volete? Come disse il nostro amato protagonista nella storia ufficiale,
ha trascorso ogni sua ora vigile in battaglia, quindi con i regali
doveva arrangiarsi con quello che trovava in giro dopo una strage. E il
cuore di un nemico era più poetico di un cervello o di un
fegato o di qualche
ghirlanda di budella - che tuttavia avevano
il
loro fascino decorativo.
Quel
particolare dì che mi appresto a narrarvi, Madara sedeva
tristemente sui gradini di casa sua, intento a sgrassare il legno dalla
cacca di aquila. La falconeria ha il suo prezzo, non lo sapevate?
Sapevatelo!
Mentre
si dava da fare con spazzolino e detergente, Madara lanciava
maledizioni al suo invidioso fratello che gli imponeva di ripulire le
scale senza nemmeno dargli un aiuto ( Beh, per essere precisi Izuna si
era offerto
di farlo al posto suo, perché in effetti amva ET
ammirava suo fratello maggiore, ma per ragioni di fiction lo
ignoreremo); eppure nonostante gli improperi degni di un turco ubriaco
che assiste alla sconfitta calcistica della sua squadra, ogni volta che
una parolaccia usciva dalla sua bocca, si trasformava immediatamente in
un canto delizioso.
"
Chi sta torturando quella povera creatura che raglia così?"
Dicevano gli abitanti di Konoha. Ma Madara era stoico, impavido e
aveva problemi di udito, quindi li ignorava.
Non
si sa perché, non si sa come, si trovò a passare
di
lì
una splendida donna dai lunghi capelli castani, occhi intensi come due
rubini verdi (che volete, lo smeraldo è così
out!) e un
grazioso vestito azzurro; questa sarebbe stata la sua descrizione, se
questa fosse stata una normale fiaba. Ma dato che non siamo qui per
smacchiare i leopardi, vi verrà svelata la triste
realtà, ovvero la triste descrizione del soggetto: non si sa
come e non si sa perché, dicevamo, si trovò a
passare di lì una tizia che vista da dietro sembrava un
abete di
Natale, con una specie di straccio indefinito di colore blu, labbra blu
e una specie di pennacchio in testa.
Avete
indovinato?
No,
non era un nuovo tipo di puffo.
O forse sì.
No,
dai, era la nostra
leggiadra Principessa Azzurra.
Il
nome della donna era Mei Terumi, o Puffo Pennacchio, e stava
attraversando Konoha con l'antico vaso che andava portato in salvo...
quando i lamenti straziati di una povera creatura le giunsero
alle orecchie.
"
Oh, dev'essere qualcuno che ha problemi ad andare di corpo," disse
argutamente Puffo Penna... Mei. Decise comunque di andare nella
direzione suggerita dalla lagna.
Fetish
coprofago? O senplicemente aveva con sé una peretta? Non
lo sapremo mai; fatto sta che, cammina cammina, giunse davanti
all'abitazione di Madara.
Il
suddetto strofinava lo spazzolino, cantando (o meglio storpiando) un
simpatico motivetto molto allegro, pieni di buoni sentimenti e...
" Kill
yer parents, burn their bodies - bury the ashes, find out what you want."
.... eh.
All'improvviso,
dall'interno della casa apparve in una nuvola di
glitter proprio Itachi Uchiha, che era il Patrigno di Madara.
Fissò con aria di
superiorità il povero Principe e tubò, con voce
molto sexy: " Mi spiace, già fatto. A tredici anni.
Bwahahahahah!"
Dopo
tre minuti di risata demoniaca in apena, Itachi rientrò in
casa: come ogni buon Patrigno che si rispetti, Cenerentola insegna,
appariva solo per deprimere il malcapitato Principe e per il resto del
tempo restava in casa a fare la calza; oltretutto, era stato pagato
solo per un'apparizione di quattro minuti come guest star. Ma Itachi fa
sempre la
sua porca figura. Breve, ma molto PORCA.
Madara
fissò il
punto in cui era scomparso con orrore, dato che non riusciva a
comprendere come, COME un ragazzino di tredici anni fosse riuscito a
giungere là dove lui non era mai arrivato - e soprattutto
come facesse un ragazzino di tredici anni ad essere il suo Patrigno -
e, preso dalla
disperazione, balzò in piedi per fuggire via come
nei migliori
manga Shoujo.
Dopo
tre passi avvolti da una nebbia di sofferenza (ovvero, si
era ficcato lo spazzolino in un occhio e non ci vedeva più),
andò a sbattere contro Mei Terumi.
E
dato che ci andò a sbattere invece di schiacciarla col
piede,
credo sia assodato che Mei NON era un puffo. Okay? Bene, andiamo avanti.
Mei,
che era andata a fuoco alla vista di Itachi (eh, la PORCA figura...)
rischiò di andare a fuoco sul serio alla vista di Madara, o
meglio, rischiò di andare a fuoco sul serio quando Madara
alzò lo sguardo su di lei: dovete ricordarvi della nebbia di
dolore nel quale Madara vagava, ragazzi. Infatti, a causa della vista
annebbiata, l'uomo vide davanti a sé solo una specie di
sagoma
indefinita a zig-zag, che non aveva nulla di umano.
"
La rivolta degli alberi è iniziata!" squittì
l'Uchiha e, dato che si era preparato a lungo per questo giorno (avete
presente quei tizi che vanno in giro con cartelloni con la scritta 'la
fine è vicina' e i
campanacci per pecore? Ecco, sostituite la
scritta con 'la
rivolta degli alberi è vicina!' e avrete
Madara - tutta colpa di Hashirama, come sempre ),
reagì con la prontezza di riflessi di un vero
pompiere piromane: formò i sigilli del katon e fece per
prendere fiato,
pronto a carbonizzare la roba mostruosa davanti a lui.
Così,
Mei finì in fiamme e l'incendio divampò in tutta
Konoha e morirono tutti.
Fine.
...
Okay no, scherzo.
Dunque:
Madara era già pronto col suo katon sulla punta della
lingua, ma dato che questa non è una fiaba horror, produsse
una specie
di minuscola fiammata da accendino.
"
Ehi, attento!" Strillò l'abete.
Madara
si tolse lo spazzolino dall'occhio e si rese finalmente conto di
avere di fronte una donna, una donna vestita di azzurro con tanto di
cavallo al seguito, e non fu difficile per lui fare due più
due.
"
Sei un fantino?"
Ugh,
no. Ritenta.
"
Tu, TU sei la Principessa Azzurra! Tsè, come se avessi
bisogno di te per andarmene da questo posto indecente."
Mei lanciò
un'occhiata all'ambiente piuttosto paradisiaco
intorno a lei: c'era un grazioso ruscelletto, degli uccellini
cinguettavano allegri sulle sommità degli alberi e un
favoloso
arcobaleno brillava sulle rocce del fiumiciattolo.
"
Ehm..."
Madara,
che come ricordiamo aveva problemi di udito e come Kishimoto
gentilmente ci sottolinea era anche semicieco,
continuò. " E'
schifido, qui, ma io sono il SOMMO Uchiha Madara e un giorno il mondo
intero sarà nelle mie mani. Come vedi, non ho bisogno certo
di
essere salvato, per quanto il tuo odore muschiato mi inciti alla
perversione e la mia anima sia buia e nera e depravata."
Sputò
ferocemente anche se nessuno gli aveva chiesto niente, e la povera
Principessa Azzurra rimase senza parole.
Non
c'era nulla di sensato da dire.
Madara
la fissò ancora per un secondo dall'alto in basso, fece
un rumore di scherno e le voltò le spalle. Tempo un paio di
passi,
tornò a guardarla da sopra la spalla: " Oggi ho
fatto fare la pedicure al mio falco."
"
E... e questo cosa c'entra?" chiese Mei stupita.
"
Niente, volevo solo che tu sapessi," disse Madara serafico; ci fu
un secondo di silenzio, poi aggiuse: " ...nel caso in cui
dovessi vedere
un cadavere."
Ad
una persona normale, davanti ad una simile rivelazione
sarebbero
drizzati i peli; però, dato che Mei si era appena fatta la
ceretta, a stingersi furono i bulbi piliferi, simile al modo
in cui si
contraggono le chiappe di un tizio che si trova suo malgrado coinvolto
in una lotta nel fango con travestiti brasiliani (Yum!). "
Un...?"
"
Sì, non ho fatto in tempo a seppellirlo,"
Madara scosse il capo. " I falchi sono animali nervosi.
Dovrò
ricordare di dirlo alla prossima estetista. Comunque, è la
prima
volta che succede."
"
Vedo una mano spuntare dal terreno," sottolineò
Mei. " Non avevi detto di non aver seppellito...?"
Madara
calciò la mano putrefatta che si trovava a pochi
centimetri dai suoi piedi. " Infatti non l'ho fatto. Questo
è
il facchino, mi ha rotto un vaso durante il trasloco, e capirai anche
tu che non avevo altra scelta."
Mei,
alla faccia della favoletta della principessa senza macchia e senza
paura, optò per una ritirata strategica.
____________________________________
Reduce
dallo psichedelico viaggio nella terra dei Pazzi Furiosi, Mei
decise di indire un ballo. Era pur sempre la Principessa Azzurra,
doveva pur mantenere un certo livello. Oltretutto, cosa c'era di
più rilassante di una marea di sconosciuti in casa propria?
Niente, ecco cosa, tranne forse una sosta nei peggiori bar di Caracas.
Aveva
ordinato a Chojuro, suo servitore fedelissimo, di occuparsi degli
inviti, premurandosi di avvertirlo che non doveva esserci nessun essere
proveniente da Konoha. Chojuro, che era la bontà
fatta persona, non riuscì ad avere un cuore così
duro da
escludere un intero villaggio dal ballo e di nascosto mandò
gli
inviti perfino alla residenza degli Uchiha.
Quando
Madara ebbe l'invito, rise istericamente per mezza giornata.
______________________________
"
Cavatemi gli occhi," disse Tobirama con l'aria di un gattino
abbandonato che gnaula tutto solo in una profonda caverna. "
Per
favore. Non
può venire vestito così."
"
Perché no?" Chiese allegramente Izuna, arrotolando con cura
le bende attorno agli stinchi, così come dettava la
moda. " Il
rosso gli sta davvero bene."
"
Il punto non è..."
"
E poi," disse Mito serafica, che ormai alle stranezze di Madara ci
aveva fatto il callo, " è molto alto,
può permettersi un
abito del genere."
Tobirama
rinunciò all'idea di far ragionare la gente che
lo circondava: si era da tempo rassegnato al fatto che lui era l'ultimo
baluardo di sanità mentale per tutta Konoha.
"
L'accostamento è sbagliato."
"
Cosa, bigiotteria nera e abito rosso?" Osservò
Izuna.
"
I vestiti col suo corpo," disse mestamente Tobirama.
Madara,
che invece si stava rimirando allo specchio in tutta la sua
bellezza, si osservò ben bene, prestando particolare
attenzione
al fatto che quell'abito non gli facesse sembrare il culo brasiliano.
"
Dunque?" Chiese seccamente alla folla di gente riunita intorno a
lui. Molti si sprecarono in complimenti, perfino Hashirama
cercò
di dire qualcosa di intelligente; Madara, alla fine, non
poté
che ritenersi soddisfatto.
"
Molto bene," annunciò, alzando la kusarigama sulla spalla
come una donna farebbe con una borsa molto ingombrante, ondeggiando sui
tacchi grazie alla sua straordinaria capacità di trasformare
qualsiasi superficie orizzontale in una passerella improvvisata. Il
vestito rosso, abbastanza sconcio da far sanguinare gli occhi
più sensibili alla moda e al buongusto, scese sul petto, e
lui
tirò su la scollatura a forma di cuore con un gesto
distratto
della mano libera. Lo spacco, non appena fece un passo,
mostrò i
muscoli che si tendevano di una coscia muscolosa ma affusolata.
"
Andiamo a prenderci quello che è MIO. Ora, piantala di
rimuginare, Senju. La Uzumaki è quella col
cervello, tu al massimo puoi essere il braccio violento della legge."
"
... Madara, il fatto che nella storyline ufficiale gli Uchiha siano
la polizia di Konoha non ti autorizza a parlare come se fossi uno
stereotipo vivente."
"
Perché no, Tobirama? Bisogna sempre stare in guardia, c'è
una jungla là fuori."
Tobirama
gemette sommessamente, accelerando il passo: non aveva
alcuna intenzione di far sapere al mondo intero di essere arrivato alla
festa più importante sulla faccia delle cinque grandi terre
in
compagnia di un simile pazzo vestito da donna. Hashirama, che invece
era
ormai rassegnato alle strameberie dell'Uchiha, lo fissò
senza
scomporsi.
"
Incontrerai la Principessa Azzurra che ti ha - huh - molestato qualche
giorno fa. Hai ancora intenzione di andarci?"
"
Certo," ringhiò Madara. " Sono anni che non faccio
il
giochetto del poliziotto buono e del poliziotto cattivo... e il
poliziotto buono ha preso le ferie, stasera."
___________________________________________________________
Mei
era una Principessa molto ragionevole, il tipo di persona che non dice
mai peste e corna di nessuno, che vuol bene a tutti come se fossero
suoi fratelli, e se ti andasse a fuoco la nonna
tirerebbe prontamente
fuori una coperta ignifuga fatta con un coprisedile da water e un po'
di carta stagnola. Insomma, era un incrocio tra McGyver e Highlander,
ma - purtroppo per lei - non aveva avuto a che fare ancora con i
Principi Uchiha.
Infatti,
non appena il gruppo di Madara fece la sua trionfale entrata
nel salone del ballo, Mei non poté fare altro che stare
lì e guardare. E guardare. E
guardare.
"
Quello è... Madara?" Chiese sconvolta. " E' vestito
da donna! E'... è..."
"
Indecente, concordo," disse Ao con massima disaprrovazione.
Dov'erano i bei tempi della sua giovinezza, dove il massimo di pelle
scoperta sul quale fare fantasie erotiche erano le caviglie? Dov'erano
i bei tempi passati, quando le principesse erano morigerate e
sorridevano nascondendosi dietro i ventagli?
"
No, è maledettamente sexy," gemette Mei. Non potè
fare a meno di ravvivare la divisa da Principessa Combattente che
portava, un
completo composto da giacca blu e pantaloni bianchi, e si
fiondò
sulla scia del Principe Uchiha.
____________________________________________________
Madara
aveva notato dall'inizio della festa la Principessa Mei che gli
svolazzava dietro cercando di attirare la sua attenzione, ma era un
bastardo furbo e quella donna doveva pagare. Per quello stava
volteggiando da un lato all'altro del salone, libero come una farfalla
oscena, mentre donava a tutti il suo fondamentale contributo alla
conversazione.
"
Sei davvero divertente, Muu. Una battuta da scrivere negli annali.
Perché ho cercato di ucciderti?" Disse, dando una pacca
sulla
spalla del Principe della Nebbia. Tutto il suo gruppo lo
fissò
con tanto d'occhi, ma Madara fece un inchino e
svolazzò via.
"
Chi era... quello?
Quella?" Chiese
uno della scorta di Muu.
"
Non ne ho la più pallida idea," borbottò. " E
soprattutto... non stavo dicendo nulla di divertente. Non stavo
proprio parlando."
Ora,
se fosse una fiaba normale, si dovrebbe giungere al ballo, vero?
Ecco, quel momento meraviglioso in cui i danzatori si uniscono,
muovendosi come un sol corpo, trasportati dalle note paradisiache di
arpa e violini... momenti in cui gli sguardi dei protagonisti avrebbero
dovuto incrociarsi a mezz'aria e un coro gregoriano avrebbe iniziato a
cantare... c'era da dire che Madara sognava quel momento. Oh, sotto la
vena assassina era un delizioso romanticone, e oltretutto era stato
cresciuto da Principe Fiabesco, con tutti gli stereotipi del caso.
Non aveva però fatto i conti con una Principessa mestruata e
piena
di capelli che riuscì a placcarlo proprio vicino al tavolo
del
punch, dove lo sterotipato e romantico Principe
Madara stava versando vodka russa nella coppa delle bevande.
Così. Perché, andiamo, quale festa che si
rispetti non contiene almeno un po' di vodka russa? Ecco.
Madara
si sentì prendere per le spalle, e venne spinto
violentemente contro il tavolo senza remore alcuno. Oh, lui si
aspettava un amplesso animalesco proprio lì, mentre si
scambiavano saliva a litri e tutti, tutti
diventavano testimoni della
sua vittoria, il morigerato e timido Principe
Uchiha che aveva fatto capitolare la Principessa, anche se l'aveva
odiata fino a due secondi prima, ma bipolarità
is the way nelle
fiabe... e invece l'unica cosa violenta che ottenne fu uno scossone.
Guardò
con odio la Principessa isterica, e quando i loro occhi si
incrociarono, avvertì davvero
la magia che la sua tata gli aveva raccontato prima che lui la vendesse
al mercato nero, potè specchiarsi negli occhi spiritati
della
sua bella e un canto iniziò ad innalzarsi...
"
Piantala, Hashirama!" Ragliò Madara, e l'amico chiuse di
scatto la bocca tranciando a metà il bellissimo la in
bemolle
degno di un soprano.
Mei ghermì
le sue braccia per riportarlo alla
realtà, e la prima cosa che ringhiò non appena
Madara
aprì bocca, fu: " Qui le domande le faccio io. Anzitutto...
dove
hai preso quel vestito?"
"
Perché vuoi saperlo? Ti avviso che non potrai ricomprarmelo
dopo che l'avrai stracciato per prendere possesso del mio corpo con
fame animale, mentre getti via la mia innocenza come farai con questa
stupida barriera di tessuto che divide le nostre pelvi, mentre..."
"
... credo che strappare un vestito di dosso faccia male."
Madara
si bloccò dal suo vagheggiare. " Uh?"
"
No, voglio dire... una volta mi hanno fatto uno smutandamento atomico
e, uh, le mutande non si sono strappate nonostante
l'atomicità
della cosa, e ha fatto un male cane, e..."
Madara
fece un rumore di sprezzo. " Tzk. Dovresti leggere più
fanfiction."
Mei
rimase senza parole, ma per fortuna Madara aveva sempre qualcosa da
dire. " Sei davvero stupida. Perché mi stai parlando di
smutandamenti
quando dovresti solo prendermi e possedermi come nemmeno Linda Blair ne
L'esorcista,
conducendomi nell'oscuro sentiero senza ritorno della
perversione?"
Mei
lo fissò come se volesse piangere, poi sospirò e
la
trascinò fuori. Nel mentre, Madara perse una scarpetta di
cristallo, ma Tobirama fu lesto a schiacciarla sotto i piedi,
prevenendo l'eventualità che qualche Principe sviluppasse
un improvviso desiderio feticista e si metteste in testa di cercare il
proprietario della calzatura cristallina.
...
se vi interessa saperlo, Madara portava il 43 di piede.
________________________________________________________________
Era
tutto nero. Ma proprio nero, nero nero.
NERO!
Okay,
era nero, questo si è capito. Nero come un fiume di
notte senza luna, nero come l'ossidiana, nero come... come, ecco, la
tinta sbagliata che centinaia di donne hanno fatto credendo
erroneamente che
nero violaceo significhi--- beh, viola. E invece è nero con
qualche
debole riflesso viola.
Anche
tutto quello che Mei percepiva era nero (ma senza riflessi viola).
Non
ricordava molto di quanto era successo: l'ultima cosa che ricordava
era sé stessa contro cinque Madara, e il bruciante senso di
sconfitta... perchè sì, vedersela con cinque
Principi
Uchiha infoiati non era il desiderio di nessuno, tranne forse un
masochista.
Lei
era masochista?
SI.
Cioè
no, scusate, è masochista nella prossima fiaba che ho in
serbo per voi; qui Mei tanto dolce e tanto onesta pare, e
coglie fiorellini sulle sponde di fiumi... neri.
....
Dicevamo,
una delle ultime cose che le ritornava alla mente era la sua
strenua lotta contro Madara, che alla fine si era tradotta in un
rapimento bello e buono. Beh, era naturale. Madara si era stancato
presto di giacere per terra in mezzo agli aghi di pino, e come ogni
buon Principe Oscuro che
si rispetti, l'aveva rapita per rivenderla al mercato nero.
Ahah,
l'avete capita? Mercato nero...?
...
se fossi in me, mi vergognerei di quanto sto narrando. Ma io non
sono in me, perché sono schizofrenica. E anche io lo sono.
Quindi
proseguiamo.
Al
suo fianco era disteso Madara, il sordido Principe che aveva
rubato il suo cuore e anche le sue mutande (quando Mei aveva
inutilmente cercato di andarsene ad una certa ora, lui non aveva fatto
altro che strappargliele sotto gli occhi, dicendo 'visto
che si possono
strappare facilmente?'). Non
sapeva come fosse possibile, ma solo di
una cosa era certa: voleva passare il resto della sua vita lontana
da lui...
cioè, al suo fianco.
Ed
era certa che anche Madara lo volesse: aveva detto, durante il loro
amplesso ' Eso
è el tango della muerte. Tu es engravidada,
muchacha', e Mei
sapeva leggere tra le righe ma anche tra i quadretti,
e aveva dedotto che quella era la tipica proposta di matrimonio dei
Principi Uchiha.
E
poi, diciamocelo,
Madara era pazzo. Poteva essere molte cose: masochista,
maschilista, gay
represso... e perché no, anche figo. Ma era pazzo prima di
ogni
altra cosa, pazzo quanto il tizio che buttò la pazza, la
pezza e
la pizza nel pozzo di Mister Pazzino de' Pazzi.
Erano
perfetti l'uno per l'altra, due corrispondenti metà di
una mela marcia e putrescente, ed entrambi lo sapevano. That's amore,
ragazzi!
___________________________________________________________________
Volete
sapere come è andata a finire la nostra psichedelica storia?
Ebbene,
i nostri cari invitati al ballo sono ancora lì, a
piluccare con aria depressa punch corretto e crostini imbevuti di vodka
russa (la sbornia triste è come un virus), e ancora
attendono il
ritorno dei loro principi. Non hanno le chiavi per chiudere il portone,
e con i banditi che girano di questi tempi...
Hashirama
è entrato a far parte del coro gregoriano della Chiesa di
quartiere, nelle vesti di soprano.
Tobirama
è entrato in clinica, e non credo ne uscirà per
un bel pezzo.
Mito
sta seguendo un corso di agopuntura. Perchè? Boh. Nella sala
da ballo? Sì, c'era un'agopunturista tra gli invitati.
L'estetista
aspetta ancora di essere seppellita, ma nel frattempo è
stata ingaggiata da Tim Burton per il suo nuovo film Corpse
makeup artist, una
lacrima strappa storia che potrebbe risollevare le sorti del genere
gothic... ma anche no.
La
Principessa Mei e il Principe Madara stanno ancora fornicando come
conigli, ma ogni tanto hanno delle liti sui capelli e gli occhi,
immaginando un figlio... lui disegna pure il suo profilo e poi
strappa il foglio...
Non
ammetterò mai nemmeno sotto tortura
di aver copiato questo rigo da Gigi d'Alessio.
MAI.
E
dato che questa, per quanto idiota, indecente e obbrobriosa,
è pur sempre una fiaba... concludo dicendo:
E vissero
tutti felici e contenti.
Note
Autore (quale autore?)
Propongo
un sondaggio: quanti sono favorevoli al bannarmi da efp?
Questa
fiction è nata da due input, precisamente: il primo
è l'aver rivisto per la settecentomilionesima volta una
maratona Disney delle Principesse fiabesche, e dopo ore di trip cosmico
non potevate pretendere che uscisse qualcosa di diverso da questo. Cosa
non sono quelle principesse, ragazzi...
Il
secondo... è
che farnetico di mio è
appunto la questione degli amori maledetti, ovvero uno della coppia che
è oscuro e trascina l'altro nel suo stesso baratro di
orrori.
Maloooolll.
Il
terzo, ho detto che c'erano solo due punti ma vi prendevo in giro,
è che porcalamiseria Madara è una fottuta
principessa
mestruata.
Ovviamente
nel testo ci sono tante citazioni, se le indovinate tutte...
vergognatevi, siete al mio stesso livello di idiozia.
Ho
finito, spero che siate tutti ancora vivi, non mi ritengo
responsabile per ogni suicidio indotto e per ogni attacco di odio
verso Disney che ho provocato, e per chiudere in bellezza delle
bellissime immagini da far vedere ai vostri bambini.
(Sì,
stanno tuttE guardando
te, e piaci loro tanto tanto <3)
Goodbye <3
|