Saturnalia

di Callie_Stephanides
(/viewuser.php?uid=7973)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


A Gergovia sono arrivati un’alba dai toni troppo vivi per un passo ch’era, invece, sempre più stanco.
“Siamo nel cuore dell’Alvernia,” annuncia Laeta. “Se mai esiste un altro fiero nemico di Roma (*), l’abbiamo trovato.”
Agron abbozza un sorriso che solo Nasir potrebbe intendere: lui, che mille volte l’ha sentito bestemmiare i Galli; lui, che sa quanto poco ci abbia creduto.
Un odore di stoppie bruciate invade naso e memoria: nelle campagne festeggiano la Yule, come usavano i suoi.
È un passato che guarda al futuro e lo incoraggia a muovere il passo.
“Andiamo,” ordina e sa che Spartacus l’avrebbe voluto.
 
Nota: (*) Gli Arverni, guidati da Vercingetorige, inaugurarono un’intensa attività di guerriglia antiromana nella Francia Centrale, imponendosi a tutti gli effetti come la nemesi di Giulio Cesare, che riuscì ad averne ragione solo dopo un biennio di scontri. La biografia di Vercingetorige ha alcuni punti di contatto con quella di Spartacus: anch’egli, infatti, è addestrato alla guerra dai romani e serve, per un breve periodo, nella cavalleria alleata con gli invasori. Carismatico e intelligente, ottimo stratega, fu il primo sovrano della Gallia a riuscire nell’impresa di confederare tribù tra loro ostili in vista del bene comune. Appena decenne, nei giorni della caduta di Spartacus, cresce in un ambiente che ha già da tempo assorbito culturalmente la romanità (gli Arverni adottano un governo aristocratico simile alle magistrature elettive operanti nella Roma repubblicana).





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=2354990