The twelve days of Castiel
Titolo: The twelve days of Castiel
Personaggi: Castiel, Dean, un poco poco anche Sam
Genere: Commedia, Fluff (forse)
Rating: Verde come l'agrifoglio di Natale! (falalalala-lalalalà)
Note:
cavolata scritta per Natale (non ho mai scritto una storia per il
Natale, tantomeno di Natale in Supernatural visto che sono di recente
entrata), un po' raffazzonata e forse poco soddisfacente per i lettori,
ma l'ho scritta in fretta e furia e questo è quello che ne
è venuto fuori (spero che conosciate tutti la canzone "The
twelve days of Christmas", altrimenti potete trovarla qui).
Ah, buon Natale a tutti! :)
The twelve days of Castiel
Il primo Natale che
Castiel festeggiò fu quello del suo primo anno da umano. Disse
che dal Paradiso aveva sempre guardato in giù e osservato come
gli umani, appena strappavano la pagina del mese di novembre dal
calendario, venissero presi da una generale euforia, che raggiungeva il
culmine il venticinque di dicembre.
Disse che, essendo
un'esperienza umana, voleva anche lui sentirsi parte dell'atmosfera
natalizia e si mise d'impegno perché accadesse. Una sera
rientrò al bunker dopo esser stato fuori tutto il giorno,
portando una grande quantità di borse di carta appese ad
entrambe le braccia. Quando Sam e Dean gli chiesero dove fosse stato
rispose che era un segreto, poi si chiuse nella sua stanza. Quando ne
uscì mostrava un sorriso soddisfatto, dicendo di avere incartato
e nascosto i loro regali.
Un'altra volta tornò
al bunker con una scatola alta e stretta e un sacchetto pieno di stelle
filanti. Dalla scatola tirò fuori un pino di plastica, che si
mise a decorare in un angolo della sala principale del bunker con le
decorazioni e le luci che aveva acquistato. Quando Dean gli chiese dove
diavolo avesse trovato i soldi per comprare tutta quella roba, Cas gli
disse che aveva trovato dei contanti nella sua giacca e che gli aveva
presi. Dean aveva cercato di protestare, ma l'espressione speranzosa di
Castiel lo fece desistere e si limitò a sbuffare, dicendogli che
poteva fare come voleva.
Poi Cas volle ascoltare tutte
le canzoni di Natale possibili. Diede il compito a Sam di scaricare da
Internet tutte le canzoni natalizie che fosse riuscito a trovare, con
cui fu riempito un vecchio lettore mp3. Cas perse i successivi due
giorni ad ascoltare ininterrottamente tutte le canzoni, e, dopo che le
ebbe imparate a memoria, si mise a cantarle a squarciagola nei momenti
più disparati, prendendo sempre alla sprovvista Sam e Dean: un
attimo prima poteva essere seduto sul divano a guardare la televisione,
l'attimo dopo stava trotterellando attorno alla stanza cantando Jingle
Bells.
Ma, tra tutte, la canzone che
preferiva era "I dodici giorni di Natale". Era quella in cui si
immedesimava di più. Ogni volta che la ascoltava, quando
arrivava al verso che parlava del "vero amore", Cas non riusciva a non
pensare che se lui stesso voleva essere il vero amore di Dean, avrebbe
dovuto comportarsi come la canzone. Ogni giorno da lì a Natale
avrebbe dovuto fargli un regalo, così Dean avrebbe capito che
lui lo amava davvero.
Fece un tentativo nel cercare
di recuperare tutti gli oggetti di cui parlava la canzone, ma si rese
conto che la cosa non era fattibile quando perse un giorno intero alla
ricerca di una pernice. L'unico oggetto riconducibile all'animale che
riuscì a trovare era un uovo. Fu così che il primo
giorno, Castiel regalò a Dean un uovo di pernice.
Dean fissò l'uovo con
lo sguardo più atterrito che avesse mai fatto. "Che... che
cos'è?", domandò a Cas. Sembrava che nella sua voce ci
fosse un pizzico di terrore.
"Siccome non sono riuscito a
trovare una pernice vera, ti ho preso un uovo", spiegò con lo
sguardo illuminato dalla speranza che Dean accettasse il regalo. "Non
sono però riuscito a trovare un albero di pere".
"Di che diavolo stai blaterando?", esclamò Dean confuso.
La luce negli occhi di Castiel non si spense. "Della canzone, Dean. La canzone di Natale".
Dean non voleva deludere Cas.
Pur non riuscendo a capire a cosa si riferisse, accettò l'uovo
bofonchiando un "grazie" e lo mise sul tavolo in camera propria.
Il giorno dopo Sam e Dean
ricevettero una chiamata da un cacciatore di vecchia conoscenza, che
chiedeva loro una mano per scovare un Vetala a Knoxville, Tennessee. I
fratelli partirono subito, ma non senza che prima Dean raccomandasse a
Cas di fare il bravo e dicesse a Kevin di tenerlo sempre d'occhio.
"Tornerete per Natale?", domandò Cas avvilito. Quell'improvvisa partenza lo aveva destabilizzato.
"Manca più di una settimana, certo che torneremo prima!", esclamò Dean. Poi uscì con Sam e sgommarono via.
La caccia, però, si
era fatta più problematica del previsto e non tornarono che la
vigilia. Castiel, però, non si era fatto scoraggiare dal fatto
che Dean fosse lontano e aveva continuato con il suo proposito di
regalargli qualcosa ogni giorno, come diceva la canzone.
Fu così che, quando
Dean tornò al bunker il 24 dicembre e aprì la porta della
sua stanza per buttarsi a dormire, trovò il disastro più
totale.
Dodici burattini a molla a forma di batterista di una banda erano sparsi per terra.
Undici pifferi ognuno nella propria scatola erano impilati sul comodino.
Dieci piccole Tardis erano saggiamente allineate sulla scrivania.
Le ballerine di nove carillon giravano sulle note di una tintinnante melodia.
Otto mucche antistress di gomma erano appoggiate su qualsiasi ripiano della stanza.
Sette pulcini di cigno pigolavano dentro una scatola di cartone posata sul pavimento.
Sei oche di peluches invadevano il letto a due piazze.
Cinque anelli d'oro erano contenuti in una scatoletta sopra la scrivania.
Quattro piccoli di merlo, tre
pulcini di gallina e due uova di tortora erano in un'altra scatola
posata sul pavimento vicino al letto. L'uovo di pernice che Cas aveva
dato a Dean il primo giorno era ancora sulla scrivania.
"Che diavolo...?", esclamò Dean, sconvolto nel vedere la sua stanza a soqquadro.
"Ti piacciono?", domandò Cas, che si era improvvisamente materializzato alle sue spalle.
Dean trasalì per lo
spavento. "Cas, che diavolo hai combinato?". Il suo sguardo era un
misto tra puro terrore e confusione. "Cos'è tutta questa roba?".
"Sono i miei regali per te",
spiegò, mostrando un sorriso a trentadue denti. "Ho fatto come
dice la canzone, Dean. Bisogna fare un regalo al giorno alla persona
che si ama per farle sapere di volerle bene! Ho riempito la tua stanza
di regali un giorno alla volta, solo che tu eri via".
Dean lo fissò per
qualche secondo, confuso, al che Cas tirò fuori il suo lettore
mp3. Trovò la canzone "I dodici giorni di Natale" e
allungò le cuffiette a Dean, che le infilò e si mise ad
ascoltare. Dopo qualche minuto le tolse e sorrise. Non era più
arrabbiato con lui perché aveva capito ciò che aveva
fatto: per Castiel regalare millanta oggetti - e anche animali -
significava dimostrare il proprio amore. E lo stava dimostrando a lui.
"Buon natale, Dean", esclamò Cas con lo sguardo acceso.
Lo sguardo di Dean si addolcì. "Buon Natale, Cas".
Una o due cosette
First of all,
grazie di cuore per aver letto la mia shot (o magari avete soltanto
aperto la pagina e poi ve la siete data a gambe, ma vi ringrazio lo
stesso).
Second, ehm-ehm. Mi sento in dovere di spiegare come sono riuscita ad abbinare i regali alla canzone.
I burattini a molla sono i drummers drumming.
I pifferi rappresentano i pipers piping.
Le Tardis (avete capito bene, miei piccoli lettori, Tardis!) rappresentano i lords a-leaping perchè alla parola "lords" non ho potuto fare a meno di pensare ai Timelords (un riferimento a Doctor Who ci stava, và).
Le ballerine dei carillon sono le ladies dancing.
Le mucche antistress sono la cosa più vicina che sono riuscita a trovare alle maids a-milking (e come idea mi piaceva!).
I pulcini di cigno (checcarini!) sono i swanss a-swimming.
Le oche di peluches sono le geese a-laying.
I cinque anelli d'oro sono i gold rings (mavvà?).
E poi il resto della fattoria con merli, pulcini e tortore sono i calling birds, le french hens e i turtle doves.
Bon, questo è quanto!
Buon Natale a tutti! :)
(p.s. il Dottore si rigenera stasera!) |
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