La regina di cristallo.

di anorableT
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Quando la vede—una regina di cristallo e catene, intrappolata fra i gioielli della sua stessa corona—si sente pesante, oppresso dal peso di mille domande che iniziano tutte con la parola ‘perché’.

Perché mi hai lasciato vivere?
Perché lo hai fatto?
Perché sono venuto qui?
Perché credo ancora che ci sia del buono in te?


Perché credo che ci sia ancora del buono in me.” dice urlando, voce metallica, mentre cade morto lungo le pareti di pietra.
Fa percorrere i palmi lungo la sua gemma, mentre sospira “…tu sei una brava persona, non è così, Annie?

Le parole sembrano vuote, ora—e si domanda se in un certo tempo o spazio o mondo remoto da lui, Annie lo stia ascoltando. Annie, che lo ha risparmiato. Annie, che ha messo Eren ai suoi piedi con un sol colpo quando avevano disputato. Annie, che Mikasa a malincuore rispettava, nonostante tutto. Annie—iridescente, tirando i pugni o nascondendo i suoi pensieri, le sue convinzioni, mai facile da leggere. Annie, mai delicata, mai gentile, ma comunque—Armin credeva—buona, in qualche aspetto della parola. Perché ogni occhio lo legge differentemente, ogni anima e osso proiettano una diversa angolazione di quello che potrebbe essere—buono, pensa Armin, che vaga, infantile parola.

Ma...loro sono ancora dei bambini.

Entrambi. Lui. Ed Annie, che ha ucciso. Annie, che ha voltato le spalle al mondo. Annie, che si è chiusa in se stessa, come in una favola al contrario.

La bella senza sogni, riceve un bacio da addormentata.
Armin si chiede se questo fa di lui un principe. Il suo cavaliere. E si guarda le mani—pulite dal sangue—ma vede un rosso persistente, che fuoriesce dalle linee della sua pelle, e se Annie fosse cattiva—cattiva, che stupida, stupida parola—se Annie non fosse buona, se Annie fosse malvagia, lui cosa sarebbe? Lui, la cui mente crea mappe e piani di guerra, che invia fuori uomini come soldatini giocattolo, permettendo loro di sanguinare fino a che le parti del loro corpo si perdano per il percorso. Armin, che fa sacrifici di anime, tutto per un bene comune, tutto per l’umanità, il colossale, il problema Eren.

Perché l’hai fatto?” Vuole chiederle, più di qualsiasi altra cosa; perché ognuno ha le sue motivazioni. E cosa rende una motivazione buona? Cosa non lo fa? Chi è lui per giudicare e chi è lui per stare lì? Chi—chi è?

Chi sono io?” Non suona come una domanda, ma in qualche luogo, come il mormorio di un carillon, lui la sente, la sua voce: “Una brava persona. Vero, Armin?

E crolla in avanti, tracciando le labbra di cristallo con le sue mani, e quelle parole—“sei una brava persona, non è così?” non sono mai suonate così come un appello, non sono mai suonate così disperate nella sua memoria.
Annie,” dice. La sua voce si spezza “…svegliati.

Lei non lo fa. 






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Salve a tutti! Rieccomi con un'altra traduzione di anorable (qui trovate il testo originale e qui il suo blog). Beh, che dire, l'aruani è la mia otp in shingeki no kyojin e quindi ho deciso di tradurre anche questa flashfic, chiedendo ovviamente il permesso all'autrice. Spero piaccia a voi così com'è piaciuta a me o almeno che qualcuno la legga.

nota: il cognome di Armin nell'intro dei personaggi era già scritto male, ergo non è un mio errore. 




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